Buonanotte dell’Ispettore AFC
“L’Ispettoria AFC: ieri, oggi e domani”
L’ispettoria dell’Africa Centrale (AFC) nel secondo centenario della presenza salesiana nella Repubblica Democratica del Congo (RDC): ieri, oggi, domani.
Cari confratelli, buonasera! Desidero parlarvi dell’ispettoria dell’Africa Centrale «Maria Assunta» nella RDC. Come lo dice già il titolo, l’Africa Centrale è ormai entrata nel «secondo» centenario della presenza salesiana nella RDC.
LA GEOGRAFIA: Innanzitutto voglio situare geograficamente la nostra ispettoria: la RDC (che non bisogna confondere con l’altro paese vicino: il Congo-Brazaville) è un paese dalle dimensioni continentali la cui superficie è di 2.345.410 km2 , con una popolazione totale (2013) di 75.507.308 abitanti che non fa che aumentare (4-5 figli per famiglia in media). Il bisogno scolastico è enorme. Poiché parte del territorio (il mondo rurale) è abbandonato, sottosviluppato e poco sicuro, c’è un esodo costante verso le città: Lubumbashi che contava prima un milione di abitanti, oggi ne conta due milioni; e Kinshasa è diventata una megalopoli di 7-8 milioni di abitanti senza infrastrutture adeguate per una tale crescita.
LE LINGUE: Il francese è la lingua “ufficiale” utilizzata nell’amministrazione pubblica e l’insegnamento scolastico, in parte anche come lingua veicolare nelle città. Si pensa che già che nel 2050, l’Africa conterà l’85% dei francofoni del mondo, e una buona parte di essi abiterà nella RDC. Le quattro lingue veicolari più parlate (chiamate «lingue nazionali») nella RDC sono: l’ingala (parlato soprattutto all’Ovest, Kinshasa). Il Kiswahili (parlato al Sud e all’Est, soprattutto a Lubumbashi e a Goma-Uvira), il tshiluba, parlato nelle due provincie del kasai al centro del paese, e finalmente il kikongo in una zona ristretta. Oltre a queste quattro lingue ci sono ancora da 200 a 400 lingue “locali”, che sono parlate nelle zone rurali e ciò dimostra che la RDC è uno dei paesi più multilingue di tutta l’Africa.
L’ECONOMIA: è ancora in gran parte agricola (70% della popolazione attiva) all’interno del paese, ma evolve rapidamente verso una economia industrializzata. Tuttavia, non ci sono industrie di trasformazione. L’economia è dunque “estroversa”, cioè rivolta verso l’esportazione delle moltissime materie prime. Un geologo belga, Jules Cornet, ha inventato l’espressione che si cita ancora oggi: “Il Congo è uno scandalo geologico”; talmente il suo sottosuolo rigurgita di ricchezze di ogni genere. Si capisce allora che è un paese fortemente “ambito” dalle “grandi potenze”, tra le quali oggi le nuove potenze o paesi emergenti come la Cina, il Giappone, l’India, la Corea ecc. I minerali sono la più grande ricchezza di questo paese, ma ci sono anche grandi possibilità per l’elettricità (la centrale idroelettrica di Inga) e il petrolio; il Congo (con il Brasile) possiede la più grande superficie di foreste sulla terra. E’ dunque il secondo “polmone” per la produzione dell’ossigeno necessario alla vita dell’uomo sul pianeta terra. Il Congo occupa dunque un posto geopolitico strategico nel mondo.
SITUAZIONE SOCIALE: se ci sono segni evidenti di crescita economica in tutti i settori, il paese rimane ancora un cantiere da costruire su basi più solide di quelle che esistono attualmente. La cattiva gestione delle risorse si manifesta nella mancanza di solidarietà e di giustizia contributiva e distributiva. Da qui le grandi diseguaglianze nella popolazione (e lo scarto tra ricchi e poveri non fa che crescere sempre di più); da qui anche le guerre intestine, fomentate da milizie al soldo di certi magnati; rivolte che non finiscono mai perché basate sull’accaparramento delle ricchezze minerali sfruttate illegalmente. Bisogna dunque creare un nuovo sistema di gestione trasparente, ben controllato dal popolo in un sistema politico veramente democratico con un governo responsabile capace di mettere fine alla corruzione e di difendere il suo territorio; ci vuole anche una comunità internazionale neutra per aiutare la RDC a porre fine a tutto ciò che non contribuisce al suo sviluppo.
La prima presenza salesiana risale all’epoca coloniale del Congo Belga quando diverse congregazioni si sono impegnate nell’evangelizzazione del paese (fine del 19° secolo-inizio del 20°) così pure nel settore scolastico in collaborazione con il governo coloniale. E’ allora che nel 1911, i Salesiani del Belgio sono venuti in Congo con un duplice scopo; scolarizzare la gioventù nera e bianca; impegnarsi nel settore scolastico. Nel 1925, la Congregazione di Propagande Fide ha assegnato il territorio dell’estremo sud della provincia del Katanga (lo stivale del katanga), ai Salesiani. Gli sforzi dei salesiani fino al 1952, furono dunque concentrati per impiantare la Chiesa in questa regione rurale dove bisognava consacrarsi a costruire posti di missione, creare scuole elementari e dispensari. A partire dal 1952, i Salesiani (sotto l’egida dell’ispettore del Belgio, Don René-Marie Picron) si sono dedicati sempre di più alla gioventù delle città industriali che stavano sorgendo nel katanga sotto l’impulso dell’industria mineraria. Nel 1959 il tempo era maturo per creare una ispettoria, la prima ispettoria di tutta l’Africa, con 150 Salesiani e 19 comunità.. La maggior parte erano ancora missionari europei con solo due o tre confratelli congolesi. L’africanizzazione non è cresciuta fino al 1980 circa. A partire da questa data c’è stato un aumento progressivo del numero di vocazioni fino a diventare dal 1990 una ispettoria africanizzata dal punto di vista del personale all’85% (nel 2013) sempre sostenuta da un gruppo di missionari (15%).
IL PERSONALE: L’ispettoria conta 233 confratelli, con 14 novizi, 47 postnovizi (3anni di studi riconosciuti dallo Stato Congolese come Diploma), 15 tirocinanti, 25 teologi, 15 confratelli che fanno studi universitari. Più della metà dei confratelli dell’ispettoria è costituita da confratelli in formazione. L’età media è di 41 anni. Faccio notare anche che l’AFC ha già messo a disposizione del Dicastero delle Missioni diversi confratelli. Sono 15 missionari: 2 in Asia, 2 in America Latina, 2 in Europa, gli altri in diverse ispettorie dell’Africa.
LE OPERE: in AFC abbiamo 27 comunità (canoniche+non canoniche) con una grande varietà di opere annesse (una cinquantina) perché ogni comunità gestisce più opere. Volendo dividere le opere in cinque gruppi, si potrebbe dire che il gruppo più grande è quello delle opere scolastiche di ogni genere: scuole elementari, secondarie (cinque collegi e tre scuole tecniche secondarie con la recente fondazione di due centri d’insegnamento superiore (universitario: Esis (scuola d’informatica) e Ecopo (una scuola superiore di scienze economiche e politiche). Un’altra parte è costituita dalle opere che si dedicano ai giovani a rischio con degli internati, scuole agricole, artigianali e professionali annesse. Un’altra parte, sono le parrocchie e i posti di missione con le loro succursali. Un’altra parte ancora è quella che raggruppa un centro culturale e pastorale (per i giovani) chiamato «Safina», un centro di comunicazione sociale chiamato «La Colombe» e stiamo per lanciare una prima stazione Radio Don Bosco. Infine, l’ultima parte delle opere è costituita dalle nostre tre case di formazione: il prenoviziato, il noviziato e il postnoviziato raggruppati nello stesso posto, e il Theologicum che è un centro di formazione teologica interispettoriale, diretto da un curatorium di più ispettorie o Visitatorie: l’AFC, il Mozambico, l’Angola e il Madagascar: paesi di lingua francese o portoghese. Ci auguriamo che questo istituto che dispone già di un corpo professorale stabile e di una buona biblioteca, possa essere sostenuto ancora meglio dalle altre ispettorie soprattutto per quanto riguarda il personale formativo e accademico… Stiamo già costruendo altri appartamenti per ospitarli. Questo istituto ha celebrato 25 anni di vita nel 2013.
AVVENIMENTI: Il nostro programma di animazione e di governo (PAG) accompagna le comunità e ogni confratello con un tema che s’ispira alla Strenna del Rettor Maggiore e agli altri temi proposti per il Bicentenaio della nascita di Don Bosco. Abbiamo scelto il programma di sei anni “Source et Fontaine” per aiutare ogni confratello ad andare alla sorgente cristiana e salesiana.
Abbiamo celebrato il Centenario della presenza salesiana nella RDC nel 2011.
Abbiamo accolto l’Urna di Don Bosco come segno di rinnovamento spirituale per tutta la Famiglia Salesiana.
Abbiamo iniziato una nuova Delegazione della RDC-OVEST il 24 gennaio 2013 che comprende le case di Kinshasa e dei due Kasai (l’Ovest e il centro del paese).
Abbiamo celebrato il 18° Capitolo Ispettoriale in preparazione al CG 27.
Visto il gran numero di confratelli in formazione, speriamo in una crescita continua dell’opera salesiana nella RDC, ciò che permetterà (lo speriamo) di creare tre ispettorie: Lubumbashi (al sud) – Kinshasa, con il Kasai Orientale e Occidentale (all’Ovest e al centro del paese) – il Nord – e il Sud (all’Est del paese, vicino al Rwanda e al Burundi). Questa è la nostra carta salesiana per l’avvenire ed è anche il nostro sogno.
Perché questo sogno diventi realtà dipende da tre fattori: l’affluenza continua di nuove vocazioni, la solidità della formazione, la buona animazione delle nostre comunità.
L’AFC accoglie molte vocazioni ogni anno. E’ veramente un segno molto positivo per l’avvenire di questo paese e anche per la Congregazione. La formazione è un settore decisivo per l’avvenire dell’ispettoria. Abbiamo tutte le tappe della formazione e dobbiamo lavorare sull’accoglienza dei candidati, il discernimento fatto con serietà, l’accompagnamento, la formazione solida e autentica dei giovani e dei formatori. Per l’animazione delle comunità, lo sforzo è visibile nell’accompagnamento dei Direttori e dei responsabili delle comunità (e presenze salesiane). Siamo ottimisti per quanto riguarda il consolidamento delle comunità e anche per una espansione intelligente e dinamica della presenza salesiana in AFC.
Viva Don Bosco!
Viva l’AFC!
Buona sera
Don Jean-Claude NGOY, sdb
Ispettore