CAPITOLO GENERALE 21
DELLA SOCIETA SALESIANA
ALLEGATO 1
SEGRETERIA DI STATO
n.336.440
dal Vaticano, 29 Ottobre 1977
Rev.mo Signore, 448
Nell'udienza del 24 Ottobre corrente Ella si è fatta premura
dì informare il Santo Padre circa il prossimo XXI Capitolo Generale
della Società Salesiana di Don Bosco, spiegandone l'indole, gli
scopi, le caratteristiche, i problemi e le prospettive, e Gli ha chiesto
una parola di esortazione e di orientamento per i Religiosi Capitolari,
i quali dovranno prendere importanti decisioni per la vita dell'Istituto.
Il Sommo Pontefice ha appreso con paterno corrrpiacimento e con viva
soddisfazione quanto Ella Gli ha riferito in merito alla preparazione
del Capitolo e alla comune volontà dì procedere nel rinnovamento,
secondo lo spirito del Fondatore e in conformità alle direttive
della Chiesa; ed ha particolarmente apprezzato la scelta del tema generale,
che sarà oggetto dello studio e della riflessione durante il
Capitolo, cioè «Testimoniare e annunciare il Vangelo: due
esigenze della vita salesiana tra i giovani. Anche da questo, infatti,
traspare l'impegno dei Salesiani di restare fedeli alla identità
originaria della loro Istituzione, che, sorta per dedicarsi alla Gioventù
maschile specialmente delle classi popolari, ha vissuto oltre un secolo
di provvidenziale e ammirabile presenza, educando e formando innumerevoli
schiere di giovani.
Sua Santità desidera, al riguardo, attirare l'attenzione sulla
necessità di mantenere questo carattere particolare dell'opera
e della pedagogia salesiana, tanto più che le necessità
sociali ed ecclesiastiche dei tempi moderni sembrano più che
mai corrispondere al genio dell'apostolato dei Figli di S. Giovanni
Bosco, rivolto con preferenziale interesse e dedizione alla gioventù
maschile, mentre alla gioventù femminile provvede con pari zelo
e con specifica intelligenza la bella e fervente famiglia delle Figlie
di Maria Ausiliatrice, alla quale parimente va il plauso e la fiducia
della Chiesa, come certamente soccorre lo spirito salesiano.
449
Riferendosi poi all'altro grave compito del presente Capitolo, quello
cioè di 449 rivedere le Costituzioni ed i Regolamenti approvati
«ad experimentum» dal Capitolo Speciale e di verificarne
la validità e l'attuazione sulla base delle
indicazioni fornite dai Capitoli Ispettoriali, il Santo Padre raccomanda
che si dia il primo posto allo spirito religioso, clic deve animare
la tradizione ormai collaudata dall'esperienza e dall'insegnamento del
Concilio Vaticano Secondo.
450
Infine, guardando con fiducia alla crescente fioritura organizzativa
della Famiglia Salesiana, il Vicario di Cristo auspica che l'Istituto
rimanga fedele al suo disegno costitutivo anche circa la figura e la
funzione del Direttore, in modo che questi, avvalorato dai carismi dell'Ordinazione
sacerdotale, possa guidare con sapienza ecclesiale le varie e crescenti
schiere di quanti intendono militare sotto la guida e lo spirito di
San Giovanni Bosco.
A conferma di questi voti e della Sua costante benevolenza, Sua Santità
invoca sui lavori del Capitolo larga effusione di lumi e conforti celesti,
e di cuore irnparte a tutti i partecipanti, come all'intera Famiglia
Salesiana e alle sue molteplici e benemerite Opere l'implorata propiziatrice
Benedizione Apostolica.
Grato a mia volta per la cortese comunicazione circa il Capitolo Generale,
a me indirizzata il 10 Ottobre corrente, volentieri assicuro la mia
preghiera affinché esso corrisponda pienamente alle attese, mentre
profitto volentieri della circostanza per confermarmi con sensi di distinta
stinta,
dev.mo nel Signore
G. Card. Villot
ALLEGATO 2
Discorso del Rettor Maggiore don Luigi Ricceri,
ad apertura del CG21 (31 ottobre 1977)
451
Nessuno si meraviglierà se nel compiere questo atto inerente
al mio ufficio, qual è l'apertura del Capitolo Generale, confesso
che sono preso da una particolare commozione,
Di per sé l'atto cori cui si viene a concludere un periodo di
mie pesatiti responsabilità, in un momento certamente non facile
della nostra storia, sarebbe già motivo sufficiente per giustificare
il mio stato d'animo. Ma quando penso che proprio cento anni fa, nel
settembre del 1877, Don Bosco presiedeva a Lanzo Torinese il primo Capitolo
Generale della Congregazione - si può dire appena nata con l'approvazione
definitiva delle Costituzioni -, non posso evitare che si susciti nel
mio intimo una somma di sentimenti dei più vari, che vanno dalla
riconoscenza per lutto quanto la Provvidenza ha operato in questi cento
anni, agli interrogativi che si pongono per il domani in questa nostra
convulsa temperie.
«Intraprendiamo cosa di massima importanza» 452
Questo ci porta a rillcttere sulle parole che Dati Bosco rivolgeva ai
22 Capitolari al momento dell'apertura: « Noi intraprendiamo cosa
della massima importanza per la nostra Congregazione. Si tratta in nodo
speciale dì prendere le nostre Regole, e vedere quali siano le
cose che si possono stabilire per ridurle uniformemente alla pratica
in tutte le case che vi sono già al presente, e in quelle che
la Divina Provvidenza disporrà che si aprano in futuro».
Anche noi abbiamo, fra l'altro in questo Capitolo, il delicatissimo
mandato di «prendere», come dice Don Bosco, le nostre Costituzioni,
e intendiamo larlo con senso di responsabilità nella fedeltà
più autentica; ma siano convinti, come ci viene da lui stesso
più volte ricordato, che dobbiamo anzitutto praticarle e viverle,
più che limarle all'infinito.
Oggi, a distanza di un secolo, nella visione del prodigioso sviluppo
della sua Congregazione, dinanzi ai problemi e ai pericoli che si intravedono
in questi nostri tempi, Don Bosco quali altre parole rivolgerebbe ai
quasi 200 membri di questo Capitolo? E' una domanda la cui risposta
ha bisogno di tanta luce dallo Spirito Santo. Ed io per questo chiedo
istanteniente non solo ai Capi-
tolari, ma a tutti quanti i presenti a questa apertura, l'aiuto insostituibile
della preghiera.
Il rnio o. ,irdiale saluto
453 Ho chiesto la preghiera a tutti i presenti, ma prima ancora avrei
dovuto rivolgere il mio cordiale saluto. E supplisco con senso di profonda
riconoscenza, a questo ritardo.
Alle Autorità ecclesiastiche che ci rappresentano Colui al quale
siamo legati non solo dal vincolo della devota boschiana obbedienza,
ma da quello non meno forte dell'affettuoso riconoscente attaccamento,
il mio e nostro cordialissimo e grato saluto.
Alle FMA - rappresentate degnamente dalla Madre Generale, Madre Ersiha
Canta - tanto legate a noi dai vincoli della comune paternità;
ai Cooperatori Salesiani, di cui conosciamo bene la fedeltà al
Padre comune e la Fraternità spirituale e apostolica che vivono
con i fratelli e le sorelle consacrate; alle VDB, che rappresentano
la fecondità della vocazione salesiana; -agli Exallievi sempre
entusiasticamente presenti a dimostrare la loro fattiva riconoscenza
per quanto hanno ricevuto da Don Bosco; a tutti cd a ciascuno dei presenti,
anche a nome dei Capitolari, il mio e nostro grato saluto.
Ci sono dei posti vuoti
454 Dovrei ora rivolgere la mia parola a voi, carissimi fratelli Capitolari
che rappresentate la Congregazione sparsa e operante in tanti paesi
dei cinque continenti. Dico però subito che la gioia di potervi
dare il benvenuto è velata dalla tristezza nel constatare che
appunto tra di voi ci sono dei posti vuoti: sono quelli che avrebbero
dovuto occupare i fratelli che vivono e soffrono in quei paesi dove
la libertà, è la dolorosa verità, viene praticamente
coartata e impedita. A tutti i confratelli che soffrono per la fede
e che possono esercitare i diritti elementari di quella libertà
religiosa riconosciuta da tutto il mondo civile, il nostro Fraterno
pensiero, la nostra solidale preghiera.
Vorrei in questo momento rievocare almeno il nome dì due grandi
nostri confratelli scomparsi, che in quei Paesi hanno testimoniato con
coraggio e fortezza incrollabile la loro fede, Il Card. Trochta, e l'Arciv.
Baranìak, recentemente scomparso: a questi due grandi salesiani
accomuniamo nel ricordo i tanti che in Europa, in Asia, in Africa e
nella stessa America hanno soll erto e soffrono per il Regno di Dio.
Al cristiano ricordo di questi due grandi salesiani, associamo quello
degli 850 confratelli che in questi) sessennio hanno chiuso la loro
laboriosa giornata nelle varie partì della Congregazione.
A voi, carissimi Capitolari
455 E' tempo ormai, carissimi Capitolari, dì rivolgere la mia
parola direttamente a voi: ne avete tutto il diritto. E comincio cercando
di sintonizzarci per il lavoro che ci attende e per puntualizzare qualche
elemento di particolare importanza che potrà aiutarci nel suo
compimento.
Estato detto che il nostro sarà il Capitolo della verità,
e a ragione: non a caso si parla di Capitolo di verifica, che cioè,
fa, opera, rende efficacemente operante la verità. Se una preoccupazione
di coscienza sento di avere, è questa: mettere quanto più
possibile il Capitolo dinanzi alla realtà viva della Congregazione,
con le sue luci, ma non meno con le sue ombre. Operazione tanto importante
e doverosa quanto difficile, quella di scoprire e individuare la realtà
e possibilmente le cause, e trarne le conseguenze e portarle su un piano
concretamente ed efficacemente operativo. Perché questo è
in definitiva lo scopo sostanziale del nostro Capitolo.
Per questo il Capitolo deve essere anzitutto nutrito di sincerità
nell'unità; nessuno di noi infatti ha la pretesa di possedere
in esclusiva la verità e tanto meno il carisma del Fondatore.
D'altra parte, proprio per servire la sincerità, cercheremo di
vedere e di esprimere con assoluta onestà la realtà delle
situazioni, alla luce dell'esperienza, e mossi solamente e sempre dall'amore
consapevole e responsabile verso Don Bosco e la sua e nostra Congregazione.
Il cui avvenire, diciamolo pure, dipende molto dalla nostra azione,
da quella di ciascuno di noi, nei tanti momenti del Capitolo (commissioni,
incontri, assemblee, votazioni).
II Capitolo trovi in noi uomini di preghiera 456
Ma non basta. A me pare che noi potremo ottenere questi intenti solo
se ognuno dei Capitolari si farà qui operatore di fraterna carità,
e prima ancora, uomo di preghiera, pervaso come il nostro Padre dal
senso di Dio; uomo quindi convinto che il fatto Congregazione, come
la sua vita, è essenzialmente e anzitutto un fatto spirituale,
evangelico. Si tratta cioè di uomini che, mossi e legati da motivi
e vincoli soprannaturali, per questo perseguono fini soprannaturali.
Anche se hanno bisogno di strumenti umani e terreni per realizzare nel
mondo d'oggi quella che noi chiamiamo, con parola di sapore evangelico,
missione.
II nostro Capitolo quindi, e tutti ne siamo profondamente convinti,
deve trovare in noi degli uomini di preghiera. Uomini cioè che
attraverso il contatto personale e comunitario, umile, semplice e schietto,
con Dio, giungono a creare un ambiente di ricerca - sincera e purificata
di ogni passione - della verità che per noi si traduce e si identifica
con gli interessi vitali della Congregazione. Uomini che in questa ricerca
nella luce di Dio vengono a creare un clima di fraterna, costruttiva,
vicendevole integrazione.
Vogliamo rendere sensibile, dirci palpabile quell'intenso « vivere
in unum » a cui il nostro Padre invitava i primi Salesiani e a
cui evidentemente invita ciascuno di noi in questo importante momento
della storia della Congregazione: essa, come la nostra famiglia tutta,
anzi la stessa Chiesa, guarda a noi con occhi che dicono interesse,
attesa, speranza.
E noi non vorremo deluderla. La Relazione, lavoro difficile 457
In questo clima vorrò compiere l'atto che introduce e in un certo
senso offre la piattaforma concreta su cui si imposta tutta la nostra
azione capitolare:
voglio dire la Relazione del Retlor Maggiore sullo stato della Congregazione.
E' un lavoro quanto delicato altrettanto difficile, e i motivi appaiono
senza sforzo: basta pensare al Iatto che la Congregazione è presente
in tutti i Continenti, e che in essi le situazioni sono già diverse,
talvolta anche profondalnente diverse, fra gli stessi Paesi che vi appartengono.
Basta pensare che le situazioni in questi anni hanno presentato evoluzioni
non di rado rapide e in elementi di primaria importanza, senza dire
che la sfera che tocca l'intimo delle persone ha delle zone che sfuggono
a certe indagini.
F, sì potrebbe continuare nell'enumerazione delle dillìcoltà
dinanzi a cui si trova chi deve stendere una relazione di questo tipo
oggi. Dinanzi a questa realtà così complessa e composita,
una sintesi livellatrice sarebbe ingiusta e irreale.
Evero però che nell'insieme della Congregazione si riconoscono
elementi e dati comuni, che si prestano a una visione sintetica e a
relative valutazioni, d'altra parte sarà sempre possibile mettere
in evidenza differenti situazioni quando ne appaiono proporzionati motivi.
La Relazione, lavoro in collaborazione
458 Un lavoro di questa latta ha richiesto evidentemente una collaborazione
articolaLa, paziente e intelligente: è quella che mi hanno prestato
con fralerna generosità sia i Superiori dei vari Dicasteri, che
i Consiglieri Regionali che hanno avuto approfonditi, ripetuti e vasti
contatti con le lspcttorìe. Desidero ringraziarli sentitamente
anche a nome delle IspelLorie.
Ma mi sono state assai utili le molte relazioni degli 1spettcni approntate
per varie circostanze, e i numerosi sistematici contatti avuti con i
rncdesìmi. Poi mi sono servito delle moltissime informazioni
e constatazioni raccolte non solo nella nutrila corrispondenza con tanti
membri della Congregazione, nia nei numerosi incontri nelle varie parti
del mondo avuti in questi anni con i Consigli Ispettoriali, con Direttori,
con Confratelli.
Mi pare di poter dire che il Centro conosce, se proprio non nei minimi
particolari, la Congregazione: di questo grande e composito organismo,
mi pare di poter affermare che conosciamo con più che buona sufficienza
lo stato di salute e di efficienza, gli elementi positivi e quelli negativi.
La Relazione, responsabilità condivisa
459 Debbo fare ancora una puntualizzazione. La relazione, cori tutto
quello che contiene e presenta, importa la responsabilità del
Rei tor Maggiore. E' giusto e ovvio. Ma mi pare di poter dire in questa
sede che essa è nella sua globalità condivisa dal Consiglio
Superiore.
E questo è per me, e penso per tutti, motivo di conforto. Fra
l'altro è un ulteriore segno del lavoro e dello stile con cui
si è portale avanti in questi anni il nostro servizio alla Congregazione,
non sempre semplice e facile, come si può immaginare. E' stato
un lavoro condotto sempre in clima di cordialissima, fraterna, costruttiva
collaborazione, realizzata nella valorizzazione delle doti, della mentalità
e sensibilità, della preparazione ed espe-
rienza dei singoli membri del Consiglio, con la comune costante preoccupazione
di servire agli interessi e ai fini da Don Bosco segnali alla Congregazione.
Per questo ognuno ha potuto sempre esprimersi con assoluta libertà,
per questo abbiamo sempre lavorato in dialogo franco, approfondito,
ma rispcltoso e cordiale, arrivando insieme alle conclusioni clic ci
parevano più congrue per i problemi che man mano venivano all'ordine
del giorno.
Un grazie ai membri del Consiglio 460
Desidero qui, dinanzi a questa qualificata assemblea, esprimere il più
vivo 460 grazie anzitutto a ciascuno dei membri del Consiglio: essi,
sia nell'ambito del loro ufficio che collegialmente, hanno prestato
sempre con cordiale generosità il loro prezioso aiuto al Rettor
Maggiore, anche con la loro comprensione dinanzi ai limiti del Superiore.
Il n ricordo riconoscente non può mancare verso i due membri
del Consiglio Superiore che durante il sessennio sono stati chiamati
dalla Santa Sede ad altri incarichi: rnons. Giuseppe Gottardì,
oggi Vescovo Ausiliare dì Montevideo, e mons. Rosaiio Castillo,
divenuto Segretaria Generale della Pontificia Commissione per la Riforma
del Codice di Diritto Canonico.
Sento poi che mancherei a un preciso dovere, anzi a un bisogno del cuore,
se non esprimessi qui il vivissimo grazie al carissimo don Domenico
Britschu che in questi anni, coadiuvato dai suoi collaboratori, ha compiuto
nella Segreteria Generale (a cui è legato anche l'impegnativo
Archivio Generale della Congregazione) un'opera Lanto intelligente quanto
generosamente sacrificata.
Un grazie agli altri collaboratori 461
Col Segretario Generale vada il mio e nostro ringraziamento al carissimo
461 Don Decio Tcireìra per il servizio prestalo in questi anni
nel curare le relazioni con la Santa Sede e gli affari della Congregazione,
presso i Dicasteri romani, con la capacità di rapporti umani
che lo distingue.
Al Postulaiore Don Carlo Orlando, mentre diciamo il nostro grazie per
averci dato col suo lavoro paziente ma operoso. la beatificazione di
Don Rua, auguriamo che attraverso la sua opera discreta e costante possa
dare alla Congregazione la gioia e la ricchezza di altri beati, cominciando
dai nostri martiri della Cina e da Zeffirino.
Ho fatto i nomi dei principali collaboratori, ma è giusto ricordare
che tutta l'azione del Consiglio suppone, come apparirà dalle
relazioni, una complessa collaborazione da parte di tanti confratelli:
la comunità della Casa Generalizia con a capo l'ottimo Direttore,
umile ma instancabile guida e animatore di tutti i confratelli che compiono,
ognuno nel suo settore, un lavoro insostituibile, al servizio della
Congregazione tutta.
E poi ricordo le generose Figlie di Maria Ausiliatrice addette alla
Casa Generalizia, come pure i laici che collaborano in varie forme con
noi, e che completano il quadro provvedendo ai tanti servizi indispensabili
per il buon funzionamento di questo Centro.
Elementi positivi e negativi
462 Compiuto questo atto dì doveroso riconoscimento verso quanti
a ogni livello, e nei modi più diversi, hanno prestato in questi
anni il loro difficile servizio alla Congregazione, è tempo di
avviarci alla conclusione di questa seduta inaugurale del nostro Capitolo
Generale. Ma prima di finire, un'ultima parola mi sembra ancora doverosa.
Da tutti si è in questi anni lavorato; ciò non vuol dire
però che la nostra azione in questo sessennio sia stata sotto
ogni aspetto perfetta. Tutt'altro.
Manchevolezze e limiti ne avete constatati anche voi, altri potranno
emergere lungo lo svolgimento del Capitolo. Di certi limiti e lacune
ci siamo resi conto noi stessi durante il corso del sessennio, o abbiamo
cercato di correggere e migliorare; di altri abbiamo potuto renderci
conto in questa fase conclusiva del nostro mandato. Ci siamo resi conto,
dopo l'esperienza fatta, specie nella seconda parte del sessennio, che
certe carenze avremmo potuto e dovuto evitarle, che certe linee del
nostro governo avrebbero potuto avere più incisivi e tempestivi
impulsi, più chiari orientamenti, ecc. Purtroppo sono i frutti,
dirci inevitabili, dei limiti degli uomini.
Nell'esame a cui in questi mesi dì precapitolo abbiamo, con serena
franchezza, sottoposto il nostro servizio di questi anni, abbiamo dunque
ricavato elementi positivi ma anche negativi. Mentre ringraziamo il
Signore per quello di positivo che ci ha consentito di realizzare a
servizio dell'amatissima Congregazione, lasciamo per il Consiglio che
uscirà da questo Capitolo, anche le valutazioni negative e le
deficienze che abbiamo riscontrato nella nostra attività, con
l'augurio che questo umile frutto della nostra esperienza possa tornare
utile nel lavoro che esso dovrà affrontare per il prossimo sessennio.
Dichiaro aperto il Capitolo
Con questo augurio mi è caro dichiarare aperto il 21° Capitolo
Generale della nostra Congregazione, che sin da questo momento, mettiamo
con cuore dì figli sotto la protezione della nostra Madre Ausiliatrice.
ALLEGATO 3
Messaggio del Rettor Maggiore
don Egidio Viganò
ai Salesiani di tutto il mondo
463
Esprimo un sentimento di profonda solidarietà ai confratelli
salesiani e a tutti i membri della Famiglia di Don Bosco che nei vari
campi della pastorale giovanile e popolare e nelle missioni lavorano
fedeli alla loro vocazione; un saluto particolare rivolgo ai confratelli
giovani che si preparano a servire, con Don Bosco, la Chiesa; agli anziani
che rappresentano il patrimonio della fedeltà; ai malati che
ci aiutano a capire più realisticamente il mistero pasquale di
Cristo; a tutti coloro che nella sofferenza rimangono fedeli.
Condivido con tutti la convinzione della bellezza della nostra vocazione
da attuare in un tempo, che rapidi mutamenti rendono problematico ma
anche ricco di speranze, e un impegno a tempo pieno e a piena esistenza
per la gioventù che forma oggi uno degli obiettivi più
importanti della missione della Chiesa ed è la speranza della
Società.
Continuiamo, confratelli, sulla via del rinnovamento in adesione chiara,
leale ed entusiasta al Vicario di Cristo che ci guida in queste difficili
congiunture.
Il nostro Capitolo Generale 21 ci esorta a fare della nostra vita «testimonianza»
e della nostra opera «annuncio» del Vangelo, continuando
quel «semplice catechismo» da cui è nata la Congregazione,
dilatandolo e aggiornandolo con nuove realizzazioni.
Lo Spirito Santo e la testimonianza susciteranno nuove vocazioni.
Maria Ausiliatrice ci aiuti e ci dia entusiasmo e spirito di iniziativa
come lo ha fatto profusamente con il nostro Padre e Fondatore Don Bosco.
Roma, 15 dicembre 1977
ALLEGATO 4
Indirizzo di omaggio al S. Padre,
del Rettor Maggiore don Egidio Viganò
in apertura dell'udienza concessa ai capitolari
(26 gennaio 1978)
464 Beatissimo Padre, il primo sentimento che desidero esprimere a nome
dei fratelli capitolari qui presenti e di tutti i Salesiani di Don Bosco
è l'adesione filiale, cosciente e coraggiosa del nostro Istituto
alla Cattedra di Pietro. Eu n ossequio della niente e del cuore, permeato
dal realismo pedagogico della nostra tradizione: constatiamo, iniatii,
che in un'ora di cambiamenti prolondi la guida e il magistero del Papa
sono uno dei doni più necessari e concreti del Signore alla sua
Chiesa pellegrina. Vorremmo esserne dei testimoni specializzati, capaci
di farlo capire cd apprezzare soprattutto alla gioventù di oggi,
tanto assetata di verità e dì progetti storici.
465 Permettete, inoltre, che esprima un senso dì specialissima
gratitudine per la Vostra Persona- ci siamo sentiti sommersi, ogni volta
che ci avete accolto, in un clima di vivo affetto e simpatia, di gioia
familiare, di stima benevola e di ammirazione entusiasta, che ci ha
sempre bencficamentc sorpresi facendoci pensare con sincerità
a tutta la strada che ci rimane da percorrere, con fretta salesiana,
per arrivare al traguardo segnalalo con tanta bontàà dal
Vostro cuore paterno.
466 Stiamo concludendo, Beatissimo Padre, il nostro Capitolo Generale
21. E' stato di forte orientamento per i nostri lavori capitolari il
Vostro Messaggio trasmessoci nella persona del carissimo e benemerito
don Luigi Ricceri; ne abbiamo voluto fare materia degli orientamenti
operativi del prossimo scssennio per ravvivare sempre meglio la fiamma
del nostro carisma tra i giovani e il popolo.
Per questo impegno arduo e urgente chiediamo la Vostra Apostolica Benedizione
su tutta la Famiglia Salesiana, sui confratelli, sui membri del nuovo
Consiglio Srrpcricire e sulla mia povera persona chiamata a guidare
e animare la Congregazione fondata da Domi Bosco.
ALLEGATO 5
Discorso di SS. PAOLO VI
ai membri del CG21,
nell'udienza speciale del 26 gennaio 1978
11 resto è qui riportato così come è stato possibile
raccoglierlo dalla viva voce di Sua Santità, su regi�otrarione
gentilmente concessaci dalla Segreleria di Stala
467
Dovremmo lare una prefazione alle poche cose che adesso diremo, ma per
svelare la chiave in cui sono state concepite e sono da interpretare,
e cioè dì una grande, grande emozione. Ha detto bene,
adesso, don Viganò, quali sono i sentimenti dì fiducia,
di simpatia, di fraternità apostolica che ci riuniscono a tutta
la Famiglia Salesiana, ora qui rappresentata nella maniera più
piena e più solenne. Ripetiamo, per Noi si tratta di grande,
e grande corrmmozione che ci impedisce quasi di formulare i sentimenti
che pure abbiamo nel euore e anche sulle labbra, per dire a voi, per
dire innanzi tutto, sì, la fiducia, la riconoscenza, la gioia
per il fatto che il Signore dà alla sua Chiesa una Famiglia eletta,
la Famiglia Salesiana, la quale vuole andare là proprio dove
il bisogno è maggiore e dove l'obbligo e la responsabilità
sono più sentiti: la gioventù, la gioventù moderna,
la gioventù che ordinariamente voi sciegliel.e, la gioventù
del popolo, la gioventù che ha bisogno di complementi esteriori
alla famiglia che non è sufficiente, e anche esteriori all'ambiente
che non è spesso quello educativo.
Voi supplite, voi integrate, voi sapete cavare da questa gioventù
delle anime forti, serene, buone, belle, oneste, cristiane. Quanta gioia!
Quanta gioia per un Pastore, per l'umile Pastore che vi parla, e clic
guarda la geografia universale della Chiesa, e la geografia spirituale
della società! Come abbiamo bisogno di voi; quale funzione avete,
quale missione, quale responsabilità!; ma anche quale degnazione
il Signore ha usato con voi chiamandovi, incaricandovi, mettendovi su
questa strada, ispirandovi di dedicare la vostra vita a questa causa
della educazione giovanile moderna!
Siate benedetti, siate davvero capiti, siate sorretti, siate colmati
dalle grazie clic il Signore ci fa desiderare per voi, e per il mondo,
e per la Chiesa! E che la Famiglia Salesiana sia sempre alla testa della
Chiesa viva, di quella che sia con i problemi vitali, contingenti, sì,
e passeggeri e fluenti in tante lenomenologie diverse, ma sempre umani,
sempre cristiani. Siate davvero Salesiano!
Ecco il nostro augurio, con cui concludiamo questa prefazione che contiene
poi anche tutto il resto che vi abbiamo da dire in questa circostanza,
che assume anche per noi un momento di singolarità. Se sapeste
quante persone, quante occasioni, quanti incontri passati intorno a
noi, ma il vostro ci commuove in una maniera particolare e ci dà
la gioia e la speranza che davvero la Chiesa oggi sia quella di Don
Bosco, la Chiesa viva!
468 E', pertanto, con autentica letizia spirituale che oggi vi incontriamo
secondo il desiderio manifestatoci a nome vostro dal nuovo Rettor Maggiore
don Egidio Viganò. (E qui possiamo fare una chiosa marginale.
Sappiamo che ha altri due fratelli, no?... E sorelle, forse anche...
Va bene, ma insomma, siamo davanti, diciamolo pure, ad un fenomeno che
veramente anche qui indica che la mano di Dio è stata prodiga:
se facciamo uno, facciamone tre ed è bella e finita. Perché
questo indica che il Signore vi vuol bene, che il Signore vi sceglie,
che il Signore ha fiducia di voi, come l'abbiamo Noi! Non è vero?).
Dunque, il vostro desiderio ci è stato manifestato da don Egidio
Vigano, il quale ha assunto nelle sue più giovani mani la guida
della vostra Società Salesiana da quella del suo immediato predecessore,
il caro e venerato don Luigi Ricceri: e su quest'ultimo dovremmo fare
un panegirico; ma voi lo immaginate; ed egli ci sta nel cuore e lo sarà
domani nel ricordo e nelle preghiere: a lui desideriamo rinnovare -
pubblicamente - la nostra paterna riconoscenza per quanto ha fatto in
questi anni in favore della Congregazione e della Chiesa.
469 Ma l'incontro con i membri qualificati di un Istituto religioso,
che, pur avendo poco più di un secolo di vita, si è mirabilmente
diramato in tutto il mondo con le sue innumerevoli iniziative ed opere
benefiche, non può non richiamare alla nostra comune memoria,
come presenza animatrice ed ammonitrice, la figura - ma si, pensiamolo
tutti insieme! - del suo fondatore, San Giovanni Bosco; ed egli è
qui che certamente ci guarda, ci conosce, e noi speriamo che lui stesso
condivida la nostra gioia nel vedere la sua Famiglia così numerosa,
così compatta, così uniforme, così concorde e così
decisa a continuare la sua opera con lo stesso stile e, Dio voglia,
con gli stessi risultati. E' vivo Don Bosco!
Si, è vivo Don Bosco, sintesi mirabile di attitudini e capacità
umane e di doni soprannaturali, genio riconosciuto della moderna pedagogia
e catechesi, ma, più ancora, genio della santità, di quella
santità che è una nota caratteristica della Chiesa, santa
e santificatrice.
E se ai suoi tempi, complessi invero e calamitosi, Don Bosco fu un autentico
protagonista della storia d'italia e della Chiesa, la Congregazione,
nata dalla sua mente intuitiva e dal suo grande cuore, ha seguito fedelmente
in questi cento anni il cammino da lui tracciato.
La stima, l'apprczzamcnto, l'affetto che per Don Bosco ebbero i nostri
Predecessori, che lo conobbero personalmente, Pio IX, Leone XIII, e
specialmente Pio XI, che lo beatilicò e canonizzò, sono
gli stessi sentimenti che noi sentiamo per voi, suoi figli, a motivo
del bene incalcolabile che in questi cento anni avete disseminato in
Italia, in Europa, nell'America Latina, nel
mondo intero, ed anche a motivo della collaborazione più diretta
alla Santa Sede che membri della vostra Congregazione offrono generosamente
nei vari Dicasteri e Uffici della Curia Romana
470
E saremmo tentati, anche qui, di un'altra chiosa marginale, cioè
di esporvi i titoli personali che abbiamo per tenere cara, per avere
vicina la vostra Famiglia Religiosa. Voi sapete che abbiamo avuto un
cugino che è stato salesiano, non è vero?
Ebbene abbiamo assistito, possiam dire, all'origine della sua vocazione;
egli era amico di don Cojazzi, altro uomo che merita davvero il plauso
della nostra riconoscenza, della nostra memoria, che lo avviò,
in qualche passeggiata. Era un ragazzo indisciplinato al punto che sua
madre lo tolse dalle scuole: «Tu andrai a lavorare perché
non puoi studiare». E questo ragazzo, dopo quelle passeggiate,
con questa amicizia con don Cojazzi, un giorno, come ben ricordiamo,
ci disse: « Mi farei salesiano».
E noi che cosa dovevamo dire?: «Ma certo! » E così
fu.
E poi anche suo padre, medico, che era tanto bravo, si rassegnò
quasi col dubbio: « Ma questo ragazzo riuscirà o no? »
E partì per la Cina dove rimase 17 anni e donde scrisse lettere
tanto belle, e che confermavano tanto la sua sincera adesione alla vocazione
che aveva scelto; e ritornò, quindi fu mandato, prima, in Portogallo,
e poi in Brasile, dove disgraziatamente morì per un accidente:
un bagno freddo dopo una giornata di lavoro; e là (perché
sappiate anche questo come sentiamo vicina la Famiglia Salesiana) quest'anno
il fratello, unico superstite, ha fatto un viaggio apposta per andare
a visitare la tomba di lui, di don Luigi, salesiano, e rinunciò
alla visita chc ogni anno ci faceva; ma noi siamo stati lieti di rinunciarvi
perché lui andava a trovare il fratello salesiano morto e sepolto
laggiù.
Diremmo poi altre cose, anche molto semplici, ma anche molto significative.
Ricordiamo che nello studio di papà c'era un angoletto che stava
a fianco della libreria, dove era appeso un quadretto di Don Bosco,
e là c'erano scritte, forse per mano di Don Bosco o almeno dette
dalle sue labbra, queste parole che sono state sempre vive nella mia
memoria: «in morte si raccoglie il frutto delle opere buone »-,
un detto di Don Bosco.
E tutte le volte che ci affacciavamo allo studio di nostro padre, andavamo
a dare una occhiatina a questo quadro con sotto scritte queste parole,
che ci rimasero testualmente impresse nel cuore.
Avremmo anche qualche altro ricordo, ma non vogliamo adesso tediarvi
con le cose particolari.
Sappiate, ad ogni modo, che c'è anche per noi un vincolo diremmo
di affezione parentale, di affezione speciale per il vostro grande e
Santo Fondatore,
471
Noi non dubitiamo che, pur negli adattamenti e nei ritocchi che nelle
Costituzioni e nei Regolamenti Generali saranno ritenuti necessari,
intatta rimarrà la vostra adesione totale al carisma originario
del Fondatore, quale
è stato approvato, riconosciuto e garantito dalla Chiesa - e
direi anche dalla esperienza degli anni - secondo quanto afferma il
Concilio Vaticano 11, che dice; « 11 rinnovamento della vita religiosa
comporta insieme sia il continuo ritorno alle fonti di ogni forma di
vita cristiana e allo spirito primitivo degli istituti, sia l'adattamento
degli istituti stessi alle mutaLe condizioni dei tempi» (Perfectae
Caritatis, 2).
472 In questo XXI Capitolo Generale - quando finisce?... Finito?...
Allora colmiamolo di applausi! - voi state approfondendo, nella preghiera
e nella rillessione comunitaria, la vostra - adesso si usa questa parola,
ma è molto vera - «identità» salesiana che
è anzitutto quella di «religiosi», di sacerdoti,
di credenti cioè che, nella vita in comune, hanno voluto seguire
Cristo in maniera totale e incondizionata, in quella maniera radicale
che viene presentata dal Vangelo, mediante la generosa, gioiosa e fedele
pratica dei consigli evangelici, della castità, della povertà,
dell'obbedienza, ad imitazione di Gesù; e aggiungeremo un altro
carisma, quello dell'affetto e della consacrazione di se stessi all'educazione
della gioventù. Questo sono i Sale s ia nì
473 Ma la ligura del Salesiano, anche agli occhi del popolo cristiano,
è intimamente collegata - lo dicevo - al suo apostolato fra i
ragazzi e i giovani. Fu la grande provvidenziale intuizione religiosa
di San Giovanni Bosco, il quale nelle sue «.Memorie» ci
parla della «sete di sacerdozio» che cresceva nel suo cuore
durante gli anni dei seminario, «per potermi - dice - lanciare
in mezzo ai giovani, a fine dì conoscerli intimamente ed aiutarli
in ogni occorrenza ad evitare il male! »
474 Abbiamo notato con compiacimento che il tema del XXI Capitolo Generale è proprio questo: «Testimoniare e annunziare il Vangelo: due esigenze della vita salesiana tra i giovani». Testimonianza, anzitutto: i ragazzi e i giovani esigono autenticità, esigono esemplarità, vogliono quasi vedere e toccare il messaggio cristiano realizzato concretamente nella vita di chi lo annunzia. In mezzo ai ragazzi e ai giovani, voi Salesiani dovete essere il segno della presenza del Cristo con la bontà, la delicatezza, la modestia, la dedizione, la purezza, l'umiltà, la letizia, la letizia salesiana. Sì con la letizia, perché, come ben sapete e cercate di inculcare, la gioia è un bisogno incoercibile del ragazzo e del giovane, ma è anche un riflesso della grazia di Dio e della serenità interiore. Il Vangelo di San Luca ha colto nella gioia, che scaturisce nel cuore dei credenti, uno degli effetti più significativi dell'annunzio evangelico: guudete.
475 Oltre la testimonianza religiosa personale e comunitaria, diffondete
l'annuncio evangelico mediante quel contributo vivo, serio, meditato
alla cultura catechetica, pedagogica, psicologica e sociologica, ma
specialmente con l'apostolato diretto e personale nel mondo giovanile,
con particolare attenzione e dedizione alle classi povere, bisognose,
emarginate. E, per questo, Dio vi benedica! Avremo proprio una preghiera
speciale perché il Signore conservi in voi questo carisma. C'è
nel mondo chi si consacra ai
giovani? Sì, ce ne sono tanti, ma ci sono i Salesiani. Ebbene,
per questi cercheremo di avere preferenze spirituali, preghiere e benedizioni.
476
E vorremmo, quasi a ricordo dì questo nostro incontro, indicarvi
le tre grandi n devozioni» che Don Bosco ha lasciato in preziosa
eredità ai Salesiani - parliamo a maestri ma non vi dispiace
sentirle ricordate anche da noi -: la devozione adorante a Cristo, Uomo-Dio,
in particolare nella presenza sacramentale dell'Eucaristia. Non è
forse Cristo il centro e la sintesi di tutto il messaggio evangelico?
Non deve essere Cristo la norma sulxema del pensiero e dell'agire del
cristiano, del sacerdote, del religioso? Devozione filiale anche a Maria,
l'<'Ausiliatrice», che «con la sua materna carità
si prende cura dei fratelli del Figlie suo ancora peregrinanti»;
devozione, infine, al Papa, successore di Pietro, « perpetuo e
visibile principio - come dice il Concilio --- e fondamenta dell'unità,
sia dei Vescovi che della moltitudine dei fedeli».
477
Figli carissimi, i ragazzi e i giovani vi chiamano e vi attendono. Noi
vor- remmo e potremmo essere adesso l'interprete dì questa chiamata
che è come sospesa nell'atmosfera della storia: la gioventù
vi chiama, vi chiama, ha bisogno di voi, ha bisogno del vostro sacrificio,
della vostra dedizione, della vostra intelligenza, della vostra bravura
a giocare, a capirli, a insegnare, a educarli, a portarli sii e a crescerli
nella statura davvero dei figli di Dio, dei figli della Chiesa! Sono
milioni nel mondo, talvolta sbandati e disorientati da una molteplicità
di voci discordanti, i quali aspettano da voi la parola di salvezza,
cercano la mano fraterna ed amica, che con serena sicurezza li guidi
verso l'Assoluto; invocano un viso che non sia una maschera artefatta,
ma l'espressione limpida di un amore che si apre al fratello in un amore
più grande quale è quello di Dio, che «è
più grande del nostro cuore», come dice l'Evangelista Giovanni.
Giovanni Bosco, il vostro padre, vi precede col suo passo sempre giovanile
e dinamico.
478
E' con questi voti - che ripeteremo poi al Signore pregando per voi
e offrendo per voi, proprio a ricordo di questo incontro e a conclusione
del vostro Capitolo, una Santa Messa - che impartiremo una particolare
Benedizione Apostolica a voi, a tutti i Salesiani, sacerdoti e fratelli
coadiutori, ai collaboratori - e diamo pure un pensiero alle Salesiane,
alle Figlie di Maria Ausiliatrice, che sono sorelle - e a tute le provvide
iniziative della vostra Congregazione, nonché ai ragazzi, ai
giovani ed agli Exallievi, ai quali si estende il vostro apprezzato
lavoro pastorale.
E, per concludere, diremo insieme un Padre Nostro, proprio per pregare
il Padre Celeste che confermi questi sentimenti, confermi questa opera
che siete voi, e confermi la vostra capacità di colloquiare,
di prodigarvi, di conquistare la gioventù del tempo nostro.
Con la nostra Benedizione Apostolica.
ALLEGATO 6
Parole di conclusione del Rettor Maggiore Don Egidio Viganò all'incontro con i rappresentanti laici della Famiglia Salesiana (7 gennaio 1978)
479 Certamente interpreto il pensiero di tutti i miei confratelli capitolari
ringraziando le Volontarie dì Don Bosco, i Cooperatori, gli Exallievi
e i Delegati e Assistenti qui presenti. E' interessante vedere che tutti
incominciamo con un ringraziamento. Vuol dire che ci facciamo vicendevolmente
del bene, e che abbiamo un cuore nobile.
Questi laici sono ~enuti nell'aula del nostro Capitolo come siamo venuti
noi, passando attraverso le sottocommissioni: proprio nella stessa maniera.
Nessuno di noi ha portato in aula un problema se non dopo averlo discusso
in sottocommissione. E anche ognuno di noi, dopo aver portato un problema
limitato al tema della sottocommissione, ha dovuto ascendere sulle cime
delle più ampie visioni assembleari.
480 Questa sera, oltre al tema specifico della sottocommissione dei
nostri collaboratori laici, noi tutti abbiamo respirato un clima più
alto: la Famiglia Salesiana. E sentiamo che questa visita ci ha portato
aria di primavera. Ci fa sperare. Non con una speranza vuota. Ci fa
intuire e già percepire sensibilmente ciò che uno di loro
ha dello: che non è senza un'assistenza dello Spirito, suscitatore
del nostro carisma nella Chiesa, che il Capitolo Generale Speciale ha
approfondito e rinnovato questo tema della Famiglia Salesiana. E noi
sentiamo attraverso queste parole di critica e di entusiasmo che si
tocca un tema di vita, che c'è nascosta sotto una lune energia,
che c'è un senso di Crescita.
Certo, possono essere parole suggerite più dall'entusiasmo clic
dal calcolo; però è con questo entusiasmo e senza tanti
calcoli che dori Lasagna (ieri sera ce lo dicevano nella Buona notte)
e i primi missionari di Don Bosco sono) andati in America. Che cosa
c'è adesso in America del carisma salesiano?!
Io credo che tutti noi (penso di interpretare i sentimenti dei miei
confratelli capitolari) avvertiamo di toccare un tasto, un punto che
non è di funerale, ma di rinascita. Sentiamo che siamo parecchi
nel mondo -- ce lo hanno ricordato loro - neppure lo sappiamo, quanti!
Siamo parecchi che dobbiamo un po' parlarci per accorgerci che ci vogliamo
bene, che abbiamo le stesse idee, gli stessi ideali, e che dobbiamo
crescere insieme.
481
Ci hanno ricordato alcuni temi Fondamentali propri della nostra Famiglia:
la secolarità consacrata, la scuola cattolica, il nostro progetto
educativo, l'evangelizzazione, compito specifico della vocazione salesiana,
la pastorale giovanile: costituiscono ciò che stiamo discutendo,
ciò che dobbiamo fare.
Questa visita ci dimostra che stiamo studiando problemi di vita, e li
stiamo studiando in una Famiglia che ha più Futuro che passato.
Li stiamo studiando con un cuore che vuol fare propositi pratici. Perché
questo Capitolo non è un Capitolo dottrinale, ma è un
Capitolo operativo, di realizzazione più concreta dopo la verifica
dei grandi orizzonti tracciati dal Capitolo Generale Speciale, E per
questo io voglio sottolineare le parole della signorina Clara Bargi:
perché le donne sono più realiste, toccano ciò
che l a funzionare la vita, non si perdono, sembra, in parole metafisiche,
come a volte facciamo noi. Lei non ha parlato, in certi momenti, a tutti
i Capitolari, ma ai signori ispettori. Voi capite subito, e io l'appoggio
in pieno.
Questa speranza, che deve crescere e muoversi in ogni Ispettoria, deve
prima essere chiara, robusta, deve prima formare parte delle convinzioni
e dei propositi di tutti i capitolari - siamo d'accordo -, ma principalmente
dei signori Ispettori qui presenti. E' vero che la responsabilità
è partecipata da tutti nell'Ispettoria, ma se colui che è
l'anima, il primo animatore, quello che dà gli orientamenti e
le decisioni, non è convinto, non ha questo panorama di futuro,
difficilmente le cose potranno andare per la via della crescita.
482
Dunque, ecco, io mi associo alla signorina per dire ai signori Ispettori:
non dimenticate questa sera. Ciò che abbiamo sentito e ciò
che il Capitolo determinerà, ci stimola a rileggere, ripensare,
rimeditare quanto su questi punti, ha detto il Capitolo Generale Speciale,
che rimane sempre, fino a nuovi documenti, la magna chaata» di
questa nostra Famiglia.
Ringrazio dunque tutti gli ospiti che ci hanno portato questo senso
di primavera, e non credo che possiamo finire se non dicendo: viva Don
Bosco, nostro Fondatore e Padre.
ALLEGATO 7
Risposta del Rettor Maggiore
don Egidio Viganò
al messaggio della rev.da Madre
Generale delle FMA, (28 gennaio 1978)
483 Sono sicuro di interpretare i miei confratelli capitolari nel rendere
un vivissimo ringraziamento alla Madre Generale e alle Consigliere del
Consiglio Superiore delle FMA per questo gesto di fraternità
vocazionale, che è venuto a iniettare nel nostro cuore salesiano
un senso più vivo, più chiaro, più entusiasta della
nostra vocazione. Non c'è regalo più bello di quello che
arricchisce lo spirito. E questo l'avete fatto voi. E' un gesto che
è nato senza una programmazione né del Regolatore, né
del Rettor Maggiore. Bisogna davvero dirlo, guardando gli effetti, che
è proprio ispirato.
Ora io voglio riflettere un po' sul messaggio e commentarlo, perché
desidero che, essendo testimoni tutte le Consigliere e la Madre Generale,
noi formuliamo qualche proposito serio: fraternamente, chiaramente,
lealmente.
484 Innanzitutto: questo di oggi è un gesto pieno di grandezza
spirituale e di vocazione salesiana. Noi qui rappresentiamo più
di 35.000 Salesiani e FMA che hanno dato tutta la loro persona a tempo
pieno e a piena esistenza, al servizio della gioventù, per muoverla
al bene, per far crescere con essa la Chiesa del Signore. Queste non
sono parole belle, inventate per riempire un momento di entusiasmo.
Noi stiamo rappresentando qui una forza reale. Noi stiamo facendo nel
mondo un bene assai più grande di quanto crediamo. Troppe volte
le critiche che facciamo e i difetti che abbiamo addosso un po' tutti,
perché siamo limitati, non ci lasciano vedere la ricchezza enorme
di Spirito Santo che è presente nella nostra Famiglia.
Questo gesto di trovarci insieme, ci spazza via tante nubi e ridimensiona
tante opinioni, in parte anche vere, ma forse un po' troppo terrene,
e ci fa alzare lo sguardo a un orizzonte più ampio per scoprire
realtà più grandi e più reali dì queste
altre che invece ci sogliono rattristare e scoraggiare.
E' un gesto che merita davvero un ringraziamento profondissimo. Il suo
significato è chiaro. Noi non siamo venuti qui per trovarci insieme
a fare dell'accademia, o a creare un po' di nostalgia. f motivi sono
espliciti: è una vera parentela di vocazione. Anche il contenuto
del messaggio delle FMA viene proprio a sottolineare il senso della
nostra profonda fraternità spirituale, della nostra amicizia
nello Spirito, della nostra mutua collaborazione di ieri, di oggi e
quella di domani.
Dunque, motivi chiarissimi di vocazione. Per questo abbiamo voluto trovarci
insieme. Perché la nostra vocazione è nata da una stessa
fonte, è cresciuta insieme nelle grandi giornate delle attività
missionariee dei primi Salesiani e delle FMA, e deve crescere e rinnovarsi
insieme.
Mi sembra che un elemento che accompagna questa nostra riunione, questo
nostro gesto ha un aspetto di profezia. Però non di quella profezia
artificiale, che si avvicina alla chiromanzia, ma di quella che manifesta
un disegno di Dio e aiuta a programmare la realizzazione: siamone degni
portatori!
485
Ora, Reverenda Madre e Consigliere, lasciatemi parlare ai miei fratelli
ca- pitolari. Qui voi sarete testimoni di ciò che ci diciamo
tra noi per voi. Mi sembra doveroso fare un breve commento al messaggio
delle FMA perché è sostanzioso e tocca punti su cui noi,
un momento o l'altro, dovevamo soffermarci, per chiarire, per riproporci
le cose, per migliorare.
Nel messaggio si sottolineano tre cose. Leggiamo: «Consapevoli
di tanto bene ricevuto...». Innanzitutto ci danno il buon esempio
dell'attenzione al bene. Noi tutti sappiamo di avere dei difetti (noi
e anche voi, sì), ma quando ci riuniamo insieme per trattare
della nostra vocazione, non tagliamoci addosso i panni, mettendo fuori
i nostri mutui difetti, anche se sono veri.
Abbiamo bisogno di riscoprire e di far emergere le nostre energie, le
nostre ricchezze spirituali che sono molto più grandi dei difetti,
e delle quali molte volte non parliamo e non parlandone, le lasciamo
lì a dormire. Ecco allora: «consapevoli di tanto bene»,
perché io sono sicuro che i Salesiani hanno fatto tanto bene
alle FMA, anche se so che ci sono stati dei difetti. Ora però
siamo consapevoli di questo e mutuamente,
486
Primo: «Siano sempre più esigenti nel sospingerci sulla
via della santità salesiana col ministero della Parola e dei
Sacramenti ». E qui bisognerebbe essere ancora più concreti,
come diceva la Volontaria di Don Bosco l'altro giorno: «lo parlo
a tutti i Capitolari, ma soprattutto agli Ispettori». Penso siano
d'accordo in questo anche le FMA. Quindi, carissimi Capitolari, ina
soprattutto voi, signori Ispettori, c'è urgenza di prendere sul
serio questo aspetto ministeriale. Il Papa ci ha ricordato che bisogna
far funzionare il ministero sacerdotale nell'animazione salesiana a
livello di Ispettore e di Direttore.
Guardate cosa ci chiedono le Suore! «Col ministero della Parola
e dei Sacramenti». Forse anch'esse si sono accorte che c'è
un po' di crisi di ministero sacerdotale in Congregazione. Ad ogni snodo,
abbiamo detto che non è sui dìfetti che vogliamo intrattenerci.
Ciò che certamente questa richiesta sottolinea è che gli
Ispettori responsabili devono pensare che per l'animazione delle FMA
bisogna cercare persone competenti, persone che conducono alla santità,
persone che sappiano far funzionare il ministero della Parola, persone
che vanno a fondo nella grazia di Dio attraverso la celebrazione sacramentale.
Non è da nasconderci che c'è una crisi sacerdotale nel
mondo; e che ci sono dei preti, anche salesiani, che non hanno tutte
le idee al posto giusto. Bisogna che chi ha il ministero di curare
l'animazione delle FMA cerchi di farlo con equanimità, con profondità
e con senso di sana attualità.
Don Bosco ha sempre mandato i migliori suoi figli ad esercitare questi
ministeri. Prima lui personalmente e poi i primi direttori spirituali
delle FMA sono dei grandi personaggi: don Caglicro, don Lemoyne, don
Costamagna... (Io vengo dal Cile, e Mons. Costamagna ha lasciato la
fama di un temperamento più che forte; ancora oggi lo ricordano.
Leggendo le lettere della Madre Mazzarello, pubblicate due anni fa,
vedo una nota che dice: «Aveva un temperamento un po' forte, però
la Madre Mazzarello lo trattava tanto bene che lo ha aiutato a correggersi
un po'». Vedete che bel servizio reciproco!).
Questa prima richiesta mi sembra di grande importanza per la realizzazione
di un vero rinnovamento della Famiglia Salesiana. Gli Esercizi Spirituali,
i ritiri, le attività di orientamento, i corsi, ecc. tante iniziative
che ci sono in questi tempi. Evidentemente bisogna scegliere bene. Evidentemente
non si possono mandare a fare questi servizi ministeriali né
i « Franzoni », né i « Le.febvre ».
487 Secondo punto. Ci chiedono di aiutarle a conservare nella Chiesa
la vera fisionomia spirituale e pastorale voluta da Don Bosco e da Madre
Mazzarello: «E ci aiutino a coltivare per l'Istituto buone e salde
vocazioni. Mi sembra che proprio in questo punto ci troviamo insieme
in una fame di ricerca. Ed è bello dircelo mutuamente perché
potremo così aiutarci meglio. Anche noi tanto nel nostro CGS
quanto in questo CG21 abbiamo sottolineato due punti da riscoprire in
profondità: la spiritualità propria della nostra vocazione
salesiana e il Sistema Preventivo; la nostra pastorale e la nostra pedagogia.
E si dà il caso che proprio i nostri due Istituti hanno anche
degli strumenti di approfondimento a livello universitario proprio in
questi campi. Dalla fine di quest'anno avremo la possibilità
di maggiori contatti dal momento che il Pedagogicum delle FMA, che finora
ha funzionato a Torino, verrà a Roma. Ecco, loro ci dicono: «aiutateci
ad approfondire la spiritualità e la pedagogia salesiana».
Certamente dobbiamo farlo, ma noi rispondiamo subito: e voi pure aiutateci.
Ossia aiutiamoci mutuamente. In questo campo dobbiamo fare molto di
più. La nostra spiritualità è di attualità.
Si è visto anche in varie giornate di studio, come ciò
sia richiesto da molti. Uno scopre, studiando Don Bosco, che è
proprio stato suscitato dallo Spirito Santo, come una parola per i tempi
nuovi.
Insieme, allora, dobbiamo cercare di capire meglio questa Parola di
Dio per i tempi nuovi. Si apre così tutto un panorama. Dovremo
cercare insieme dei mezzi per collaborare dì più, per
realizzare, non solo a livello di animazione apostolica, ma anche a
livello di ricerca scientifica e dì editoria e di studi, una
maniera per poter congiungere le forze di entrambi gli Istituti e poter
produrre con più profondità e più attualità.
C'è ancora un punto in questo secondo momento del messaggio:
ci hanno ricordato che sempre i Salesiani, dove sono stati, hanno coltivato
vocazioni per l'Istituto. E io sono sicuro che ci sono molti Salesiani,
che sono tali,
perché c'è stata qualche FMA che ha pregato e che ha aiutato,
Ecco allora un altro settore di collaborazione: un mutuo impegno vocazionale.
Don Bosco ha mandato molte vocazioni all'Istituto delle FMA, tra le
quali anche tre sue nipoti.
488
E la terza richiesta, come ci ha spiegato la Madre, è nata nel
giorno dell'Epifania nel ricordato scambio dei doni: dedicarci a riattualizzare
la devozione a Maria Ausiliatrice. Questo mi sembra un aspetto particolarmente
importante. Ritorneremo sul tema durante questi anni, soprattutto a
livello di Consiglio Superiore per programmare alcune iniziative.
Che significa un impegno di tutta la Famiglia Salesiana per far rivivere
la devozione a Maria Ausiliatrice? Permettetemi di spendere alcune parole
al riguardo.
Innanzitutto si tratta di «devozione » nel suo significato
più profondo. Ossia, più che mettere al primo posto delle
pratiche cultuali, si tratta di un atteggiamento dello spirito, di una
visione cosciente che è dentro le nostre convinzioni, e che muove
i nostri affetti. Quindi si punta a curare uno spirito. Per questo si
deve rinnovare la mentalità, proprio perché il trapasso
culturale e i cambiamenti ecclesiologici hanno portato delle visioni
nuove, per cui se un Istituto di carattere mariano, non si pone il problema
del rinnovamento di questa dimensione, facilmente si svia o lascia cadere
uno degli elementi che arricchisce la sua vocazione specifica.
489
Noi tutti conosciamo e abbiamo meditato gli ultimi testi mariani del
Magistero, cominciando dal cap, VIII della LG, e poi della Esortazione
apostolica «Marialis Cultus» di Paolo VI. In due numeri
dì questa esortazione apostolica, il 24 e 40, il Santo Padre
ricorda quanto segue: Fa vedere che il Vatìcano Il esige che
ci sia una revisione della devozione mariana e soggiunge: « Ciò
dimostra la necessità che le Conferenze episcopali, le Chiese
locali, le Famiglie religiose e le comunità dei fedeli favoriscano
una genuina attività creatrice, e procedano nel medesimo tempo
ad una revisione degli esercizi dì pietà verso la Vergine...
». E al n. 40: « Abbiamo indicato alcuni principi atti a
dare nuovo vigore al culto della Madre del Signore. Ora è compito
delle Conferenze episcopali, dei responsabili delle comunità
locali, delle varie Famiglie religiose restaurare sapientemente... ».
Quindi ce lo chiede proprio il Papa e il Concilio, ce lo chiede la Chiesa
questo lavoro di rinnovamento e di revisione.
490
Per poterlo realizzare noi dobbiamo rifarci a Don Bosco, E lì
troviamo delle risposte potenti. Che significato ha nella vita di Don
Bosco la devozione a Maria Ausiliatrice? Non è che qui io possa
allrontare un tema tanto vasto; dirò solo alcune parole per farne
percepire la suggestiva importanza.
Noi vediamo concentrarsi la devozione mariana di Don Bosco sull'aspetto
caratteristico di « Aiuto dei Cristiani», solo negli anni
60, ossia nella maturità di Don Bosco, in situazioni peculiari
della storia della Chiesa: è la decade che termina con la caduta
di Roma. Don Bosco non ha mai avuto, dice don Caviglia, una preoccupazione
specifica per un «titolo» di Festa della Ma-
donna. Voglio leggervi le sue parole in un classico commento che fa
nella vita di Domenico Savio: « Parlando della devozione a Maria,
noi lasciamo da parte ogni titolo celebrativo, esornativo e devozionale,
è Maria, la Madonna senz'altro, volgarmente diremmo: quale Madonna
indicava Don Bosco e dì quale era divoto il Savio? tutte e nessuna.
Nel primo sogno dei nove anni, a Don Bosco fanciullo apparve non una
madonna, diciamo così, titolata, ma la Madonna, Maria la Madre
di Gesù. Al tempo dì cui discorriamo, il santo Maestro
era divoto della Consolata. La prima statuetta della Cappella Pinardi
è quella: la Madonna dei Torinesi. E intanto col moto religioso
che condusse la Chiesa alla definizione dell'Immacolata, si venne orientando
verso questa e con spirito squisitamente cattolico e con profonda, lucida
corri prensione volse l'articolo di fede in,amore e devozione, e questa
divenne per lungo tempo e per certi aspetti la sua Madonna. E questa
additò al Savio... ».
Poi sappiamo dell'importanza data all'« Immacolata», soprattutto
in occasione della proclamazione del dogma. Negli anni 60 vediamo apparire
sempre più intensamente esplicito e sintetizzante l'aspetto di
Ausiliatrice. Da dove viene? Quando uno cerca l'origine di una devozione
alla Madonna, generalmente trova una apparizione, una veggente che dica
qualcosa. Sappiamo che c'è stato in quegli anni una apparizione
a Spoleto, che può aver influito in parte sulla scelta dì
Don Bosco. Però all'origine della devozione a Maria Ausiliatrice
del nostro Padre, non c'è il ruolo d'un veggente che descriva
una determinata apparizione. Troviamo invece un testimone che afferma
con sicurezza la presenza attiva dì Maria, Madre della Chiesa,
nei momenti e nelle situazioni dì maggior bisogno del popolo
cristiano e del Papa.
Una presenza quasi palpabile; e Don Bosco lo ha dimostrato con la costruzione
della Basilica di Torino in tre anni. Quella dell'Ausiliatrice è
una devozione che va d'accordo con le varie feste e i vari titoli della
Madonna, ma che contempla e venera tutte le grandezze della Madonna,
dà una visuale operativa di incremento e di difesa della Chiesa.
E' una devozione congeniale a un cuore apostolico, inserito storicamente
in momenti particolarmente difficili. Per Don Bosco l'aspetto di «Aiuto
dei Cristiani» viene ad essere soggettivamente come l'aspetto
supremo di tutta la presenza di Maria nella storia della salvezza.
491 Come ricuperare nelle nostre convinzioni e nella nostra coscienza
di fede questo aspetto devozionale proprio di Don Bosco? E, nel ricuperarlo,
come farlo apparire attuale, simpatico ai più impegnati e ai
giovani che vivono con più intensità i problemi della
Chiesa e della fede oggi? Urge presentarla come una devozione dì
attualità, una devozione per giovani cristiani coraggiosi, una
devozione per i ceti popolari che resistono al secolarismo, una clcvuiiorte
che nutra la speranza e incoraggi chi lotta per superare le difficoltà.
«Aiuto dei Cristiani» precisamente sottolinea l'aspetto
caratteristico della speranza: «auxilium ». Porta con sé.,
quindi degli elementi assai concreti per poter riempire un movimento
di spiritualità che piaccia alla gioventù di
oggi, che piaccia agli impegnati di oggi, che piaccia al popolo di oggi
per poter affrontare i loro problemi. lo credo che la superficialità
ci ha fatto perdere l'entusiasmo e l'attualità per questa devozione.
Se ci industriamo per trovare le idee e i rnczzi per un effettivo rilancio
della devozione a Maria Ausiliatrice, saremo testimoni di quanto diceva
Don Bosco e di ciò che ci ha ripetuto la Madre: così come
già nel sogno dei 9 anni e poi nella prima attività di
Don Bosco la presenza della Madonna è stata quella che ha dato
origine alla nostra esistenza, allo stesso modo oggi la presenza della
Madonna sarà quella che darà origine e robustezza al movimento
di rinnovamento dei nostri Istituti e della nostra Famiglia.
Allora noi ringraziamo di cuore la Madre e tutte le Superiore del Consiglio
delle FMA perché, con il loro gesto, ci hanno dato una stupenda
lezione di salesianità, che ci apre il cuore alla speranza. Gesto
di salesianità che speriamo sia profezia di ciò che faremo
nei prossimi anni.
ALLEGATO 8
Intervento del Rettor Maggiore
don Egidio Viganò a chiusura del dibattito
sul documento 1 (30 gennaio 1978)
492 Non intendo fare un intervento solenne, ma prima della chiusura
di questa discussione mi sembra doveroso dire una parola. Un ringraziamento
alla seconda Commissione e al «Gruppo Tecnico» che ci hanno
consegnato un materiale ricco e molto utile, come potremo vedere nei
giorni prossimi e soprattutto nei prossimi anni. E, oltre al ringraziamento
per il lavoro di correzione e perfezionamento, vorrei sottolineare due
aspetti che ci aiutino tiri d'ora ad apprezzare i contenuti di questo
documento, e che forse possono servire a migliorarlo ancora.
Il primo aspetto che mi sembra di grandissima importanza per noi, come
fedeli continuatori della vocazione apostolica di Don Bosco, è
che nel trattare il tema dell'evangelizzazione dei giovani, si è
arrivati a mettere come vertice e come espressione centrale di questo
nostro impegno evangelizzatore il «Sistema Preventivo».
E' uno degli aspetti più originali, più salesiani e, in
certa maniera, più geniali di questo documento. Imposta subito
bene quello che è stato il grande problema del Sinodo dei Vescovi
circa le relazioni tra evangelizzazione e promozione umana. Noi ci sentiamo
figli di un apostolo che ne ha intuito e vissuto la soluzione. Mi sembra
che in Congregazione sia la prima volta che, a livello di documenti
magisteriali salesiani, ci si presenta il nostro modo di evangelizzare
attraverso il Sistema Preventivo, ossia attraverso un progetto unitario
che fa una sintesi vitale tra educazione e catechesi, tra evangelizzazione
e promozione umana, tra fede e cultura. E così, chiamati ad essere
apostoli tra i giovani in un tempo di trapasso culturale, percepiamo
l'importanza metodologica di saper armonizzare il Vangelo coi segni
dei tempi, accettando anche i valori della secolarizzazione, senza cadere
ingenuamente nei pericoli del secolarismo.
493 Resta chiaro, però, che noi soprattutto evangelizziamo! E
in questo dovremmo saper imitare gli Apostoli: essi, al riguardo, sono
stati sempre espliciti fino a sentirsi obbligati di cambiare i destinatari
(non nel senso delle nostre discussioni, se giovani, o se adulti, se
ragazzi o anche ragazze, ecc.), nel senso di mutare il posto geografico,
se trovavano in qualche zona apatia e resistenza al Vangelo. Dovremmo
non dimenticare questo dato concreto, perché siamo stati chiamati
da Dio per i poveri, i quali sogliono essere più aperti al Vangelo.
In determinate case o Ispettorie una ragione per andare ai
poveri di altre zone può essere anche questa: la sordità
dell'ambiente in cui ci si trova, frutto forse di una società
di consumi, ormai troppo sorda al Vangelo.
494
Ma l'aspetto che volevo sottolineare è quello dì dedicarci
a perfezionare, se è possibile, e a dare massima importanza a
quella criteriologia pastorale e metodologia pedagogica di evangelizzazione
che noi chiamiamo Sistema Preventivo.
E la seconda osservazione, che mi sembra un merito molto grosso di questo
documento, anche se è stato tartassato dalla critica qui in Aula,
è quello che io amerei chiamare «spirito di iniziativa»;
si tratta di un tema caratteristicamente salesiano.
Chi viene dai luoghi dove sono arrivati i primi Salesiani, per esempio,
dalla Patagonia e dalla Terra del Fuoco (che non sono solo dell'Argentina,
ma anche del Cile), s'accorge che questo aspetto è stato uno
degli elementi principali della caratteristica salesiana.
495
Scusate, volevo parlare due minuti, ma mi è venuta in mente una
figura di Salesiano della Patagonia argentina, simpatico e originale
e senza peli sulla lingua: si chiamava don Zuccarino. Ci ha predicato
gli Esercizi Spirituali a Santiago. Una volta volendo sottolineare lo
spirito dì iniziativa, ci disse (e mi scusino quelli della terza
Commissione) che le famose case di formazione insieme al bene, ci avevano
portato anche un male, perché avevano assopito o tolto tra i
giovani lo spirito di iniziativa. La considerammo una osservazione acuta.
496
Dunque, lo spirito di iniziativa, la creatività pastorale, l'inventiva
apostolica, è un elemento inerente alla maniera di essere Salesiano,
un vero dato patrimoniale delle origini. Ora esso è presente
in varie parti dello schema, soprattutto nel capitolo dedicato alle
«nuove presenze», Dobbiamo saper riconoscere un merito in
tutto questo: quello di aiutarci a riscoprire la caratteristica salesiana
dello spirito di iniziativa: bisognerà però evitare di
chiuderlo in formulette che si riferiscono a tre o quattro settori,
riducendo e mutilando la vera inventiva salesiana.
Però lo spirito di iniziativa si nutre con la fede e il coraggio.
Tutto lo slancio salesiano missionario è stato Irutto dello spirito
di iniziativa, è sempre stato una vera nuova presenza, ha sempre
avuto bisogno di creatività e lo hanno sempre attuato ili pochi:
due o tre. (Domandate all'Ispettore della Patagonia qual'è il
lavoro più grosso da fare nell'Ispettoria: aiutare a costruire
il senso della comunità, abituati com'erano a vivere dispersi).
497
E qui devo aggiungere una osservazione assai importante. Nella ricerca
di una presenza nuova, bisogna salvare la «caratteristica salesiana»
della nostra attività. Guardate: di apostoli santamente autentici
ce ne sono parecchi nella Chiesa, ma di stile salesiano nell'apostolato
ce n'è uno solo. E più ancora: nello stesso spirito salesiano,
ci sono modalità diverse di realizzazione. Un Istituto secolare
come le VDB, ha uno stile di apostolato distinto
da urta Congregazione religiosa come le FMA e come i Salesiani di Don
Bosco; così anche i Cooperatori nel secolo hanno uno stile salesiano
appropriato al loro stato. Dunque: non perché una iniziativa
è nuova, non perché un progetto è apostolico, non
perché una presenza è emblematica e entusiasmante, «ipso
facto» essa diviene salesiana e nostra. Ci sono delle condizioni
perché sia salesiana per noi. Ciò non significa che si
disprezzi quell'apostolato che non è dei Salesiani di Don Bosco:
anzi, lo si ammira. Però bisogna aggiungere che urge curare l'identità
del nostro carisma salesiano.
E qui io voglio sottolineare, perché queste sono indicazioni
pratiche (ascoltate in riunioni di Superiori generali), due aspetti
che bisogna difendere in un Istituto religioso in ricerca di una sua
nuova presenza apostolica,
498 Primo: la nostra dimensione comunitaria. Come ci dicono le Costituzioni,
la comunità è il primo soggetto della missione. Cercheremo
allora apostolati in sintonia con questa caratteristica del nostro Istituto.
11 cosiddetto «apostolato di inserzione», caratteristico
soprattutto degli Istituti secolari, è in sè bellissimo,
però se le nostre nuove presenze si costruiscono su questo tipo,
noi perdiamo la nostra identità salesiana, perché non
siamo un Istituto secolare. Deve essere dunque uno stile apostolico
di comunità, dì corresponsabilità, di programmazione
d'insieme, di vita comune, perché questa è la nostra caratteristica.
499 E secondo: precisamente perché siamo Istituto religioso,
lo spirito di iniziativa e la creatività comportano molta intelligenza
e molta fantasia, ma anche una condizione inerente alla natura comunitaria
dell'Istituto rcligioso, in diretta correlazione con il nostro voto
di obbedienza e con la disponibilità con cui ci siamo incorporati
alla Congregazione: quella della cosiddetta missione canonica: per essa
le nostre iniziative sono espressione di obbedienza religiosa. Lo spirito
di iniziativa, quindi, non prescinde dall'Ispettore e dal suo Consiglio;
e non può essere opera dì indipendenza, e meno ancora
di amarezza o di semplice genialità. E', invece, una ricerca
missionaria in sintonia con la coscienza della comunità, espressa
autenticamente dalla vincolazione dì obbedienza con l'Ispettore.
Mi sembrava che queste cose fossero importanti, perciò le ho
volute ricordare. Io credo che queste osservazioni non sono escluse
dallo schema, però se le si chiarisse meglio, aiuterebbero a
precisare un aspetto dinamico del nostro lavoro nei prossimi sei anni.
E già che ho la parola, voglio augurare a tutti, per domani,
un giorno di gioia e di profondità spirituale nella festa del
nostro Padre Fondatore. Da parte mia, andando a Torino, vi assicuro
che all'Altare dell'Ausiliatrice mi ricorderò dì voi,
e pregherò insistentemente Don Bosco che ci aiuti a finire bene
e «presto» il CG21!
ALLEGATO 9
Commemorazione di Pio IX
nel centenario della morte,
tenuta dal Rettor Maggiore
don Egidio Viganò (7 febbraio 1978)
500
Oggi 7 febbraio ricorrre il centenario della morte di Pio IX. Sapete
che di questo Papa è stata introdotta la causa di beatificazione
e canonizzazione. Ne è incaricato mons. Piolanti. Oggi c'è
stato un atto celebrativo nella chiesa di San Lorenzo al Verano, dove
Pio IX è sepolto. Mons. Piolanti ha invitato anche il RM dei
salesiani per i profondi vincoli storici che ci legano con Pio IX. Rappresenteranno
il nostro CC21 e la Congregazione il Regolatore e il Direttore della
Casa Generalizia, e certamente anche altri Salesiani invitati.
Ho pensato che era in tono con il senso del nostro CG21 e con il nostro
amore a Don Bosco e alle origini della Congregazione. faré un
brevissimo omaggio a Pio IX ricordando alcuni fatti.
501
Anzitutto, due lettere scritte da Don Bosco proprio nel giorno della
sua morte, 7.2.1878 da un appartamentino di Tor de' Specchi qui a Roma.
La prima è indirizzata a mons. Edoardo Rosaz, preconizzato vescovo
dì Susa il 31.12.1877, ossia nell'ultimo Concistoro di Pio IX.
La troviamo nel vol. 3° dell'Epistolario. E' interessante leggere
i consigli pastorali che dà a un amico che diviene vescovo. Ci
fa scoprire tutta una dimensione ecclesiale di Don Bosco che dobbiamo
approfondire per avere in Congregazione il vero,senso ecclesiale. Dà
vari consigli, sui parroci, ecc, poi aggiunge: «Oggi circa alle
3h (l'ora è inesatta, diffusa erratamente dall'agenzia Stefani)
si estingueva il sommo ed incomparabile astro della Chiesa Pio IX. 1
giornali le daranno i particolari. Roma è tutta in costernazione
e credo lo stesso in tutto il mondo. Entro brevissimo tempo sarà
certamente sugli altari». Previsione interessante!
La seconda lettera di Don Bosco dello stesso giorno è a mons.
Emiliano Manacorda, vescovo di Vigevano. Dice così: «Pio
IX non è più, Roma è in costernazione, Tutti i
Cardinali e tutto il corpo diplomatico è al Vaticano. Preghiamo
che Dio ci mandi un degno successore di così eroica carità
e fermezza. L'anima sua bella volava al suo Creatore oggi alle ore 5,40
pomeridiane».
502
C'è poi una lettera di Don Bosco del 22 febbraio al successore
di Pio IX. Leone XIII. Noi sappiamo, e don Braido ce l'ha raccontato
con precisione e
in modo attraente, come Don Bosco ha cercato di avere un'udienza, ma
non è riuscito, e allora gli ha scritto questa lettera dove dice:
«Questa Congregazione è stata consigliata, diretta, approvata
dalla veneranda memoria di Pio IX, ma ha tuttora bisogno della protezione
di V. Santità affinché possa conseguire la stabilità
necessaria a promuovere la maggior gloria di Dio». Ecco come Don
Bosco mette in rilievo l'importanza di Pio IX circa la nostra Società.
503 Dobbiamo dire che Pio IX è il Papa delle nostre origini.
Ma non per un'affermazione di simpatia, un po' poetica, letteraria,
ma proprio come afferrnazione storica che noi dovremmo saper riconquistare.
Mi sembra necessario studiare e conoscere più a fondo questo
[atto storico: l'intervento e il peso della persona di Pio IX nelle
origini e nell'orientamento di tutta la nostra Congregazione. Voglio
citare nuovamente una lettera di Don Bosco a Pio IX per chiedere l'approvazione
delle Costituzioni. Questa lettera del 1.3.1873, che trovate nel vol.
XXV delle Opere Edite, comincia così: «Beatissime Pater,
Societas Salesiana, quam tu, beatissime Pater, opere et concilio fondasti,
direxisti, consolidasti ». Sarebbe bello commentare ognuno di
questi verbi in forma storica, concreta.
504 Poi c'è un altro elemento interessante. Noi tutti abbiamo
visitato la Basilica del Sacro Cuore costruita qui a Roma da Don Bosco
All'entrata a destra c'è una grande statua in marmo di Pio IX.
Un'altra simile, dello stesso scultore, un brianzolo che si chiamava
Confalonicri, è stata posta nel 1882, vivo Don Bosco, nella chiesa
di San Giovanni Evangelista a Torino. Accadde un fatto curioso, che
ho letto stamattina nelle MB. Quell'anno c'era un attacco di rabbia
anticlericale contro Pio IX. Sulla facciata della chiesa di San Secondo,
vicina a quella di San Giovanni, c'era un busto di Pio IX. Il giorno
25.4.1882, un gruppo di scalmanati tirò giù quel busto
con delle corde, trascinandolo di qua e di là. In quella stessa
ora arrivava alla stazione di Torino la statua di Pio IX fatta fare
da Don Bosco per la chiesa di 5. Giovanni Evangelista. Buzzelti, avvertito,
dovette andare a cercare chi lo aiutasse a portarla al San Giovanni.
Girando, incontrò quegli scalmanati che se ne andavano, e li
chiamò ad aiutarlo. Così essi portarono la statua di Pio
IX alla chiesa di San Giovanni! E' un po' il simbolo di ciò che
dovremmo saper lare noi.
505 L'ultima volta che sono stato al Sacro Cuore mi sono fermato a leggere
la scritta della statua (e sono rimasto impressionato dall'idea dell'importanza
di Pio IX nella nostra storia, un'idea che ho in testa da un po' di
tempo).
Comincia con queste parole: ALTERI SALESIANORUM PARENTI, e termina con
la data 1887, se non mi sbaglio. Ilo chiesto se l'iscrizione l'ha latta
mettere proprio Don Bosco. Le informazioni non sono storicamente precise.
Mi hanno detto che è stata messa dopo, forse Don Bosco non avrebbe
scritto «alteri salesianorum parenti». L'hanno messa i primi
Salesiani, che sapevano chi è Pio IX per noi. Lo presentano come
il secondo Padre della nostra Congregazione.
506
Poi c'è un'altra coincidenza provvidenziale che dà un
tono fantasioso a una nostra interpretazione. Tutte le volte che sono
andato in San Pietro mi ha sempre impressionato il fatto che sopra la
statua di S. Pietro c'è il mosaico di Pio IX e sopra ancora la
statua di Don Bosco. E che Don Bosco abbia sognato di essere lassù,
in San Pietro, è una previsione curiosissima che non so chi la
sappia spiegare. Però questo deve servire a noi come segno per
capire il significato della nostra vocazione, che vien su con Don Bosco
vincolata a Pio IX e radicata nella fedeltà alla cattedra di
Pietro.
507
Tra Don Bosco e Pio IX ci sono delle affinità spirituali, che
sono state studiate anche da qualche Salesiano. Per es, don Luigi Bogliolo
ha preparato un articolo proprio sulle allinità spirituali tra
Don Bosco e Pio IX. Vorrei sottolinearne alcune perché illuminano.
Non è che io abbia una competenza speciale in questo. Son cose
che ho percepito e letto. C'è senza dubbio una forte differenza
di origini: Pio IX è di alto rango sociale, è un nobile
dei conti di Senigallia; Don Bosco è figlio di contadini, di
poveri genitori. Ma nella differenza di origini e di ministero (un Papa
e un prete), c'è una convergenza e un'affinità spirituale
molto profonda. Anzitutto nella grandezza di cuore e nella semplicità
dello stile e del clima spirituale. Quello di Don Bosco lo conosciamo,
quello di Pio IX è indicato molte volte nelle MB, e nell'opuscolo
scritto da Don Bosco: « Fatti ameni della vita di Pio IX »
(Lett. catt. 1871): dovremmo studiarlo un po' di più, perché
ci aiuterebbe a capire meglio quello di Don Bosco e la loro sintonia.
Un senso della storia sullo stile dei profeti del Regno di Dio, e fede
pratica nell'affrontare i problemi emergenti. Di Don Bosco lo sappiamo
bene. Di Pio IX l'ha rilevato il Papa nel discorsetto di domenica prima
dell'Angelus: questa trascendenza storica in un momento difficilissimo
di trapasso per la S. Sede e per tutta la politica italiana e europea
del secolo scorso. Basta pensare alla caduta dello Stato Pontificio
e al trapasso a una forma più spirituale delle attività
di governo della S. Sede. Oggi è facile interpretare cosa doveva
fare il Papa in quel momento; ma allora ci voleva chiara fede e forte
speranza.
508
Un'altra affinità: la passione per la gioventù bisognosa.
Sebbene fosse un nobile, Pio IX ha cominciato il suo ministero sacerdotale,
e anche prima, lavorando per ben 8 anni in un istituto che si chiamava
«Tata Giovanni» (Babbo Giovanni) tra ragazzi poveri, orfani,
di strada. Ci si sentiva a suo agio, e solo dopo 8 anni lo lasciò
per una passione missionaria, che voleva realizzare accompagnando una
Delegazione Apostolica inviata in Cile (ecco un'altra cosa importante?).
Ma non poté fermarsi in America Latina come voleva. Tornato da
questo viaggio, si impegnò di nuovo in un ospizio apostolico
chiamato di San Michele a Ripa. Un'opera di tipo sociale, con scuole
professionali. Lavorò lì fino al 1827, e tanto bene che
fu promosso arcivescovo di Spoleto. Quindi negli inizi del ministero
sacerdotale di Pio IX c'è la passione per i giovani poveri, bisognosi,
e la sua dedizione a loro.
509
Un'altra affinità è quella che ho insinuato prima: l'ideale
missionario. Era così intenso che lo portò a lasciare
i giovani orfani e di strada, tanto amati,
per poter andare missionario in America. Il viaggio con la Delegazione
Pontificia fu assai avventuroso e interessante, con prigione, avventure
sulle Ande, ecc. Ma dovette tornare per ubbidienza, per fare di pili
per la Chiesa. Ma questa ansia di essere missionario e proprio nel sud
America, è un'affinità, una sintonia interessante con
Don Bosco da studiare.
510 Un'altra affinità: la simpatia e la lettura continua di San Francesco di Sales, della sua spiritualità. Pio IX apparteneva a un'Associazione sacerdotale che aveva come regola la lettura assidua di S. Francesco di Sales. E' suggestivo!
511 Un'altra affinità: la devozione mariana. Proprio qui abbiamo
coincidenze che devono essere approfondite. La prima è chiarissima:
Pio IX è il Papa della proclamazione del dogma dell'Immacolata.
Su questo punto abbiamo le idee abbastanza chiare. C'è però
un altro aspetto studiato in parte da don Pietro Brocardo in un articolo
sul primo Santuario in Italia dedicato a Maria Ausiliatrice, la Madonna
della stella a Spoleto; e le apparizioni immediatamente prima della
caduta di Roma, dal 1862 in avanti. Dunque, la devozione a Maria Ausiliatrice.
Bisogna ricordare che Pio IX è stato arcivescovo di Spoleto,
dove c'è questo santuario, costruito da mons. Arnaldi dopo l'apparizione
della Vergine a dei ragazzi. Ma prima di diventare papa, Pio 1X è
anche stato vescovo di Imola, e anche lì c'è una cappella
intitolata a Maria Ausiliatrice, voluta proprio da lui. Le apparizioni
di Spoleto, come potete leggere nell'articolo di don Brocardo, concentrarono
l'attenzione degli italiani sulla Madonna come aiuto in una situazione
difficilissima. Dobbiamo metterci nella situazione di allora: che cosa
voleva dire per i cattolici tutti il Risorgimento, e la caduta dello
Stato Pontificio, e tutta la foga anticlericale della politica. L'arciv,
di Spoleto parlando con Pio IX diede a questa apparizione il significato
di aiuto per la Chiesa in difficoltà; e d'accordo con lui volle
che sì costruisse un famoso santuario, che io ho potuto vedere
e che allora era meta di tanti pellegrinaggi, proprio a Maria Ausiliatrice.
Questa devozione diventò in non pochi ambienti un simbolo politico.
Mons. Arnaldi fu in prigione, e i giornali (non mancarono mai tra i
cattolici gli integristi di destra) hanno fatto di Maria Ausiliatrice
una bandiera di crociata politica. C'è un carteggio tra Don Bosco
e mons. Arnaldi proprio su Maria Ausiliatrice. Ed è proprio nell'anno
'62 che Don Bosco disse la famosa frase: « I tempi corrono difficili,
e la Madonna vuole che la invochiamo sotto il titolo di Maria Ausiliatrice.
Noi sappiamo che le Autorità non volevano che desse alla sua
chiesa il titolo di Maria Ausiliatrice, per ragioni politic.l-he. Don
Bosco ci riuscì con la sua furbizia. Ma ecco quello che vorrei
sottolineare, ciò che ha saputo fare Don Bosco con questa devozione.
Non è la devozione a un titolo, ma è una angolatura o
un punto di vista con cui si considera tutto un modo di essere presente
Maria nella storia della Chiesa. Don Bosco ha saputo svincolare l'aspetto
di bandiera politica della devozione a Maria Aausiliatrìce, senza
staccarla dalla realtà degli eventi storici. Presentava Maria
come realmente viva oggi, per la sua assunzione al Cielo, e realmente
presente nella storia della Chiesa.
Bisognerebbe studiare i profondi n. 61 e 62 della LG su Maria Assunta
in Cielo. La fede della presenza di Maria negli avvenimenti storici
rende la nostra devozione realista, di incarnazione, senza lasciar-ci
sviare da ciò che gli eventi storici assumono più facilmente:
la colorazione politica.
E' importante rinnovare la nostra devozione a Maria Ausiliatrice per
essere realisti senza essere ideologi e immergerci nella storia come
protagonisti senza fare politica in senso partitico: è un elemento
costitutivo della nostra vocazHnle.
512
Concludo. Ci troviamo di fronte a due santi dalle notevoli affinità
spirituali, e molto importanti perla nostra identifa vocazionale. Un
tipo di santità latta per i tempi difficili. Che bello avere
una vocazione per i tempi difficili! Ma non crediamo che i nostri siano
i più difficili. Se fossimo vissuti nella pelle di Pio IX o di
Don Bosco avremmo vissuto fortissimi cambiamenti politici e culturali.
Con la loro stessa passione per i giovani, vogliamo trasmettere alle
nuove generazioni giovanili i valori permanenti della fede, della religione,
senza paura dei cani hiamenti socio-culturali.
Questa breve, anche se un po' disordinata, comn-remoraLione di Pio IX
era per noi doverosa. Ci stimola a conoscerlo di più; ci fa ammirare
la grandezza della Provvidenza di Dio che ha suscitato questi due santi;
ci fa amare meglio una vocazione come la nostra, fatta per i tempi difficili,
nei quali vogliamo costruire il futuro proprio mediante i valori permanenti
della fede, facendoli assumere in pienezza dai giovani: convinti che
il futuro «ha un cuore antico! »
Ci assista Pio IX, santo in Cielo insieme con Don Bosco, per essere
genuinamente Salesiani e per saper crescere come lui e come Don Bosco,
nella stessa santità apostolica acclimatata ai tempi difficili.
ALLEGATO 10
Intervento del Rettor Maggiore
don Egidio Viganò
su "La Famiglia Salesiana"
(dopo l'approvazione dei messaggi del CG21
alla Famiglia Salesiana: 11 febbraio 1978)
513 Credo importante fare alcune osservazioni, dopo che abbiamo votato
i quattro messaggi - alle FMA, alle VDB, ai CC, e agli EE - perché
nella loro parte principale si riferiscono a un tema di particolare
importanza: quello della Famiglia Salesiana, che in questo sessennio
dobbiamo saper incrementare nelle comunità locali e nelle Ispettorie.
Questo tema vitale e delicato non è stato studiato in questo
Capitolo, neppure dal punto di vista della verifica. In questi sei anni
trascorsi si sono fatti dei passi in avanti, ma ci sono state anche
qua e là ambiguità e difetti. Però in questo Capitolo
nessuno di noi ha trattato ufficialmente questi aspetti.
Non faccio una critica al Capitolo, faccio una constatazione. Noi dobbiamo
lavorare in questo campo così delicato, ma non abbiamo riveduto
i risultati del nostro lavoro.
Allora, precisamente perché è un tema vitale e delicato,
nel lavoro da fare dovremo fondarci e attenerci alla dottrina sicura,
quella comune, data dal CGS, contenuta nelle Costituzioni e nei Regolamenti.
Quindi su questo tema faccio un appello esplicito al CGS.
514 A tutti, e particolarmente agli Ispettori che nelle loro Ispettorie
devono portare avanti tutto il tema della Famiglia, ricordo che il documento
fondamentale per l'animazione di questo settore della nostra vocazione
è il CGS. C'è anche nel CG21 qualche allusione, ma è
dal punto dì vista della collaborazione al nostro lavoro apostolico.
Questo nostro Capitolo, però, ha introdotto una variante direi
emblematica, notevole, in questo campa; quella dell'articolo 141 delle
Costituzioni, sul Consigliere per la Famiglia Salesiana.
Anche se il CG21 non ha affrontato aspetti dottrinali su questo tema,
né ha realizzato una verifica, ha però espresso in forma
chiara e costituzionale l'impegno per questo lavoro. La determinazione
di un membro del Consiglio per questo servizio, significa che per responsabilità
dì Congregazione, e quindi anche a livello ispettoriale e a livello
delle case, bisognerà portare avanti questo discorso.
515
Io desidero rileggere questo articolo, perché mette in luce alcune
cose importanti, che vorrei sottolineare.
« Il Consigliere per la Famiglia Salesiana ha il compito di sensibilizzare
e animare la congregazione per il ruolo ad essa affidato nella Famiglia
Salesiana, a norma dell'articolo 5 delle Costituzioni».
Sensibilizzare e animare la Congregazione: ecco ciò che ci dice
il CG21. E' uno dei compiti, direi, privilegiati, di chi ha il ministero
dell'animazione: Far capire in Congregazione a tutti i confratelli l'importanza
di questo tema.
Voi vedete che l'articolo assegna al Consigliere per la Famiglia Salesiana
come primo lavoro qualcosa da fare al di dentro della Congregazione,
tra di noi: sensibilizzare e animare i confratelli. Inoltre insiste
esplicitamente su due attività concrete da curare: promuovere
l'organizzazione e l'attività dei Cooperatori e curare l'associazione
degli Exallievi. E questo fa pensare... che prima di collegare i vari
rami della Famiglia Salesiana tra loro, bisogna provvedere che esistano
e vivano, e vivano con entusiasmo, e vivano con vigore. Sennò,
che cosa colleghiamo?
Un'altra osservazione. 516
L'articolo 5 delle Costituzioni, citato nella nuova formulazione del
141, parla dell'appartenenza dei vari gruppi alla Famiglia Salesiana.
Mi sembra importante insistere che si dia priorità al lavoro
concreto di sensibilizzazione e animazione della Congregazione, e si
facciano fiorire i Cooperatori e gli Exallievi, piuttosto che disperderci
in elucubrazioni astratte e non indicate nella dottrina e negli orientamenti
del CGS.
L'appartenenza Bella Famiglia Salesiana, noi dobbiamo interpretarla
secondo questo articolo 5. Si appartiene alla Famiglia Salesiana non
individualmente; per esempio, una persona che ha lo spirito salesiano
e che ha fatto per conto suo il voto di castità o di apostolato:
No. Si appartiene attraverso «gruppi. La Famiglia Salesiana è
costituita da gruppi, e non da gruppi qualunque, ma da gruppi «istituiti;
e ciò significa che ci deve essere un riconoscimento ufficiale,
nel quale per un discernimento valevole interviene chi ha il ministero
più autorevole nella Famiglia Salesiana, come del resto succede
in tutti i gruppi istituiti della Chiesa; ci vuole una autenticazione
ufficiale. Non che si origini l'appartenenza unicamente da questo; essa
dipende sostanzialmente dall'iniziativa dello Spirito Santo. Però
non basta che un gruppo sia nato per iniziativa di un Salesiano, anche
santo, per dire che già appartiene alla Famiglia Salesiana, perché
potrebbe anche essere un altro tipo dì vocazione.
Bisogna dunque che ci sia questo elemento. Per alcuni gruppi ciò
è chiarissimo, per esempio, per quelli nominati.
Dico questo perché anche nel campo dei carismi di consacrazione
(l'ho sentito in alcune riunioni della S. Congregazione dei Religiosi)
si è notato in varie regioni una esuberanza di proliferazione
carismatica; e i Vescovi si sentono obbligati a dire: «andiamo
adagio! » Chi discerne l'autenticità dì un carisma?
Stiamo dunque attenti a non lasciar crescere una proliferazione di gruppi;
curiamo piuttosto quelli già istituiti e tanto bisognosi di rinnovamento.
1)eve essere chiaro che un gruppo non è istituito se non ha l'approvazione
del Rettor Maggiore con il suo Consiglio, se non ha una storia che ne
assicuri il discernimento da parte degli organismi ufficiali che possono
dare la qualifica di istituzione a un gruppo.
517 Noi abbiamo parlato in aula di quegli «Exallievi che hanno
fatto una scelta evangelizzatrice ».
Ora, tali Exallievi non sono un gruppo istituito. Gli Exallievi, secondo
l'articolo 5 delle Costituzioni, appartengono alla Famiglia Salesiana
a titolo dell'educazione ricevuta. Però l'educazione ricevuta
ha una gamma di livelli e di possibilità che può arrivare
fino al più alto apostolato. Basta che l'educazione sia avvenuta
in un paese cristiano con giovani cristiani, e sia maturata tra Exallievi
che vivono il cristianesimo.
Ma il. punto è questo: se intendono qualilicarsi come Exallievi,
e vogliono essere considerati parte viva del gruppo dagli Exallievi
appartenenti istituzionalmente alla Famiglia Salesiana, essi non saranno
considerati appartenenti alla Famiglia Salesiana per via dell'apostolato,
ma per ragione della educazione ricevuta, la quale senz'altro non esclude
l'apostolato.
Faccio osservare che la maniera di appartenere alla Famiglia Salesiana
come Exallievi, non è concorrenziale con quella dei Cooperatori,
ma ha possibilità di osmosi, anzi, dovrebbe proprio essere così,
come succedeva nelle antiche Compagnie dei nostri collegi, un cammino
graduale che parte dall'educazione per arrivare alla vocazione salesiana.
Siccome però bisogna tenere in conto situazioni e atteggiamenti
psicologici, dei posti e della gente, bisognerà procedere con
intelligenza; però resta chiaro che se si può fare questo
discorso, è molto meglio. lo ho sempre pensato che i migliori
dirigenti degli Exallievi dovrebbero essere, o meglio, potrebbero essere,
dei magnifici Cooperatori, che realizzano la missione salesiana assicurando
tra gli Exallievi lo spirito di Don Bosco e coltivando la possibilità
di mantenere uniti i non pochi Exallievi che sì allontanano (e
purtroppo, sono più quei lontani che quei vicini).
Tra parentesi, io vi devo dire, però, che tra tutti i gruppi
salesiani, quello in cui io ho trovato più entusiasmo e più
amore a Don Bosco è tra gli Exallievi; e l'ultima esperienza
è quella che ho avuto ultimamente, proprio a Torino.
518 Dunque - e concludo -- siccome tutte queste cose noi non le abbiamo
discusse, e, d'altra parte, abbiamo lanciato una serie di impegni importanti
in questo campo, direi che il buon senso e la praticità salesiana
ci devono portare a incrementare la Famiglia appoggiandoci con chiarezza
sugli elementi sicuri, ed evitando disquisizioni che possono farci entrare
in ambiguità nocive a un discorso di operosità apostolica.
Ecco, allora, che l'articolo 5, nel farci riscoprire questa grandezza
della vocazione salesiana sotto l'aspetto della Famiglia, riconosce
che lo Spìh o
Santo ha voluto nella nostra Congregazione, per questa Famiglia, una
responsabilità speciale. In essa, dice l'articolo, «abbiamo
particolari rcsponsabililà».
Ed è con questo pensiero che io vorrei concludere, rivolgendomi
principalmente agli Ispettori, non perché siano gli unici, ma
perché essi possano guidare meglio l'animaziorte. Abbiamo, noi
Salesiani, questa particolare responsabilità; far crescere e
far vivere con entusiasmo e con operosità apostolica ed educativa
la Famiglia Salesiana.
F' un programma operativo del CG21 che dobbiamo veder indicato nella
riformulaLione dell'articolo 141,
ALLEGATO 11
Messaggio del CG21 a tutti i confratelli
della Congregazione
Carissimi Confratelli,
519 Prima di concludere il nostro lavoro, vogliamo rivolgerci a voi
con un ultimo messaggio: esso potrà avviare e illuminare la nuova
fase che si apre ora nel processo di rinnovamento in atto nella nostra
Congregazione dopo il Capitolo Generale Speciale.
A quest'ultimo si collega strettamente il CG21, inteso e voluto fin
dalla sua convocazione come un «Capitolo Generale di verifica».
Esso infatti aveva il preciso compito di «verificare se e come
in Congregazione è stata seguita questa via sicura, e di proporre
i modi per incoraggiare e perfezionare iniziative e azioni già
felicemente operanti nella linea indicata dal CGS* (ACS n. 283, pag.
6),
Abbiamo cercato di assolvere tale compito, grati per la viva collaborazione
di tutte le Ispettorie della Congregazione. Attraverso i Capitoli Ispettoriali,
infatti, esse hanno iniziato, con sincero e responsabile impegno, la
revisione generale della nostra vita e azione. E gli Schemi precapitolari
(provvida e sapiente raccolta di tutte le osservazioni inviate), furono
durante i nostri lavori punto di riferimento continuo e fonte ricca
di idee e di orientamenti.
Abbiamo quindi buona speranza che riconoscerete la validità della
verifica, effettuata dopo un lungo e attento esame e notevolmente aiutati
dalla « Relazione Generale sullo stato della Congregazione»
del Rettor Maggiore don Luigi Ricceri,
520 In quanto Capitolo di verifica, il nostro doveva essere anche un
« Capitolo di prospettiva ». Perciò non ha soltanto
guardato al sessennio trascorso dopo il CGS, ma ha cercato di individuare
e corroborare le linee-forza, che da allora hanno mosso e dovranno muovere
la Congregazione verso un nuovo avvenire.
La verifica quindi si è concretizzata nell'insistente richiamo
alla nostra missione evangelizzatrice verso i giovani, nella conferma
del testo delle Costituzioni e dei Regolamenti, con le sole modifiche
ritenute necessarie, e in deliberazioni pratiche e orientamenti operativi.
Tali decisioni e orientamenti formano il programma di azione per il
prossimo sessennio, con «scopi da raggiungere e strategie da inventare,
iniziative da potenziare e nuove
realizzazioni » (ACS n. 283, pag. 17). Speriamo siano davvero
indicativi e incisivi per il nostro rinnovamento.
Occorre ora che tutti collaboriamo alla realizzazione di questo programma,
mettendoci con generosa disponibilità e con fraterna solidarietà
in sintonia con le linee tracciate dal CG21, sacrificando, se necessario,
punti di vista personali.
La voce del Capitolo Generale altro non vuol essere che la voce della
Congregazione, compimento di «una riflessione comunitaria per
mantenersi fedeli al Vangelo e al carisma del Fondatore e sensibili
ai bisogni dei tempi e dei luoghi» (Cost. 151). Attraverso di
essa ci parla lo Spirito del Signore. Egli ci fa « conoscere,
in questo determinato momento della storia, la volontà del Padre
celeste, per un miglior servizio alla Chiesa» (ibidem).
521
Durante tutto il Capitolo Generale abbiamo toccato quasi con mano --
e ne siamo grati al Signore - la realtà viva della Congregazione,
convivendo fraternamente per oltre 100 giorni nel comune impegno e nella
preghiera quotidiana, comunicandoci le speranze e le ansie delle singole
Ispettorie, e cercando di discernere, mediante un dialogo aperto e intenso
e a volte anche sofferto, la volontà del Signore per la nostra
Congregazione.
Vorremmo, attraverso il nostro messaggio, farvi partecipi, per quanto
possibile, di questo «corso di formazione permanente» che
è stato per noi il Capitolo Generale. Riteniamo infatti che siate
convinti, come lo siamo noi, che anche questo Capitolo, malgrado tutte
le nostre imperfezioni e debolezze, è stato un dono prezioso
del Signore alla Congregazione in questo momento della sua storia.
522
Il futuro della Congregazione è insieme ricco di promesse e carico
di re- sponsabilità.
Con il nuovo Rettor Maggiore affermiamo «la bellezza della nostra
vocazione, da attuare in un tempo che rapidi mutamenti rendono problematico
ma anche ricco di speranza, con un impegno a tempo pieno per la gioventù
che forma oggi uno degli obiettivi più importanti della missione
della Chiesa, ed è la speranza della società» (Messaggio
del Rettor Maggiore nel giorno della sua elezione).
523
L'attualità della missione salesiana non è venuta meno
ai nostri giorni; è anzi notevolmente accresciuta. L'ultimo Sinodo
dei Vescovi ha insistito sull'urgenza della evangelizzazione della gioventù.
E il Papa ce l'ha ripetuto con un appello a noi direttamente rivolto:
« 1 ragazzi e i giovani vi chiamano e vi attendono. Sono milioni
nel mondo, talvolta sbandati e disorientati da una molteplicità
di voci discordanti, i quali aspettano da voi la parola di salvezza...
Giovanni Bosco, il vostro Padre, vi precede col suo passo sempre giovanile
e dinamico» (Dal discorso del Papa ai membri del CG21).
524
Di fronte a un compito così vasto e impegnativo può sembrare,
soprattutto nella situazione attuale della Congregazione, che 1e forze
siano insufficienti a realizzarlo.
Ma possiamo esser liduciosi nell'avvenire, perché crediamo anzitutto
che è Dio che ci chiama e ci manda. Dicono le nostre Costituzioni:
« La nostra Società è nata non da solo progetto
umano, ma per iniziativa di Dio.._ per la salvezza della gioventù»
(Cost. 1).
E Don Bosco ci insegna che, proprio perché conosciamo la volontà
di Dio stilla nostra Congregazione, è necessario metterci al
lavoro cori fede e con speranza. «Avevo un vago pensiero di fare
del bene, qui, proprio in questo luogo, e far del bene ai poveri ragazzi.
Questo pensiero mi dominava.., come si siano fatte le cose, io appena
saprei dirvelo... questo io so, che Dio lo voleva» (MB XII, 78).
525 Molti Confratelli, dopo Don Bosco, hanno lavorato e lavorano con
lo stesso spirito per il compimento della missione e la crescita della
Congregazione: in questo - insieme con l'aiuto del Signore - vediamo
la via per superare la crisi da cui non è ancora del tutto uscita
la Congregazione; ecco perché sentiamo di poter affermare senza
presunzione: «l'avvenire è nelle nostre mani ».
Il lavoro capitolare sfocia nella stessa conclusione con la quale finisce
la Relazione del Rettor Maggiore. Facciamo quindi nostre le sue parole:
«L'ottimismo può giustificarsi a condizione che noi prendiamo
seriamente coscienza delle nostre deficienze.,. e vi poniamo riparo
con senso di realismo, con deciso coraggio, cori la percezione chiara
della gerarchia delle urgenze, dei valori da ricuperare e incrementare,.,
L'ottimismo è nelle mani di ciascuno di noi» (RRM n. 290).
526 Crediamo Fermamente che il Signore benedirà la nostra Società e il suo apostolato, anche suscitando nuove. vocazioni tra i giovani per la vita salesiana, se la nostra testimonianza personale e comunitaria sarà coerente al nostro annuncio del Vangelo. «Testimonianza, anzitutto: i ragazzi e i giovani esigono autenticità; vogliono quasi vedere e toccare il messaggio cristiano realizzato concretamente nella vita di chi lo annuncia» (dal discorso del Papa ai membri del CG21 ).
527 L'amore per la gioventù ci spinge a un rinnovato impegno
per la nostra vocazione e missione, e ci metterà in grado di
affrontare con coraggio le difficoltà e gli ostacoli, posti sul
nostro cammino dalle circostanze del trapasso storico in cui viviamo.
E quando i problemi ci appariranno veramente cotnplic.ati e opprimenti
nella vita personale di ciascuno come in quella delle nostre comunità
-
vorremo allora ricordare la promessa fatta dai primi giovani confratelli
radunati attorno a Don Bosco: «Facemmo tra noi promessa solenne
che se per mala ventura a cagion della tristezza dei tempi non si potessero
fare i voti, ognuno in qualunque luogo si troverà, Fossero anche
tutti i nostri compagni dispersi, non esistessero più che due
soli, non ce ne fosse più che uno solo, costui si sforzerà
di promuovere questa pia Società, e di osservarne sempre, per
quanto sarà possibile, le Regole» (MB VI, 630-632).
528
Questo impegno solenne e incondizionato ci fu ricordato in una Buona
Notte, durante il Capitolo, da un Ispettore rappresentante di tanti
confratelli di paesi dove la Congregazione soffre violenza. Fu per tutti
noi una testimonianza straordinaria di fedeltà a Don Bosco in
una situazione molto più difficile di quelle in cui solitamente
viviamo e lavoriamo.
Ispiriamoci all'amore e alla disponibilità totale di quei primi
confratelli. Uniti attorno al settimo successore di Don Bosco, rinnoviamo
in noi quello spirito di fede, di solidarietà e di iniziativa,
cui è dato ancor oggi muovere la
ruota » della nostra storia (Cfr MB VI, 9t)1 s.), a servizio dei
giovani e della Chiesa.
Conserviamo senza incertezze la speranza che dichiariamo di avere, perché
Dio mantiene le sue promesse. Inoltre cerchiamo di incoraggiarci a vicenda
nell'amore e nelle opere buone» (Ebr 10, 23-24).
Don Bosco, la cui festa abbiamo celebrato insieme qui a Roma nel novantesimo
della sua morte, ci assicura: il Signore è con noi, e la Madonna,
l'Ausiliatrice, sosterrà con il suo aiuto materno le nostre imprese.
ALLEGATO 12
Risposta del CG21 al messaggio
delle Figlie di Maria Ausiliatrice
529 Diciamo grazie a Dio e a voi tutte per il fraterno messaggio --
dove s'intrecciano motivi di preghiera e di riconoscenza - rivoltoci
in Assemblea Capitolare dalla Superiora Generale, presenti tutte le
Madri del Consiglio. E' stato un gesto - messaggio e incontro - di vero
carisma salesiano, che sottolinea, come già disse il Rettor Maggiore
rispondendo alla lettura in Aula, il senso della nostra fraternità
e collaborazione.
Lo Spirito Santo ci ha fatti nascere insieme, e insieme ci ha fatti
crescere nella testimonianza del Vangelo, per diffonderlo in tutti i
continenti con lo stesso zelo che ardeva nel cuore di Don Bosco, nostro
comune Padre e Fondatore.
Insieme abbiamo realizzato tanto cammino: nelle Missioni, nelle attività
pastorali, nelle prestazioni vicendevoli alle nostre comunità.
Per questa vostra Fraterna e generosa collaborazione vi ringraziamo,
e ci auguriamo che continui in tutte le forme che l'identità
di spirito e di missione rendono possibili, nonostante il mutamento
dei tempi e delle situazioni.
Con semplicità ma con fermezza voi ci chiedete:
- di essere più esigenti nel sospingervi sulla via della santità
salesiana con il ministero della Parola e dei sacramenti. Tale richiesta
rientra nei progetti di servizio previsti dal CGS per i vari gruppi
della Famiglia Salesiana e ribaditi dal CG21.
A questa Famiglia il vostro Capitolo Generale ha aderito con il proposito
di collaborare alla sua realizzazione; in seno ad essa, la vostra testimonianza
e la vostra dedizione di religiose hanno un'importanza insostituibile.
Lavoreremo in salesiana fraternità perché la geniale intuizione
di Don Bosco sia portatrice del suo carisma, destinato a dar vita nella
Chiesa a quel vasto movimento spirituale e apostolico che alimentò
le speranze dei nostri Fondatori.
Sarà nostra cura - degli Ispettori in particolare - di aiutare
le vostre comunità con sacerdoti in cui sapienza e bontà
abbiano stile salesiano, perché possiate essere docili allo Spirito
che vi sollecita alla carità perfetta.
530
- di aiutarvi a realizzare e mantenere nella Chiesa la vera fisionomia
spirituale e pastorale ricevuta in preziosa eredità da don Bosco
e da Madre Mazzarello, e a coltivare buone e salde vocazioni.
Approfondiremo insieme la spiritualità propria della nostra vocazione
salesiana, il nostro progetto educativo c pastorale; in particolare,
ristudieremo il Sistema educativo di Don Bosco, sempre attuale per aggiornarlo
alle molteplici esigenze della gioventù e dei ceti popolari del
nostro tempo, secondo il modo e il campo di azione proprio delle due
Congregazioni. E insieme - con mutua e gioiosa dedizione - prepareremo
i continuatori della comune missione.
531
- infine, di collaborare volenterosamente con voi all'attuazione del
«dono-invito» di cui vi ha spiegato il significato il Rettor
Maggiore nella celebrazione dell'Epifania, con voi operando efficacemente
perché venga restituito alla Madonna il posto che le spetta e
il nostro carisma le ha sempre riconosciuto. Don Bosco ha voluto fare
del vostro Istituto «un monumento vivente alla Vergine Ausiliatrice».
Voi - come noi --- credete intensamente all'intervento materno di Maria
nella storia, e siete convinte -dell'importanza primaria che per il
popolo cristiano, per l'educazione della gioventù e per la formazione
religiosa salesiana ha la devozione alla Vergine, Aiuto dei Cristiani.
Dobbiamo saper riattualizzare questa devozione secondo i documenti conciliari
e l'Esortazione Apostolica di Paolo VI.
La Famiglia Salesiana è nata con una intensa fisionomia mariana
e solo con un costante rinnovamento di questi valori renderà
più chiara e assicurerà - in questa storica epoca pregnante
di cambiamenti - la sua identità spirituale.
Sarà cosa entusiasmante per tutti noi - grazie al vostro intervento
- riscoprire e rendere più attuale lo spirito e la devozione
all'Ausiliatrice, per presentarla - fresca e viva - alla gioventù
per cui spendiamo la vita.
532
E infine un augurio: lo «spirito di Mornese», frutto della
fedeltà a Don Bosco di Madre Mazzarello e della docilità
ai doni di cui lo Spirito Santo premiava il suo fervore e quello delle
prime Figlie di Maria Ausiliatrice, continui a essere vivo e attraente
nel vostro Istituto.
Di tutto cuore e con ogni benedizione
I membri del CG21
ALLEGATO 33
Risposta del CG21
al messaggio dei Cooperatori Salesiani
Carissimi Cooperatori Salesiani,
533 teniamo tra le mani il vostro messaggio. L'abbiamo letto e meditato
con vivo interesse e attenzione. Con questa risposta intendiamo ringraziarvi
per le preghiere con le quali ci siete stati vicini nei lavori di preparazione
al CG21 e durante tutto il suo svolgimento.
Particolarmente gradita è stata la visita dei vostri rappresentanti
in Aula e la collaborazione prestataci partecipando al lavoro della
Sottocommissione 5^ della Commissione 2^ del CG21.
534 Il tema dell'evangelizzazione - perno di questo CG21 - ha messo
in rilievo la sintonia di problemi e di aspirazioni che ci unisce. Vi
abbiamo sentiti pienamente associati alla nostra riflessione capitolare,
perché ancora una volta sono emersi e approfonditi clementi e
aspetti che entrano nel vivo del nostro comune progetto apostolico,
Per questo i temi della cooperazione sono stati nuovamente oggetto delle
nostre considerazioni, e le richieste da voi formulate sono state pienamente
recepite. Infatti:
535 - Il CG21 ha voluto che nel Consiglio Superiore ci fosse un Consigliere per la Fariglia Salesiana, di cui ha assunto il nome emblematico. In questo modo - è nostra speranza - verrà sensibilizzata e animata meglio la Congregazione per il ruolo ad essa affidato nella Famiglia Salesiana, e saranno meglio coordinati e stimolati i rapporti di conoscenza reciproca, dì mutua collaborazione, di comunione fraterna e di vicendevole arricchimento.
536 - Sono stati pure confermati tanto gli articoli delle Costituzioni e dei Regolamenti, quanto il Documento 18° del CGS, nei quali sono delineati gli elementi vocazionali del Cooperatore salesiano, e ne viene rilevata tutta l'importanza e originalità.
537 - Per quanto riguarda l'animazione dei Centri, il Capitolo ha voluto,
con appositi orientamenti operativi, ridonare alla comunità salesiana
la dimen-
sione di nucleo animatore dei vostri Centri, nello spirito dell'art.
21 del Nuovo Regolamento. Per questo ha privilegiato, nella scelta dei
Delegati, quei confratelli che manifestano qualità e preparazione
adeguata.
538
- Sono stati inoltre Fissati orientamenti concernenti la programmazione
e il piano pastorale vocazionale dei Cooperatori, specialmente per i
giovani, che - con il crescere del loro movimento - dimostrano l'attualità
dell'ideale di Don Bosco vivo «nella e per la gioventù»
del nostro tempo. Verranno così associati e resi maggiormente
corresponsabili della comune missione, come già ha detto il CGS
(744 b), le cui norme e orientamenti conservano pieno valore.
539
- Non manca l'accenno all'impegno missionario a cui si aprono i Giovani
Cooperatori; non ignoriamo difatti, come alcuni di essi, prossimi a
partire, hanno ricevuto il crocifisso assieme ai nostri confratelli
missionari e alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il CG21, con gli orientamenti
sulle Missioni, impegna ogni Ispettoria a favorire la partecipazione
dei laici all'azione missionaria diretta, auspicando il sorgere e la
crescita di un Movimento Laicale Missionario della Famiglia Salesiana.
540
- Infine, il CG21 ha preso coscienza del problema riguardante l'approva-
zione delinitiva del Nuovo Regolamento, e ha giudicato non essere suo
compito tale approvazione.
541
- Riprendiamo ora il nostro cammino dì apostoli, fianco a fianco.
Riteniamo importante la vostra presenza nella comune missione salesiana
anzitutto per i giovani, che trovano in voi « un modello cristiano
tutto particolare» (ACGS, 159)., e da voi ricevono «una
dimensione umana autentica e completa» (Doc. 1). Ma importante
anche per noi Salesiani. Di fatto, così, «abbiamo modo
di riflettere --- riscoprendola - sulla specificità della nostra
vocazione di evangelizzatori», e con rinnovato interesse ci muoviamo
«a Formare e a vincolare» voi fratelli, per assicurare più
efficacemente la salvezza della gioventù » (Doc. 2 e ACGS
151, 103bis. 736).
La Vergine Ausiliatrice e Don Bosco, nostro Padre e Fondatore, ci aiutino
a essere fedeli alla vocazione salesiana, tanto attuale e viva nella
Chiesa.
ALLEGATO ì4
Risposta del CG21 al messaggio
delle Volontarie di Don Bosco
542 I1 messaggio augurale e i sentimenti di riconoscenza e partecipazione
a noi indirizzati dalla Responsabile Maggiore a nome di tutte le Volontarie
- e che una vostra Sorella è venuta a presentare a viva voce
in Aula Capitolare - ci hanno trovati sintonizzati nello stesso Spirito
che guida i lavori di questo CG21.
La preghiera, in particolare l'Adorazione Eucaristica in cui vi siete
impegnate nella giornata di ritiro del dicembre scorso per la riuscita
dei nostri lavori, ha certamente dato i suoi frutti. Dicembre per il
Capitolo Generale fu un mese di grazia particolare: basti pensare alla
elezione del Rettor Maggiore e del Consiglio Superiore. Di questo vostro
contributo spirituale rendiamo grazie a Dio e a voi tutte.
543 Avete voluto riconoscere nella Congregazione Salesiana «l'unico e sicuro canale trasmettitore del genuino spirito di Don Bosco», ripetendo quanto già avevate solennemente affermato nella Prima Assemblea Generale, votando l'appartenenza del vostro Istituto alla Famiglia Salesiana, nel senso in cui essa è stata definita dal CGS. Tale affermazione è inserita nelle vostre Costituzioni. Ed è gioia per noi constatare il consolidamento della Famiglia con nuove forme di presenza secondo i bisogni dei tempi nuovi. Tutto questo comporta per entrambi gli Istituti responsabilità maggiori.
544 il CG21 ha voluto che nel Consiglio Superiore ci fosse un Consigliere per la Famiglia Salesiana con il compito specifico di sensibilizzare meglio la Congregazione nel ruolo che le compete nella Famiglia stessa, a norma dell'art. 5 delle nostre Costituzioni.
545 Nel vostro messaggio inoltre - con forza e fiduciosa insistenza
- dichiarate di attendere da noi il genuino spirito di Don Bosco, mediante
l'assistenza spirituale affidata a sacerdoti autenticamente salesiani,
che credono nell'Istituto e lo amano. Lo Spirito Santo ci aiuti nella
scelta attenta di confratelli preparati per un tale servizio.
546
Da parte vostra volete assicurarci il dono della vostra specifica "secolarità
consacrata », vissuta in un autentico spirito salesiano di attiva
collaborazione, per rendere presente nella Chiesa il carisma di Don
Bosco. U n dono - questa vostra testimonianza dì consacrazione
- che ci ripromettiamo di «meditare più a fondo»,
come ebbe a dire alle vostre Dirigcnli Centrali, nel suo primo incontro
con loro il nuovo Reltor Maggiore, nostro comune Padre.
Arricchiamo dì preghiera e di rinnovato impegno questi mutui
scambi di doni.
Fraternamente in Don Bosco Santo
I membri dei CG21
ALLEGATO 15
Risposta del CG21 al messaggio
degli Exallievi Salesiani
Carissimi Exallievi,
547 il vostro messaggio non solo ci ha offerto l'occasione di un incontro
ideale con voi, ma ci ha resi una volta di più consapevoli del
vostro entusiasmo dì figli affezionati e devoti.
Come certo saprete alcuni membri della Giunta Confederale sono stati
invitati a partecipare a una riunione di lavoro con la Sottocommnissione.
5° del CG21, per portare il proprio valido contributo ai nostri
temi di studio: l'evangelizzazione in genere, e la partecipazione dei
laici alla nostra missione.
Nel testo del messaggio abbiamo rilevato, con gioia, il vostro intenso desiderio dì partecipare maggiormente al nostro compito di educatori cristiani dei giovani, particolarmente all'interno delle singole Unioni. Così noi abbiamo interpretato le richieste in esso contenute e a viva voce rinnovateci dai vostri rappresentanti.
Per questo, il CG21:
548 ha confermato pienamente quanto di voi Exallicvi dicono le nostre
Costituzioni e i Regolamenti rinnovati e i Documenti del CGS;
549 - ha indicato inoltre tre orientamenti operativi, per curare adeguatamente
una vostra partecipazione all'opera di educazione integrale della gioventù:
I. «Gli Ispettori a livello di Ispettoria e i Direttori a quello
locale curino di 'ridonare alle comunità la dimensione dì
nucleo animatore di queste forze spirituali e apostoliche'. Per questo
servizio privilegiato scelgano come Delegati quei confratelli che hanno
qualità e preparazione adeguate.
2, Secondo un piano concordato fra i rispettivi Consigli (SDB, CC, EE),
nel prossimo sessennio l'Ispettore faccia conoscere alle comunità
le linee riguardanti la pastorale vocazionale e Formativa degli (...)
Exallievi, e stabilisca i mezzi e le forme concrete secondo cui saranno
associati corresponsabilmente ad alcune iniziative di evangelizzazione.
3. 1 Salesiani si impegnino a formare gli animatori della Famiglia Salesiana
curando sin dalle fasi iniziali della formazione, la conoscenza della
Famiglia Salesiana».
550
Confermando infine l'ari. 5 delle Costituzioni, il CG21 riafferma la
vostra appartenenza alla Famiglia Salesiana «a titolo dell'educazione
ricevuta», quale punto di partenza per una più cosciente
condivisione di quello spirito salesiano in cui siete cresciuti, e mediante
il quale vi potete associare più intimamente e attivamente alla
missione salesiana nella Chiesa. Sappiamo come in ogni parte del mondo
esistono numerosi gruppi di Exallievi che dimostrano con un loro più
qualificato impegno e con l'aiuto alle Opere della Congregazione e della
Famiglia Salesiana, un ammirevole esempio di fedeltà a Don Bosco.
Ci auguriamo che, lavorando secondo i fini primari della vostra Associazione,
soprattutto per l'animazione del movimento e il ricupero degli Exallievi
lontani, cooperiate insieme con noi all'aumento di tali gruppi attivamente
impegnati secondo il carisma di Don Bosco nella Chiesa.
551
Cari Exallievi, è costante il nostro apprezzamento per voi, che
siete il frutto più prezioso del lavoro educativo salesiano.
Continuate a lavorare in mezzo alla società come veri figli di
Don Bosco, e sforzatevi di onorare sempre il suo nome dimostrandovi
- come lui esigeva dai suoi allievi -- « buoni cristiani e onorati
cittadini.
In questo modo il grido comune di «Viva Don Bosco! » si
concretezza in fecondità di vita.
Maria Ausiliatrice vi benedica e vi aiuti a perseverare nel bene.
I membri del CG21
ALLEGATO 16
Discorso del Rettor Maggiore
don Egidio Viganò
alla chiusura del CG21 (12 febbraio 1978)
I. ll gesta finale; 2. Unanimità operativa; 3. Capitolo dì «verifica» e perciò di aconvc[:sionc »; 4. Primo obiettivo: 11. VANGELO Al GIOVANI: un cuore oratorisunn, il Sistema Preventivo, lo spirito dì inir.iailiva, una proposta di pedagogia vocazionale, evitare il pericolo di genericìsrno: 5. Secondo obiettivo: 11, PRIMO POSTO ALLO SPIRITO RELIGIOSO: approfondimento della "missione», la cuna di alcuni valori di ii nità, l'irnptirranza vitale delle Costituzioni, la L'u['['Cintività dei soci nella comunità; 6Terzo obiettivo: L'ANIMAZIONE SALESIANA: vera novità di stile, la figura e la ti níionc del Direttore salesiano, la respunsabilità per la Farniglia: SaEcsinna, la devozione a Maria Ausiliatrice; 7. Conclusione.
Cari Confratelli Capitolari:
Eccoci riuniti in Aula per l'ultima volta: oggi, per bontà del
Signore, concltidiarno il CG21.
552 1. Il gesto finale
Questo non dovrebbe essere il n giorno « qualunque », ii
100' di un lungo iter dei noslti lavori capitolari, ma una data caratterizzante,
che dà il tocco definitivo alla fisionomia di questo Capitolo
e ne precisa il significato globale. Infatti, oggi, dobbiamo esprimere
formalmente il nostro gesto finale di Capitolari: quello di assumere
in proprio gli orientamenti c. le deliberazioni approvati.
Onesta è l'intenzione che il Reitor Maggiore intende assegnare
alla celebrazione eucaristica conclusiva: vi invito a parteciparvi con
esplicita coscienza. Abbiamo sperimentato insieme per più di
tre mesi i valori della comunione in una stessa vocazione; l'abbiamo
fatto giungendo qui da una pluriformità di situazioni, affrontando
problemi suscitati dalle nostre diversità e convivendo, sì,
fraternamente, ma in un travaglio di ricerca non lacile e metodologicamentee
non unanime. Possiamo testimoniare d'aver sentita, tra noi, la presenza
del Signore con la stia grazia di unità; Egli ci ha guidato alla
convergenza attraverso molteplici indicazioni di rotta; ha illuminato
la nostra capacità di discernimento ed ha mosso il nostro cuore
con
inviti di approf'ondirnento e con esigenze di conversione; ci ha parlato
particolarmente nelle ore di preghiera.
2. Unanimità operativa 553
Durante quest'ultinia settimana ognuno dì noi, meditando sui
documenti capitolari per approvarli definitivamente, ha arricchito e
orientato la sua coscienza Salesiana mettendosi in sintonia cori le
«decisioni» dell'Assemblea; ciò facendo abbiamo incominciato
a tracciare il vero volto di questo Capitolo Generale, per cui esso
diviene « il principale segno dell'unità nella diversità
della Congregazione,> (Cost. 151). Fra poco, nella solenne celebrazione
eucaristica di chiusura, siamo tutti invitati a ratificarlo con un atto
cosciente di unanimità.
2.1 5ì: ho detto «unanimità»; le Ispettorie
e i confratelli hanno bisogno di questa unanimità; essa costituisce
un dovere per noi, Non si tratta, lo sappiamo, di sopprimere le giuste
diversità, ma di assumere. e manifestare chiaramente la comune
accelluzicone delle grandi linee orieolative stabilite nel Capitolo
e. la concreta volontà di attuarle nel prossimo sessennio.
Una simile unanimità è dimensione integrante di un Capitolo
Generale; parlo dell'unanimità non come « metodo di ricerca
» (infatti si è lavorato e discusso partendo da punti di
vista differenziati e desiderando arrivai, magari, a conclusioni diverse),
ma di un'unanimità operativa elle è la «tappa conclusiva»
di un evento salvifico, destinato a tutta la Congregazione come piattaforma
operativa del futuro immediato.
Se è vero che un Capitolo Generale non è semplicemente
un fatto parlamentare, ma un avvenimento di grazia con spessore. sacramentale,
dobbiamo saper vedere nei suoi dinamisrrii una mediazione della volontà
del Signore; siccome i capitolari hanno agito con serietà e coscienza
nelle votazioni linali, il testo approvato è divenuto un segno
autorevole di ciò che si deve fare per essere ledeli alla vocazione
salesiana oggi. Infatti le Costituz.ioni indicano espressamente che
«I soci salesiani accetteranno volentieri le deliberazioni (del
CG) che obbligano tutti, non appena siano state promulgate dal Rettor
Maggiore» (Cost, 152),
554
2.2 Don Bosco, nel presentare le deliberazioni del 3" e 4 Capitolo
Generale, scriveva il 2 luglio 1887: « Voi sapete, o carissimi,
che 1e deliberazioni dei CG hanno grande importanza eri aiutano el i
ieacemcnte a praticare le nostre sante Regole; epperò vivamente
vi raccomando elle le teniate nel conto dovuto; si leggano attentamente;
si procuri di conoscerle bene, e, ciò che è più,
si pratichino coni tutta esattezza » (Op. ed., voi. 36, pag. 256).
E prima, nel 1880, nel presentare ai confratelli la nuova raccolta delle
Deliberazioni del CG2°, scriveva: «Lo sviluppo della nostra
pia Società in Europa ed in America è un sicuro indizio
che Dio 1,1 benedice ivi urta maniera speciale. Sia perciò impegno
di ogni Salesiano il rendersi ognor più degno della grazia del
Signore con lo spirito di preghiera, di ubbidienza e di
sacrificio. Ciò noi potremo ottenere per mezzo dell'esatto adempimento
delle nostre Costituzioni e di queste deliberazioni» (MR XIli,
521).
Come vedete, nel pensiero del nostro Padre l'unanimità operativa
intorno alle Costituzioni e al CG costituiscono una condizione «sine
qua non» della nostra fecondità vocazionale e della nostra
vitale identità.
555
2..3 Sta a noi, allora, Iar raggiungere al CG la sua pienezza e la sua
espressione suprema: quella di un�assemblea concorde nel riconoscerlo
oggettivamente coi-ne tale, e nel comunicarne operativamente ai confratelli
i propositi d�impegno. Questa nostra convergenza e unanimità
di intenti aiuterà a far percepire meglio la verità di
quanto affermano le Costituzioni: «Per mezzo del CG l�intera Società
salesiana, lasciandosi guidare dallo Spirito, cerca di conoscere, in
un determinato memento della storia, la volontà del Padre Celeste
per un miglior servizio alla Chiesa» (art. 151).
L�importanza di questo nostro ultimo gesto ufficiale comporterà
in noi tutti un atteggiamento postcapitolare di testimonianza e di responsabilità
animatrice: essere nelle Ispettoric i portatori degli orientamenti e
dei propositi di questo Capitolo; esserlo lealmente; esserlo intelligentemente;
esserlo generosamente.
556
3. Capitolo di �verifica�
e perciò di �conversione�
Ci siamo ripetuti tante volte, in questi mesi, che il nostro era un
CC di verifica con un carattere particolarmente operativo, realmente
distinto dal CGS; anzi, fatto proprio con lo scopo di valutare l�incidenza
concreta dei CGS nella vita della Congregazione e, quindi, di rieonoscerne
la straordinaria importanza, di approfondirne i contenuti, di chiarirne
alcune espressioni risultale ambigue, di completarne e aggiornarne alcuni
aspetti, e di correggerne possibili interpretazioni devianti.
Siamo partiti direttamente dalla situazione di vira nelle comunità,
e abbiamo analizzato l�urgenza del momento con i numerosi problemi che
l�accompagnano. Abbiamo cercato di farlo con lucidità, gerarchi
zzando con visione di prudenza gli aspetti di maggior rilievo su scala
mondiale; poi abbiamo guardato soprattutto al CGS come al quadro dì
riferimento.
Ci siamo accorti che il lavoro non era facile, e riconosciamo che ci
è cos lato non poco passare, prima, dalla propria personale visione
a quella maggioritaria del gruppo, poi, da quella di una sottocommissione
o anche di una commissione a quella voluta dall�assemblea; e, infine,
a quella globale e unitaria dei Capitolo nella sua espressione definitiva.
Anzi, quest�ultima avrà bisogno di essere approfondita e irrobustita
nello studio e nella meditazione dei prossimi giorni: è necessario,
infatti, che ogni capitolare si riservi un tempo di riflessione e di
considerazione sintetica (.lei testi capitolari per assicurare quell�unanimità
a cui ho già accennato. Anche se t.ra difficoltà., costatiamo
di essere pervenuti a una conclusione più che positiva; essa
influirà benelicamente sugli impegni del prossimo sessennio.
Diamo, in forma panoramica, un rapido sguardo al risultato dei principali
lavori:
557
3.1 La 1° Commissione, con i risultati del suo esame analitico,
ha portato a concentrare la responsabilità del prossimo sessennio
e del CG22 sulle Costituzioni e i Regolamenti; è questo, a mio
avviso, un dato provvidenziale che solo il trascorrere degli anni potrà
far valutare oggettivamente.
Ciò ha significato, da una parte, riconoscere in coscienza il
valore assai positivo del lavoro fatto dal CUS sui testi costituzionali
e regolamentari, e, dall'altra, precisare e approfondire il concetto
di «testo ad experimentum»: esso non insinua minimamente
una mancanza di obbligatorietà o un significato dì transitorietà,
ma proprio il contrario, ossia stabilisce trattarsi di un testo da collaudare
con la pratica della vita. Affinché l'esperienza vissuta risultasse
valida, c'era bisogno dì uno spazio più ragionevole di
tempo.
In questo campo, dunque, si apre un programma concreto e nutrito di
lavoro in Congregazione a tutti i livelli. La prospettiva, perciò,
è di forte impegno e di programmazione ben definita.
558
3.2 La 2" Commissione ha riconfermato la peculiare importanza della
«missione» nella vocazione dei Salesiani di Don Bosco, ma
ne ha precisato il significato soprannaturale e ne ha chiarite varie
esigenze. spirituali e salesiane, partendo dalla valutazione di alcune
costatazioni preoccupanti di questi anni. Abbiamo in mano un documento
valido, fortemente orientativo, che illumina punti strategici della
nostra missione: la comunità evangelizzata, la comunità
animatrice, il progetto educativo di Don Bosco, la fecondità
vocazionale, l'inventiva apostolica nei nostri ambienti di azione.
E' un po' la traduzione o l'applicazione, per noi Salesiani, dell'esortazione
apostolica EN.
559
3.3 La 3^ Commissione ha rivisto, chiarito e precisato tutto il vasto
campo della formazione, incorporando esplicite disposizioni per il Salesiano
Coadiutore e sviluppando il settore specifico della Formazione permanente;
i suoi orientamenti, poggiati su una accurata lettura critica della
situazione in Congregazione durante il sessennio trascorso, hanno apportato
disposizioni operative chiarificatrici e concrete circa le esigenze
salesiane di una comunità formatrice, circa ì centri di
studio e 1,9 importanza della formazione intellettuale, e circa l'aspetto
vitale cli unità nelle varie fasi della formazione, assicurando
la preparazione di alcuni strumenti urgenti di coesione, come la «Ratio
Institutionis» e la « Ratio Studiorurn».
Questa Commissione ha affrontato seriamente il suo tema, così
da poter portare già fin d'ora anche alcune modifiche alle Costituzioni
e ai Regolamenti.
560
3.4 La 4° Commissione ha approfondito il tema del SC, anche nella
sua delicata parte dottrinale; questo apre alle Ispettorie un vasto
campo di lavoro: sia per una vera conversione di mentalità in
alcuni settori della
Congregazione; sia per un rilancio della pastorale vocazionale in favore
della figura del SC e di una concreta programmazione paritaria della
sua Formazione; sia per l'incidenza della dimensione laicale del SC
nelle iniziatier di nuova presenza salesiana.
561 3.5 Il gruppo UPS ha aiutato l'assemblea nel redigere un prezioso documento per la nostra Università; esso orienta con chiarezza il vasto processo dì rinnovamento già in corso all'UPS, e dovrà contribuire a dare alla nostra Congregazione trii posto convenientemente qualificato per la realizzazione della sua rnissiorie nella Chiesa. Se il personale dell'Opera PAS e lutei noi, pariicolarmente gli Ispettori, sapremo coinprendeien il valore e l'urgenza di questo alto servizio scientifico e formativo, ne avvantaggerà noti poco la crescita nella nostra identità vocazionale.
562 3.6 Infine, il gruppo dei Messaggi ci ha ricordato il ruolo affidato alla Congregazione nella Famiglia Salesiana. Abbiano vissuto dei momenti emblenial.ici nel nostro CG, dei gesti di speranza, che aprono un'attraente prospettiva di futuro alle nostre comuni iniziative di fedeltà: la visita e il dialogo in aula delle FMA, dei Cooperatori, delle VDB e degli Exallievi; inoltre la significativa ristrutturazione del Consiglio superiore con la designazione di un Consigliere per la Famiglia Salesiana. Questo deve comportare certamente un ripensamento degli Ispettori con i loro Consigli e di tutte le Comunità locali nella loro imprescindibile funzione animatrice.
563 Questa rassegna panoramica del risultato dei lavori capitolari
ci Fa capire subito che abbiamo camminato per una strada giusta, anche
se qualche volta non proprio asfaltala. Per un CG come il nostro, con
carattere operativo e di verifica, le mete raggiunte sono apertamente
positive; dobbiamo Saperne spiegare e trasmettere i valori ai confratelli.
E' un nostro dovere di credenti considerare un po' meglio, alla luce
di un'intelligenza realista e di fede, quarrlo, con il Signore, abbiamo
potuto realizzare iii questi rasesi per il bene della Congregazione!
Non tralasciamo di leggere la presenza di Dio negli eventi salvifici:
è certamente anacronistico sacralizzare le cose umane, ma è
anche pernicioso e ingenuo orizzontalizzarle! L'occhio della meditazione
ci deve far penetrare, come ho già detto, lo spessore sacramentale
del nostro CG, come faceva Maria con gli avvenimenti della sua esistenza
e come hanno fatto sempre i grandi credenti,
Questo atteggiamento è tanto più necessario in un CG di
«verifica», perché, precisamente per essere tale,
la sua conclusione pratica non può sfociare che in un vero proposito
dì «conversione»; e ogni conversione spirituale è
opera dell'intelligenza della fede, vissuta con il coraggio della speranza
e attuata con la praticità della carità. Per illuminare
un simile proposito dì conversione vorrei proporvi, ora, una
sintesi capitolare in prospettiva dì impegno pratico.
Considerando i grandi contenuti operativi del CG21, alla luce del messaggio
inviatoci dal S. Padre Paolo VI, possiamo individuare tre grandi obiettivi
di azione:
A, il Vangelo ai giovani;
B. Il primo posto allo spirito religioso;
C. l'animazione salesiana.
4. Primo obiettivo: Il Vangelo ai giovani 564
Il S. Padre si è congratulato con noi per aver affrontato il
tema «Testimoniare e annunciare il Vangelo: due esigenze della
vita salesiana tra i giovani, dicendoci che proprio «anche da
questo traspare l'impegno dei Salesiani di restare fedeli alla identità
originaria della loro Istituzione, che, sorta per dedicarsi alla Gioventù
maschile specialmente delle classi popolari, ha vissuto oltre un secolo
di provvidenziale e. arnrnirabile presenza, educando e formando innumerevoli
schiere di giovani».
E subito dopo il Papa esprime con chiarezza il suo desiderio di attirare
la nostra attenzione «sulla necessità di mantenere questo
carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana, tanto
più che le necessità sociali ed ecclesiastiche dei tempi
moderni sembrano più che mai corrispondere al genio dell'apostolato
dei Figli di S. Giovanni Bosco, rivolto con preferenziale interesse
e dedizione alla gioventù maschile».
E' da notare, per chi calcola in termini quantitativi, che il messaggio
papale sviluppa principalmente il tema dell'evangelizzazione dei giovani;
tale sviluppo costituisce quasi la metà della lettera. Ora, il
CG21 ha individuato alcuni elementi caratteristici della mostra identità
originaria per qualificarci effettivamente come "missionari dei
giovani», portatori del Vangelo alla gioventù d'oggi.
Quali sono questi elementi? lo ne sottolineo i principali: 565
4.1 Primo: Un «cuore oratoriano»: è questa una caratteristica
peculiare di Don Bosco, che don Albera ha chiamato acutamente «il
dono della predilezione verso i giovani». Deduciamo questo elemento
dalla riaffermazione capitolare della nostra adesione al Fondatore;
essa traspare un po' da tutte le pagine dei nuovi documenti, e in particolare
dalla conclusione: «Don Bosco, un modello e una presenza»,
566
Ho detto. sopra, elio dovremo dedicarci intensamente a conoscere., praticare
e perfezionare le nostre Costituzioni, in quanto esse ci assicurano
la fedeltà al pensiero e allo spirito dì Don Bosco.
Ma è bene considerare che la realtà carismatica di cui
era portatore il nostro Padre comportava una ricchezza esuberante di
valori vissuti che si espandeva più in là del suo progetto
costituzionale. Così tra gli scritti più spiritualmente
significativi per il carisma del nostro Istituto ci sono da annoverare,
oltre alle Costituzioni, anche le «Meniorie dell'Oratorio di S.
Francesco di Sales » e i vari scritti circa « Il Sistema
Preventivo ».
Dobbiamo saper ritornare con intelligenza a queste pagine come a fonti
privilegiate di autenticità. «Alle 'Memorie dell'Oratorio'
--- dice, per es- un
suo studioso -- Don Bosco rimandava i suoi 'figli' non perché
vi trovassero il fondamento di una consuetudine giuridica, ma perché
vi riscontrassero una norma a superare le difficoltà future,
prendendo lezioni dal passato', per, conoscere come Dio abbia Egli stesso
guidato ogni cosa in ogni tempo'» (P. Stella, ciclostilato).
567 Ora è proprio in queste pagine che riscopriamo il primo
elemento caratteristico della nostra identità originaria, che
ho voluto chiamare «cuore oratoriano». Alle origini dell'Oratorio
di Valdocco sì trova il primo e più fondamentale valore
salesiano, per cui siamo, nella Chiesa, dei veri missionari dei giovani.
Dori Caviglia, con acuta intuizione, ha scritto: «Io credo che
non si intenderà mai a fondo la ragione intima del sistema educativo
(di Don Bosco). se non si tien conto della fonte prima della sua concezione,
ch'era il ricordo e, diciamo pure, la nostalgia della vita di quei primi
tempi. Eh! l'origine delle idee come dovrebbe valere a spiegarle! Non
è una parentesi oziosa se pensiamo che appunto allora, nella
formazione del Savio, sì concentrarono una volta per sempre gli
indirizzi spirituali ch'egli ha lasciato in retaggio ai suoi e al mondo»
(Op. e Scritti ed. e ined., Torino 5E1, vo1. 4", pan. 68-69).
E la prima ora dell'Oratorio di Valdocco non è tanto da concepirsi
come l'inizio di questa o quella «istituzione» (anche se
non la esclude), ma come l'espressione più chiara e la concrezione
primigenia della carità pastorale di Don Bosco
568 Ci dovremo rifare, dunque, conce criterio primo di rinnovamento,
al cuore del nostro Fondatore, che è un «cuore oratoriano»
non nel senso di dedicarsi a istituire un determinato tipo di opere,
ma nel senso di vivere ed esprimereun caratteristico atteggiamento pastorale
che deve qualificare ogni presenza salesiana in qualsiasi opera. Questa
è la prima scelta operativa da sottolineare: urge dare la priorità
alla « pastorale giovanile», riempiendo il cuore di «nostalgia
oratoriana»; ciò significa mettere alla radice di tutto
il nostro operare un criterio di «predilezione verso i giovani»,
ossia una tipica ricerca dei ragazzi e dei giovani sintetizzata nel
motto « da mihi animas ».
E' solo attraverso questo atteggiamento basilare che, sull'esempio di
Don Bosco, sapremo permeare qualsiasi opera con uno spirito genuinamente
oratoriano, nel senso storico delle origini del nostro Carisma.
569 4.2 Secondo: Il Sistema Preventivo, o Progetto educativo salesiano:
esso costituisce certamente uno dei punti-chiave del lavoro capitolare-
Il Papa aveva attirato la nostra attenzione «sulla necessità
di mantenere il carattere particolare dell'opera e della pedagogia salesiana»;
ebbene, il CG21 ha chiarito, ha ricompreso, e ripropone ai confratelli
il Sistema Preventivo conce «il Progetto educativo salesiano»:
esso è caratterizzato, oltre che dai destinatari e dal tipico
modo comunitario nel quale viene attuato, anche dalla particolare organizzazione
dei contenuti, dai suoi obiettivi, e dallo stile rimediantec il quale
si rende presente tra i giovani. Questo Sistema ci riporta direttamente
al cuore oraioriano di Don Bosco, alla sua maniera tipica di
concepire l'evangelizzazione come «salvezza totale"; ci riporta
anche alle esperienze salesiane più genuine condotte avanti sotto
la guida della stesso Fondatore e divenute per questo «esemplari».
Se qualcuno pensasse che questa fosse una proposta teorica o secondaria,
io mi azzarderei a dire che dimostrerebbe di non aver capito né
il cuore di don Bosco, né il delicato «momento» attuale
della Congregazione.
L'identità della nostra presenza evangelizzatrice nella Chiesa
e nel mondo consiste anche oggi nell'« evangelizzare educando
». L'educazione è il nostro modo preferito e il nostro
campo privilegiato di evangelizzazione; e l'annuncio del Vangelo è
il nervo e la ragione d'essere della nostra arte educativa. 570
Questo Progetto educativo salesiano, oltre che una organizzazione di
contenuti, comporta uno « stile caratteristico di presenza e di
azione ». Troviamo in esso il contributo originale di «.sapienza»
apportato da Don Bosco alla Chiesa e al mondo; il sino ripensamento
del Vangelo in chiave di carità educativa, la sintesi che traduce
la sua esperienza di educatore e la sua spiritualità. Se S. Agostino
diceva «ama e fa quel che vuoi», Don Bosco nella sua saggezza
pedagogica ci ripete: «non basta amare, bisogna saper farsi»
571
4.2.1 1l nostro Capitolo rilancia tutto il Progetto educativo di Dori
Bosco come programma del sessennio. Il Sistema Preventivo:
a. studiato mediante un approfondiinento sistematico e scientifico (cfr
Centri di Studio Salesiani, UPS),
b. attuato e tradotto in termini di prassi nei nostri «ambienti
di evangelizzazione » (cfr: progetti educativi per i diversi ambienti),
c, offerto come riflessione pedagogica sistematica ai nostri collaboratori
e
incorporato alla comunità educativa come «filosofia della
scuola salesiana» (cfr: progetti e proposta sulla comunità
educativa),
d. portato al dialogo e al confronto pedagogico tra i vari progetti
alternativi di educazione, come fece Don Bosco al suo tempo quando lo
paragonò con il Sistema repressivo e con i Sistemi «laici»,
Le prospettive di questo rilancio sono pi-orneitenti. Se bene impostato,
può segnare un periodo di espansione c di dif íusinne
della nostra pedagogia, che diventerà anche criterio dei nostri
collaboratori, della Famiglia Salesiana e di tanti altri educatori.
Potrà essere la «novità» di cui i Salesiani
sono caratteristici portatori nell'incontro tra la gioventù e
la Chiesa.
572
4.2.2 Il progetto e lo stile oli Doti Bosco .si cuiicreiizzario realisticamente
tit «ambienti» ed «opere». Don Bosco, giovane
sacerdote; seppe incarnare e arricchire il suo progetto apostolico.
Dalla semplice, seppur ricca relazione personale con i suoi ragazzi,
passò alla ricerca di uno «spazio» dove cercò
di creare un «ambiente» che preparava, facilitava e completava
il rapporto personale. Integrò questo ambiente con proposte atte
a rispondere ai biso-
gni e agli interessi dei giovani. Tale « formula » è
ancora il segno del realismo e della «concretezza pedagogica salesiana».
il nostro CG21, per «mantenere il carattere particolare dell'opera
e della pedagogia salesiana, ha studiato e offerto delle direttive e
delle linee opereititae per qualifica re gli ambienti di evangelizzazione:
a. nella linea educativa,
b. nella linea esplicitamente catechistica e di formazione nella fede,
c. nella linea comunitaria e di partecipazione,
d. nella linea dell'associazionismo giovanile. (Anche se quest'ultimo
tema non è stato trattato per sé stesso, è entrato
come componente del nostro progetto educativo negli oratori, nelle scuole,
nelle parrocchie, e l'assemblea ha mostrato un notevole interesse ogni
voi ta che sì è fatto menzione di esso).
4.2.3 Toccherà alle corrnmitii ispetioriali e locali calare tutto
questo nella realtà, ma è certo e appare evidente che
il Capitolo ha dato direttive, suggerimenti e strumenti atti per lai-
Fiorire, come ci ha chiesto il Papa, «il carattere particolare»
della pedagogia salesiana.
573 4.3 Terzo: Lo spirito d'iniziativa. E' questo un altro elemento
caratteristico degli orientamenti capitolari: l'inventiva pastorale,
la Fantasia pedagogica, l'intraprendenza e il coraggio, la santa furbizia
sono una espressione genuina deI cuore oratoriano di Dori Bosco. I Salesiani
della prima generazione, ci dice il testo capitolare, l'hanno imparato
alla scuola del nostro Padre e Maestro, e la storia dell'espansione
salesiana nel mondo è una chiara dimostrazione dell'efficacia
del suo insegnamento.
4.3.1 1l CG21 auspica (cfr. doc. 1, n. 155):
a. un rilancio di questa originale creatività salesiana,
b- una attenzione all'intuizione e alla sensibilità di alcuni
confratelli,
c, una cura per operare secondo lo spirito missionario di Don Bosco.
Questo appello capitolare a una rinascita dello spirito d'iniziativa
renderà possibile, lo speriamo, la realizzazione di «una
nuova presenza salesiana» per i « numerosi giovani delle
grandi città, indiFFerenti o lontani dalla Chiesa e dalla lede;
«per la gioventù e il popolo degli ambienti di emarginazione»:
e «per l'animazione di movimenti giovanili» (cfr n. 158).
4.3.2. Quanta sana utopia ferve in questi or icritarrieriti capitolari!
Essi appaiono in piena sintonia con quanto il S. Padre ci diceva nell'udienza:
«Sono milioni, talvolta sbandati e disorientati da una molteplicità
di voci discordanti, i quali aspettano da voi la parola di salvezza,
cercano la mano Fraterna ed amica, che con serena sicurezza li guidi
verso l'Assoluto» (Oss. Rom., 27.1.78).
E' ormai tempo di non lasciare più l'inventiva pastorale in balia
di alcuni pili estrosi, o magari di amareggiati o di dissidenti, ma
di assumerla come patrimonio di ogni comunità salesiano e come
espressione di Fedeltà a Don Bosco.
574
4.4 Quarto: Una proposta di pedagogia vocazionale Il documento 1 la
presenta in forma esplicita e sistematica, chiara nei suoi presupposti,
inserita in un disegno globale di maturazione nella fede, con suggerimenti
pratici per i diversi livelli di intervento. Si dovrà pur riconoscere
che questo CG21 ha dato alla Congregazione il primo documento capitolare.
che presenti un indirizzo organico di rinnovamento della pastorale vocazionale
salesiana. E' da auspicare che ciò concorra a ricuperare uno
degli scopi specifici della nostra Congregazione: la cura delle vacazioni
sa cerdotuli e religiose.
575
4.5 Evitare il pericolo di genericismo, Dunque: i testi capitolari sono
ricchi suggestivi nel presentare gli elementi più caratteristici
della nostra «identità originaria» di missionari
della gioventù. Se non mancheranno nelle Ispettorie le persone
capaci di applicarli, noi presto respireremo aria di inoltrata primavera.
Ma non vorrei concludere questo primo obiettivo del « Vangelo
ai giovani » senza alludere a un pericolo che ci sovrasta se non
insistiamo sulla nostra «identità originaria»; si
tratta del pericolo di genericisnio: non più missionari specializzati
per la gioventù maschile, ma lavoratori comuni, senza un distintivo
proprio e perciò, a tempi lunghi, senza più necessità
d'ispirarsi al carisma del Fondatore. Il Papa ci tua detta di rivolgerci
«con preferenziale interesse e dedizione alla gioventù
maschile».
Non deve sfuggirci che questo è un punto delicato, che va considerato
con serenità e discernimento. Tocca un elemento della nostra
«missione», della nostra «azione specifica»,
e del nostro «stile pedagogico»; quindi, anche della nostra
identità ed efficacia concreta.
Non a caso la lettera del S. Padre ne fa menzione due volte: la prima
volta collega il fatto con il momento «fondazionale », e
la seconda con il « rinnovamento» della nostra presenza
tra i giovani, chiedendoci una continuità di criterio anche nelle
mutate condizioni sociali e culturali.
576
Avrà il nostro Capitolo dato delle indicazioni sulficientemenie
chiare? Avrà creato strumenti efficaci per mantenere, anche nella
diversità di situazioni pastorali, l'identità della sua
missione in ciò che riguarda i destinatari e l'organizzazione
delle iniziative? Penso di si. Non bisogna drammatizzare alcune situazioni
particolari. Però il Capitolo ha riaffidato agli Ispettori e
ai loro Consigli il compito di un discernimento serio e salesiano caso
per caso (cfr doc. 1 n. 133-125).
Per questo discernimento ha richiamato gli orientamenti operativi dati
dal CGS, e ha ribadito le responsabilità comunitarie, il bisogno
della verifica periodica, l'adozione di convenienti cautele, e il dialogo
con il Consiglio Superiore per un'opera di accompagnamento e di chiarimento.
Una responsabilità collocata nelle. mani degli Ispettori e dei
Consigli ispettoriali non significa una maggiore facilità per
moltiplicare iniziative non indirizzate ai nostri destinatari, ma semplicemente
una possibilità di dare un giudizio circostanziato e concreto
su una situazione dei criteri obiettivi, al discernimento salesiano,
a una accettazione operativa della indicazione del
Santo Padre sono tenuti tanto le comunità locali e gli Ispettori
con i loro Consigli, come il Rettor Maggiore e il Consiglio Superiore.
Dobbiamo augurarci e proporci che tutti siano all'altezza di quest'ora
delicata per la nostra identità vocazionale.
577 5. Secondo obiettivo:
Il primo posto allo spirito religioso
La verifica sulla vita salesiana in questi ultimi anni ha messo in luce,
in varie zone, un pericolo non irreale di secolarità e anche
di secolarismo e di imborghesimento; questo pericolo è alimentato
da certe posizioni ideologiche che hanno creduto di appropriarsi, come
si dice, il concetto di «missione», messo al centro del
nostro rinnovamento dal CGS, per interpretarne il significato in forma
indebita, adulterandone così la vera portata.
Orbene: il S. Padre ci ha raccomandato che per la revisione delle Costituzioni
e dei Regolamenti e per la verifica della loro validità e attuazione,
dessimo « il primo posto allo spirito religioso, che deve animare
la tradizione ormai collaudata dall'esperienza e dall'insegnamento del
Concilio VaticanoII ».
Il CG21 ha deciso che questa revisione e verifica si realizzino durante
tutto il prossimo sessennio: di qui la particolare importanza operativa
per noi della raccomandazione ricevuta.
578 5.1 Approfondimento della «missione». Dare il primo
posto allo spirito religioso, ci dicie il Papa, è tiri criterio
della stessa tradizione ecclesiale collaudato, ormai, sia dalla prassi
esperienziale che dalla recente dottrina conciliare. Costituisce, quindi,
un punto fermo su cui poggiare la nostra prospettiva di futuro.
Non si tratta di riaprire il famoso dibattito su «consacrazione
e missione» per una impostazione distinta da quella studiata e
approvata dal CGS, ma piuttosto di una stia conferma al di sopra di
certe interpretazioni unilaterali apparse qua e là. La 1°
Commissione, nell'«Allegato» delle modifiche ritenute opportune
per la revisione definitiva delle Costituzioni, riferendosi all'impostazione,
al titolo e alla terminologia del Capo IX delle Costituzioni, ha affermato
giustamente che essi non rispecchiano in forma adeguata il contenuto
sia della 3° parte che del Capo IX:
«La parte IlI e il Capo IX sono infatti intitolati 'Consacrazione'
e negli articoli ricorrono spesso i termini 'consacrazione' e 'vita
religiosa'; ma il contenuto corrispondente riguarda esclusivamente la
professione e la pratica (lei consigli evangelici. Sembra che ciò
non sia esatto; e questo è causa di una certa tensione tra consacrazione
e missione, che nel testo attuale qua e là affiora. Pensiamo
sia necessaria una chiarificazione: Con il termine
'Consacraaone religiosa' o 'Vita religiosa' crediamo si debba intendere
la globalità della nostra vita di salesiani religiosi: essa parte
dall'azione di Dio che chiama, consacra e manda per compiere una missione,
e ad essa corrisponde la nostra offerta con cui... ci mettiamo a disposizione
di Dio per la
missione che Egli ci affida»; quindi, «comprende diversi
elementi che si integrano tra loro» (la pratica dei consigli evangelici,
la missione apostolica e la vita di comunione), e che «non si
possono separare! Se la tradizione ha legato la 'vita religiosa' essenzialmente
alla pratica dei consigli evangelici, ciò è dovuto al
fatto che questo è comune a tutti i progetti di vita religiosa;
ma ciò noti significa che la vita religiosa si esaurisca nella
pratica dei consigli evangelici».
579
Dunque: per noi, Istituto di vita attiva, mettere al « primo posto
lo spirito religioso» dovrà significare scoprire l'origine
ultima e la fonte che alimenta permanentemente la missione salesiana.
La fede, infatti, ci assicura che ogni missione nel Popolo di Dio profluisce
dalla «Fonte dell'amore» (AG 2) e che ogni impegno apostolico
sgorga dalla carità di Dio Padre, si concretizza autenticamente
attraverso Cristo, Capo della Chiesa, e si sviluppa e attua nello Spirito
Santo.
Perciò la genuina missione salesiana non è né semplice.
attivismo pragmatico, né sola iniziativa indipendente, né
una specie di altruismo antropocentrico, ma è una vera partecipazione
del mistero della Chiesa, la cui missione prolunga quella di Gesù
Cristo, inserendosi in quella sua obbedienza (cfr Ebr 5,8) con cui offrì
sé stesso al Padre per la vita del mondo.
Di qui l'assoluta necessità in ogni vera missione di una intensa
unione con Dio. L'unione con Dio costituisce la caratteristica specificante
dello spirito religioso (=«dono totale di sé a Dio sommamente
amato» - LG 44); inoltre, secondo il valido giudizio di don Ceria,
è proprio l'unione con Dio la più penetrante definizione
della personalità del nostro Padre Don Bosco.
580
5.2 La cura di alcuni valori di unità. Uno degli aspetti più
concreti dello spirito religioso è quello di vivere il Carrslna
del Fondatore nelle sue varie componenti ed esigenze.
lí CG21 invita i confratelli a impegnarsi:
a. in una più profonda conoscenza di Don Bosco e della tradizione
salesiana (cfr doc. 3° sulla Formazione, 1° parte); questo ci
eviterà i pericoli della dimenticanza e di certe demitizzazioni
falsificanti la storia;
b. in una più genuina mentalità religiosa, superando ormai
alcune posizioni ideologiche più o meno di moda ma aliene dalle
nostre Costituzioni e Regolamenti, e in dissonanza con l'esperienza
ecclesiale e il magistero (cfr doc. 1, parte 2: « La comunità
evangelizzata »; e doc. 5, n. 377-386);
c. inn una precisazione dell'ubbidienza salesiana, come radice più
significativa per noi della disponibilità nella missione (cfr
doc. 5, Modifiche all'art. 94 delle Cost.; 1'arl. 77bis dei Reg,; doc.
1, n. 41. 54-55. 155, 6. 1. 3. La 1° Comm., nel presentare l'art.
94 rinnovato, ci assicura che «vengono in tal modo meglio evidenziati
sia l'importanza della corresponsabilità, sia il servizio dell'autorità).
Questo ci aiuterà a ricordare che il voto di ubbidienza non lo
abbiamo fatto alla comunità ma al Superiore, a cui ci si sottomette
in spirito di fede (e Fr LG 42 e PC 14).
Questi tre aspetti (la conoscenza del Fondatore, la genuina mentalità
religiosa e la precisazione dell'ubbidienza salesiana) sono valori privilegiati
per l'unità della nostra Congregazione. A ragione il documento
sulla Formazione insiste nel ricuperare la chiarezza di alcuni aspetti
carismatici che assicurano la nostra identità nelle diversificazioni
culturali.
In un legittimo processo di decentramento questi aspetti costituiscono
il «polo teologale» del nostro carisma, da arnlonizzare
con il «polo antropologico» delle pluriformità. Una
preponderanza degli aspetti culturali propri delle particolarità
dì una regione, magari esasperata da ciò che si è
venuto chiamando il «complesso antiromano», rischia di danneggiare
la vita dell'unità e la crescita della comunione; nel Popolo
di Dio, la storia delle freddezze, delle distanze e delle spaccature
tra questi due poli sono alla radice delle polarizzazioni e delle separazioni.
Bisogna sempre mantenere uniti i due poli: nè valori carismatici
con pura uniformità, né valori culturali con gli idoli
di una ideologia o del nazionalismo! (N 13: Vi invito a rileggere con
attenzione al riguardo il N. 62 dell'esortazione apostolica «
Evangelii Nuntiandi»).
581 5.3 L'importanza vitale delle Costituzioni. Un progetto concreto
e autorevole di convergenza, che misuri e difenda l'armonia tra i suddetti
due poli, lo abbiamo nelle Costituzioni. Esse precedono in valore vocazionale
e giudicano le nostre pluriformità; sono una piattaforma di unità,
che precisa il comune spirito e i comuni obiettivi, e che delimita il
servizio sia dell'autorità che delle iniziative della creatività.
Solo la S. Sede, il CG e il Rettor Maggiore con il suo Consiglio possono
interpretare autenticamente le Costituzioni (cfr Cost 199); quindi non
sarebbe legittimo un pluralismo che le antecedesse in calore vocazionale
o che volesse manipolarle in questo o quel senso secondo la mentalità
più di snoda.
II CG21 ci ricorda che «l'obbligo di coscienza di osservarle...
nasce dal vincolo liberamente assunto dal Confratello nella professione
come personale risposta alla chiamata dei Signore (cfr Cost. 200). Vivere
le Costituzioni è quiridi - per ogni Salesiano - un atto di fede
in Gesù Cristo e nel suo Vangelo, un impegno di fedeltà
a una vocazione ricevuta come dono nella Chiesa, una �via che conduce
all'amore'» (n. 378).
Ecco allora un magnifico lavoro da sviluppare nei prossimi acuti: rilanciare
il vero significato della Professione religiosa, e approfondire tra
i confratelli il valore e la positività spirituale delle Costituzioni.
Abbiamo la fortuna d'avere un testo costituzionale assai valido, con
una formulazione che facilita il passaggio dalla lettura alla preghiera;
possiamo così introdurre le nostre Costituzioni nei momenti più
spirituali della vita personale e comunitaria.
582 5.4 La correlatività dei soci nella comunità. Infine,
dare il primo posto allo spirito religioso significa per noi ricuperare
tutto il senso della dimensione comunitaria salesiana: la comunità
ispettoriale e locale, ci dice l'art. 34 delle Cost-, è il soggetto
a cui viene affidata in primo luogo la nostra missione. Ciò porta
con sé delle corrseguenze assai concrete, su cui si dovrà
riflettere più realisticamente nella programmazione del nostro
rinnovamento.
La prima, è l'urgenza di saper convivere con «un cuor solo
e un'anima sola per testimoniare la carità che ci ha portati
alla professione religiosa, e ce ne fa vivere la consacrazione.
La seconda, è l'importanza di conservare quello stile di vita
e di apostolato «comunitario » che ci distingue nella Chiesa
dagli Istituti secolari.
F la terza, sulla quale il CG21 ha centrato una parte qualificata dei
suoi lavori, è quella della correlatività e complementarità
dei soci - preti, diaconi, coadiutori - per cui vivono tutti in reciprocità
di affetto e di corresponsabilità con una forma propria e originale.
Questo terzo aspetto dovrà costituire uno speciale campo di impegni
postcapitolari, come ho già detto sopra.
583
Tali conseguenze esigono, in particolare, la piena rivalorizzazione
della figura del SC, non solo dottrinalmente, ma soprattutto concretamente
nello stile e nelle responsabilità di convivenza, nella formazione
e nelle programmazioni apostoliche e, particolarmente, nella pastorale
vocazionale.
Penso che, in molte zone, tale lavoro dovrà costituire un obiettivo
privilegiato per saper presentare e assumere cori lealtà e penetrazione
ciò che il S. Padre ci ha aiutato a distinguere: la uguaglianza
vocazionale di tutti i confratelli dal particolare servizio comunitario
del Direttore.
Anche il travaglio sperimentato in Capitolo, al riguardo, diverrà
fonte di luce e dì generosità; e chi più ha studiato
e sofferto nella sua ricerca di fedeltà a Don Bosco in questo
campo, potrà influire più efficacemente sulla comprensione
c sull'applicazione degli orientamenti capitolari pertinenti.
584
6. Terzo obiettivo: L'animazione salesiana
Il terzo obiettivo da raggiungere è quello dell'animazione spirituale
come «attività» che dall'interno fa cercare la partecipazione
«di rulli ì membri nella vita del corpo »; l'animazione
religiosa è il vero antidoto contro il pericolo dell'irtdìfferentismo
e della perdita del senso di appartenenza.
Il documento della 2" Commissione ci indica che « il processo
di animazione si manifesta nella crescita della corresponsabilità
e nel riconoscimento della complementarità, come espressione
di una coscienza adulta e di uno stadio di accresciuta maturità...
Per noi Salesiani appare come momento e frutto della 'ragionevolezza'
e della 'amorevolezza' dello stile di Don Bosco» (n. 46).
Il saper promuovere opportunamente l'animazione spirituale diverrà,
dì fatto, l'elemento pratico più incisivo del nostro rinnovamento;
essa tocca l'«anima»: l'anima di ognuno, l'anima della comunità,
l'anima della Famiglia salesiana, ed è espressione della nostra
docilità allo Spirito Santo, che è precisamente l'anima
della Chiesa. E' con un Forte rinnovamento dell'animazione che ci sentiremo
coinvolti nel clima di Pentecoste.
L'esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi constata che «stiamo
vivendo nella Chiesa un momento privilegiato dello Spirito» (n.
75), e perciò un
momento particolarmente in sintonia con le esigenze di una animazione
che sappia percepire e seguire la presenza reale e l'iniziativa salvifica
di Dio nella vita.
585 Infatti, in chiave di mistero ecclesiale, l animazione è
strettamente vincolata con la presenza vivificatrice dello Spirito Santo,
che anima organicamente tutta la Chiesa come «Corpo» che
ha Cristo per «capo»; ossia, la sua animazione è
ordinata a una comunità già costituita e articolata per
ringiovanirne le energie, vivificarne le Funzioni e stimolarne l'operosità.
L'animazione non crea la comunità, ma la suppone e la vitalizza.
L'animazione non dà origine a un'indipendenza individualista,
bensì unisce e armonizza i vari doni e i differenti ministeri:
è proprio dell'anima originare e nutrire l'identità, la
comunione organica e il dinamismo di un vivente.
586 6.1 Vera novità di .stile. Impegnarsi nell'animazione significa
curare prioritariamente alcuni aspetti strategici che fanno crescere
il senso di appartenenza, la coscienza di corresponsabilità e
l'entusiasmo adulto. Ciò comporta il delicato lavoro di convincimento
delle libertà, le molteplici in interrelazioni di dialogo (reciprocità,
capacità di ascolto, discernimento dei cuori, comunicazione),
e il ricorso al clima di famiglia nelle sue svariate espressioni di
bontà e di .Servizio.
Si tratta di costruire uno stile veramente nuovo di convivenza salesiana
di maggior qualità spirituale, di più acuto zelo apostolico
e di più profonda semplicità religiosa.
Per raggiungere questa novità di stile dovranno sentirsi impegnati
tutti i coi fratelli; ma proprio per questo bisognerà concentrare
gli sforzi su alcuni «animatori» specializzati, a livello
ispettoriale, e, soprattutto, su una accurata rivalorizzazione del ruolo
dell'autorità salesiana, particolarmente del Direttore. Già
gli Schemi precapiiolari (cfr n. 246) avevano rimarcato le esigenze
dei confratelli al riguardo, e tosi avevano auspicato che il ruolo del
Direttore, denominato felicemente «ministero dell'animazione comunitaria»,
divenisse uno dei punti focali del CG 21.
587 6.2 La figura e la funzione del Direttore salesiano. Ve ne ho già
parlato nel mio intervento del 24.1 u.s. Mi rimane persistente nel cuore
l'accorato appello di don Rinaldi: «Miei carissimi Ispettori e
Direttori, vi scongiuro nelle viscere della carità di N.S.G.C.
di lar rivivere in voi e attorno a voi la tradizione della paternità
spirituale, che purtroppo va spegnendosi, con grande danno delle anime
giovanili e della nostra 1isiononiia salesiana» (cfr discorso
citato),
La «paternità spirituale» di cui parla don Rinaldi
è espressione di ministero sacerdotale, di quella «paternità»
nella fede a cui allude spesso 5. Paolo (1 Tess 2,78 e 10-11; 1 Cor
4,14-21; 2 Cor 6,12-13; 12,14-15; Gal 4,19).
E' un dato di fatto che i Direttori salesiani sono sacerdoti; ecco allora
il punto nodale: «spiritualizzare» oggi la funzione del
Direttore salesiari(a si-
gnifica rileggere e rilanciare il ministero sacerdotale precisamente
nel suo esercizio rinnovato di servitore della comunità; come
ci ha detto il Papa, il Direttore deve poter guidare la comunità
«con sapienza ecclesiale» valendosi dei «carismi dell'ordinazione
sacerdotale ».
Urge, dunque, prendere molto seriamente in considerazione i criteri
di salesianità indicati dal CG21 (cfr doc. l, n. 51) per una
chiara e concreta «spiritualizzazione» del complesso ruolo
affidalo al Direttore dalle Costituzioni (cfr doc. 1, n. 52) e dare.
il primo posto nella programmazione dei prossimi lavori dei Consigli
ispettoriali al ridimensionamento concreto del figura del Direttore.
E' indispensabile che l'Ispettore. con il suo Consiglio studi attentamente
in ogni casa la possibilità di semplificazione dei compiti gestiti
dal Direttore, secondo i criteri e le gerarchizzazioni indicati dal
documento 1 (n. 51 e 52) chiarendo e precisando i ruoli complementari
degli altri, in modo che appaia più incisiva e fedele la ligura
e la funzione spirituale del Direttore.
La delicatezza e. l'importanza di una tale revisione esige dagli Ispettori
e dai Direttori una continuata e intelligente verifica del nuovo modo
di funzionamento del ministero del Direttore.
Sento proprio di star premendo, qui, in sintonia con la riattualizzazione
del Sistema Preventivo, il bottone di lancio del nostro prossimo futuro:
vediamo, cari Ispettori, se il famoso spirito d'iniziativa, del cui
patrimonio ci sentiamo eredi, sa dimostrare veramente in questo delicato
campo la sua vitalità creatrice e il suo proverbiale equilibrio
di omogeneità con le fonti.
588
6.3 La responsabilità per la Famiglia Salesiana.. Tra le risposte
alla verifica del sessennio da parte del CG21 c'è stata la ristrutturazione
di alcuni servizi del Consiglio Superiore; mi riferisco ora in particolare
alla revisione dell'art. 141; nella sua riformulazione, l'articolo dice:
« Il Consigliere per la Famiglia Salesiana ha il compito dì
sensibilizzare e animare la Congregazione per il ruolo ad essa affidato
nella Famiglia Salesiana, a norma dell'articolo 5».
Siamo chiamati, quindi, ad approfondire ancor meglio nel prossimo sessennio
la realtà vocazionale della Famiglia Salesiana, provvidenzialmente
riscoperta dal CGS; è cresciuto, ormai, un albero salesiano con
molti rami, o, se preferite, un piccolo «bosco» salcsianof
Questo è un fatto che implica degli impegni da programmare. Ma
ora io intendo sottolineare semplicemente l'orizzonte di animazione
che si apre cori questo tema, soprattutto per gli Ispettori e i Direttori.
Noi sappiamo che i diversi gruppi appartenenti alla Famiglia richiedono
una animazione tale che, nella sua espressione fontale, quella più
spirituale e pastorale, sia realmente «avvalorata dai carismi
dell'ordinazione sacerdotale». Lo abbiamo sentito dalle FMA, dai
Cooperatori, dalle VDB e dagli ExaIlievi, e lo sappiamo dall'esperienza
che abbiamo con gli altri gruppi.
Allora qui si apre davvero un nuovo fronte; e ci sarà da preparare
seriamente e con urgenza in ogni Ispettoria un contingente di animatori
» adatti e competenti.
Poveri noi, dirà qualcuno, ma qui adesso tutta l'Ispettoria si
deve mettere in stato di emergenza per la Formazione!
Eh, si, poco ci manca! -Non è il CG21 che ha inventato artificialmente
tante urgenze formative, è la realtà più viva e
più pressante che le reclama.
Dunque, bisognerà adeguarsi alle esigenze di questa realtà
che ci circonda e decidersi a cambiare, in tutti i casi, la nostra mentalità
manageriale di tipo attivistico, ricordando che nelle svolte della storia
il futuro non sta dalla parte delle opere già stabilite, ma da
quella delle persone, delle comunità e della Famiglia, in quanto
costituiscono il soggetto vivo e permanente della vocazione salesiana.
Sarà, perciò, importante considerare con particolare altcnzione
gli orientamenti operativi del documento 1, ai numeri 61 e 79, non dimenticando
quanto vi dicevo ieri sulla deiicatczza di alcuni problemi già
sorti qua e là.
589 6.4 La devozione a Maria Ausiliatrice. Un aspetto particolarmente
caratteristico, per noi, nel rilancio di una genuina animazione salesiana,
è quello di saper riattualizzare in profondità dottrinale
e in attualità pastorale la dirnelnsione mariana del nostro carina
(ci r ACGS n. 105. 545).
Ne abbiamo già parlato in occasione della presenza tra noi del
Consiglio Generalizio delle FMA e nella breve commemorazione del centenario
della morte di Pio IX. Vi confesso la mia intima convinzione, sempre
più lucida e più alta, che senza una tale ripresa non
risulterà un « gran che » tutto il resto. La Congregazione
è nata e cresciuta per l'intervento di Maria, e si rinnoverà
nella misura con cui la Madonna ritornerà ad occupare il posto
che le corrisponde nel nostro carisma.
Guardiamo alle origini della vocazione salesiana, guardiamo agli atteggiamenti
e alle iniziative di Don Bosco, guardiamo al significato storico di
questa devozione nella vita dei missionari e dei primi grandi discepoli
di Don Bosco, e troveremo che l'espressione del nostro buon Padre che
«Maria ha fatto tutto» perché Ella è la «fondatrice
e la sostenitrice delle nostre opere» (cfr MB VI1,334) è
un dato di fatto vocazionale; ed è una componente che tornerà
a brillare con intensità ogni volta che ci rinnoviamo oggettivamente.
590 6.4.1 Il nostro atteggiamento mariano deve poggiare sai due linee
portanti assai concrete, espressione realista della vera fede:
a. il mistero della risurrezione, per cui siamo sicuri che le realtà
escatologiche operano già ora nella storia; in particolare la
convinzione di fede che la «maternità di Maria nell'economia
della grazia perdura senza soste...; difatti, assunta in cielo, non
ha deposto questa funzione di salvezza» (LG 62);
b. e la concretezza del tratto personale di figliolanza, per cui ci
inseriamo nei tessuto degli eventi salvifici non con la scienza degli
«ideologi dei progetti, ma con la praticità operativa dei
«monaci delle cose».
Don Bosco si è messo proprio su queste linee, e ha fatto della
sua devozione alla Madonna un'espressione straordinaria di fede nella
presenza dei valori pasquali nella storia, con la conseguente sua operosità
veramente costrut-
tiva per la società umana. Dobbiamo, come lui, inserirci nel
vivo del movimento mariano più attuale, incrementando con ogni
cura la devozione all'Ausiliatrice; e ciò, nell'ambito operativo
da lui preferito. Infatti, anche in questo campo, come al solito, «l'attitudine
di Don Bosco è quella dell'educatore cristiano e del pastore
di anime, più che del teologo speculativo» (P. Stella,
D. Bosco, Il, pag. 152).
Credo utile, al riguardo, sottolineare un aspetto che vi ho già
ricordato in altre occasioni. La devozione di Don Bosco alla Madonna,
vista come Ausiliatrice del Popolo cristiano, è legata agli avvenimenti
concreti dell'esistenza, si immerge nel corso vivo della storia, nei
suoi labirinti e nelle sue passioni, ma rimane chiaramente escatologica
(Don Bosco direbbe «religiosa»); non si trasforma in una
«crociata di cristianità»; sente e partecipa alle
vicissitudini socio-culturali e ai continui nuovi assetti dei popoli
nell'ininterrotto processo di un nuovo grado di liberazione, ma non
diviene mai politica; è realista, ma trascendente, in piena sintonia
con la specifica missione della Chiesa (cfr GS 42).
591
6.4.2 Aggiungo un'ultima osservazione sulla nostra caratteristica mariana,
che dobbiamo rilanciare. La devozione a Maria Ausiliatrice è,
da una parte, uno stile di figliolanza, o un'angolatura spirituale,
con cui si contemplano e si proclamano i diversi aspetti salvifici e
i differenti titoli di grazia con cui la Chiesa venera la Madonna; quindi
e una devozione non di concorrenza ma di moltiplicazione e di operosità
ecclesiale.
Dall'altra parte, per noi e la nostra Famiglia, la devozione all'Ausiliatrice
costituisce una vera sintesi della fisionomia spirituale salesiana,
perché ne esprime vitalmente le componenti di trascendenza religiosa,
di realismo pedagogico, di speranza operativa e di incondizionata bontà.
Il Rettor Maggiore ha chiesto alle FMA di sentirsi privilegiate in questa
comune responsabilità di una vera ripresa della devozione a Maria
Ausiliatrice in tutta la Famiglia Salesiana; a noi tocca, nelle Ispettorie
e particolarmente nei Santuari a Lei dedicati, suscitare con entusiasmo
e criterio rinnovato tante iniziative di collaborazione. Un nuovo risveglio
mariano ci farà capire e ripetere quanto Don Bosco scriveva a
don Cagliero: «Confidate ogni cosa in Gesù Sacramentato
e in Maria Ausiliatrice e vedrete che cosa sono i miracoli» (M
B XI, 395).
7. Conclusione 592
Cari Confratelli capitolari, finisco.
Ho voluto concludere le nostre sessioni con un saggio di visione sintetica
in prospettiva per i nostri impegni postcapitolari; le riflessioni che
vi ho comunicate, spero servano a svegliare l'urgenza di una meditazione
personale in ognuno dei Capitolari sull'insieme dei documenti e degli
eventi che ormai si chiameranno il CG21: dobbiamo sapervi scoprire il
soffio dello Spirito per le principali linee programmatiche della nostra
azione.
Giovedì scorso il carri. E. Pironio, con l'impagahilc dono della
sua visita, ci ha messi in gioiosa sintonia con lo Spirito Santo per
saper interpretare e applicare il Capitolo Generale: approl.ittiamo
della straordinaria ricchc»a e concretezza pastorale sia della
sua conversazione che della sua omelia.
Io ringrazio tutti voi per il patrimonio di comunione salesiana costruito
e vissuto insieme in questi mesi, e mi associo con vivissima gratitudine
a quanto ha già espresso fraternamente il nostro don Giuseppe
Sangalli.
E prima di uscire per prepararci alla celebrazione eucaristica di chiusura,
vogliate ancora ascoltare il saluto finale che Don Bosco rivolgeva ai
Capitolari del CG3 a Valsalice nel 1883: «Tornando alle vostre
case, saluterete i confratelli e tutti i giovanetti. Portale il pensiero
che la gloria della Congregazione è con voi: tutto sta nelle
vostre rriani. L'aiuto di Dio non rnanchcrà. Avete a Torino degli
amici e un Padre. Pregate per lisi ed egli non si scorderà dì
voi nella 5. Messa» (MB XIII, 418).
Anche alla casa generalizia di Roma sarà così.
Grazie!
Roma, 12 febbraio 1978
ALLEGATO 17
Cronistoria del CG21
1. L'arrivo dei Capitolari (18-22 ottobre 1977)
Estate 77: man mano sì avvicina la scadenza i lavori di preparazione
della grande assemblea capitolare assumono un ritmo vertiginoso, tutto
deve essere pronto per accogliere nel miglior modo possibile i 184 capitolari
e gli osservatori provenienti dai cinque continenti. «Ci avete
aspettati e amati ancor prima di conoscerci » confessa ammirato
un capitolare.
Ad essi crano già stati inviati per tempo gli «Schemi precapitolari»,
il Regolamento del CG21 e il modulo per la scelta del futuro tema e
relativa commissione di lavoro.
Mentre nella casa generalizia fervono gli ultimi preparativi, cominciano
a far capolino i primi capitolari, che poi confluiscono sempre più
numerosi via via che si avvicina la data fissata. E' un incontro festoso
di vecchi e nuovi amici, la cui gioia contagia anche chi, per la prima
volta, tirnidamente, mette piede alla «Pisana ». E' tempo
di ricordi e di nuove conoscenze.
2. Gli Esercizi Spirituali (23-29 ottobre 1977)
Domenica 23 ottobre, giornata missionaria mondiale, iniziano gli Esercizi
Spirituali. Con la loro pausa di silenzio e di riflessione permettono
dì passare dalle preoccupazioni e dalle urgenze quotidiane a
un progressivo clima di comunione, di ricerca interiore e di distanza
critica dai problemi, oltre che di necessaria carica spirituale
1 primi giorni si svolgono nel modo tradizionale. mens. Filippo Franceschi,
con le sue meditazioni, introduce i capitolari in una dimensione di
servizio pienamente ecclesiale e salesiano. La solenne liturgia penitenziale
conclude uno stile e ne apre un altro. Nei restanti due giorni (27-28
ottobre), gli esercitandi sono avviati, sotto la guida di padre Luis
Gonzalez, sj, a un esercizio concreto dì «discernimento
degli spiriti», come preparazione spirituale e psicologica alle
discussioni capitolari.
29 ottobre: la prima impegnativa tappa del cammino capitolare si conclude
nella ricorrenza liturgica del beato Michele Rua.
3. Apertura del CG21 (31 ottobre 1977)
3l ottobre: solenne apertura del CG21. La concelebrazione eucaristica
presieduta dal carri. Eduardo Pironio, prefetto della S. Congregazione
dei Religiosi, crea il clima spirituale necessario per cogliere la profondità
salvifica dell'avvenimento.
Ore 10,30, nell'Aula magna, gremita di capitolari, invitati, membri
della Famiglia Salesiana e amici, ha luogo la prima seduta plenaria.
Tutti, ad una sola voce pregano: «Eccoci, Signore, Spirito Santo,
eccoci alla tua presenza... vieni a noi. �insegnaci quello che dobbiamo
fare, la meta da raggiungere... sii tu la nostra guida... uniscici.
Amen».
Il Regolatore, presentato dal Rettor Maggiore, costituisce l'uFFicio
di Segreteria. Segue quindi la lettura del messaggio inviato da Paolo
VI per mezzo del Segretario di Stato, card. G. Villot.
Molti i messaggi augurali e le adesioni. Tra questi il più toccante,
viene dal Viet Nam: « Uniti in preghiera e nello spirito salesiano,
con il CG21 ci impegnato alla fedeltà a Don Bosco e alla missione
salesiana. Confratelli Vietnamiti».
Il Rettor Maggiore pronuncia il discorso di apertura. Questo capitolo,
dice, cade esattamente nel centenario del primo Capitolo Generale della
Congregazione Salesiana. Il suo compito è di essere il «
capitolo della verità ».
li card. Pironio individua nel capitolo tre dimensioni: esso è,
dice, un avvenimento salvifico, ecclesiale e familiare. E ci lascia
con un «arrivederci».
Questa prima giornata ha anche un altro polo di interesse: la «Relazione
generale sullo stato della congregazione», del Rettor Maggiore
don Luigi Ricceri. Ampia, articolata, documentata, aperta alle luci
e alle ombre. Su dì essa i capitolari sono invitati a riflettere
come base di partenza per la « verifica » che dovranno compiere.
4. li volto della Congregazione
E' un mondo vario, complesso e ricco di espressioni diverse come il
volto della Congregazione quello che rappresentano e in certo qual modo
riproducono i 210 salesiani direttamente impegnati nel CG21: 184 capitolari,
10 osservatori, 7 addetti all'uff-icio segreteria, 8 alla traduzione
simultanea e uno alla regia del complesso sistema elettronico della
sala capitolare.
Ci sono lentezze inevitabili che nascono dal numero elevato dei capitolari;
ci sono problemi di comunicazione e di comprensione dovuti alla varietà
delle lingue; di FFicollà che emergono dalla presenza contemporanea
di mentalità, esigenze, sensibilità e problematiche che
riflettono realtà e situazioni, non solo geogralieamente, ma
culturalmente molto distanti. Su tutto però domina l'amore a
Don Bosco e alla Congregazione, e una gran voglia di lavorare.
5. Novembre: "primi passi"
Le giornate capitolari s'inlittisconu, via via, di impegni di lavoro
e di studio. L'orario quotidiano è distribuito in modo da dare
spazio alla preghiera comunitaria, allo studio personale, e agli incontri
di gruppo e assembleari.
La complessa macchina capitolare si mette gradatamente in movimento,
costituendo gli strumenti necessari per il suo buon funzionamento. Approva
con celerità il Regolamento, riservandosi di rivedere, come avverrà
di fatto, quelle norme che creassero difficoltà. Vengono eletti
i Moderatori, i quali, insieme al Presidente e al Regolatore formano
l'ufficio di Presidenza del CG21. Pochi giorni dopo si costituisce la
Commìssione Centrale di Coordinamento. Anche le Commissioni,
proposte a suo tempo dal Consiglio Superiore, dopo un lungo e approfondito
dibattito, ottengono il via dall'Assemblea. Il gruppo di lavoro del
«Salesiano Coadiutore», a motivo dell'importanza del tema,
viene costituito in Commissione, con il diritto, quindi, di portare
i risultati del suo lavoro direttamente in Assemblea generale, senza
passare attraverso altre Commissioni. Un altro passo importante verso
la «normalizzazione» è l'elezione dei responsabili
provvisori delle Commissioni. Appena la reciproca conoscenza lo permetterà,
si procederà alla definizione degli organi direttivi delle Commissioni
e Sottocommissioni. Per questioni procedurali e regolamentari dubbie,
ci si affida alla competenza della Commissione per il Regolamento, mentre
alla informazione tempestiva dei confratelli si provvede con la Commissione
per l'Informazione. Suo compito è informare tutto il mondo salesiano
sui lavori del CG21 con «Notizie» frequenti e oggettive.
4-5 novembre. Il Rettor Maggiore risponde alle richieste di chiarimenti
sulla Relazione Generale. Tali richieste sono numerose e articolate
e toccano, in un clima dì libertà e di franchezza, tutti
i punti qualificanti della Relazione. Gli interventi manifestano convergenze,
ma anche divergenze, rispetto all'analisi offerta. C'è chi rileva
l'emergere di una Congregazione dai contorni molto rilevati nonostante
i chiaroscuri, e c'è chi ha la sensazione di una venatura di
pessimismo nel valutarne la realtà e la storia recente. Con altrettanta
franchezza, il Rettor Maggiore risponde che «ha guardato alla
Congregazione con la sincerità e l'amore di un figlio che ama
sua madre, ma che non chiude gli occhi di fronte ai pericoli che la
minacciano... Non sono pessimista, conclude, ma neppure un facile ottimista...
l'ottimismo è nelle mani di ciascuno di noi».
6. "La lettera del Papa"
Il messaggio di S.S. Paolo VI, inviato per mezzo del card. G. Villot,
sarà costantemente presente nei lavori capitolari, suscitando,
fin dalle prime battute, qualche perplessità e dubbio, sul suo
significato e la sua portata.
La risposta del Rettor Maggiore è chiara e salesiana. Cita Part.
128 delle Costituzioni: «La società salesiana riconosce
come supremo Superiore il Sommo Pontefice». E prosegue: «Il
Rettor Maggiore vede nel Papa, col
cuore di Don Bosco, il suo direi lo superiore, e soprattutto il padre
ani antissimo e benevolissimo della Congregazione. Questa lettera, egli
dice, «è come un invito a riflettere seriamente su un problema
londamentalc della Congregazione quale è la nostra identità.
Non quindi un condizionamento, ma ti n aiuto di chi solo ha tutta l'autorità
sulla Congregazione, ...e da grande amico qual è, ne ha a cuore
la vitalità e la fecondità... Per questo noi abbiamo da
essere grati al santo Padre Paolo VI,.
7. Ne parlano i giornali
«Aperto confronto per i Salesiani». «Giunti da tutto
il inondo per offrire nuovi indirizzi alla Congregazione. «A 100
anni dal Capitolo tenuto da Don Bosco, il 21" CG dei Salesiani».
« 1 Salesiani alla ricerca dei 'più poveri' del mondo ».
,, Il futuro della Congregazione ». « I Salesiani riuniti
a Roma cercano le nuove vie dopo una severa crisi»... Questi alcuni
titoli dei quotidiani italiani ; avvertono chiaramente che il CG 21
«segnerà una tappa decisiva per la Congregazione.».
8. Una grande famiglia
Il CG2l, col passar dei giorni, accorcia le distanze psicologiche e
diventa sempre più comunità, famiglia capitolare. I momenti
di incontro informali facilitano i contatti. Gli intervalli dal lavoro
capitolare sono colti come momenti preziosi per lo scambio di un parere,
per una confidenza, per un consiglio... A mensa, nella libera scelta
del posto, si allarga la cerchia delle conoscenze e dello scambio delle
esperienze.
La fantasia è messa a servizio della gioia comune, e sì
organizzano incontri di lraternità in occasione di compleanni
e onomastici. Anche nell'Aula capitolare si conserva costantemente il
senso de1l'humor: antidoto infallibile contro lo scoraggiamento e tonico
per la rapida ripresa dopo il momento della tensione. Lo spirito d'iniziativa
e la gioia fraterna si esprimono ad un alto livello nella celebrazione
dell'accademia in onore dell'Immacolata, e nella serata di fraternità
di metà gennaio in onore dei nuovi Superiori, con ii saluto riconoscente
a chi concludeva il suo servizio, in particolar modo a don Ricccri.
Il nuovo Rettor Maggiore cornrnenta: «...lo spirito salesiano?...
Non si descrive, lo si vive cosi».
9. La "questione previa"
Giovedì 10 novembre. La Commissione I'' «Costituzioni e
Regolamenti» sottopone all'attenzione dell'Assemblea una grossa
questione che ritiene previa al suo lavoro e a quello dello stesso CG21:
«Approvazione definitiva delle Costituzioni e dei Regolamenti,
o prosecuzione dell'esperimento per un altro sessennio, con eventuali
ritocchi e modifiche?». Le argoinentazioni a lavare dell'una o
dell'altra ipotesi sono numerose e bere documentati. Tuttavia la maggior
parte di coloro che prendono la parola in Aula si
pronunciano per un prolungamento della sperimentazione, anche se non
pochi insistono che un eventuale nuovo sessennio «ad experimentum
», non deve precludere a priori la possibilità di apportare
al testo costituzionale modifiche anche sostanziali. Ulteriormente precisata,
la questione previa viene messa a voto sondaggio, che conferma ampiamente
l'orientamento emerso già nel dibattito,
10. Posta di famiglia
Ai primi di novembre giunge inaspettata una lettera dal Viet Nam, Sono
i nostri confratelli salesiani. Sì rammaricano dì non
poter essere presenti al CG21, tuttavia assicurano la loro unione spirituale
con l'assistenza delle loro preghiere e con il loro ricco «bouquet»
dì sacrifici offerti al Signore. «Don Bosco è con
noi, se ci manteniamo Fedeli al suo ideale»,
28 novembre, il postino ribassa alla porta. Don Ziggiotti scrive al
Rettor Maggiore e a tutto il Capitolo: «Sono felice dì
poter collaborare, ma solo con l'offerta totale della mia vecchiaia,
dopo 78 anni di vita salesiana».
11. Un lavoro nascosto
Passano le settimane del CG21. Qualcuno, preso dall'impazienza e dalla
fretta, vorrebbe vedere qualche frutto, mentre le Assemblee plenarie
si diradano. .Dove sono i capitolari? Sono l'abile e talvolta energica
guida dei Presidenti delle Commissioni, essi stanno compiendo lavori
di scavo, (li fondazione, di progettazione dell'edificio del CG21. Accumulano
materiali da costruzione, selezionano progetti, stendono e confrontano
scherni.., Si tratta di un lavoro non appariscente, non rilevabile immediatamente,
che richiede tempo, fatica, pazienza. Lo si apprezzerà quando,
sulle fondamenta, si vedranno spuntare e delinearsi le strutture dell'edificio
capitolare.
Intanto per i corridoi della Pisana eccheggia Fino a tarda notte il
ticchettio delle macchine da scrivere, mentre solisticati «torchi»
gemono infaticabili nella stamperia. Le Commissioni sono al lavoro.
Si studia, si ricerca, si va alle fonti... Si alternano momenti dì
studio e dì riflessione personale ad incontri dì Sottocommissione
e Commissione. Ci si ritrova parecchie volte al giorno, si discute anche
animatamente, si imbastiscono schemi,,. Alcune Commissioni sembrano
camminare decise verso il dibattito assembleare, altre segnano il passo
tra difficoltà e indecisioni, ma in ogni caso i lavori procedono,
i diversi temi prendono contorni... Il Capitolo entra nel vivo dei problemi
ai quali è chiamato a dare una risposta.
12. Dicembre: "Le prime gemme"
Ai primi dì dicembre la prima Commissione presenta in Aula un
documento di lavoro su ile «strutture di governo a livello mondiale».
La scelta dì questo tema è, per così dire, comandato
dall'avvicinarsi della elezione del Rettor Maggiore e del suo Consiglio.
La Commissione chiede un pronunciamento
sulla ristrutturazione di alcuni «dicasteri», sulla figura
e sul numero dei Consiglieri regionali e sulla situazione speciale in
cui si trovano le Ispettoric della Polonia. Nel dibattito si delineano
le varie posizioni, chiarite successivamente da quesiti sondaggio.
Tra i compiti del CG21 si annovera anche lo studio dei problemi dell'UPS-Opera
PAS, cui si dedica un gruppo di lavoro. Un'ampia relazione del Consigliere
per la Formazione mette in luce i passi compiuti in questi 6 anni, sottolineando
particolarmente l'elevazione dell'Ateneo Salesiano al grado di Università
Ecclesiastica; documenta il lavoro sin qui svolto, e i problemi che
attendono una soluzione.
13. La preghiera
La preghiera costituisce quotidianamente i momenti forti del Capitolo.
L'Eucaristia, celebrata per gruppi linguistici o comunitariamente, diviene
il cuore e il segno della comunione capitolare. Sì vivono con
più intensità anche le tappe dell'anno liturgico attraverso
la celebrazione della Parola di Dio: Cristo Re, Avvento, Immacolata,
Natale... Particolarmente sentite le feste salesiane: quella dei beato
Michele Rua, san Francesco di Sales, Don Bosco. E' la prima volta nella
storia della Congregazione che un Capitolo Generale si trova riunito
nel giorno della festa del Fondatore. li tempio di Don Bosco in Roma
accoglie i capitolari per una solenne concclebrazione presieduta dal
card. Felici.
L'attività febbrile non impedisce di trovare il tempo per alcuni
ritiri spirituali, guidati dal carri. Gabriele Garrone, e da don Giuseppe
Aubry. E' il momento salutare della pausa dello spirito e di più
intimo incontro con Dio.
L'ultimo mese vede nascere una iniziativa spontanea di preghiera. Un
nutrito gruppo dì capitolari accompagnano il lavoro con una mezz'ora
quotidiana di adorazione del Santissimo.
14, Segni di stanchezza
Il tempo passa, e il pensiero va alle proprie Ispettorie. al molto lavoro
che aspetta, ai confratelli.., mentre il CG2I avanza ingoiando giorni
senza che se ne intravveda la fine.
Il 9 dicembre la Presidenza prende l'iniziativa e interpella l'Assemblea
sull'opportunilà di progettare la chiusura dei lavori capitolari
non oltre il periodo di tempo compreso tra il 15 e il 25 gennaio. La
risposta positiva, esprime soprattutto la speranza e la volontà
dì condurre in porto con sereni[à e ottimismo il lavoro
intrapreso.
15. Il settimo Successore di Don Bosco
Lo stesso 9 dicembre, l'Assemblea, interpellata, decide che è
tempo di eleggere il Successore di Don Bosco. 1 capitolari, con vivo
senso dì respon-
sabilità, chiedono e danno utili informazioni sui possibili candidati,
ma soprattutto cercano luce e consiglio, personalmente e comunitariamente,
nella preghiera intensa e prolungata.
15 dicembre. La giornata si apre con la Concelebrazione plenaria. Il
Presidente prega: «Padre... illuminaci nella scelta che dobbiamo
fare, accompagna con il tuo Spirito coloro che sono eletti... ».
Ore 9,00: Assemblea plenaria. Quando alla seconda votazione, la voce
dello scrutatore ripete per la 92-` volta il nome di don Egidio Viganò,
scoppia l'applauso attorno al nuovo padre: Don Bosco ha il suo settimo
successore!
I ilashes fissano questi momenti storici, festosi e commossi genuinamente
salesiani. Sul palco della Presidenza don Ricceri accoglie il neo-eletto
con un caldo e affettuoso abbraccio. Alla domanda di rito, don Vigano
risponde: «Accetto con grandissima speranza».
La notizia si diffonde in un baleno in tutto il mondo salesiano: non
si conoscono distanze. Piovono i telegrammi di felicitazioni da tutti
i continenti.
I «grandi elettori» si ritrovano per eleggere prima il Vicario
del Rcttor Maggiore, il giorno 19, poi i membri del Consiglio Superiore
incaricati di settori speciali, il 22; e, infine, il 27 dicembre, i
7 Regionali. Tutti gli eletti, «ripetenti», «promossi»
o «matricole», come si definiscono, accettano il loro mandato
con la serena convinzione che nel CG21 si è manifestata la volontà
di Dio.
16. Le Buone Notti
Fin dai primi giorni del Capitolo la Buona Notte è diventata
uno dei momenti forti e attesi della giornata. Durante gli Esercizi
Spirituali la diede il Rettor Maggiore, che illustrò alcuni temi
di famiglia. In seguito si sono succeduti al microfono della sera, con
un ordine che ubbidiva a criteri non ben definiti i Superiori e gli
Ispettori.
E' chiaro che i «due o tre minuti» tradizionali non erano
sufficienti. Si dilatarono a 15, a 20... seguiti sempre con estremo
interesse, perché andavano delineando davanti agli occhi dei
capitolari il volto della Congregazione nei suoi tratti più significativi.
Ne risultò come un grande affresco, o un mosaico, che rivelava
la realtà della Famiglia Salesiana nella Chiesa e nel mondo.
Sera dopo sera, a mano a mano che le tessere del mosaico si aggiungevano
le une alle altre, l'immagine della Congregazione appariva grandiosa
e suggestiva, con le sue luci e le sue ombre, con le sue prospettive
e i suoi limiti, con le sue realizzazioni concrete e le sue speranze
affidate alla benedizione di Dio e alla buona volontà degli uomini.
17. "Si va avanti"
La prima Commissione prosegue nel suo lavoro presentando all'Assemblea
lo schema sulle strutture di governo a livello ispettoriale e locale,
e concre-
tizzando il suo lavoro in alcune proposte di modifica degli articoli
costituzionali.
Il 20 dicembre, la Commissione IV ha il suo primo impatto con l'Assennblea.
Presenta «Alcuni orientamenti sull'identità e problemi
inerenti alla pastorale vocazionale e alla formazione del Salesiano
Coadiutore.
Il 22 è la volta della Commissione III con il suo documento su
«La formazione alla vita salesiana ».
Ultimo, desideratissimo e..- trionfale, entra in aula il «doeumentone»
della Commissione 11: « I salesiani evangelizzatori dei giovani.
E' il 31 dicembre, e il canto del Te Deum, quella sera di fine anno,
è più convinto e solenne.
18. La giornata degli assenti
11 17 dicembre, la comunità capitolare si stringe in fraterna
amicizia attorno ad un gruppo di confratelli originari dei paesi dell'est
europeo nella giornata dedicata al ricordo e alla preghiera per le Ispettorie
e i confratelli forzatamente assenti dal CG2I. Vi partecipano anche
i ragazzi dei collegi Lituano, Slovacco e Ucraino dì Roma, i
quali presentano un applaudito trattenimento folkloristico.
Attorno all'altare, durante la Concelebrazione plenaria, si rende testimonianza
alla eroica fedeltà di questi nostri confratelli alla loro vocazione
salesiana, mentre i canti dei giovani Ucraini e Slovacchi creano un'atmosfera
di profonda e commossa preghiera per- i fratelli perseguitati.
19. Gennaio: "a tappe forzate"
I problemi e i tempi incalzano. I Fogli stani patì si ammucchiano
sul tavolo di lavoro, la cartella si ingrossa: c'è già
chi ricorre alla borsa... Qualcuno pensa anche ad n.In possibile carrettino
targalo CG21... 11 tempo vola. l.a Presidenza ricorre a soluzioni «forti»:
si lavorerà anche dopo cena in Commissione e Sottocommissione,
e il sabato pomeriggio in Assemblea.
11 6 gennaio, la Commissione IV sottopone allo studio e al dibattito
il tema: «Partecipazione alla vita e al governo della Congregazione».
Un paragrafo tratta in forma interrogativa del Salesiano Coadiutore
coree possibile superiore della comunità Tutti avvertono che
si sta toccando qualcosa di estremamente delicato e decisivo per la
nostra identità salesiana. La Commissione Centrale di Coordinarrtento,
in dialogo con la Commissione, chiede alla Assemblea di pronunciarsi.
ln concordanza con la lettera del card. G. Villot, essa conferma la
tradizione salesiana codificata dal CGS nell'art. 35 delle Costituzioni.
UI 1 gennaio, la Corri missìone l'', completato il suo complesso
lavoro, porta in aula le conclusioni sulla revisione delle Costituzioni
e dei Regolamenti.
Pochi giorni dopo, anche il documento sull'UPS-Opera PAS è pronto
per affrontare il dibattito in aula.
I dibattiti si succedono incalzanti, vivaci, critici. E' un vaglio severo,
ma costruttivo. Pur nella ferma cortesia dei Moderatori di turno, di
tre minuti in tre minuti si divorano i tempi di lavoro e le giornate.
Gli interventi orali e le centinaia di interventi scritti che piovono
sulle Commissioni arricchiscono di contenuti e di prospettiva gli schemi,
dando loro una forma sempre più capitolare.
Man mano che un documento esce dall'aula «martirizzato»,
riprende feb-brile. il lavoro delle Commissioni e degli esperti fino
alle ore piccole. Gli stakanovisti della macchina per scrivere lottano
col tempo.
20. "A un mese esatto..."
A un mese esatto dalla sua elezione, il Rettor Maggiore comunica ai
capitolari alcune sue riflessioni sull'andamento dei lavori. Una prima
cos-tatazione è che bisognerà superare la data del 25
gennaio. Dopo una breve panoramica sul lavoro fin qui svolto, conclude
invitando i capitolari «a una coricentrazionc di sforzi e a un
supplemento di ottimismo per vivere e lavorare insieme, nei giorni che
rimangono, nel dinamismo della speranza».
21. Incontri con la Famiglia Salesiana
Il 7 gennaio, i delegati dei Cooperatori, degli Exallievi e la rappresentante
della Responsabile maggiore delle VDB fanno visita al CG21. Hanno un
primo incontro con la Sottocommissione incaricata di studiare i rapporti
con la Famiglia Salesiana. Ai capitolari rivolgono l'augurio di una
sempre più ampia e feconda collaborazione. «Questa visita,
commenta il Retior Maggiore, è una folata di vento primaverile
sul Capitolo».
28 gennaio. Il Rettor Maggiore lo definì «un gesto ispirato
e un dono dello Spirito Santo»: il Consiglio Superiore delle FMA,
guidato dalla Madre Generale, sì incontra con il Consiglio Superiore
dei Salesiani e con il Capitolo Generale. Le FMA hanno accolto la «slida»
lanciata loro dal Rettor Maggiore di assumersi l'animazione mariana
nella famiglia di Don Bosco. Madre Ersilia Canta, leggendo il messaggio
delle FMA al Capitolo Generale afferma, rivolta al Rettor Maggiore:
«Non poteva darci consegna più gradita, accolta con animo
commosso e ben possiamo dire esultante ».
22. L'Udienza speciale di 5.S. Paolo VI (26 gennaio 1978)
li n giorno a lungo atteso! Di buon mattino i Capitolari si portano
in Vaticano. Si preparano all'incontro con il Papa, successore di Pietro,
con il canto della professione di fede davanti all'Altare della CoiFcssione.
Poi attendono, sotto il vigile sguardo della guardia svizzera, di poter
varcare il larnoso portone di bronzo. Finalmente si entra. Comodamente
sistemati nella Sala Clementina, si attende non senza impazienza, l'ingresso
del Papa. Paolo VI appare sorridente alle 12,30, accolto da un applauso
fragoroso.
Dopo il saluto del Rcttnr Maggiore, Egli si rivolge agli attentissimi
capitolari.
La sua parola semplice e affettuosa scende dolce e amica nel profondo
dell'animo per restarvi indimenticabile. Molti gli occhi lucidi. «Figli
carissimi, i ragazzi e i giovani vi chiamano, vi attendono. Io vorrei
essere adesso l'interprete dì questa chiamata, che è,
direi, sospesa nell'atmosfera della storia. La gioventù vi chiama,
ha bisogno di voi...».
23. Verso la conclusione
Dal 23 gennaio al 4 febbraio, gli schernì capitolari, rimessi
a nuovo, ritornano in aula, per sottoporsi a nuova e puntigliosa verifica.
Le prime votazioni causano una grandinata dì «modi».
Le Commissioni
esaminano, vagliano, recepiscono: cadono i rami secchi e i punti incerti
vengono ulteriormente approfonditi.
24. li servizio dell'autorità
Su alcuni punti degli schemi, come sulle nuove presenze», sulle
parrocchie, sui destinatari, sull'UPS... l'Assemblea si vivacizza particolarmente,
talvolta segnando il passo nella contrapposizione delle parti. La parola
chiara del Rettor Maggiore, offerta in spirito di servizio, penetra
nel vivo della problematica superando gli angusti limiti della polemica
e la proietta in una costruttiva prospettiva di futuro. Anche sul delicato
tema della vita e del governo della Congregazione, egli «sente
il dovere di coscienza di intervenire in qualità di Rettor Maggiore.
1 calorosi applausi dì consenso da parte della Assemblea sono
la risposta più eloquente.
25. Febbraio: l'approvazione dei Documenti del CG21
Ancora una volta, gli schemi, minuziosamente rivisti, ritoccati e riformulati
entrano in aula per la battaglia conclusiva del voto finale. A uno a
uno i cinque schemi, tra il 6 e l'1l febbraio, superano brillantemente
l'esame di maturità: e diventano «i Documenti del CG2l
».
26. "Gaudete in Domino semper"
[l 9 lebbraio, il card. E. Pironio, fedele al suo «arrivederci»
d'apertura del CG21, ritorna a incontrare i capitolari. La sua conversione
familiare e l'omelia sono un costante invito alla gioia: « "Gaudete
in Domino, semper", perché se il CG21 è stato una
vera celebrazione pasquale, è successo nella Chiesa qualcosa
di definitivamente nuovo... Questa novità significa il passaggio
del Signore e la azione tra sf o rm a trice dello Spirito».
27. Conclusione del CG21 (12 febbraio 1978)
Alle ore 9, sbrigate le formalità richieste dal Regolamento del
CG21, l'Assemblea per bocca di un capitolare, esprime il suo grazie
al Signore e a tutti
quelli che hanno permesso la buona riuscita del Capitolo. Poi, con profonda
attenzione, ascolta il discorso di chiusura. Sulla base del lavoro fatto
in questi mesi di Capitolo Generale, il Rettor Maggiore prospetta le
mete e gli orientamenti di fondo per il prossimo sessennio. Conclude
salutando i capitolari con le stesse parole pronunciate da Don Bosco
alla chiusura del CG3: «Tornando alle vostre case, saluterete
i confratelli e tutti i giovanetti. Portate il pensiero che la gloria
della Congregazione è con voi: tutto sta nelle vostre mani. L'aiuto
di Dio non mancherà» (1883).
Ore 11,30: Concelehrazione eucaristica insieme ai rappresentanti della
Famiglia Salesiana. 1l Capitolo, iniziato nella giornata missionaria
mondiale e maturato nella consapevolezza del suo impegno evangelizzatore
verso i giovani, si conclude con un gesto profondamente significativo
e al tempo stesso profetico: la consegna del Crocefisso di missionario
a un capitolare delle Filippine che parte per l'Etiopia.
La mensa fraterna, allietata anche dalla presenza dei rappresentanti
della Famiglia Salesiana, è l'ultimo atto della comunità
capitolare.
Si parte. La gioia del ritorno a casa, al proprio lavoro, si vela di
nostalgia: si lasciano i molti amici, la gioia di una intensa fraternità,
l'irrepetibile esperienza del CG21. Ma non è un addio, è
un arrivederci pieno di speranza.
Una cronaca dettagliata del CG21 si trova negli 11 numeri delle «Notizie
del CG 21 », redatti dalla Commissione per ì'Inlormazinnee
inviati alle cc) rnunità della Congregazione in italiano, spagnola,
inglese e portoghese.
ALLEGATO 18
Elenco dei partecipanti
al Capitolo Generale 21
CAPITOLARI
1. pon Luigi RICCERI, Rettor Maggiore
2. Don Gaetano SCRIVO, Vicario
3. Don Egidio VIGANO', Cons. per la Formazione del personale
4. Don Giovenale DHO, Cons. per la pastorale giovanile
5. Don Giovanni RAINERI, Cons. per la pastorale degli adulti
6. Don Bernardo TOHILL, Cons. per Ie Missioni
7. Don Ruggiero PILLA, Economo Generale
8. Don Luigi FlORA, Cons. regionale
9. Don Giuseppe HENRIQUEZ, Cons. regionale
10. Don Antonio MELIDA, Cons. regionale
11. Don Giovanni TER SCHURE, Cons. regionale
12. Don Giovanni Edmondo VECCHI, Cons. regionale
13. Don Giorgio WILLIAMS, Cons. regionale
14. Don Decio TEIXEIRA, Procuratore Generale
15. Don Raffaele FARINA, Regolatore del CG2l
1. GRUPPO: Ispettorie dell'ltalia e del Medio Oriente
16. Don Carlo MELIS Ispettore Italia-Adriatica
17. Don Nazzareno CENTIONI Delegato Italia-Adriatica
18. Don Felice RIZZINI Ispettore Italia-Centrale
19. Don Mario FILIPPI Delegato Italia-Centrale
20. Sig. Mario MIGLINO Delegato Italia-Centrale
21. Don Giuseppe SANGALLI Ispettore Italia-Ligure Toscana
22. Don Paolo NATALI Delegato Italia-Ligure Toscana
23. Don Severino BRESCHI Delegato Italia-Ligure Toscana
24. Don Angelo VIGANO' Ispettore Italia-Lombardo Emiliana
25. Don Francesco MARACCANI Delegato Italia-Lombardo Emiliana
26. Don Luigi BOSONI Delegato Italia-Lombardo Emiliana
27. Don Pasquale LIBERATORE Ispettore Italia-Meridionale
28. Don Pio DEL PEZZO Delegato Italia-Meridionale
29. Don Nicola PALMISANO Delegato Italia -Meridionale
30. Don Giovanni Battista LUCETTI Ispettore Italia-Novarese
31. Don Vittorio RE Delegato Italia-Novarese
32. Sig. Renzo TOMASELLO Delegato italia-Romana
33. Don Salvatore DE BONIS Ispettore Italia-Sicula
34. Don Luciano VECCHI Delegato Italia-Siculn
35. DonPaolo VILLASANTA Delegato Italia-Subalpina
36. Don Arturo MORLUPI Ispettore Italia- Venezia
37. Don Gino CORALLOl Delegato Italia-Venezia
38. Don Raimondo FRATTALLONE Delegato Italia-Verona
39. Don Antonio MARRONE Ispettore Media Oriente
40. Don Mario COLOMBO Del. del RM Del. Opera PAS
41. Don Giacomo MORGAN DO Delegato Roma, Casa Generalizia
42. Don Omero PARON . Ispettore Italia-Novarese
43. Don AIda BORT Delegato Italia-Novarese
44. Don Zelindo TRENTI Delegato italia-Romana
45. Don Antonio MARTINELLI Ispettore Italia-Sicula
46. Don Raimondo LOSS Delegato Italia-Siculn
47. Don Guido GATTI Delegato Italia-Subalpina
48. Don Lino OTIONE Ispettore Italia- Venezia
49. Don Alfredo PICCHIONI Delegato Italia-Venezia
50. Don Mario BASSI Delegato Italia-Verona
51. Don Pietro BRAIDO Ispettore Media Oriente
52. Don Domenico BRITSCHU Del. del RM Del. Opera PAS
II. GRUPPO: Ispettorie dell 'Africa Centrale, Austria, Belgio, Francia,
Germania, Jugoslavia, Olanda, Polonia
53. Don Enrico REUMERS Ispettore Africa Centrale
54. Don Giacomo NTAMITALIZO Delegato Africa Centrale
55. Don Giuseppe PITZL Ispettore Austria
56. Don Ludovico SCHWARZ Delegato Austria
57. Don Maurizio QUARTIER Ispettore Belgio Nord
58. Don Enrico BIESMANS Delegato Belgio Nord
59. Don Ruggero VANSEVEREN Delegato Belgio Nord
60. Don Pasquale POUMAY Ispettore Belgio Sud
61. Don Fernando NIHOUL Delegato Belgio Sud
62. Don Giorgio LINEL Ispettore Francia-Lyon
63. Don Edmonda KLENCK2 Delegato Francia-Lyon
64. Don Pietro PICAN Ispettore Francia-Pari~
65. Don Giorgio LORRIA UX Delegato Francia-Paris
66. Sig. Ivo BOURSIER3 Delegato Francia-Paris
67. Don Carlo OERDER Ispettore Germania- Kaln
68. Don Enrico SCHUH Delegato Germania- Kaln
69. Don Riccardo FEUERLEIN Ispettore Germania-Mtinchen
ll. GRUPPO: Ispettorte dell Africa Centrale, Austria, Belgio, Francia,
Germania, Iugoslavia, Olanda, Polonia
70. Don Augusto BRECHEISEN Delegato Germania-Miinchen
71. Sig. Giovanni BORCHARDT Delegato Germania-Miinchen
72. Don Rodolfo BORSTNIK Ispettore Jugoslavia-Ljubljana
73. Don Stanislao HOtEV AR Delegato Jugoslavia-Ljubljana
74. Don Milan LITRI~ Ispettore Jugoslavia-Zagreb
75. Don Adriano van LUYN Ispettore Olanda
76. Don Guglielmo SARIS Delegato Olanda
77. Don Miecislao KACZMARZYK Ispettore Polonia-Krakow
78. Don Agostino DZIEDZIEL Delegato Polonia-Krakow
79. Don Guglielmo NOCON Delegato Polonia-Krakow
80. Don Stanislao STYRNA Ispettore Polonia-Lodz
81. Don Stefano PRU~4 Delegato Polonia-Lodz
82. Don Stanislao SKOPIAK Delegato Polonia-Lodz
III. GRUPPO: Ispettorie del Portogallo e della Spagna
83. .Don Giuseppe Maria MAIO Ispettore Portogallo
84. Don Giuseppe Maria RIBEIRO Delegato Portogallo
85. Don Alfredo ROCA Ispettore Spagna-Barcelona
86. Don Giuseppe COLOMER Delegato Spagna-Barcelona
87. Don Antonio DOMENECH Delegato Spagna- Barcelona
88. Don Salvatore BASTARRICA Ispettore Spagna-Bilbao
89. Don Mattia LARA Delegato Spagna-Bilbao
90. Don Giovanni LAZARO Delegato Spagna-Bilbao
91. Don Antonio CALERO Ispettore Spagna-Cordoba
92. Don Antonio RODRIGUEZ. Delegato Spagna-Cordoba
93. Don Aureliano LAGUNA Ispettore Spagna-Leon
94. Don Antonio GONZALEZ Delegato Spagna- Leon
95. Don Antonio SAN MARTIN Delegato Spagna-Leon
96. Don Giuseppe RICO Ispettore Spagna- Madrid
97. Don Giuliano OCANA Delegato Spagna-Madrid
98. Don Eugenio ALBURQUERQUE Delegato Spagna-Madrid
99. Don Giacomo SANCHEZ Ispettore Spagna-Sevilla
100. Don Valentino VIGUERA Delegato Spagna-Sevilla
101. Don Gioacchino CARDENAL Ispettore Spagna-Valencia
102. Don Michele ASURMENDI Delegato Spagna-Valencia
103. Don Gesu EZCURRA Delegato Spagna-Valencia
IV. GRUPPO: Ispettorie dell 'Asia, Australia, Inghilterra, Stati Uniti
104. Don Wallace CORNELL Ispettore Australia
105. Don Ferruccio BERTAGNOLLI Delegato Australia
106. Don Giovanni WAN Ispettore Cina
107. Don Alessandro MACHUY Delegato Cina
108. Don Giuseppe CARBONELL Ispettore Filippine
109. Don Edgardo ESPIRITU Delegato Filippine
110. Don Gennaro HONDA Ispettore Giappone
111. Don Danilo FORTUNA Delegato Giappone
112. Don Bernardo HIGGINS Ispettore Gran Bretagna
113. Don Martino McPAKE Delegato Gran Bretagna
114. Don Antonio D'SOUZA Ispettore India-Bombay
115. Don Giuseppe CAST! Delegato India-Bombay
116. Don Nicolo LO GROI Ispettore India-Calcutta
117. Don Giuseppe KEZHAKKEKARA Delegato India-Calcutta
118. Don Matteo PULINGATHIL Ispettore India-Gauhati
119. Don Tommaso MENAMPARAMPIL Delegato India-Gauhati
120. Don Matteo KOCHUPARAMPIL Delegato India-Gauhati
121. Don Beniamino PUTHOTA Ispettore India-Madras
122. Don Tommaso PANAKEZHAM Delegato India-Madras
123. Don Paolo PUTHANANGADY Delegato India-Madras
124. Don Michele HICKS ispettore Irlanda
125. Sig. Giovanni HARKIN Delegato Irlanda
126. Don Salvatore ISGRO Ispettore Stati Uniti-Est
127. Don Edoardo LIPTAK Delegato Stati Uniti-Est
128. Don Giuseppe TYMINSKI Delegato Stati Uniti- Est
129. Don Arrigo RASMUSSEN Ispettore Stati Uniti-Ovest
130. Don Tommaso PRENDEVILLE Delegato Stati Uniti-Ovest
131. Don Michele PRAPHON Ispettore Thailandia
132. Don Antonio SMIT Delegato Thailandia
133. Don Roberto FALK Delegato Delegazione Korea
V. GRUPPO: Ispettorie delle Antille, Bolivia, Centro America,
Cile, Colombia, Equatore, Messico, Peru, Venezuela
134. Don Giovanni ARTALE Ispettore Antille
135. Don Angelo SOTO Delegato Antille
136. Don Rinaldo VALLINO Ispettore Bolivia
137. Don Mario PANI Delegato Bolivia
138. Don Luigi CHINCHILLA Ispettore Centro America
139. Don Vitale HERNANDEZ Delegato Centro America
140. Don Sergio CUEVAS Ispettore Cile
141. Don Giuseppe NICOLUSSI Delegato Cile
142. Don Mario Alberto JIMENEZ Ispettore Colombia-Bogota
143. Don Luigi RIVEROS Delegato Colombia-Bogota
144. Don Giorgio NIETO Ispettore Colombia-Medellin
145. Don Gabriele GONZALEZ Delegato Colombia-Medellin
146. Don Carlo VALVERDE Ispettore Ecuador
147. Don Fernando PERAZA Delegato Ecuador
148. Don Teodoro ARROYO Delegato Ecuador
149. Don Orazio PEREZ Vicario Messico-Guadalajara
150. Don Macrino GUZMAN Delegato Messico-Guadalajara
151. Don Giuseppe GURRUCHAGA Ispettore Messico-Mexico
152. Don Paolo AGUAYO Delegato Messico- Mexico
153. Don Giorgio SOSA Ispettore Peru
154. Don Carlo CORDERO Delegato Peru
155. Don Ignazio VELASCO Ispettore Venezuela
156. Don Luciano ODORICO Delegato Venezuela
157. Don Giuseppe Angelo DIVASSON Delegato Venezuela
VI. GRUPPO: Ispettorie dell 'Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay
158. Don Giorgio CASANOVA Ispettore Argentina-Buenos Aires
159. Don Wenceslao MALDONADO Delegato Argentina-Buenos Aires
160. Don Francesco LEOCATA Delegato Argentina-Buenos Aires
161.' Don Giovanni CANTIN I Ispettore Argentina-Bahia Blanca
162. Don Beniamino STOCHETTI Delegato Argentina-Bahia Blanca
163. Don Giorgio MEINVIELLE Ispettore Argentina-Cordoba
164, Don Eusebio FARIAs Delegato Argentina-Cordoba
165. Don Giuseppe Pietro POZZI Ispettore Argentina-La Plata
166. Don Demetrio LICCIARDO Delegato Argentina-La Plata
167, Don Francesco TESSAROLO Ispettore Argentina-Rosario
168, Don Angelo BUTTO Delegato Argentina-Rosario
169. Don Alfredo CARRARA Ispettore Brasile-Belo H orizonte
170. Don G. Pompeo CAMPOS Delegato Brasile- Belo Horizonte
171. Don Walter BINI Ispettore Brasile-Campo Grande
172. Don Walter BOCCHI Delegato Brasile-Campo Grande
173. Don Antonio RASERA Ispettore Brasile-Manaus
174. Don Bruno SECHI Delegato Brasile-Manaus
175. Don Guerrino STRINGARI Ispettore Brasile-Porto Alegre
176. Don Pietro Antonio de LIMA Delegato Brasile-Porto Alegre
177. Don Antonio POSSAMAI Ispettore Brasile-Recife
178. Don Orsini NUVENS LINARD Delegato Brasile- Recife
179. Don Fernando LEGAL Ispettore Brasile-Siio Paulo
180. Don Ilario MOSER Delegato Brasile-Siio Paulo
181. Don Vittore REYES Ispettore Paraguay
182. Don Carlo GIACOMUZZI Delegato Paraguay
183. Don Ettore LECUONA Ispettore Uruguay
184. Don Nicola COTUGNO Delegato Uruguay
OSSERV ATORI
1. Don Stanislao ROKIT A, Deleg. del Rettor Magg. per Ie Ispett. della
Polonia
2. Don Giuseppe ZAVATTARO, Vicario per Ie Piglie di Maria Ausiliatrice
3. Sig. Angelo ACOSTA, dell'Ispettoria di Rosario
4. Sig. Armando AVILA, dell'Ispettoria di Bogotd
5. Sig. Roberto DIAS, dell'Ispettoria di Bombay
6. Sig. Giuseppe JUARROS, dell'Ispettoria di Madrid
7. Sig. Raimondo MESQUITA, dell'Ispettoria di Bela Horizonte
8. Sig. Mattia PINUELA, dell'Ispettoria di Leon
9. Sig. Renata ROMALDI, della Casa Generalizia di Roma
10. Sig. Uberto SANON, dell'Ispettoria delle Antille
ADDETTI UFFICI SEGRETERIA
1. Don Nicola CERISIO, Segretario del Regolatore e Capo Servizi Tecnici
2. Don Pietro AMBROSIO, Segretario aggiunto del CG21
3. Don Angelo BOTTA
4. Sig. Guido CANTONI
5. Don Giovanni CHERUB IN
6. Don Sabino FRIGATO, Segretario aggiunto del CG21
7. Don Mario MAURI
ADDETTI TRADUZIONE SIMULTANEA
1. Don Gregorio ARANDA, spagnolo
2. Don Giuseppe CASTI (Musa), francese
3. Don Michele KRAEMER, tedesco
4. Don Gabriele LARRET A, spagnolo
5. Don Fausto SANTACATARINA, portoghese
6. Don Gualtiero SCHMIDT, tedesco
7. Don Albino SIMONETTI, inglese
8. Don Eugenio OJER, inglese
1 sostituito da: Don Calogero CONTI dal6/1 /78 - r Supplente
2sostituito da: Don Michele MOUILLARD dal 27 112/77 - I" Supplente
3 sostituito da: Don Giuliano GOURIOU dal 27/12/77 - I" SuppIente
4 sostituito da:Don Andrea STRUS' dal 1/2/78 - I" Supplente
ORGANI DIRETTIVI DEL CG21
Presidenza
Presidente: Ricceri Luigi fino al 15/12177
Viganò Egidio dal 15/12/77 in poi
Regolatore: Farina Raffaele
Moderatori: Cantini Giovanni Cuevas Sergio Oerdcr Carlo
Commissione Centrale di Coordinamento:
Ricceri Luigi Bini Walter
Viganò Egidio Miglino Mario
Farina Raffaele Rasmussen Arrigo
Cantini Giovanni Teixeira Decio
Cucvas Sergio Viganò Angelo Oerder Carlo
Segreteria:
Liberatore Pasquale Ambrosio Pietro
Loss Raimondo Frigato Sabino
Palmisano Nicola
Commissioni
Commissione: "UPS"
Rico G. (P) Cantini G.
Corallo G. (R) Panakezham T.
Braido P.
Commissione: "Informazione"
Prus S. (P) Filippi M.
Bertagnolli F. Laguna A.
De Lima P. Sosa G.
* P=Presidente; R=Relatore; S=Segretario.
Commissione: "Regolamento del CG2I"
Martinelli A. (P) Teixeira D.
Laguna A. Vallino R.
Sosa G.
Commissione: "Costituzioni e Regolamenti"
Presidenza:
Teixeira D. (P) Vanseveren R.
Frattallone R. (S) McPake M.
Maraccani F. (R) Van Luyn A.
Roca A.
Sottocomrn.: «Missione»
Roca A. (P) Oerder C.
Del Pezzo P. (S) Rokita S.
Frattallone R. (R) Schuh E.
Dziedziel A. Valverde C.
Lorriaux G.
Sottocomm. 2: «Comunità-Formazione»
Vanseveren R. (P) Nihoul F.
Riveros L. (S) Puthanangady P.
Bosoni L. (R) Tyminski G.
Arrovo L.T. Williams G.
Gonzàlez G.
Sottocomm.3. « Consacrazione- Voti »
McPake M. (P) Gonzàlez A.
Pani M. (S) Ottone L.
Maraccani F. (R) Pulingathil M.
Britschu D. Zavattaro G.
Fortune D.
Soitocomm. 4: «Strutture
Van Luyn A. (P) Klenck E. (Mouíllard M.)
De Bonis S. (S) Panakezham T.
Picchioni A. (R) Poumay P.
Feuerlcin R. Scrivo G.
Laguna A. Teixeira D.
Commissione Ila: "Testimoniare e Annunciare..."
Presidenza:
Vigano A. (P) Maio G.
Villasanta P. (S) Bassi M.
Natali P. (R) Calero A.
Saris G. Rizzini F.
Velasco I. Casanova G.
Sottocornnt. 1: «Identità vocazionale»
Saris G. (P) Falk R.
Casti G. (S) Fiora L.
Trenti Z. (R) Morlupi A.
Alburyucrquc E. Nocon G.
Breschi S. Palmisano N.
Campos G.P. Reumers E.
Chinchilla L. Sangalli G.
Corallo G. (Conti C.) Viganò A. Fzcurra G.
Sottocormn.2: «Vita fraterna»
Velasco 1. (P) Làzaro G.
Paron 0.(S) Loss R.
Lucetti G. (R) Puthota B.
Borstnik R. San Martin A.
Kaczmarzvk M. Tcssarolo F. Kczhakkckara G.
Sottocorrtm. 3: «Preghiera»
Maio G. (P) Iiiggins B.
Centioni N. (S) Rasera A.
Bertagnolli F. (R) Ribciro G.M.
Bastarrica S. Smit A.
Butto A. Stochctti B.
llicks M. Ter Schure G.
Sottucontm.4: «Direttore»
Bassi M. (P) Isgro S.
Nicolussi G. (S) Pican P.
Lo Groi N. (R) Pitzi G.
Cantini G. Pozzi G.P.
('arbone.ll G. Prus S. (Stru.s A.)
Sottocomm. 5: «Collaboratori laici»
Calero A. (P) Filippi M.
Martinelli A. (S) Lecuona E.
Braido P. (R) Legal F.
Brecheisen A. Lima P.A.
Divass6n G.A. Natali P.
Farias E. Sechi B.
Sottocornm. 6: «Scuola»
Rizzini F. (P) Machuy A.
Re V. (S) Marrone A.
Villasanta P. (R) Melis C.
Artale G. Menamparampil T.
Asurmendi M. Raineri G.
Bocchi W. Rasmussen A.
Cornell W. Sanchez G.
Honda G. Tohill B.
Kochuparampil M. WanG.
Linard o.
Sottocornm: 7: « Pastorale vocazionale»
Casanova G. (P) Litric M.
Bort A. (S) Melida A.
Colombo M. (R) Reyes V.
DhoG. Sanon u.
Espiritu E. Schwarz L.
Hocevar S. Skopiak S.
Linel G.
Commissione III": "Formazione"
Presidenza:
Bini W. (P) Gurruchaga G.
Gatti G. (S) Giacomuzzi C.
Carrara A. (R) Peraza F.
Sottocomrn. I: « Unità della formazione»
Gurruchaga G. (P) Lara M.
Guzman M. (S) Leocata F.
Cotugno N. (R) Liberatore P.
Acosta A. Licciardo D.
Bini W. Melnvielle G.
Cardenal G. Odorico L.
Cuevas S. Praphon M.
Harkin G. Prendiville T.
Henriquez G.
Sottocomm. 2: « Tappe della formazione »
Giacomuzzi C. (P) Moser I.
Maldonado W. (S) Ntamitalizo G.
Carrara A. (R) Rodríguez A.
Aguayo P. Soto A.
Dias R. Stringarí G.
Domenech A. Styrna S.
D'Souza A. Vallino R.
3imcnez M. Viguera V. Liptak E.
Sottocomm. 3: « Formazione permanente»
Peraza F. (P) Nieto G.
Pérez O. (S) Pifluela M.
Gatti G. (R) Possamai A.
Bicsmans E. Romaldi R.
Cordero C. Vecchi G.E.
Hernàndez V. Vecchi L.
Commissione IV": "Il Salesiano Coadiutore"
Miglino M. (P) Colomer G.
Tomasello R. (S) Juarros G.
Rico G. (R) Mesquita R.
Avila A. Morgando G.
Borchardt H. Ocafia G.
Boursier Y. (Gouriou G.) Sosa G.
Presidente:
Ricceri Luigi | Bini Walter |
Vigan� Egidio | Miglino Mario |
Farina Raffaele | Rasmussen Arrigo |
Cantini Giovanni | Teixeira Decio |
Cucvas Sergio | Vigan� Angelo Oerder Carlo |
Liberatore Pasquale | Ambrosio Pietro |
Loss Raimondo | Frigato Sabino |
Palmisano Nicola |
Rico G. (P) | Cantini G. |
Corallo G. (R) | Panakezham T. |
Braido P. |
Prus S. (P) | Filippi M. |
Bertagnolli F. | Laguna A. |
De Lima P. | Sosa G. |
Martinelli A. (P) | Teixeira D. |
Laguna A. | Vallino R. |
Sosa G. |
Teixeira D. (P) | Vanseveren R. |
Frattallone R. (S) | McPake M. |
Maraccani F. (R) | Van Luyn A. |
Roca A. |
Roca A. (P) | Oerder C. |
Del Pezzo P. (S) | Rokita S. |
Frattallone R. (R) | Schuh E. |
Dziedziel A. | Valverde C. |
Lorriaux G. |
Vanseveren R. (P) | Nihoul F. |
Riveros L. (S) | Puthanangady P. |
Bosoni L. (R) | Tyminski G. |
Arrovo L.T. | Williams G. |
Gonz�lez G. |
McPake M. (P) | Gonz�lez A. |
Pani M. (S) | Ottone L. |
Maraccani F. (R) | Pulingathil M. |
Britschu D. | Zavattaro G. |
Fortune D. |
Van Luyn A. (P) | Klenck E. (Mou�llard M.) |
De Bonis S. (S) | Panakezham T. |
Picchioni A. (R) | Poumay P. |
Feuerlcin R. | Scrivo G. |
Laguna A. | Teixeira D. |
Vigano A. (P) | Maio G. |
Villasanta P. (S) | Bassi M. |
Natali P. (R) | Calero A. |
Saris G. | Rizzini F. |
Velasco I. | Casanova G. |
Saris G. (P) | Falk R. |
Casti G. (S) | Fiora L. |
Trenti Z. (R) | Morlupi A. |
Alburyucrquc E. | Nocon G. |
Breschi S. | Palmisano N. |
Campos G.P. | Reumers E. |
Chinchilla L. | Sangalli G. |
Corallo G. (Conti C.) | Vigan� A. Fzcurra G. |
Velasco 1. (P) | L�zaro G. |
Paron 0.(S) | Loss R. |
Lucetti G. (R) | Puthota B. |
Borstnik R. | San Martin A. |
Kaczmarzvk M. | Tcssarolo F. Kczhakkckara G. |
Maio G. (P) | Iiiggins B. |
Centioni N. (S) | Rasera A. |
Bertagnolli F. (R) | Ribciro G.M. |
Bastarrica S. | Smit A. |
Butto A. | Stochctti B. |
llicks M. | Ter Schure G. |
Bassi M. (P) | Isgro S. |
Nicolussi G. (S) | Pican P. |
Lo Groi N. (R) | Pitzi G. |
Cantini G. | Pozzi G.P. |
('arbone.ll G. | Prus S. (Stru.s A.) |
Calero A. (P) | Filippi M. |
Martinelli A. (S) | Lecuona E. |
Braido P. (R) | Legal F. |
Brecheisen A. | Lima P.A. |
Divass6n G.A. | Natali P. |
Farias E. | Sechi B. |
Rizzini F. (P) | Machuy A. |
Re V. (S) | Marrone A. |
Villasanta P. (R) | Melis C. |
Artale G. | Menamparampil T. |
Asurmendi M. | Raineri G. |
Bocchi W. | Rasmussen A. |
Cornell W. | Sanchez G. |
Honda G. | Tohill B. |
Kochuparampil M. | WanG. |
Linard o. |
Casanova G. (P) | Litric M. |
Bort A. (S) | Melida A. |
Colombo M. (R) | Reyes V. |
DhoG. | Sanon u. |
Espiritu E. | Schwarz L. |
Hocevar S. | Skopiak S. |
Linel G. |
Bini W. (P) | Gurruchaga G. |
Gatti G. (S) | Giacomuzzi C. |
Carrara A. (R) | Peraza F. |
Gurruchaga G. (P) | �Lara M. |
Guzman M. (S) | Leocata F. |
Cotugno N. (R) | Liberatore P. |
Acosta A. | Licciardo D. |
Bini W. | Melnvielle G. |
Cardenal G. | Odorico L. |
Cuevas S. | Praphon M. |
Harkin G. | Prendiville T. |
Henriquez G. |
Giacomuzzi C. (P) | Moser I. |
Maldonado W. (S) | Ntamitalizo G. |
Carrara A. (R) | Rodr�guez A. |
Aguayo P. | Soto A. |
Dias R. | Stringar� G. |
Domenech A. | Styrna S. |
D'Souza A. | Vallino R. |
3imcnez M. | Viguera V. Liptak E. |
Peraza F. (P) | Nieto G. |
P�rez O. (S) | Pifluela M. |
Gatti G. (R) | Possamai A. |
Bicsmans E. | Romaldi R. |
Cordero C. | Vecchi G.E. |
Hern�ndez V. | Vecchi L. |
Miglino M. (P) | Colomer G. |
Tomasello R. (S) | Juarros G. |
Rico G. (R) | Mesquita R. |
Avila A. | Morgando G. |
Borchardt H. | Ocafia G. |
Boursier Y. (Gouriou G.) | Sosa G. |