Dom Bosco Recursos

Manuale delle Compagnie di Don G. Bozzo 1954

CENTRO INTERNAZIONALE COMPAGNIE RELIGIOSE

MANUALI DELLE COMPAGNIE

Torino – via Maria Ausiliatrice, 32 (Italia)
Tel. 26551 C.C.P. 2-4581

Quaderni delle Compagnie
I. - S. GIOVANNI Bosco - REGOLAMENTO dell´Oratorio di S. Francesco di Sales per gli ESTERNI - edizione 1877 in ristampa.
2. - SAC. GIOCHINO BERTO - MANUALE PER I DIRETTORI DELLE COMPAGNIE - edizione 1898 in ristampa.
3. - SAC. STEFANO TRIONE - CONGRESSO DELLE COMPAGNIE 1923 - Voti del Congresso con prefazione del Servo
di Dio Sac. Filippo. Rinaldi - edizione 1924 . .
4. - A. M. STICKLER, Professore della Facoltà di Diritto Canonico del Pontificio Ateneo Salesiano - LE COMPAGNIE ALLA LUCE DEGLI ULTIMI DOCUMENTI PONTIFICI - 2a edizione riveduta e aggiornata - 1954
5. - SAC. PROF. PIER GrovANm GRASSO, Professore dell´Istituto Superiore di Pedagogia di Torino - LE COMPAGNIE COME RISPOSTA ALLA PSICOLOGIA GIO
VANILE - 2a edizione - 1954 . • . .
6. - SAC. PROF. D. EUGENIO VALENTINI, Rettor Magnifico del Pontificio Ateneo Salesiano - ATTUALITA´ ED EFFICACIA PEDAGOGICA DELLE COMPAGNIE - 2a
edizione - 1954 . . . .
7. - COMPAGNIE E G. I. A. C. Documenti dell´ intesa tra
Compagnie e G. I. A. C. - edizione 1953 . . .
8. - SAC. PROF. D. GIUSEPPE MARCHISIO - COMPAGNIE E AZIONE CATTOLICA. Rilievi giuridici sull´intesa tra
le Compagnie e la G. I. A. C. - edizione 1953 . .
9. - FISIONOMIA DELLE COMPAGNIE NEGLI STUDENTATI SALESIANI - Presentazione del Rev.mo Don
Renato Ziggiotti - 1953 . . . . .
10. - REGOLAMENTO DELLA COMPAGNIA DELL´IMMACOLATA NEGLI STUDENTATI - Presentazione del
Rev.mo Don Renato Ziggiotti - 1954 . . . .

MANUALI DELLE COMPAGNIE

Organizziamo
le compagnie
ESPERIENZE RACCOLTE E COORDINATE DAL SAC. GIOVANNI BOZZO
L.D.C. Libreria della Dottrina Cristiana
TORINO - VIA MARIA AUSILIATRICE 32

PRO MANUSCRIPTO
La pubblicazione di questi studi sul tema delle Compagnie non impegna il Centro ´Internazionale Compagnie Religiose di Torino sulle definitive soluzioni dei problemi proposti; ma vuol essere un contributo alla preparazione e uno stimolo alla continuazione di quegli studi ed esperienze che avranno il loro coronamento nel Secondo Congresso Internazionale delle Compagnie.

Bibliografia
I passi, scritti in carattere corsivo, sono riportati tutti o in parte nel presente volume.
MEMORIE BIBLIOGRAFICHE
· LE COMPAGNIE RELIGIOSE
Scopo, Vol. III, pag. 215. Raccomandazioni circa le Compagnie:
Norme seguite: III, 219. X, 1044, 1103.
Rassegna delle Compagnie nell´Orato
...per le varie categorie e perchè : VI, rio l´anno 1875 XI, 225.
189-190. Vantaggi: XI, 226.
Loro importanza: VI, 184 e 389.
Promuovere con sollecitudine (lodi delle Compagnie): XII, 26.
I chierici e le Compagnie: VI, 200. Scopo educativo: XII, 184.
Non mettere in discredito: IX, 455; Frutti delle Compagnie: XIII, 76,
XII, 606. 164 e 400.
COMPAGNIA DI SAN LUIGI
Vol. III, 214-220. La Compagnia nel 1875, all´Oratorio:
Illustri membri onorari: IV, 299. XI, 225.
COMPAGNIA DELL´IMMACOLATA
Vol. V, 478-487. Maniera di iniziarla a Lanzo: IX, 67.
D. Bosco presiede un´adunanza: VII,
La Compagnia nel 1875, all´Oratorio:
415.
XI, 225.
D. Bosco al primo Direttore, circa la.
Compag.: VII, 526. Suo scopo e suoi frutti: XII, 183-184.
COMPAGNIA DEL SS. SACRAMENTO E PICCOLO CLERO
Vol. V, 758-788. Un verbale: VIII, 1056.
Due conferenze di D. Bosco: VI, La Compagnia nel 1875 all´Oratorio:
185-189. XI, 225.
COMPAGNIA DI SAN GIUSEPPE
Vol. VI, 190 e 193-198; compresa Nel 1876, la festa di San Giuseppe
la nota (1), pag. 198-199. — nell´Oratorio: XII, 139.
Nel 1875, all´Oratorio: XI, 225.

— VII
RETTORATO DEL VEN. DON RUA
Circolari mensili: 28 gennaio 1896, Lettere circolari: N. 15 del 29 gen
27 gennaio 1898, 28 febbraio
naio 1896, N. 25 del 25 dicembre 1902.
1903, N. 6 del 24 giugno 1905, Lettere Edificanti: N. 11 del 24 giu
N. 35 del 24 gennaio 1908. gno 1908.
RETTORATO DI DON ALBERA
Circolari mensili: N. 82 - 24 maggio tobre 1918; N. 159 - 24 novern
1912; N. 88 - 24 novembre 1912; bre 1918.
N. 111 - 24 novembre 1914; N.
112 - 24 dicembre 1914 (Azione Lettere circolari: XLI Sulle vocazioni
Cattolica); N. 125 - 24 gennaio - 15 maggio 1921, pag. 481. Ri
1916 (Azione Cattolica); N. 151 - portata dagli Atti Anno II, N. 4,
24 marzo 1918; N. 158 - 24 ot- pag. 222.
RETTORATO DEL SERVO DI DIO DON FILIPPO RINALDI
Atti del Capitolo: N. 16, pag. 30; 916; N. 55 bis - Lettera e voti
N. 23, pag. 246; N. 25, pag. 299; del Congresso Generale delle Com
N. 36, pag. 481; N. 41, pag. 593, pagnie del 26-27 V 1923; N. 56,
603, 604 segg.; N. 43, pag. 650; pag. 951.
N. 54, pag. 879; N. 55, pag. 913,
RETTORATO DEL COMPIANTO DON RICALDONE
Atti del Capitolo: N. 68, pag. 205, 194, Il Catechista p le Compagnie;
Az. Cattolica e Compagnie; N. 71, N. 96, pag. 91, 168, 169; N. 143,
pag. 264, Azione Cattolica e Com- pag. 44; N. 146, pag. 7; N. 152,
pagnie; N. 79 bis, pag. 400, Azio- pag. 11-12; N. 154, pag. 6; N.
ne Cattolica e Compagnie; N. 81, 155, pag. 3; N. 156, pag. 5.
pag. 411, Piccolo Clero; N. 87, Da n Don Bosco Educatore i, Vol. Il,
pag. 13, l´Azione Cattolica; N. 91, pag. 216 - 3. Le Compagnie Re
pag. 10, 18, 25, 35; N. 94, pag. ligiose.
RETTORATO DEL REV.MO SIG. DON ZIGGIOTTI
Atti del Capitolo: N. 169, pag. 7; N. 176, pag. 5.
N. 170, pag. 29 e 32; N. 171, Da a Le Compagnie » N. 31, pag.
pag. 9; N. 172, pag. 13 e 24; 115: Elogio del V Successore di
N. 174, pag. 6; N. 175, pag. 16; Don Bosco alle Compagnie.

Indice
Presentazione . . • . pag. XI
Introduzione» XIII
. . . . .
PREMESSE GENERALI
A) • Le Compagnie nel pensiero di Don Bosco . pag. 3
Origine delle Compagnie • » 3
Scopo delle Compagnie» 8
. . . .
Il Sistema delle Compagnie . . . » 14
L´organizzazione particolare . .. . . . » 18
Organizzazione Internazionale . . » 23
B) • Le Compagnie nel pensiero dei Superiori . . pag. 25
C) • Attività preliminari . . . . pag. 31
1. Accordi col Direttore » 31
2. Accordi col Prefetto » 33
3. Accordi col Consigliere . . . . » 34
4. Accordi con gli Assistenti » 35
5. Comitato delle Compagnie » 35
6. Relazioni col « Centro » . • . . . » 36
Parte prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Premesse . . . . . . . . pag. 41
1. La scelta » 42
2. Criteri di distribuzione . . . . . » 48
3. La Sala . . . . . . . » 50
4. Bandiere - Gagliardetti - Labari . . » 53
Benedizione dei Labari . . . . » 56
5. I DistintM. » 57
6. La Cassa e i bilanci . . . . . » 60
7. Inizio delle riunioni . . . » 61
8. Previdenze ...Sociali » 63
9. Il Consiglio .Direttivo . . . . . » 64

- ix
a) L´Assistente . . . . pag. 64
:b) Le Attività» 71
. . . .
c) Gli altri membri del Consiglio» 73
10. Le elezioni . . . . . » 77
11. Consiglio delle Compagnie . . . » 79
12. Riunione di presidenza _ . . . » 80
13. Calendario e « ordine del giorno » . » 82
14. Attività dell´anno sociale . . . » 83
15. Festa. dell´accettazione . . . . » 85
Vedi pure « Appendice »» 223
16. Le adunanze settimanali. . » 85
A) Ordine dell´adunanza . . . » 87
B) Vari sistemi» 89
. . . .
a) adunanze a gruppo . . » 90
b) adunanze a catena . . » 91
c) adunanze pianificate .. » 92
17. Attività di Compagnia . . . . . » 96
A) Attività nell´ambito della Compagnia . » 96
B) Attività nell´ambito della Casa . . » 97
I Gruppi . . . „ » 98
1. Attività « Buona Stampa » . . » 100
2. Attività « Missioni A. G. M. » . » 103
3. Attività « Liturgica » . » 106
4. Attività « Catechismo » • . » 110
5. Attività « Propaganda » • » 112
6. Attività « Arte ». . . » 113
7. Attività « Ex - allievi »´ , » 114
8. Attività « Sport » . . » 116
9. Attività « Divertimenti » » 118
10. Attività « Varie » . . » 119
18. Difficoltà delle Compagnie» 124
. . . .
19. Frutti delle Compagnie . . . . » 127
20. Il Catechista e le Compagnie . . . » 132
Parte seconda: ASCESA
Premesse . . . . . . . . pag. 137
A) - Iniziative a carattere interiore . . pag. 139
1. Lettura spirituale . . . . » 139
2. Esame di coscienza . . . » 140
3. Guardia d´onore. . . » 141
4. Pratica dei « Nove Uffici » • • • » 142

X
5. Calendario Eucaristico . . . . pag. 143
6. Settimana Salesiana . . . . . » 144
7. Cicli di fioretti » 146
8. Apostolato d´ambiente , » 148
B) - Iniziative a carattere esteriore
1. Congressini . . . . . pag. 151
a) Congressino iniziare . . . . » 152
b) Congressino finale . . » 153
2. Gite ° . » 154
3. Azione Cattolica . . . . . » 155
a) Criterio di selezione . . . . » 158
b) Tesseramento . . . . . » 159
4. Le vacanze . . . . » 163
a) Preparazione alle vacanze . . . » 165
b) Il periodo delle vacanze . . . . » 169
Parte terza: CONQUISTE
Premesse . . . . . . . pag. 177
1. I Dirigenti e la formazione dei Soci . . » 179
2. Il Campo d´azione . . . . . » 181
a) Dominio dei sensi esterni . . . . » 182
b) Dominio dei sensi interni . . . » 185
c) Educazione della volontà . . . . » 187
— Il problema del dolore . . . . » 194
— Il problema dell´amore . . . » 195
— Il problema della vocazione . . » 197
— Quadro sintetico . . . . » 202
b) Educazione dell´intelligenza . . . » 204
Conclusione . . . . . . » 205
APPENDICE
Regolamento della Compagnia di S. Luigi . . pag. 209
Regolamento della Compagnia di S. Giuseppe . . » 212
Regolamento della Compagnia del SS. Sacramento . » 215
Regolamento della Compagnia dell´Immacolata . » 218
Regolamento del Piccolo Clero . . . . . » 221
Funzione del Tesseramento . . . . . . » 223
Promesse . . . . , . . . » 231
Inni delle Compagnie:
Dietro í Sacrali Labari . . . » 233
Come rivi di limpida vena . . . » 238

Presentazione
Nel clima di rinnovamento e aggiornamento delle strutture organizzative delle CC. iniziatosi con le celebrazioni centenarie, riconosciuto e incoraggiato dal S. Padre che esorta «i valorosi figli di San Giovanni Bosco a voler promuovere con ogni zelo, come sempre, iniziative così care al cuore del loro Santo Fondatore », è cresciuta un´ampia messe di studi e di esperienze sul movimento CC.
Mentre la parte più strettamente dottrinale di tali studi va pubblicandosi nella collana dei Quaderni delle CC. insieme ai documenti storici di maggior rilievo, in questo manuale, nato dalla lunga esperienza di un Catechista che da 15 anni lavora intensamente in questo campo, se ne raccoglie la parte più concreta, in modo che ne risulta un´ampia sintesi in cui la pratica s´illumina della luce delle idee che a loro volta sono saggiate nella loro consistenza dalla discesa sul terreno sperimentale.
E´ quindi un notevole apporto a quel manuale ufficiale che dovrà essere il risultato del Secondo Congresso internazionale delle CC. in cui si codificherà la raggiunta unità organizzativa del movimento CC. ancora in evoluzione più o meno avanzata presso le varie nazioni.
Sarà pure la base degli incontri dei Sigg. Catechisti e Assistenti gli CC. in modo che, ridotta al minimo l´estensione delle rela

xu —
zioni, si possa dare ampio respiro allo scambio di vedute e di esperienze, elemento più fecondo in tali incontri.
Il Centro CC. si augura che la pubblicazione di questo manuale, sia pur di aspetto non definitivo, possa essere di vero ed efficace sussidio a quanti s´interessano al movimento CC. e insieme stimolo a intensificare studi ed esperienze che raccolte dal Centro e messe in comune, accelerino la maturazione teorico- organizzativa del movimento stesso è la sua efficienza sul piano costruttivo spirituale.
IL. CENTRO CC.

Torino, 24 maggio ,1954.


introduzione
Il problema delle Compagnie — lo dico a nostra consolazione e sprone — va ogni giorno più acquistando in latitudine e profondità: penetra lentamente ma efficacemente ovunque e offre a tutti spunti di riflessioni e di propositi per attuare in più vasta scala il piano benefico che esse ci offrono nella lotta quotidiana.
Certo la teoria è una cosa e la pratica un´altra. Tuttavia risulta evidente che quanto più quest´ultima si avvicina alla prima, tanto più aumenta la perfezione e la conquista.
L´amore, che da tanti anni mi lega a queste benefiche Istituzioni nostre, mi ha spinto da tempo a raccogliere esperienze, a vagliarle, a coordinarle. Ecco che ora ne è risultato un libro, il quale oserebbe augurarsi la realizzazione almeno in parte di quanto sarà suggerito.
Prima però di iniziare vorrei esporre brevemente
ALCUNE PREMESSE
1. Richiamo con piacere il principio così bene enunciato dal Venerato Rettor Maggiore nel Convegno del 3 gennaio 1953, principio che dovrebbe costituire il postulato del nostro lavoro in merito: Le Compagnie abbiano sempre e dovunque la fisionomia essenziale data

XIV
loro da. Don Bosco: quanto alle accidentalità ci sia una sana libertà, secondo le esigenze e fattori locali. Ricordiamoci del resto le parole di S. Paolo: Littera occidit, spiritus autem vivificai. Il voler codificare tutto, stabilendo le minime particolarità, è togliere brio, possibilità: è un tarpare le ali a voli di vette immacolate e sante.
Ora l´essenza generica delle Compagnie sta in questo: pro eis sanctifico meipsum. E´ l´essenza specifica, nell´apostolato pratico secondo- lo spirito salesiano di ciascuna.
E´ bene quindi che le Compagnie — pur rimanendo nella loro sostanza definita — mantengano un carattere di sana individualità e godano di un ampio respiro operativo.
2. Quanto esporrò non saranno considerazioni letterarie e tanto meno estetiche, ma deduzioni pratiche. Vorrebbero senza pretese inquadrare ciò che è stato scritto e detto fino ad oggi su questo argomento.
Però lungi da me ogni benchè minima idea di dettar legge: non voglio neppure consigliare. Mi accontento invece di esporre e proporre: null´altro. Queste pagine saranno indicative non precettive.
3. Siccome non è di tutti aver tempo e comodità di consultare i numerosi documenti ufficiali e la miniera di Annate della Rivista Le Compagnie, sono certo tornerà comodo questo manualetto che risolverà tanti dubbi, preciserà alcune situazioni, offrirà spunti pratici, e vorrà essere l´amico del Catechista nel suo arduo dovere richiamato sobriamente dalr Art. 133 dei Regolamenti: Si promuovano tra gli alunni le varie Compagnie in uso nelle nostre Case; il Catechista, personalmente o per mezzo d´altri, abbia cura di esse e ne presieda le adunanze.

xv
4. In tanti anni di catechistato nei grandi Istituti le Compagnie sono sempre state gaudium meum et corona mea, non solo, ma anche tormento e preoccupazione.
Gaudium et corona, perchè le poche consolazioni del Catechista sono assicurate normalmente da due fattori: il fenomeno chiesa in rapporto col profitto spirituale e morale che ne traggono i ragazzi; e il fenomeno Compagnie in ragione dell´ardore, interesse, apostolato che esse animano nei soci.
Tormento e preoccupazione, perchè le Compagnie non nascono come i funghi, nè vivono come i parassiti. Abbisognano di una linfa rigeneratrice e di continue sane novità che attraggano le fantasie e quindi polarizzino le volontà al bene individuale e sociale. Il Catechista evidentemente non può dormire nè bearsi sugli allori conquistati, ma secondo il nostro Sistema applicato anche e soprattutto ad esse, deve prevedere e prevenire le necessità, le possibilità e le attuazioni singole e di massa.
5. Questo lavoro riguarderà soltanto la parte pratica-organizzativa : per tutto il resto rimando senz´altro alla bella Rivista che è in grado di offrire sufficienti spiegazioni su tutti i problemi essenziali e alla Collana Quaderni delle Compagnie.
Cercherò quindi di essere aderente alla realtà, escludendo sistematicamente quanto è specioso in teoria, ma ineffettuabile nella pratica. Farò tesoro dell´esperienza comune, perchè ciascuno attinga liberamente sapendola già realizzata altrove; e abbonderò nell´esporre iniziative collaudate per offrire una larga scelta di mezzi all´unico fine.

XVI e
6. Ringrazio quanti hanno contribuito al mio lavoro coi loro scritti e coi loro consigli.
Naturalmente sono ben lungi dal pensare ´d´aver fatto uno studio completo: ho appena accennato i punti fondamentali, lasciando a ciascuno di sviluppare le singole parti a seconda delle possibilità, dell´ambiente, del fervore, ecc.
7. Con Don Bosco e coi tempi, ha saggiamente sottolineato il Rev.mo Sig. Don Ziggiotti: e l´adeguazione va tenuta presente anche in questo campo, senza irrigidimenti che risulterebbero certo controproducenti.
Ecco il motivo per cui qua e là faremo una serena critica costruttiva, dettata dall´unico desiderio di trovare la via migliore o — tra tante — sceglierne una buona.
Se nonostante il mio vivo desiderio, in qualche argo- - mento non vi avessi soddisfatto, cari Confratelli, abbiatemi per iscusato: sarò ben contento dei vostri rilievi e osservazioni che terrò presenti M una eventuale ristampa.
Possano le Compagnie — pupilla degli occhi del Venerato Rettor Maggiore — raggiungere i sublimi ideali, che il nostro Santo Fondatore si era proposti!
Sampierdarena, Festa dell´Immacolata 1953, inizio dell´Anno Mariano.

PREMESSE
Le Compagnie nel pensiero di Don Bosco
Le Compagnie nel pensiero dei Suoperiori
Attività preliminari
1. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

e.te earnpagnie n,e1 peroiew di 2an fia5iecg,
Per quanto il nostro lavoro non sia speculativo, è _ indispensabile tuttavia alla retta comprensione del tema una disamina completa dei fattori storici per avere delle idee chiare sui punti fondamentali.
A questo scopo non trovo di meglio che riportare gran parte dell´accurato studio di Don Marocco sulle, fonti (1).
L´ORIGINE DELLE COMPAGNIE
L´anno 1847 segna l´inizio delle Compagnie Religiose. Come si legge nelle Memorie Biografiche, vol. III, a pag. 214, Don Bosco studiò dapprima « al cospetto di Dio nella preghiera e poi colla lunga riflessione » andò attuando « grado a grado » alcune sue « spirituali industrie... a vantaggio dell´anima dei suoi allievi ».
Fra l´incalzare delle occupazioni e preoccupazioni di quegli anni eroici, Don Bosco già aveva posto in mano ai suoi ragazzi il Giovane Provveduto; con il Regolamento aveva gettate le basi organiche dell´Oratorio, vi
(1) Le C. 1952, n. 18, pag. 21 segg.

4 PREMESSE
aveva pure fondato l´ospizio per offrire alloggio e vitto in casa ai più diseredati, e un mondo di giovani gravitava intorno a lui. Stando così le cose egli sentì vivissimo il bisogno di incoraggiare ed eccitare « i più virtuosi » con qualche pratica stabile e uniforme che li tenesse uniti e destasse fra di loro una santa emulazione e, sentendosi in molti; li rendesse forti contro il rispetto umano.
Da questa necessità nacque in Don Bosco l´idea delle Compagnie Religiose.
LA COMPAGNIA DI S. LUIGI.
« Pensò quindi di istituire la Compagnia di San Luigi Gonzaga, allo scopo d´impegnare i giovani a praticare costantemente le virtù che furono in questo Santo più luminose. Intendeva avviarli ad una vita così morigerata °e pia, da addivenire sale e luce in mezzo alla moltitudine dei compagni ». Così nelle Memorie Biografiche, vol. III, pag. 215.
Don Bosco ne scrisse di suo pugno l´incantevole e sugoso Regolamento, che l´Arcivescovo di Torino approvava ufficialmente il 12 aprile 1847, chiedendo di esservi iscritto come primo Socio della Compagnia.
Dal volume III delle Memorie Biografiche, pag. 235, apprendiamo che vi si erano pure iscritti come Soci di onore personaggi augustissimi ed eminentissimi come il grande Pio IX, il Card. Giacomo Antonelli, Mons. M. Antonucci, allora Nunzio Apostolico alla Corte di Torino e poi Cardinale Arcivescovo di Ancona; inoltre altri personaggi illustri della nobiltà torinese, come il Marchese Gustavo di Cavour ed altri ancora.

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 5
COMPAGNIA DELL´IMMACOLATA.
L´anno scolastico 1854-55 segna la nascita della compagnia dell´Immacolata Concezione, la compagnia di Domenico Savio.
Egli, storicamente e in modo ineccepibile ne è il fondatore: Don Bosco stesso gliela attribuisce nella vita. L´idea prima di fondare questa Compagnia è di Domenico Savio; e fu la stessa Vergine Immacolata che gliela ispirò l´8 dicembre 1854.
Contrariamente a quanto si legge nelle Memorie Biografiche, vol. V, pag. 478, l´occasione della fondazione non fu l´episodio delle Comunioni mancate alla messa di Don Bosco (fatto posteriore all´idea della fondazione), ma « l´entusiasmo spirituale » destatosi nel Savio in quella prima celebrazione del dogma della Immacolata Concezione. Per cui Domenico esprimeva ripetutamente l´ardente desiderio « di fare qualcosa in onore di Maria » per rendere vivo e dureVole il ricordo di quel titolo glorioso, dato alla Regina del Cielo.
Il Regolamento è il capolavoro del Beato Domenico Savio « grande gigante dello spirito » com´ebbe a definirlo il Papa Pio XI di f. m. Don Bosco lo approvava senza toccarne neppure una parola, anzi esplicitamente glielo attribuisce e lo dice compilato dal Savio « dopo molte sollecitudini » d´accordo coi suoi amici, i primi Soci della Compagnia. L´8 giugno lo leggeva e professava in loro compagnia, con intenso fervore di pietà, dinanzi all´altare di Maria SS.ma, nella chiesa di San Francesco di Sales. Queste precisazioni storiche le attingiamo dallo studio critico che Don Alberto Caviglia fece della vita di Savio Domenico scritta da San Giovanni Bosco.

6 PREMESSE
La Compagnia dell´Immacolata è l´avanguardia delle Compagnie, è la sacra milizia degli adolescenti apostoli; quella che nelle Memorie Biografiche, vol. V, pag. 485, ci viene descritta e presentata come « sacra legione » posta da Don Bosco a vegliare, perchè non penetrasse « l´inimicus homo » nell´Oratorio; quella ancora che lo stesso Santo (come dalle Memorie Biografiche, vol. VII, pag. 416) disse « sua guardia imperiale », alla quale assegnava una vera e propria missione di apostolato combattivo: « Sbaragliare i nemici delle anime e conservare nella casa il trono del Signore ».
Sua caratteristica programmatica: Obbedienza, pietà, purezza e autentico apostolato, sull´esempio del « grande apostolo » e « felicissimo adolescente » il Beato Domenico Savio, definito così dal sullodato Pio XI di imperitura memoria.
L´8 dicembre del prossimo 1954, questa gloriosa Compagnia avrà la fortuna di celebrare il primo centenario della sua fondazione, insieme col centenario del dogma dell´Immacolata Concezione, che ne fu la celeste ispiratrice: non lo dovremo dimenticare.
LA COMPAGNIA DEL SS. SACRAMENTO.
La compagnia del SS. Sacramento venne fondata all´Oratorio alla fine del 1857. Don Bosco stesso ne comunicò l´idea all´intraprendente Don Giuseppe Bongiovanni il quale, accordatosi col Santo, la tradusse in atto.
Come si legge nelle Memorie Biografiche, vol. V, pag. 759, a questa Compagnia presero parte molti giovani più buoni, i quali si distinguevano nella frequenza e devozione con cui si accostavano alla Santa Comu

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 7
nione, traendo altri compagni col loro esempio a fare altrettanto. E´ la Compagnia degli adolescenti che intendono vivere di Gesù. Loro impegno personale: adorare, amare e riparare Gesù Sacramentato. Loro apostolato : procurare e condurre adoratori ai piedi di Gesù... sull´esempio del Beato Domenico Savio, innamorato dell´Eucarestia.
IL PICCOLO CLERO.
Il 1858 è l´anno dell´istituzione del Piccolo Clero. Lo - stesso Don Giuseppe Bongiovanni, fondata e organizzata la Compagnia del SS. Sacramento, d´accordo con Don Bosco, ne ideò una seconda, come appendice alla prima, ossia il Piccolo Clero, il quale iniziò i suoi servizi liturgici appunto in quell´anno 1858; come si apprende dalle Memorie. Biografiche, vol. V, a pag. 788 e segg.
Lo scopo del Piccolo Clero è questo : zelare il decoro della Casa di Dio e delle sacre funzioni. La parola « piccolo clero » non deve indurre a credere che i più piccoli debbano essere i chierichetti. Storicamente è vero il contrario. Don Bosco intendeva che vi appartenessero proprio i maggiori dei suoi giovani: i Soci della Compagnia del SS. Sacramento e i più buoni delle altre Compagnie, specialmente « quelli che dessero probabili speranze di vocazione » (1).
Sebbene le sullodate Compagnie fiorissero dando frutti consolanti, Don Bosco si accorse che « nell´Ora
(1) Il Piccolo Clero — lo sottolineo subito — non costituisce una Compagnia, ma una « appendice », al dire di Don Lemoyne, una e specializzazione » diremmo noi, delle Compagnie (cfr. Le C. 1949, n. 2, 18).


8 PREMESSE
tordo non si era ancora provveduto abbastanza ai bisogni di tutte le classi (sociali) degli alunni... ». Dunque deliberò che pure gli artigiani avessero una Compagnia esclusivamente per loro.
LA COMPAGNIA DI S. GIUSEPPE.
Don Bonetti, avutone l´espresso incarico, nel 1859 pose le basi della compagnia di San Giuseppe, con un Regolamento ispirato e corretto da Don Bosco. E´ quanto ci fanno sapere le Memorie Biografiche, vol. VI, pagg. 189-90 e 193 e segg., da cui appare lo scopo caratteristico di questa Compagnia: la formazione di operai « buoni, laboriosi, cristiani » sull´esempio del grande Artigiano San Giuseppe.
LO SCOPO DELLE COMPAGNIE
Detto dell´origine storica di ciascuna Compagnia in particolare, passiamo -a considerare lo scopo e l´ordinamento delle medesime in generale.
Le intenzioni di Don ,Bosco circa lo scopo e l´ordinamento delle varie Compagnie, grazie alla provvidenziale documentazione, le possiamo ricavare in forma ineccepibile, e sono quelle spesso ribadite dai Successori del medesimo Santo. E nessuno che voglia mantenere fede a Don Bosco e fare onore al nome e alla professione di educatore Salesiano, potrà mai prescindere né dalle Compagnie, nè dal metodo preventivo, di cui esse sono parte integrante e caratteristica.
Innanzi tutto, Don Bosco non inventò le Compagnie

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 9
Religiose a tavolino, quasi attuando un piano preconcepito. Abbiamo visto come egli fondò le Compagnie spinto successivamente dalla necessità pratica di provvedere alla formazione religiosa e morale dei giovani e di sopperire alle esigenze delle varie categorie di essi. Valga l´esempio della compagnia di S. Giuseppe a dimostrarlo.
« Mentre Don Bosco animava al bene i Soci del SS. Sacramento; vedeva non essersi nell´Oratorio provveduto ancora abbastanza colle Compagnie ai bisogni di « tutte le classi » degli alunni... Quella di San Luigi avrebbe dovuto abbracciare tutti i giovani interni ed esterni (compresi gli artigiani) ma... varie cause facevano sì che pochi fossero talvolta gli artigiani che la frequentassero. Don Bosco dunque deliberò che pure gli artigiani avessero una Compagnia loro propria... e fri quella di San Giuseppe, modello del buono, laborioso e cristiano operaio » (M. B., VI, 189-90). E nell´opera importante di simili fondazioni, Don Bosco agì, come al solito, ispirato dall´alto!
FINALITA´ SPECIFICHE.
Le finalità delle Compagnie appaiono evidenti dalla considerazione di alcuni brani delle Memorie Biografiche.
Nel volume XIII, a pag. 400 si legge: « A coltivare le vocazioni ecclesiastiche e religiose erano indirizzate, com´è noto, le Compagnie Religiose. Queste infatti, mentre avevano per fine immediato la formazione ´cristiana deì Soci e l´azione del buon esempio, alimentavano nei cuori le aspirazioni alla vita perfetta, lungi dalla corruttela del mondo ».
Nei Regolamenti delle singole Compagnie vengono

10 PREMESSE
specificate, in forma anche più particolareggiata, le altre mete fissate da Don Bosco per i Soci delle medesime: la Pietà, nel senso classico della parola, la Purezza e la mortificazione, ossia il « regno della moralità» (testualmente), l´Obbedienza e l´esatto adempimento dei doveri del proprio stato, ossia il « regno dell´ordine »; inoltre il perdono cristiano delle offese, la lotta contro il rispetto umano, la santificazione del lavoro, ecc. ecc.
APOSTOLATO D´AMBIENTE.
Ad onor del vero e a scanso di malintesi, giova sottolineare che « quell´azione del buon esempio », di cui sopra, in pratica era poi nè più nè meno che il nostro moderno e più appariscente « apostolato tra i compagni » ossia una vera e propria azione di apostolato sociale, svolto dai bravi Soci delle Compagnie in modo proporzionato all´età e all´indole della Compagnia e adattato all´ambiente del collegio, dell´oratorio, della famiglia, della scuola pubblica e della « bottega ». Perchè, come si è detto, Don Bosco con le Compagnie intese provvedere alle esigenze di « tutte le categorie » dei giovani che frequentavano il Primo Oratorio, e lo frequen-. tavano appunto giovani studenti, artigiani, interni, esterni, oratoriani e piccoli operai.
Anche di apostolato vero e proprio fanno fede le Memorie Biografiche, tramandandoci un particolare davvero interessante, che fa al caso nostro. Dicono infatti al volume VIII, pag. 39:
« In mezzo agli alunni vi era (e come no!) una minoranza di qualche diecina e anche meno (su 700) che non soffriva di essere corretta, che non voleva unifor

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 11
marsi alle istruzioni che venivano impartite e cercava di seminare segretamente la zizzania e lo scandalo... Ma (ecco l´apostolato di tutte le Compagnie) nell´Oratorio tutti gli altri ardevano di zelo contro questi perturbatori della pace nella casa. Stretti fra loro come falange nelle varie Compagnie, studiavano di trarre sulla strada della vita quanti potevano degli sconsigliati, premunivano e allontanavano gl´incauti dalle loro insidie e infine costringevano i primi a vivere isolati e con ciò ad essere scoperti » : ecco dunque « il regno dell´ordine e della moralità » di cui parla Don Bosco (M. B., VIII, 39) conservato e garantito dal buon fermento, anzi dall´azione benefica delle Compagnie.
In buona sostanza, Don Bosco con le Compagnie mirava a fare dei suoi giovani altrettanti Domenico Savio; per questo ne scrisse la vita, la cui caratteristica più sorprendente fu appunto quella dell´apostolato. Detto questo è detto tutto, fatto questo è fatto quanto si può desiderare dai giovani di tutti i nostri Istituti. Simili risultati non sono meravigliosi? E non sono puramente ideali, ma frutti consolantissimi prodotti di fatto dal metodo educativo di Don Bosco, che ancor oggi rende ammirevole e prodigiosa l´azione pedagogica dei Salesiani in tutto il mondo.
VIVAI DI VOCAZIONI.
E´ giustamente famosa quest´altra affermazione di Don Bosco: « Tali associazioni (come chiama le Compagnie) si possono chiamare chiave della pietà, conservatorio della morale, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e religiose » (M. B., XII, 26), affermazione che conferma quale sia il fine speciale delle Compagnie, se

12 PREMESSE
tondo la mente di S. Giovanni Bosco: la formazione religiosa dei giovani in generale, e la cura delle vocazioni in particolare.
Mentre provvedeva alla formazione morale della massa dei giovani e all´educazione all´apostolato sociale tra i compagni, Don Bosco, guardando molto più lontano e puntando assai più in alto, si prefiggeva di suscitare, coltivare e portare a maturazione il maggior numero di vocazioni per la Chiesa e per la Congregazione. Anche in questo Egli è stato grande e geniale quant´altri mai, e per due motivi:
Primo, perchè Don Bosco volle fondare delle Compagnie Religiose che fossero esclusivamente per i più giovani, per i ragazzi fino allora ordinariamente trascurati, dal momento che Confraternite ce n´erano tante sì, ma solo per adulti, e non per soli giovani e ragazzini.
Secondo, perchè Don Bosco con le sue Compagnie raggiunse Magistralmente quattro obbiettivi, l´uno più importante dell´altro.
QUATTRO OBBIETTIVI.
Il primo, la organizzazione addirittura internazionale
di fanciulli e adolescenti, ovunque nostri Confratelli fon
darono case salesiane in Italia e all´estero, dai tempi di
Don Bosco fino ai giorni nostri. Le Memorie Biografiche, vol. XIII, a pag. 164 e segg., descrivono gli effetti sorprendenti prodotti dalle Compagnie saggiamente organizzate dall´allora Don Lasagna nel Collegio Pio di Montevideo. E noi possiamo citare le Compagnie organizzate da Don Giuseppe Vespignani nell´Argentina, fe

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO
delissimo com´egli fu a Don Bosco e alle tradizioni del Primo Oratorio; come pure le Compagnie fiorenti nella Spagna fin dai tempi di Don Bosco; e altrove.
Il secondo obbiettivo, la formazione di ragazzi cristiani, praticanti e apostoli, sul tipo veramente ideale del Beatò Domenico Savio: ai tempi di Don Bosco, Be-succo Francesco, Magone Michele, Gavio Camillo, Massaglia Giovanni, il Servo di Dio Don Michele Rua primo presidente dell´Immacolata, Don Orione presidente dell´Immacolata ai tempi di Don Bosco e tanti altri; più vicini a noi, Giacomo Maffei, Giovanni Morasco e altri ancora; nella Lituania Pietro Pèrkumas, nella Patagonia
il Principino delle Ande » Servo di Dio Zeffirino Namuncurà, nell´Argentina il dinamico quattordicenne Alberto Giorgio Irisarri, nella Cina il giovane Mak Kam Yun; recentissimi, gigli trapiantati in cielo durante l´Anno Santo 1950, nella Spagna l´incantevole oratoriano Francesco Pulido Vado, di 12 anni e mezzo, e in quel di Varese 1´ alunno esterno Domenicbino Zamberletti, il chierichetto prodigio della Vergine del sacro Monte, di 13 anni: galleria invidiabile di giovani esemplari, che sono un´apologia meravigliosa del sistema educativo di Don Bosco e delle sue Compagnie.
Il terzo obbiettivo, la formazione di Salesiani e di autentici Ministri di Dio dati alla Chiesa e alla Congregazione in numero pressochè incontabile e in continuo aumento. Solo a Valdocco convengono ogni anno centinaia di Sacerdoti Ex-Allievi Salesiani. Lavorare per le vocazioni in generale è assicurare la vita avvenire della nostra Congregazione, e questo è un fattore vitale di tanta importanza che, da Salesiani amanti della nostra

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vocazione e di Don Bosco, deve stare in cima a ogni nostra più seria preoccupazione.
Lavorare poi per le vocazioni sacerdotali in ispecie, vuol dire ,contribuire fattivamente alla dilatazione e al trionfo del Regno di Dio nelle anime e nel mondo. E poichè suscitare e coltivare vocazioni è lo scopo precipuo e caratteristica speciale delle Compagnie, esse possono ben dirsi superiori a tante altre odierne associazioni, che non patiscono un simile assillo.
Il quarto obbiettivo, i Soci di queste Compagnie specialmente, divenuti Ex-Allievi di Don Bosco vanno a portare il buon fermento pressochè in tutti gli strati della società. La soda formazione ricevuta e la intensa vita interiore acquisita nelle Compagnie (quando queste vivano intensamente la loró vita conforme alle disposizioni date da Don Bosco e dai suoi Successori) fa sì che nostri Ex-Allievi si dedichino con slancio e con successo a compiere opere di apostolato, nelle forme più svariate; soventissimo (com´è in grado di documentarlo l´Ufficio Internazionale Ex-Allievi di Don Bosco) anche come Dirigenti nazionali, regionali, diocesani e locali di Associazioni cattoliche svariate, in tutti i paesi del mondo.
IL SISTEMA DELLE COMPAGNIE
L´autore delle Memorie Biografiche, al vol. XI, pagg. 225 - 226, descritte le varie Compagnie operanti nell´Oratorio di Valdocco nel 1875, ci tramanda queste preziose inforMazioni:

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 15
« Da tutto questo " sistema di Compagnie" derivavano due vantaggi di somma importanza, ma senza che gl´iscritti se ne avvedessero. Uno era entrare in intima relazione coi superiori. Siccome, inoltre, vigeva la consuetudine che, col crescere dell´età, si passasse da una Compagnia di minor grado a una Compagnia di grado più elevato, senza che si cessasse di appartenere alla precedente, ecco un secondo effetto: il progredire di molti nella virtù. Per questa via Don Bosco insensibilmente condusse fino alle soglie della Congregazione i giovani di più elette speranze, i quali, entrando in noviziato, non cascavano di botto in un mondo nuovo, ma vi arrivavano predisposti e preparati dal " tirocinio delle Compagnie" D. Dunque, un sistema, un tirocinio delle Compagnie: la cosa è quanto mai ricca di significato!
Così i fatti e la tradizione Salesiana stanno a dimostrare le intenzioni di Don Bosco in merito alla formazione spirituale e alla cura delle vocazioni, mediante un vero e proprio " sistema di Compagnie ", istituite non solo secondo le diverse età e categorie dei giovani, ma ordinate razionalmente " con gradazione ", allo scopo esplicito di favorire specialmente le -vocazioni, fino ad avviarle definitivamente allo stato religioso e sacerdotale. Il che ci viene confermato anche da Don Barberis nella sua cronaca, parlando della compagnia dell´Immacolata:
« Si ha di mira (dice) di prendere specialmente i più adulti e quelli che presto dovranno decidere della propria vocazione; poichè nello spirito del Sig. Don Bosco questo (dell´Immacolata) deve essere come l´ultimo gradino, senza che essi per nulla lo sappiano e lo pensino, per entrare nella Congregazione.. E´ questo uno

16 PREMESSE
dei "segreti dell´Oratorio": farli passare per vari gradi di conferenze e di Compagnie, senza che essi pensino, impadronirsi di molti di loro e poi volgerli e piegare al bene, sempre con amorevolezza e quasi solo cedendo ai loro desideri » (M. B., XII, 184).
SCALA DEI VALORI DELLE COMPAGNIE•
In base a così saggi e amorevoli accorgimenti di Don Bosco, ancora le Memorie Biografiche, vol. XI, pagg. 225226, ci fanno conoscere quella che, giustamente, possiamo chiamare la scala dei valori delle Compagnie: al primo grado, più o meno pari, le Compagnie di San Luigi e di San Giuseppe, con una massa di Soci relativamente grande; al secondo grado la Compagnia del SS. Sacramento, con Soci meno numerosi perché più selezionati; al terzo grado il Piccolo Clero, formato dai migliori adolescenti del SS. e di altre Compagnie; al sommo grado la compagnia dell´Immacolata, integrata da giovani di « robusta e prúdente virtù » (M. B., V, 485) i più scelti, i più influenti, i più fidi delle precedenti Compagnie.
Tutto questo ordinamento e le segrete e sante intenzioni che lo animano non è meraviglioso? Quanto amore di Don Bosco per le vocazioni (oltrecchè per tutti i giovani), quanto tatto e quanta saggezza pedagogica in questa organizzazione delle Compagnie!
Vivendo a contatto della gioventù d´oggi, ci affligge profondamente il vedere come la stragrande maggioranza dei nostri cari giovani, per cause assai disparate, è tanto insensibile o, per lo meno, dimentica delle divine realtà dello spirito: hanno perso il « senso del pec

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 17
cato », non stimano le cose di pietà (che fa i santi), sfuggono a tutto ciò che sa di mortificazione, aspirano sfrenatamente ai divertimenti mondani senza discriminazione; per cui la moralità è tanto in ribasso, ottusa la coscienza e quasi smarrito il senso del peccato!
Ragazzi che accorrono all´Oratorio al tempo della partita, del cinema, durante i giuochi in sala o nel cortile, ma che fuggono poi all´ora delle preghiere, del catechismo o delle sacre funzioni. Ragazzi di collegio che deprezzano le fatiche e criticano l´azione benefica degli assistenti, degli insegnanti, dei Superiori; giovani che, mancando di convinzioni personali, non sanno volere e autocomandarsi, male sopportano la disciplina, studiano per forza e contano i giorni di scuola a unó a uno, da una vacanza all´altra sognando null´altro che il liberismo delle vacanze estive, con tutti gli inconvenienti morali e fisici che le caratterizzano.
Tutte cose purtroppo vere, che fanno tanto male ai giovani in generale, ma che in modo speciale spengono in essi i germi preziosi della vocazione o, per lo meno, compromettono gravemente il fiorire rigoglioso della divina chiamata.
Non ci sarà un rimedio efficace a tanti mali ? Per noi Salesiani il rimedio c´è, ed è certamente facile, efficace e nostro: le Compagnie!
IL TIROCINIO DELLE COMPAGNIE.
Il « tirocinio delle Compagnie » costituisce appunto quel « segreto » citato da Don Barberis, capace di rinnovare perennemente, in tutte le Case Salesiane, i prodigi di santità dell´Oratorio di Don Bosco. Perchè le
2. — G. Gozzo - Organizziamo le Compagnie.

18 PI EMESSE
Compagnie (create espressamente e adattate da un santo come Don Bosco, alla mentalità e alle esigenze dei giovani) recano in sè preziosi princìpi attivi di vita interiore, atti a infondere in essi lo spirito di pietà, di purezza e di apostolato, a ridonare confidenza reciproca e spirito di spontanea collaborazione tra educandi ed educatori, a instaurare e a potenziare il .già citato « regno dell´ ordine e della moralità », e a fare dei nostri Oratori e Istituti, autentici vivai di vocazioni ecclesiastiche e religiose, e cenacoli di laici apostoli.
L´ORGANIZZAZIONE PARTICOLARE DELLE COMPAGNIE
Don Bosco il 31 dicembre 1875, dando la buona notte con la strenna ai giovani e ai Salesiani dell´Oratorio, raccomandava vivamente a tutti di rinnovare e accrescere le Compagnie, dicendo:
« Si abbiano care quelle piccole Compagnie che vi sono in Casa, come quelle di San Luigi, del SS. Sacramento, del Piccolo Clero, di San Giuseppe e dell´Immacolata Concezione. Raccomando specialmente ai catechisti, ai maestri, ai direttori di queste Compagnie che le rinnovino e le accrescano; che esortino i giovani a farsi iscrivere... Io raccomando continuamente il farsi ascrivere a queste Compagnie, perchè ciò farà sempre del bene grande a tutti » (M. B., XI, 523).
Poco dopo, in vista dei meravigliosi effetti pedagogici che si riprometteva dalle Compagnie, le raccomandava in termini assolutamente impegnativi, scrivendo a tutti i Salesiani, il 12 gennaio 1876:

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« Nel desiderio di venire a cose valevoli a coltivare le vocazioni religiose, ed efficaci per conservare lo spirito di pietà tra i Salesiani e tra i giovanetti affidati a noi, io mi fo a raccomandarvi alcune cose che l´esperienza mi ha fatto ravvisare sommamente necessarie.
In ogni casa... diasi la massima sollecitudine di promuovere le Piccole Associazioni, come sarebbe il Piccolo Clero, la Compagnia del SS. Sacramento, di San Luigi, dell´Immacolata Concezione, (di San Giuseppe). Niuno abbia timore di parlarne, di raccomandarle, favorirle e di esporne lo scopo, l´origine, le Indulgenze ed altri vantaggi che da queste si possono conseguire, ecc. ». E più avanti•:
Questa lettera che io indirizzo a tutti in generale, vorrei che fosse considerata come scritta ad ognuno in particolare; che ogni parola di essa venisse detta, ripetuta le mille volte all´orecchio di ciascuno, affinchè non fosse mai dimenticata » (M. B., XII, 26-27).
Se amiamo e stimiamo Don Bosco e le cose nostre, facciamoci premura di rinnovare, accrescere e organizzare le Compagnie in modo perfetto. In che maniera? D´accordo con Don Bosco e la tradizione Salesiana.
Cento anni fa le Compagnie, in quell´ambiente del Primo Oratorio così saturo di pietà e di cristiano eroismo, mentre non consta che esistessero altre associazioni fatte solo per ragazzi, funzionavano col medesimo criterio di organizzazione, che noi forse avremmo creduto essere prerogativa esclusiva delle più vantate associazioni di oggi. E´ questa una constatazione ben significativa e consolante per noi.
"Le Memorie Biografiche, vol. VI, pagg. 196-97, documentando l´organizzazione della San Giuseppe, ci tra

20 PREMESSE
mandano quello che doveva essere l´ordine dell´adunanza e il quadro organizzativo di ogni Compagnia. In base alle suddette informazioni, la Compagnia comprende il consiglio direttivo e la massa dei soci ad essa iscritti.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO.
Il Consiglio Direttiva è composto da: l´Assistente, ossia un Salesiano, il Presidente, il Vice Presidente, il Cassiere, il Segretario, i Consiglieri in numero variabile, i Decurioni (ossia i Capi-gruppo, modernamente) e il Lettore; quest´ultimo non vero membro del Consiglio, ma solo lettore all´inizio dell´adunanza. I Decurioni stanno ad indicare che i Soci venivano suddivisi e organizzati a gruppi con a capo un Capo-gruppo. Cosicchè anche le attività della Compagnia venivano realizzate a gruppi, guidati da un Decurione membro o per lo meno dipendente dal Consiglio Direttivo. Si direbbe l´attuazione del modernissimo « metodo attivo », del cosiddetto « lavoro a squadre »; modernità di Don Bosco del 1859!
L´ORDINE DELL´ADUNANZA.
L´ordine dell´adunanza, ricavato come sopra, risulta il seguente: Breve lettura spirituale, preghiera, lettura del verbale e osservazioni al medesimo, appello nominale, conferenza (dell´Assistente, o di un Superiore [tante volte fu lo stesso Don Bosco] oppure di un giovane Socio), discussione sul tema svolto, proposte varie, comunicazioni del Consiglio, avvisi, esortazioni e simili; estrazione del fioretto per la settimana, preghiera di chiusura.

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI´ DON BOSCO 21
Anche la festa dell´accettazione, la promessa, la tessera e il distinvo hanno il loro riscontro centenario nella storia delle Compagnie. Già le compagnie di San Luigi (l847) e di San Giuseppe (1859) usarono abitualmente fare la « promessa », compresa in apposito formulario, nella funzione della solenne accettazione. Un attestato di ammissione, ciò che è oggi la nostra tessera, lo si dava già ai Soci della Compagnia di San Giuseppe, com´è detto nel proprio Regolamento. E il distintivo moderno viene a sostituire, sullo stile d´oggi, la tradizionale medaglia della Compagnia, che fin dal 1857, e forse anche prima, si usava benedire e dare ai Soci, all´atto dell´ammissione nella medesima.
Sappiamo inoltre che Don Bosco soleva curare assai tutte queste esteriorità, le quali dovevano servire a conciliare la stima e a mantenere alto fra i giovani e i Salesiani il prestigio delle Compagnie; stima e prestigio al quale (come consta ad esempio dal vol. IX, pag. 455) ci teneva moltissimo. Per questo egli soleva celebrare con la massima solennità la festa patronale delle Compagnie, per la quale non tralasciava di invitare anche i Priori. Ne è saggio eloquente la prima festa di San Luigi celebrata nella poverissima Cappella Pinardi, come dal vol. III, capo XX.
Da quanto esposto, è legittimo constatare come bon Bosco, fin dagli inizi, abbia dato alle Compagnie un altissimo contenuto ascetico-pedagogico e una organizzazione perfetta; un sistema di Compagnie ordinate secondo l´età e secondo le categorie dei giovani. Ossia, da sapiente e Santo educatore, egli fondava le sue associazioni giovanili, quali oggi vanta la tecnica organizzativa delle più progredite associazioni.

22 PREMESSE
STIMA DI DON BOSCO.
Proprio per questo (come dalle Mem. Biogr., volume VIII, pag. 228) « nelle conferenze Don Bosco cercava assai spesso di trasfondere negli altri la stima altissima che egli aveva delle sue cose, la quale aveva radice (non nel peccaminoso spirito di orgoglio, ma) nell´intima persuasione che il comando, il consiglio e l´indirizzo di quanto faceva, provenivano da un misterioso impulso celeste. Dal conoscere infatti la volontà di Dio, derivava la fermezza incrollabile nel raggiungere una meta che gli era prefissa. Quando qualcheduno della casa (allora come oggi) gli proponeva questa o quell´altra opera da promuovere, non prescritta dal Regolamento, rispondeva: Se abbiamo le cose nostre! Promuoviamo queste che ci riguardano. Le cose altrui saranno ottime finchè si vuole, ma non servono per noi e ci allontanano dal nostro scopo. Noi, per bontà del´Signore, non abbiamo bisogno di prendere dagli altri, ma gli altri vengano, se loro piace, a prendere da noi. Era poi contrario che s´introducessero nelle nostre Case Compagnie nuove o devozioni estranee, ma raccomandava che si coltivassero bene quelle già esistenti nell´Oratorio e si praticassero le nostre pie usanze ».
Inoltre, poiché queste provvidenziali Compagnie (che altri Religiosi ci invidiano) sono parte integrante e caratteristica del sistema educativo di Don Bosco, si impone di conseguenza che alle stesse Compagnie, come all´intero sistema Salesiano, sia conservata tutta l´integrità e l´autonomia, senza di cui è impossibile un´azione educativa tipicamente Salesiana.

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DI DON BOSCO 23
LE COMPAGNIE: ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE
Rimane a fare un´ultima constatazione storica, prima di finire. Cioè le Compagnie, essendo parte integrante del metodo educativo Salesiano, senz´altro sono inserite nel corpo organizzato della Congregazione Salesiana la quale è internazionale, e quindi, ipso facto, anch´esse costituiscono un movimento giovanile cattolico internazionale. Stanno a dimostrarlo i Congressi internazionali, nazionali e regionali delle Compagnie celebrati qua e là per il mondo Salesiano: il Congresso Nazionale realizzato a Bernàl presso Buenos Aires nel 1922; il Congresso Internazionale tenutosi a Torino-Valdocco, nel 1923; i sei Congressi Nazionali dell´Uruguay, i tre Congressi Nazionali della Colombia, il Congresso Nazionale dell´Equatore, il Congresso Regionale di Cordoba nell´Argentina, il Congresso Nazionale della Spagna; altri numerosissimi Congressini celebrati nelle singole Ispettorie o Case in preparazione ai sullodati Congressi generali, senza dire di altri Congressi locali; tutti segni evidenti della vitalità delle Compagnie, in tempi e in luoghi disparati.
Ma le Compagnie, il riconoscimento più alto lo ebbero dal primo Congresso Mondiale dell´Apostolato dei Laici, celebratosi a Roma dal 7 al 14 ottobre 1951. Le Compagnie Religiose vennero ufficialmente invitate appunto come « Organizzazione Internazionale Cattolica, ufficialmente approvata dall´Autorità Ecclesiastica, con programma religioso, educativo, formativo all´apostolato
».
Cosi ebbero l´onore e la fortuna di figurare tra le 38 Organizzazioni Internazionali Cattoliche presenti al

24 PREMESSE
Congresso, iscritte nell´elenco ufficiale col bel nome di Compagnie della Gioventù Salesiana, dopo le Congre: gazioni Mariane e prima della Crociata Eucaristica, la Legione di Maria, ecc.
Le Compagnie furono rappresentate al riuscitissimo Congresso Mondiale da Delegati e da esperti Salesiani di nove distinte nazionalità. Esse nel meraviglioso quadro mondiale dei « movimenti cattolici » di Apostolato dei Laici, erano l´organizzazione dei più giovani, i quali, formati alla scuola di S. Giovanni Bosco e seguendo gli esempi del Beato Domenico Savio, dovranno domani colla loro azione collaborare all´apostolato della Chiesa in forme svariate in tutti gli strati della società.
« Queste Associazioni Giovanili Salesiane sono da me amate come la pupilla dei miei occhi e considerate come uno dei- mezzi migliori per risolvei.e la crisi delle vocazioni ecclesiastiche e religiose del momento presente ». DON RENATO Zsoomyrr, nella lettera del 30 novembre 1952 a Don Amilcar S. Pascual, Ispettore dell´Uruguay.

~CeCarnpaqnie nel petoiem,
dei
Sarebbe troppo lungo anche solo citare tutti i documenti autorevoli che riguardano il nostro tema (1). A un´altra pubblicazione questo compito.
Per fissare i punti orientativi indispensabili al nostro lavoro a me basta scegliere — tra l´abbondante letteratura del genere — alcune pagine significative del nostro Venerato Rettor Maggiore.
E´ L´ORA DELL´AZIONE!
« Dobbiamo far nostra la parola del Sommo Pontefice felicemente regnante: "E´ l´ora dell´azione
Dobbiamo essere audaci nel bene, con la santa audacia di San Giovanni Bosco. I giovani non amano i mezzi termini: o si educano all´eroismo del bene o infiacchiscono nella stagnante mediocrità e diventano scettici. Gli educatori che credono di essere aggiornati quando assecondano i gusti deteriori degli allievi, saranno do
(i) Vedine una sommaria Bibliografia nelle prime pagine di questo volume.

26 PREMESSE
mani disprezzati e derisi; la stima dei giovani va a chi esige sforzo, sacrificio, rinuncia, a chi addita mete nobili e generose e li aiuta sapientemente a raggiungerle.
Non preoccupiamoci di rendere facile e amena la vita dei nostri allievi, ma piuttosto di suscitare entusiasmo per l´arricchimento dell´anima nella vita della Grazia, nell´acquisto delle virtù necessarie nella vita: la giustizia, la fortezza, la carità, il dominio di sè, l´emulazione nel bene. Anche nella vita ordinaria di studio, di lavoro, di pietà, di serena letizia e di educazione fisica, non dobbiamo mai dimenticare questa sovrana educazione morale, che forma la dignità e la serietà dell´uomo e che prepara veramente alla vita coi suoi dolori e le sue prove immancabili.
Ora le palestre di tale ginnastica morale dove le troviamo se non nelle "Compagnie religiose fiorenti?".
Cari Confratelli, .permettetemi che vi faccia una calda raccomandazione: se vogliamo vocazioni tra i giovani e se vogliamo conservare le vocazioni dei nostri confratelli triennali, è necessario che in tutte le nostre Case´ trovino terreno adatto e fioriscano le nostre "Compagnie". Chi le credesse inadatte, sorpassate, sarebbe nel più grave errore e dimostrerebbe di non aver capito Don Bosco e il suo sistema..
COMPAGNIE MILITANTI.
Dappertutto ha dato frutti mirabili l´Azione Cattolica, sapientemente organizzata nelle varie Nazioni e Diocesi; all´Azione Cattolica dobbiamo noi pure indirizzare i nostri giovani come alla meta finale per coloro che sentiranno la vocazione di militare nelle sue file do

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DEI SUPERIORI 27
po la vita collegiale. ´´Ma nei nostri Istituti e Oratori la via regia per coltivare lo spirito religioso, la frequenza dei S. Sacramenti, la familiarità, l´allegria, il sistema preventivo, l´intesa amichevole tra i ragazzi e l´amore allo studio, al lavoro, alla disciplina è l´organizzazione sapiente
delle Compagnie. ,Devono occuparsene tutti i Superiori
o direttamente o indirettamente, devono favorirne le iniziative, concorrere con la stima e con l´opera a valorizzarle davanti ai giovani e nei rapporti con gli esterni. Fortunati quei Direttori che sapranno unire menti e cuori a questo intento : troveranno facilitato il loro còmpito educativo e moltiplicheranno le belle iniziative per rendere serena e fruttuosa la vita degli internati e degli Oratori.
Ma si deve fai- in modo che le Compagnie possano allargar la loro attività in ogni settore della Casa, portando ovunque lo zelo per il buon andamento di tutto ciò che interessa l´educazione morale, intellettuale e fisica; dalla chiesa alla ricreazione, dalla scuola al laboratorio,. le Compagnie debbono tutto vivificare con la carità fraterna affinchè i buoni siano sempre e dappertutto i primi con l´appoggio di tutti i Superiori. Così la pensava San Giovanni Bosco, come ben appare dalla vita del Beato Domenico Savio. Sarà così che prepareremo alla Società dei generosi e simpatici apostoli e alla Chiesa dei Ministri ricchi di risorse in ogni ramo di attività. Saranno così i giovani stessi che porteranno in casa la gioia, l´amore al lavoro e all´apostolato e i Superiori avranno il còmpito di guidarli con prudenza e. tatto a sicure mète ».
(Atti del Cap. n. 169, 7: cfr. pure Le C. 1952, n. 22, p. 156)

28 PREMESSE
AUTORITA´ E LIBERTA´.
Un´attività che deve portare nelle nostre Case la gioia dell´ambiente adatto alle vocazioni, sarà la cura e. l´incremento delle nostre Compagnie Religiose.
Nella mente di S. Giovanni Bosco questi gruppi di giovani più volonterosi e buoni dovevano servire come mezzo potente ad attenuare l´esercizio dell´autorità dei Superiori sulla massa e a suscitare l´emulazione nel bene, l´attaccamento ai Superiori, l´intesa familiare spontanea in tutto l´andamento della casa. Era parte vitale del sistema preventivo e imitava in certo modo la divina economia, che si serve sempre dei mezzi secondi per attuare i suoi disegni sull´umanità.
In tale sapiente provvida organizzazione le Compagnie prendono le parole del Superiore e le fanno proprie. I Superiori desiderano la pietà fervente, le cerimonie ben eseguite, la frequenza dei Sacramenti? Le Compagnie curano in primo luogo di ottenere dai soci e, per salutare influsso, dagli altri compagni, tali ottime manifestazioni della pietà, specialmente in prossimità delle feste, nei lutti, nelle vacanze in famiglia, ecc.
La ricreazione desideriamo che sia vivace, chiassosa, i giuochi ben distribuiti secondo i vari gusti, non gruppi appartati é melanconici, non particolarismi nè risse? E le Compagne si fanno un programma da attuare in tutte le ricreazioni, alleggeriscono la fatiCa dei Superiori, li circondano e festeggiano quando anch´essi vogliono prendervi parte, li suppliscono nei casi d´assenza o di impossibilità.
I Superiori desiderano maggior esattezza nel silenzio, maggior puntualità alla campana, più applicazione

LE COMPAGNIE NEL PENSIERO DEI SUPERIORI 29
e diligenza, rappresentazioni teatrali, minori esigenze negli apprestamenti di tavola? Le Compagnie organizzano la settimana del silenzio perfetto, la giornata della puntualità, il triduo dell´obbedienza, il mese della ricreazione senza risse, le gare sportive tra gruppi e gruppi e le recite e le accademie solenni.
Ma è necessaria una perfetta intesa tra i Superiori per conseguire tali risultati; è necessario che tutti valorizzino questo strumento educativo di primo grado; è neCessarío che addetti alle Compagnie siano confratelli esperti, generosi, abili nell´escogitare espedienti; è necessario dare il tempo e il luogo adatto alle riunioni generali di .presidenza, e consentire che tutto proceda di buon accordo a bene comune (Atti del Cap. n. 171, pag. 9) ».
PIANO DI LAVORO.
A questo si può aggiungere un´altra accorata esortazione del Ven. Superiore in data 7 ottobre 1953 (Atti n. 176):
« ...A me preme invitare tutti i Confratelli a fissare lo sguardo sul movimento crescente delle nostre Compagnie Religiose e a riflettere sulla loro importanza e necessità educativa in tutte le nostre Case, Oratori, Parrocchie e Missioni.
Vorrei invitare i Superiori delle Case a studiare insieme all´inizio dell´anno un piano di lavoro e di organizzazione delle varie Compagnie: personale da incaricare, data d´inizio delle riunioni, luogo e attrezzatura, formazione delle Presidenze, attività generali e speciali, orario delle riunioni, concorso delle Compagnie nella

30 PREMESSE,
vita interna: funzioni religiose, gare catechistiche, giuochi, filodrammatica, vita missionaria, accademie, lotterie, stampe, rapporti con l´Azione Cattolica diocesana. Insomma vorrei si concorresse da tutti a considerarle una attività necessaria nella vita della Casa, importante come ogni altra Scuola o Laboratorio per l´educazione cristiana e sociale dei nostri giovani migliori, palestre di apostolato vivace e moderno, ricco di serenità e festevolezza, pieghevole a tutti i bisogni e a. tutte le sane istanze della nostra gioventù.
Esse esigono certamente un superlavoro e i confratelli incaricati lo facciano con entusiasmo, d´intesa cordiale e premurosa con gli altri, affinché non avvengano sorprese, screzi, esagerazioni o malintesi.
Vorrei che tutti si persuadessero essere le Compagnie l´indice e il sostegno del fervore religioso delle Case, lo strumento più adatto in mano ai Superiori per ottenere l´amore allo studio, alla disciplina, al lavoro, il continuo richiamo alla pratica del nostro sistema educativo e la palestra ove si possono preparare í cattolici militanti del domani.
Sarebbe ben triste cosa se qualcuno si accontentasse del felice esito degli esami o delle partite di giuoco e trascurasse o impedisse il lavoro formativo dell´anima dei giovani, che trova nelle Compagnie ben organizzate la sua scuola più efficace ».
Dopo documenti di tale importanza accingiamoci senz´altro al ponderoso tema.

oittivitci
Si può dire che da una seria preparazione dipende non solo lo sviluppo armonico delle Compagnie durante Fanno scolastico, ma — per ripercussione immediata il fiorire di tutto l´Istituto.
E a questo riguardo non si è mai troppo scrupolosi, perché si tratta di gettare le fondamenta su cui costruire l´edificio.
Orbene la preparazione immediata presenta diversi momenti graduali che vanno considerati attentamente.
1. ACCORDI COL DIRETTORE
Per quanto la responsabilità delle Compagnie graviti particolarmente sul Catechista (Regolamenti 133 e 189) è logico che tutto va fatto sotto la guida del Direttore (R. 186), intendendosi con lui (R. 189).
Alla luce di questi due incisi — lo dico una volta per sempre — si svolgerà l´opera ´nostra, in una scala di oscillazione da un minimo a un massimo di autonomia, a seconda dell´intesa prefissata. Nelle grandi Case il Direttore, assorbito da tante preoccupazioni, potrà interessarsi meno frequentemente della parte organizzativa

32 PREMESSE
e allora demanderà al Catechista l´autorità necessaria. Negli Istituti più piccoli invece il Superiore potrà seguire più da vicino lo svolgimento e quindi tanti fattori contingenti verranno studiati d´amore e d´accordo, a mano a mano che se ne presenti il bisogno.
In tempo utile, possibilmente prima dell´arrivo dei giovani, ci sia un colloquio col Direttore
a) per fissare gli Assistenti delle diverse Compagnie e sottosezioni;
b) per determinare l´orario delle riunioni. A questo fine il Superiore nel primo Capitolo della Casa prenderà gli accordi con chi di ragione, e notificherà poi in conferenza ai Confratelli le decisioni a fine d´impedire incresciose interferenze nel corso dell´anno.
Tutti ricordino il commento alla Convenzione suí rapporti con la G. I. A. C. in cui tra l´altro si legge: I Direttori determinino bene gli orari destinati alle adunanze delle Compagnie: ma non vi siano ostacoli, dovuti all´insistenza dei Consiglieri e capi di laboratorio per motivi di tempo e di disciplina: perché questa- attività
- ha un´importanza non inferiore allo studio e alla scuola (Cfr. Atti del Capitolo n. 172, pag. 27, riportata da Le
C. 1953, n. 27, pag. 40, 2).
c) per invitarlo a una serie di Buone Notti che impostino ai giovani i temi caratteristici (campagna annuale dell´Istituto) delle Compagnie, (il Catechista si riserverà
i temi fondamentali perché più pratici e particolareggiati e perciò spettanti al suo ufficio); ,
d) per ottenere, se ancora non ci fosse, la sala delle Compagnie, dotata di tutto quell´essenziale arredamento del quale si parlerà in seguito;

ATTIVITÀ PRELIMINARI 33
e) per stabilire i locali in cui si possano svolgere le adunanze delle singole Associazioni;
f) per fissare già approssimativamente a lunga scadenza
la « giornata » delle Compagnie la « giornata » delle vocazioni la « giornata » dell´A. G. M. il « congressino » finale.
2. ACCORDI COL PREFETTO
E´ evidente che le Compagnie postulano anche l´aiuto economico, almeno per le cose essenziali.
Ecco quanto il Catechista domanderà al Prefetto:
a) un abbonamento alla Rivista per ogni Assistente;
b) un abbonamento per un manifesto murale mensile;
3 — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie

34 PREMESSE
3. ACCORDI COL CONSIGLIERE
Se l´intesa è necessaria in ogni caso, in questo è indispensabile.
Risolta la questione dell´orario dal Capitolo, si tratterà di studiare serenamente tutte le altre situazioni di conseguenza. Ricorderò, come esempio, la sostituzione di Assistenti per liberare gli incaricati delle diverse sezioni; il richiamo a insegnanti che si fossero dimenticati delle Compagnie nell´assegnazione dei compiti scolastici; il permesso per alcune chiamate straordinarie (ridotte al minimo!) in vista di Congressi, gite, riunioni plenarie, raduni di zona, ecc.
Vale la pena a questo punto richiamare quanto fu stabilito da alcuni Ispettori (Le Compagnie 1951, n. 10, pagina 42) e lodato dal Rev.mo Sig. Don Antal, Catechista generale, (lettera del 1° ottobre 1953, VI): « Lodevole la prassi invalsa in alcuni Collegi di permettere nell´ultima parte dello studio della sera (nel tempo della prima mensa) coi debiti riguardi disciplinari ai vari Assistenti di Compagnia d´intrattenersi nella Saletta delle Compagnie coi rispettivi associati o parte di essi. Per i giovani sarà un respiro di spontaneità tanto utile ».
Il Consigliere che possiede ambo le chiavi dello studio e della disciplina dei giovani, stimerà suo dovere corroborare e completare, dal canto suo, l´opera del Direttore e del Catechista.
Egli che presiede gli scrutini settimanali per i voti di condotta e di applicazione, potrà autorevolmente richiamare i giovani, dicendo loro l´importanza e il peso che tali giudizi hanno in ordine alla loro appartenenza alle Compagnie.

ATTIVITA´ PRELIMINARI 35
4. ACCORDI COGLI ASSISTENTI
Concretati i nominativi degli Assistenti (i quali saranno stati invitati personalmente dal Direttore), il Catechista si darà premura di chiamarli per una riunione d´intesa.
Necessita presentare loro tutto il materiale indispensabile all´adeguato assolvimento dei loro doveri.
Idea fondamentale: Le Compagnie non sono enti a sè, separati o indipendenti, ma costituiscono un aspetto d´un´unica esigenza o risolventi parziali d´un unico problema. Ecco il motivo per cui è necessario agire corde uno et anima una in vista dello stesso fine.
Affidata a ciascuno una Compagnia, il Catechista per suo inalienabile dovere continuerà a visitarle singolarmente per equilibrare le forze, ridestare i torpenti, lanciare iniziative, ecc.
5. COMITATO DELLE COMPAGNIE
« Ormai si è dimostrato necessario che all´inizio del nuovo anno scolastico il Direttore insieme col Catechista, il Consigliere e gli Assistenti di Compagnia formuli il programma per l´intierò anno, coordini gli incarichi, specifichi le responsabilità.
« Lodevolissima la costituzione del Comitato delle Compagnie formato dai suddetti. Dove è´in funzione ha dato insperati frutti di bene (Lettera cit. di Don Antal, VII) ».
Tale consesso, che si raduna due o tre volte all´anno, risolve i problemi di ordine generale, con speciale riguardo all´inserimento delle iniziative di Compagnia nella

36 PREMESSE
vita della Casa, procurando che non siano d´intralcio ma di aiuto in tutti i settori, compreso quello disciplinare. (Cfr. Atti n. 176, pag. 6, poco sopra riportati).
E´ in seno al comitato che si tratta pure quali campagne lanciare per l´utilità comune e per il buon andamentó dell´Istituto, oltre quelle indette dal Centro.
Esempi di campagne: Una maggiore conoscenza della Passione di N. S. - Gustare il S. Rosario - Immedesimarsi del « Dio ti vede » - Sfruttare di più gli Esercizi Spirituali - Come unire lo studio e la pietà - Preparazione alle vacanze - Formazione del carattere Buon esempio e sua forza - Lotta al rispetto umano - Controllo dei discorsi - Aumentare nella Fede - Vivere il Battesimo - Vivere la Cresima - Centro della nostra vita: l´Eucarestia, ecc.
6. RELAZIONI COL CENTRO
Abbiamo già sottolineato che l´isolamento è sempre a scapito del buon andamento delle Associazioni: s´impone quindi una direzione sapiente col postulato di sudditi ossequienti.
In pratica ci sono due Centri: quello Ispettoriale e quello - Internazionale.
Il Catechista deve essere pronto a seguire nei minimi particolari le direttive impartite, anche se contrastano colle sue vedute personali.
Compìli con sollecitudine i moduli che riceve, risponda esaurientemente ai questionari, appoggi i referenda proposti, partecipi ai soci le iniziative lanciate e cerchi soprattutto di attuarle secondo le possibilità locali, preghi il Prefetto perchè vengano regolati i conti di cassa

ATTIVITA´ PRELIMINARI 37
inerenti alla stampa convenuta in precedenza: in una parola, collabori con tutte le sue forze alla causa comune.
Solo così i Centri potranno qualificarsi efficienti, data la reale corrispondenza dei Catechisti nelle Case.

Tutti coloro che fanno parte delle Compagnie procurino di dare buon esempio agli altri, di essere luce nelle tenebre, di fuggire il cattivo esempio, di mettere in pratica tutti i mezzi onde estirparlo di mezzo ai compagni, di comunicarsi e visitare spesso Gesù durante la giornata e di invitare anche gli altri ad andarvi. Altre pratiche di pietà o di mortificazione io vado adagio a consigliarle, poichè fra il bene che fanno possono nascondere dei pericoli. Invece io raccomando continuamente di farsi ascrivere a queste Compagnie, perchè ciò farà sempre del bene grande a tutti.
DON Bosco - M. B. XI, pag. 523.

Iheate55e
I giovani sono ormai entrati in collegio. Facce nuove e vecchie s´incontrano nella crisi dei primi giorni.
Il Catechista si è preparato ad accogliere gli interni con tutte le industrie della sua bontà, non ultima una provvista di riviste e di albi da distribuire man mano che entrano per distogliere le fantasie dalla incombente melanconia.
Ai primi d´ottobre, appena i giovani avranno ripreso gli orari di lavoro, di stndio e di scuola; è tempo di cominciare a parlare delle Compagnie. Il manifesto inviato dal Centro darà il via alle trattazioni.
Per la Festa di Cristo Re conviene che le Compagnie siano già organizzate e avviate alle diverse attività del nuovo anno.
E´ un grave errore voler attendere fino alr8 dicembre. Questa non è mai stata la data nè ufficiale nè ufficiosa fissata per la ripresa: Dicembre è gíà troppo tardi!
Alcune Buone Notti del Direttore e i sermoncini del Catechista dopo la S. Messa segneranno l´inizio delle nostre care Associazioni interne.

42 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
eeita
E´ una delle operazioni più delicate.
Esporrò qui alcuni esperimenti fatti in questi anni per cercare al delicato problema una soluzione, se non ottima e perfetta, almeno passabile. Ciascuno poi segua nella pratica quel sistema che crede più opportuno e consono alle tradizioni locali.
A) PRIMO ESPERIMENTO: In principio invitavo, come si suole, a fare la domanda singolarmente.
Ecco gli inconvenienti principali che ho riscontrati, nonostante tutti i consigli elargiti precedentemente alla comunità:
1) Un buon numero — quasi la metà — agisce a ragion veduta. Non sono le Compagnie che li interessano, ma la stima dei Superiori: costoro si possono considerare degli opportunisti, i quali in seguito saranno il tormento del gruppo.
2) Alcuni, veramente buoni, talora non osano iscriversi o per timidità naturale o per paura che in seguito vengano richiesti di somme di cui non potrebbero disporre, data la ristrettezza familiare.
3) Quando un povero Catechista si trova davanti alla valanga delle domande, per quanto abbia del coraggio, non crede opportuno perpetrare una strage, poichè la sua bontà è incline a giudicare bene anche certi tipi, i quali si sono offerti quali soci, forse — pensa lui — per migliorare nella condotta... e allora bestiae et universa pecora entrano nel gregge.

LA SCELTA 43
4) Se il Catechista poi si avvale — come naturale -- del consiglio altrui, le difficoltà aumentano anzichè diminuire: ogni candidato è giudicato in tante maniere differenti quanti sono gli interpellati e — salvi pochi casi — un ragazzo passa dal giudizio di buono o discreto. all´opposto di leggero e insopportabile, attraverso una gamma che è tanto accentuata quanto più giovani sono i Superiori.
5) Inoltre al principio dell´anno non si possono conoscere tutti i collegiali. Alcuni durante le vacanze vanno soggetti a tali cambiamenti per cui è impossibile valutarli adeguatamente. I nuovi poi tante volte sono delle sfingi che si rivelano coll´andare del tempo. Ci vogliono almeno tre mesi, perchè un interno sui 13-14 anni si manifesti per quello che realmente è, e che i Superiori riescano a capirlo nella sua incipiente personalità. Fare delle leve in massa — è mia convinzione costituisce uno sbaglio che si paga a caro prezzo.
B) SECONDO ESPERIMENTO: Mantenendo la domanda come sopra, effettuare dopo un certo tempo la selezione e invitare gli immeritevoli a ritirarsi.
Inconvenienti registrati:
1) E´ tale l´odiosità che il, Catechista si attira con simile procedimento che a volte può pregiudicare tutto il rimanente dell´anno in corso. La comunità si dividerà letteralmente in due gruppi: quello degli eletti e quello degli scomunicati e allora non mancheranno appigli continui a frizzi, derisioni, schemi, eec. (Cfr. Atti n. 55 bis, pag• 6, V).

44 Parla Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
2) Se si agisce in questo modo, praticamente quando ci sarà l´accettazione vera e propria? Dare una tessera per poi ritirarla non appare cosa dignitosa; tenere tutto sospeso è peggio e poi un tempo relativo a volte non basta a smascherare certi impostori che si mostrano agnelli ma sono lupi.
3) Se è tanto lungo il periodo di prova, quando si potrà cominciare realmente un lavoro proficuo
C) VARIANTE AL SECONDO ESPERIMENTO: Fatta la domanda singolarmente, effettuare in breve tempo la selezione, facendo in modo che una parte dei giovani ritiri la domanda.
Questo si potrebbe ottenere sottoponendoli a prove successive, sempre più difficili, che richiedono sacrificio. Per es., visite o adunanze durante la ricreazione, lavorare per la Compagnia invece che andare a un divertimento, mostrarsi veramente ubbidienti al cenno dei campanelli, ecc.
Così facendo il lavoro proficuo si comincerebbe subito, con un rendimento abbastanza elevato; la scelta potrebbe essere rapida, perchè ci si può certo fidare di un ragazzo disposto al sacrificio. Che se poi è il candidato stesso che ritira la domanda, non ha ragione di nutrire risentimento: tutt´al più si lamenterà che il Catechista pretende troppo.
Questo sistema ha i suoi lati posIvi non disprezzabili, ma nella pratica rimane assai complicato per, il lavorio che importa.

LA SCELTA 45
D) TERZO ESPERIMENTO che personalmente giudicherei il migliore.
1) Il Catechista, dopo lunga preghiera e maturo esame (non è una scelta cori fini umani!), interpellando in alcuni casi anche altri Confratelli a scopo informativo non deliberativo, fa lui stesso una lista dei soci delle diverse Compagnie scegliendo tra quelli già conosciuti nell´anno precedente quanti hanno le doti necessarie, ossia sono buoni, pii, volenterosi, attivi e inclini all´apostolato.
Nel caso di dubbio circa un soggetto, preferisca soprassedere; potrà, se mai, iscriverlo nella seconda infornata che si fa dopo Natale.
E. qui viene a taglio un´osservazione della massima importanza.
Perchè una Compagnia funzioni bene, oltre alla qualità dei soci, ha delle esigenze particolari circa il numero. L´esperienza dimostra che nuclei superiori alla ventina tarpano le ali ai, voli decisivi e così pure gruppi troppo esigui (5 o 6 individui soltanto). Dà invece garanzia di buon funzionamento una Compagnia che oscilli tra 20-25 aggregati, non oltre!
La pratica suggerisce che è meglio moltiplicare il numero delle Compagnie, ossia fare dei duplicati, o sezioni, anzichè aumentare il numero dei soci. Che se mancassero i Confratelli Assistenti, il Catechista potrà anche servirsi dei dirigenti dell´Immacolata per presiedere alle Compagnie dei piccoli.

46 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Concludendo: il Catechista per la prima infornata scelga per ogni Compagnia una quindicina di giovani ben conosciuti, fidati, che godono la stima dei Superiori e dei compagni: saranno il lievito che fermenterà la massa. (Cfr. Atti n. 55 bis pag. 6. III).
2) Fate le liste, avvicini in cortile a uno a uno i prescelti e dica press´a poco così: « I Superiori hanno stima di te e ti inviterebbero a partecipare alle Compagnie: tu sei libero di accettare o no. Pensaci e mi darai una risposta ». Con questo sistema non si toglie nè la completa libertà dei soci nè la sapiente selezione degli incaricati.
3) Dopo tre mesi dall´inizio, il Catechista — studiati attentamente tutti i nuovi collegiali, e i vecchi che destavano qualche dubbio — penserà a un secondo invito, in modo però da non superare mai il numero ideale, come si è detto sopra.
Per questa nuova cernita si avvarrà dei consigli di presidenza delle diverse Compagnie.
TRE OBIEZIONI.
E ora tre obiezioni.
1) E se il Catechista è nuovo?
Deve naturalmente avvalersi dell´ aiuto altrui. Non sarebbe fuori proposito che interpellasse in merito il suo predecessore inviandogli la lista dei giovani. Ma se la cosa non è fattibile, allora interroghi il Consigliere e gli Assistenti generali e sia molto cauto: preferisca restringere il numero iniziale per non incorrere in situa

LA SCELTA 47
zioni incresciose. Nella seconda infornata, se mai, allargherà le accettazioni.
2) Come ci si deve regolare per la Compagnia di S. Luigi e di S. Giuseppe che raccolgono normalmente i più piccoli e quindi quasi tutti nuovi?
Se non rimangono elementi degli anni precedenti, si inizino verso l´Immacolata, quando ormai si sono conosciute con una certa sicurezza le nuove reclute. Nella seconda edizione si allargheranno le conquiste.
3) Come regolarsi con i soci che nel corso dell´anno si comportano male circa la condotta? Anzitutto dirò che non c´è da meravigliarsi, perchè delle defezioni si registrano anche nel collegio Apostolico.
a) Si tratta di vedere se le mancanze disciplinari sono sistematiche, notevoli, pubbliche, e non si noti alcuna volontà di emendamento.
In questo caso è evidente, che, ammonito e riammonito l´individuo, bisogna allontanarlo. « Le espulsioni però siano rare perchè di solito scoraggiano anche quelli che. rimangono. Quando un socio non fa bene, sia subito oggetto di zelo da parte dei compagni e specialmente dei membri della Presidenza, fino a che sia degno di rimanere, oppure sia sospeso dai vantaggi della Compagnia e solo in caso di pertinace incorreggibilità sia consigliato ad uscire (Atti del Capitolo, n. 55 bis, pagina 6, V) ».
b) Se si tratta invece di mancanze sporadiche, effetto della vivacità, è evidente una maggiore larghezza. Le Compagnie hanno anche un valore medicinale per i loro ascritti.

48 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
c) In alcuni casi, per es., quando il socio continua a prendere di settimana in settimana voti di condotta non sóddisfacenti, si può sospendere ad teinpus fino a che non dia prova di rinnovata buona volontà.
Per questo sarà bene, già dal principio dell´anno fissare accuratamente le norme regolatrici: per es, chi prende tre volte di fila 9 5 viene sospeso fino a che non riavrà il dieci di condotta; chi riceve un 9, rimane sospeso come sopra.
Tutto ciò naturalmente sarà relativo, cioè dipenderà dal criterio di votazione e dalla sua espressione in cifre.
2 - NUM di diAhibuzione
E´ stato ripetutamente parlato della gradualità delle Compagnie, sottolineando che bisogna tener presente l´età cronologica e l´età psicologica o sociale (1). Le situazioni presenti consigliano in diversi luoghi una atte- nuazione alla prassi primigenia, e la risolvente viene chiaramente suggerita in due documenti autorevoli: il primo del Rev.mo Sig. Don Manione (Le C. 1951, n. 10, pag. 42, a) e il secondo del Rev.mo Sig. Don Antal, che nella lettera ai Direttori e Confratelli del 1° ottobre 1953 presenta una soluzione facile e pratica. Ecco il testo:
« I. Aperto ufficialmente l´anno scolastico (Oratorio, Istituto, ecc.) si aprano o si rinnovino le iscrizioni alle Compagnie. Ve ne siano di tre tipi:
(1) Cfr. Le C. 1952, n. 21, pag. 101 segg. e n. 23, pag. 173-175.

CRITERI DI DISTRIBUZIONE 49
a) per i piccoli;
b) peri medi;
c) per i grandi.
Come norma fondamentale i piccoli appartengono alla Compagnia di S. Luigi e i grandi alla Compagnia dell´Immacolata.
La successione delle Compagnie sarà la seguente:
1° - per gli studenti: Compagnia di S. Luigi, Compagnia del SS. Sacramento, Compagnia dell´Immacolata.
(Il Piccolo Clero non forma una Compagnia a sè, è
composto dagli elementi migliori di tutte le Compagnie).
2° - per gli artigiani e apprendisti lavoratori: Compagnia di S. Giuseppe, Compagnia del SS. Sacramento, Compagnia dell´Immacolata.
3° - negli Oratori: la successione sarà la medesima, secondo la categoria 1° oppure 2".
II. a) Qualità e numero delle Compagnie dipendono dalla categoria della Casa e dal numero degli allievi.
b) Se il numero dei Soci è rilevante- vi siano varie sezioni di una stessa Compagnia: Sezione A, B, ecc. in maniera che ciascuna sezione non superi il numero consentito a una fruttuosa opera educativa.
c) La differenza tra piccoli e grandi dipende dal genere di scuole ospitate nella nostra Casa: in una maniera quindi resteranno divisi i Soci in quelle Case che ospitano solo Scuole Medie o di Avviamento; in altra maniera invece saranno divisi nelle Case che comprendono allievi che vanno dalle Scuole Elementari fino alle Scuole Liceali ».
4. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

50 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
3 - La Aala (1)
Ora ò il tempo di riordinarla. Facciamo intanto l´inventario di ciò che ò indispensabile. Oltre un crocifisso, un quadro o Statua della Madonna, gli stemmi in grande delle Compagnie, ci sia:
a) Un archivio che contenga:
1. un fac-simile o meglio un duplicato del decreto di erezione delle Compagnie (la copia autentica la tiene il Direttore);
2. i verbali degli anni precedenti, divisi per Compagnia; La cronistoria delle Compagnie (tenuta aggiornata da un Assistente) coi fatti e avvenimenti più significativi dell´anno;
3. un registro coi nominativi dei Soci dei diversi anni;
4. un Albo riservato per i pensieri dei Superiori e per le firme dei visitatori illustri;
5. un Albo per le fotografie più importanti e significative;
6. le Annate della Rivista, dei giornali;
7. copie delle Lettere e norme emanate dai Superiori;
8. quanto concerne l´Azione Cattolica, ossia riviste, circolari, inviti. ecc.;
(1) Parlano della necessità e quindi della conseguente realizzazione della Sala : Atti n. 171, pag. 10; n. 172, pag. 27.

LA SALA 51
9. uno schedario col nome e cognome, indirizzo, numero telefonico, parrocchia e rispettivo Parroco degli iscritti presenti;
10. un secondo schedario che contenga l´elenco degli Ex-allievi già soci, con tutti gli indirizzi aggiornati (Cfr. Atti 55 bis, pag. 8, XI);
11. una cartella con tutte le lettere di risposta o informative dei diversi Parroci;
12. un raccoglitore per il carteggio coi Missionari, con altri Istituti, con Ex-Allievi;
13. un registro con l´esercizio finanziario dei diversi anni;
14. i premi, benemerenze, medaglie ottenute;
15. i timbri delle Compagnie.
b) Un armadio che racchiuda:
1. le bandiere e i labari accuratamente risposti;
2. le aste relative;
3. i manifesti murali ormai usati;
4. le bandierine e gli stemmi per gli addobbi;
5. la bibliotechina sempre aggiornata (utilissima per l´epoca degli Esercizi Spirituali);
6. martello, chiodi, tenaglie, ecc. ecc.
c) Una bacheca per ogni Compagnia e una collettiva per tutti.
d) Il quadro dei soci.
e) La strenna, l´intenzione mensile missionaria, il calendario eucaristico, il quadro delle Ispettorie di turno ogni settimana, ecc.

52 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Tutto questo può essere esposto anche fuori, ed è meglio.
f) Tavole e sedie.
g) Diversi giochi come ping pong, bigliardo, bigliardino, boccette, calcio balilla, ecc.
A questo punto prevengo subito una domanda: « Ma allora i soci delle Compagnie saranno considerati dei privilegiati con tante belle comodità, specialmente di, giochi? ».
Rispondo: Affinché non si verifichi tale situazione, bisogna che le Compagnie offrano anche ai non-soci possibilità di divertimenti (1), nel caso che non ne fossero già dotati altrimenti.
Però rimarrà fermo il principio che non potranno entrare nella Sala delle Compagnie quelli che non vi appartengono.
Intorno alla Sala ci sarà un fiorire di tavoli, di ping pong, di boccette, di calcio balilla, ecc.
E affinchè non si possa neppure lontamente sottolineare il privilegio degli iscritti, tutti quelli che desiderano ,servirsi dei giochi — soci o non soci — pagheranno una tenue somma mensile che servirà per il fondo comune, tanto necessario. Ne risulterà così che quelli delle Compagnie hanno eguali diritti e maggiori doveri: ecco eliminata ogni invidia da parte di chichessia.
La Sala avrà un Superiore responsabile e un giovane incaricato di aprirla e chiuderla, interessarsi della sua pulizia, ecc.
(1) Ricorda gli Atti citati: n. 169, 7 e 171, 9!

BANDIERE, GAGLIARDETTI, LA BARI 53
DECALOGO
DA OSSERVARSI nella Sala durante le ricreazioni:
1. Pulirsi sempre le scarpe all´entrata.
2. Massimo rispetto ai giochi, alle sedie, giornali, riviste.
3. Non gridare, ma parlare educatamente.
5. Non rincorrersi o urtarsi.
6. Leggere le notificazioni delle bacheche.
7. Mostrarsi arrendevoli e delicati nel gioco.
4. Non mangiare.•8. Non gettar per terra alcunchè.
9. Essere puntuali al cenno del campanello.
10. Non dimenticarci nulla.
4 - handie%e, gaglicndetii,
Ecco quanto conviene notare:
1. E´ consigliabile che ogni Compagnia abbia il suo vessillo, indice di unione e di ideali comuni.
I colori proposti dal Centro Internazionale sono i seguenti:
verde per la Compagnia di San Luigi; blu per la Compagnia di San Giuseppe; rosso per la Compagnia del SS. Sacramento; celeste per la Compagnia dell´Immacolata,

54 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
E mentre da una parte le bandiere e i labari hanno
i colori nazionali, dall´altra portano quelli delle Compagnie, con una croce bianco e gialla (colori del Papa!), che divide il tutto in quattro spicchi.
Così attraverso i simboli delle Compagnie da un lato i soci si ricorderanno degli impegni assunti, e attraverso i colori nazionali dall´altro rammenteranno l´amore alla patria.
2. Si esporranno in Sala nelle maggiori solennità e si potranno anche portare in presbiterio alle Messe della comunità « seguendo i Sacri Ministri dalla sacrestia all´altare e tenendole inalberate ai lati di questo durante le dette sacre funzioni (1) » : i vessilliferi non si inginocchieranno mai, nè faranno genuflessione.
3. Compariranno pure nelle processioni, cortei, congressi, ecc.
4. L´alfiere nato è il Presidente, affiancato dal Vice e dal Segretario.
5. Nel riporli bisogna aver la massima cura per evitare ogni sciupio.
A questo fine ci siano due incaricati fissi, che si interessino di prepararli e in seguito di riporli con sollecitudine.
a) I labari è opportuno sistemarli in strette cassette di legno (dotate di maniglia e imbottite all´inter
(1) Cfr. Atti, n. 55 bis, pag. 12, VIII.

BANDIERE, GAGLIARDETTI, LABARI 55
no) delle dimensioni del labaro stesso; così non subiranno delle pieghe dannose, nè scivoleranno (data l´imbottitura che tiene a pressione), quando siano trasportati nelle diverse occasioni. Se sono più, tra gli uni e gli altri disporre carta velina.
b) Le bandiere e gagliardetti esigono un altro trattamento.
L´ideale è avvolgerli in tubi di cartone resistente, lunghi qiianto sono alte le bandiere, servendosi anche qui di carta adatta per attutire .lo sfregamento reciproco delle lettere dorate, dei colori, ecc.
E´ il tutto infilarlo in custodie dotate di maniglia per il trasporto.
Nel centro del tubo interno si può collocare l´asta che normalmente è in due pezzi, oppure si metterà in lunghe racchette di panno, chiuse da una cerniera.
c) Una scatola custodirà i nastri: ricordarsi di procurare anche quello abbrunato per le circostanze luttuose.
d) Sopra questi nastri vanno applicate le medaglie-premio delle Compagnie.
Quando si dovessero benedire, si può procedere come segue:
Alla fine, per es. della Messa festiva (1), il Superiore preceduto da due servienti va all´Altare, genuflette, sosta sul primo gradino per una breve preghiera e poi si
(1) Cfr. Atti, n. 143, pag. 44, 3.

56 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
avvicina alla bandiera tenuta dal padrino o dalla madrina, e recita la formula di benedizione:
BENEDIZIONE DEI LABARI
y. Adjutòrium nostrum in nòmine Dòmini. 117 Qui fecit caelum et terram.
Dòminus vobìscum. Py Et cum spìritu tuo.
OREMUS.
Dòmine Jesu Christe, cujus Ecclèsia est vèluti castròrum àcies ordinàta: benedio hoc vexìllum; ut omnes sub eo tibi Dòmino Deo exercìtuum militàntes, per intercèssionem
(per labari, bandiere della C. SS. Sacramento) augustìssimi Eucarìstiae Sacramènti;
(per labari, bandiere della C. Immacolata) beàtae Mariae Vìrginis Immaculàtae;
(per labari, bandiere della C. S. Luigi) beàti Aloìsii; (per labari, bandiere della C. S. Giuseppe) beàti Josèphi;
inimìcos suos visìbiles et ínvisìbiles in hoc saeculo superàre, et post victòriam in caelis triumphàre mereàntur.
Per te, Jesu Christe: Qui vivis et regnas cum Deo Patre et Spìritu Sancto, in saècula saeculòrum.
Ri Amen.
E asperge con acqua benedetta.
La funzioncina si chiude con alcune parole di circostanza.

I DISTINTIVI 57
5 - i 2atintiui
Il Distintivo è sacro per ciò che´ significa e per la benedizione con la quale è stato santificato. Portato personalmente è indice di una volontà superiore, protesa decisamente verso un ideale. E´ quindi segno nobilissimo di distinzione e di lotta generosa contro il vile rispetto umano.
Li presentiamo nella loro austera bellezza, pregna di significato.
Compagnia dell´Immacolata
Un elegante scudetto reca araldica-mente una lettera « I » sormontata da una corona regale: la Vergine Santissima Immacolata, di cui i Soci vogliono essere i servi devoti e cavalieri fedelissimi.
La « I » sorregge una lampada, accesa dalla viva fiamma dell´apostolato, prima caratteristica della Compagnia.
Il giglio rappresenta la purezza. La, Croce ricorda ai Soci l´obbedienza e la mortificazione: virtù indispensabili per vivere puri e fare apostolato, sull´esempio del Beato Domenico Savio, fondatore della Compagnia.

58 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
" ´ , Compagnia di S. Luigi
9
1-4‘.
I simboli del Distintivo ricordano gli
-A149
0-A ; t esempi del patrono S. Luigi, divenuti le
caratteristiche della Compagnia.
La Croce simboleggia la mortificazione e le foglie di quercia la fortezza: virtù necessarie ai Soci, che intendono combattere vittoriosamente contro le seduzioni del mondo, rappresentato dalla corona, e conservare l´angelica virtù della purezza, raffigurala nel giglio.
La stella rammenta la divozione dei Luigini verso la SS. Vergine Maria.
Compagnia del SS. Sacramento
/I i •:,* r L´Ostensorio Eucaristico e l´emblema
della Compagnia. Ai suoi piedi una gran-1.!;•,): de lampada alimenta una sacra fiamma 1W--~„,úg- e sorregge un giglio: ai piedi del SS. Sacramento ogni Socio arde e si consuma: adorando, amando e riparando Gesù delle offese, che riceve dagli eretici, dagli infedeli e dai cattivi cristiani.
Il giglio significa la purezza dei Soci, alimentata dalla S. Comunone... che genera i vergini.

I DISTINTIVI 59
,,g,,,„, . Compagnia di S. Giuseppe
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E´ la Compagnia degli artigiani e
S.--.,´ ´144;
´,__. ;t(44,5,_.,,, dei piccoli operai, rappresentati dall´in
a
, n ardine e dalla ruota, simboli del lavoro
--1
e dell´industria.
L´incudine crociata vuole significare il lavoro santificato; la fiamma significa l´ardore della pietà e l´operosità del buon esempio.
Il giglio è lemblema della purezza voluta dai Soci, sull´esempio del patrono S. Giuseppe, le cui sigle latine S. I. » sono impresse sullo scudetto.
Piccolo Clero
--5 =-.-,

-.
= I II „
La croce, le candele, il messale e il i., turibolo, maneggiati dai chierichetti,
IIMIL stanno a significare il servizio dell´Altare.
5.g.M.,´_.—
_...-; A
Le fiammelle accese simboleggiano lo zelo per il decoro delle sacre funzioni, per l´onore di. Gesù Cristo, Re Sacramentato.

60 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
e - ea5,5a e i &lattei
A corollario della Sala e del suo ordinamento, e soprattutto in vista delle attività di cui parleremo in seguito, viene spontaneo chiederci dove prenderemo i fondi necessari.
Alcuni suggerimenti:
a) Una rivendita ben nutrita di riviste, albi, libri, oggetti religiosi, ecc. offre già un margine notevole.
b) I giochi di Compagnia e quelli extra rappresentano un buon introito.
c) E´ consigliabile fare una volta all´arino una bella lotteria. Per i doni ci penseranno in parte gli allievi a portarli da casa, ritornando, per es., dalle vacanze natalizie, e in parte saranno scovati dall´industria del Catechista.
d) E dato che siamo in tema di lotterie, ne sug´ gerírò una più piccola ma non meno redditizia.
Preparare per ogni arrivo dei ragazzi una raccolta di premi vistosi, eminentemente mangerecci, come sarebbe scatole di cioccolatini, caramelle, torroni, qualche bottiglia di liquore o vino scelto, ecc.: in tutto una ventina. Sarà relativamente facile racimolarli presso qualche benefattore o presso lo stesso Direttore.
Preparare un quadro di cento caselle coi relativi numeri: ciascun giovane sceglierà i numeri che più gradisce e il collettore scriverà il nome dell´offerente sotto il numero scelto. Ogni biglietto costa Lire 100.

INIZIO DELLE RIUNIONI 61
L´estrazione si farà solennemente alla fine, servendosi di un sacchetto in cui ci siano tutti i cento numeri.
Per la distribuzione dei premi, il primo ne prenderà tre a scelta, il secondo due, e gli altri uno fin che ce ne sono.
Questa semplice lotteria frutta ogni volta L. 10.000 e riesce gradita.
e) Non sarà fuori proposito suggerire alla generosità dei soci di versare qualche cosa, in ragione delle possibilità personali.
f) Una qualche erogazione straordinaria, ottenuta dal Direttore in vicinanza delle Feste o altre circostanze, sarà sempre... bene accetta.
7 - Inizio delle 2/l´unioni
Omai si possono fare i primi incontri.
Il Direttore proclamerà solennemente gli appartenenti alle diverse Compagnie, prendendo lo spunto per sottolineare la loro responsabilità di fronte ai compagni (1).
Il Catechista a sua volta raduni tutti i prescelti insieme ai loro Assistenti, li conduca prima in cappella per iniziare ai piedi di Gesù il nuovo anno e poi in sede per uno scambio di vedute.
Con entusiasmo, con gioia e segni di stima e benevòlenza (l´amorevolezza ´di Don Bosco!) dia il benvenuto
(1) Cfr. Atti n. 55 bis, pag. 6, IV.

62 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
cordiale ai singoli gruppi; si congratuli per il bene fatto durante le vacanze, delle notizie portate sulle associazioni parrocchiali (servizio Sante Messe, catechismo, buona stampa, apostolato spicciolo, ecc.). Anche se solo pochi hanno fatto tutto questo, il metterlo in evidenza ha valore di programma per gli altri. Non saranno mancate le difficoltà, non saranno mancate le sconfitte: risulta più evidente la verità che per vincere in campo aperto bisogna approfittar bene del tempo presente, il quale deve considerarsi a ragione come un periodo di addestramento alla vita che ci attende. Proponga in linea di massima il nuovo programma, illustrandone brevemente i vari aspetti.
Dopo una prolusione del genere, presenterà l´Assistente elogiandone i meriti e le capacità e spronando tutti alle mète sublimi della conquista.
Lavoro immediato:
a) impegnarsi per compiere esemplarmente il proprio dovere in tutte le ore della giornata;
b) usare belle maniere coi propri compagni, ricrearsi con loro per conquistarli al bene;
c) predisporsi al triduo d´introduzione per influire sugli altri collegiali colla preghiera e il buon esempio.
Le riunioni seguenti saranno presiedute dall´Assistente insieme ai membri del Consiglio uscente e avranno come temi la storia delle Compagnie, la loro funzionalità, le prossime elezioni, ecc.

PREVIDENZE... SOCIALI 63
8 keuidenze... Aociali
a) Metà di ottobre: è ora che il Catechista pensi a ordinare le tessere e i distintivi, specificando bene la quantità e la qualità della richiesta, per non avere sorprese all´ultimo momento. Circa il numero è bene limitarsi agli iscritti attuali senza pensare alla seconda infor= nata, ai bisogni della quale saranno indicate le vacanze natalizie.
Partendo dal presupposto che l´iscrizione è gratuita, perchè « in queste Compagnie non si domanda denaro (M. B. XI, 523) » per le tessere provvederà il fondo cassa.
Evidentemente si accetteranno di buon grado tutte le offerte presentate spontaneamente, come piccolo sacrificio iniziale.
b) Qualora ci fossero da fare abbonamenti a fogli o riviste per soci, questo è il periodo più indicato, perchè i giovani in genere vengono da casa con un certo... rifornimento pecuniario: si proponga l´iniziativa e si dia la massima libertà di- adesione.
c) Contemporaneamente si pensi all´Azione Cattolica, per cui rimando alla parte seconda di questa trattazione.
d) Conviene pure ripassare o imparare l´Inno delle Compagnie che servirà in tante prossime circostanze.

64 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
9 - 11 Con5iglio Zhettivo
Perché il Catechista abbia una visione completa e conosca a fondo il lavoro dei singoli, ritengo necessario riportare da « Seguimi », l´indovinato opuscoletto per i soci, quanto viene scritto sul consiglio direttivo e sui suoi membri.
« Esso comprende: l´Assistente, il Presidente, il Vicepresidente, il Cassiere, il Segretario e alcuni Consiglieri, più il Lettore; comprende pure i Decurioni, ossia capigruppo, in numero variabile secondo il bisogno ».
A questo punto — prima dí illustrare le diverse attività e cariche — è necessario spendere due parole sull´anima della Compagnia, sul pernio del Consiglio Direttivo, voglio dire l´Assistente. Messa in luce la sua figura, capiremo facilmente tutto il resto.
L´ASSISTENTE (1).
ANIMA DELLA COMPAGNIA
Nel corpo umano l´anima è la mente che tutto pensa e la volontà che tutto muove, ma non si vede. Il paragone quadra perfettamente e sta a indicare quello che deve essere l´Assistente nella Compagnia. Potrà essere un Chierico, un Coadiutore o assai meglio un Sacerdote, secondo l´ambiente o le possibilità, ma non dovrà fare il Presidente, nè sostituirsi a nessun altro membro del
(1) Le C. 1952, n. 23, pag. 191-2.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO - L´ASSISTENTE 65
Consiglio Direttivo, sebbene sia proprio lui il responsabile della Compagnia.
Nel corpo bene organizzato della Compagnia, l´Assistente sarà l´anima intelligente e attiva che ha occhio alle svariate ´attività ordinarie e straordinarie dell´anno sociale, che anzi escogita sempre nuove iniziative e, quasi senza che se ne accorgano, le insinua abilmente nei soci valendosi specialmente del Presidente e del Consiglio Direttivo; sarà l´anima sacrificata che muove, incòraggia e sostiene le medesime iniziative, quasi non fossero sue ma dei Soci.
FARE AGIRE I GIOVANI
E´ assai più difficile fare agire i giovani che agire personalmente, eppure compito specifico dell´Assistente è fare agire i soci e guidarli nell´azione, allo scopo di educarli. Qui, come in altre istituzioni, si può ammirare la saggezza e il tatto pedagogico di Don Bosco, nell´avere affidato ai giovani soci delle Compagnie compiti di vera responsabilità o, come oggi si direbbe più volentieri, funzioni di autogoverno: autogoverno moderato naturalmente, ma vero, proporzionato all´età e alla capacità dei soci. I quali saranno felici di credere che proprio essi fanno tutto. Con questa convinzione i giovani si slanceranno all´azione con l´entusiasmo che caratterizza la loro fresca età; e realmente faranno molto, oltre le previsioni.
Le Compagnie sono una geniale trovata di Don Bosco il quale, insieme al Beato Domenico Savio, le ha fondate non solo per i ragazzi ma conforme ai loro gusti, per soddisfare alle necessità spirituali e sociali loro proprie; per cui i nobilissimi intenti pedagogici del Santo; nella vita di ogni Compagnia, s´incontrano con le esi
5. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

66 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
genze dei ragazzi e, fondendosi insieme armonicamente, producono l´effetto desiderato: la collaborazione dei soci nell´opera della propria educazione.
COME PIACE AI RAGAZZI
Ai ragazzi piace tanto divertirsi in libertà, senza che altri vengano a intromettersi e a dare delle noie. Piace formare squadre, o gruppi, o addirittura delle « bande » riservate ad amici della stessa età, a volte anche assai bene organizzate (basta appellarsi alle esperienze di vita oratoriana) con tessera di riconoscimento, con regolamento, con parola d´ordine e linguaggio segreto, con capi e vicecapi, azioni da compiere, bollettini...: tutto un mondo di cose che essi sanno escogitare, fare e godersi a meraviglia! Ebbene, Don Bosco e Domenico Savio (un autentico ragazzo come gli altri) hanno fatto le Compagnie organizzandole come piace ai ragazzi affinché diventino cose loro. L´Assistente ci dev´essere, ma per aiutarli e guidarli .a operare il bene, come Don Bosco seppe aiutare e guidare Domenico Savio facendone un ragazzo santo, un santo dinamico, un simpatico apostolo.
AUTOGOVERNO... MODERATO
La Compagnia ha un Presidente che è un ragazzo, ha un Consiglio Direttivo fatto di ragazzi; è Don Bosco che ha voluto che siano proprio i ragazzi a eleggersi il Presidente, il ragazzo più bravo e più in gamba a dirigere la Compagnia; come pure che siano i ragazzi a eleggersi il Vicepresidente, il Cassiere, il Segretario, i Consiglieri, il Lettore. Questi poi scelgono tra i compagni i soci più adatti e li fanno Decurioni, ossia capi

IL CONSIGLIO DIRETTIVO - ´A S SIS TENTE 67
gruppo, e così tutta la Compagnia viene suddivisa e organizzata a gruppi; e tutte le attività discusse e vissute attivamente a gruppi, danno luogo a una gara interessantissima che continua, da una settimana all´altra, durante tutto l´anno, ed è destinata a lasciare tracce benefiche per tutta la vita. Anzi; vivendo così la bella vita delle Compagnie, senza neanche avvedersene, questi ragazzi raggiungono l´ideale di ogni pedagogia: collaborare attivamente e spontaneamente alla educazione propria e all´educazione dei compagni nella scuola, nel Collegio, nell´Oratorio; ossia, facendo nè più nè meno quello che seppe fare così bene il B. Domenico Savio. E così, quando questi allievi cresceranno nell´età, saranno in grado di andare con slancio e competenza a ingrossare le file di quei cattolici militanti che cembattono nel mondo per l´avvento del Regno di Dio, mentre molti altri, prescelti e chiamati dal Signore, si avvieranno decisamente alla vita sacerdotale e religiosa.
APOSTOLATO PEDAGOGICO
Conviene che l´Assistente guardi le Compagnie dal punto di vista con cui sono state considerate nelle pagine precedenti, perchè, così appariranno davvero quello che sono: un mezzo di educazione religiosa e sociale di altissimo valore, per cui anche l´Assistente sarà portato a stimare assai il suo nobilissimo ufficio e apostolato di educatore Salesiano e « direttore di Compagnia » (come lo chiama Don Bosco) e, di conseguenza, a sentirne tutta la responsabilità. Nel dirigere una Compagnia egli attua il sistema preventivo nel modo più simpatico ed efficace, poichè proprio la vita di ciascuna di esse, più di ogni altra, è permeata di ragione, religione e

68 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
amorevolezza, che appunto sono le colonne sulle quali Don Bosco ha poggiato non solo il suo sistema educativo in generale ma anche l´organizzazione di ogni singola Compagnia in particolare.
In base a questi capisaldi il nostro Santo Fondatore, con squisito senso di equilibrio, seppe armonizzare il principio di autorità che deve essere nell´Assistente (per incarico del Direttore) con le esigenze di libertà proprie dei giovani soci. Infatti, secondo l´organizzazione tradizionale di ciascuna Compagnia, le relazioni tra Assistente, Consiglio Direttivo, Decurioni e soci si possono così precisare:
DIRIGENTE - EDUCATORE
L´Assistente (sempre inteso per delegazione del Di, rettore o del Catechista) è il dirigente responsabile della Compagnia. Il Presidente però è anche vero dirigente della medesima. L´Assistente è dirigente-educatore, il Presidente è dirigente-educando, come analogamente i membri del Consiglio Direttivo e i Decurioni sono diri-; genti-educandi. Ciò vuol dire che Don Bosco non volle assegnare ai giovani soci cariche puramente di onore, a scopo decorativo e tanto meno per finta (il che sarebbe un errore pedagogico dannosissimo) ma intese fare loro sperimentare i pesi della responsabilità, dosata secondo le proprie capacità, età e condizione, sotto la garanzia di un Assistente messo a loro guida- per educarli e prepararli alla vita. Dunque il Consiglio Direttivo coi Decurioni è una vera scuola di dirigenti, come tutta la Compagnia è una scuola di santità e palestra di apostolato.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO - L´ASSISTENTE 69
DIRIGERE I DIRIGENTI: EDUCARE I SOCI
Tutto questo ordinamento, mentre da una parte rivela gli intendimenti pedagogici e il trattamento nobilissimo che Don Bosco ha riservato aí ragazzi delle Compagnie, dall´altra parte sta a indicare il meraviglioso potenziale educativo delle stesse associazioni e a sottolineare i compiti dell´Assistente, quali: dirigere i dirigenti, educare tutti i soci alla santità e addestrarli all´apostolato. Evidentemente qui si tratta di impegni e responsabilità tali che da solo l´Assistente, senza la grazia di Dio, il con-´ siglio e il concorso generoso del Direttore e di tutti gli altri Superiori della Casa, non potrà adeguatamente soddisfare. Sappia dunque l´Assistente ricorrere al Direttore, intensifichi i rapporti col Catechista in merito alle attività della propria Compagnia e sappia interessare allo stesso scopo tutti gli altri Superiori e Confratelli: ,,con umiltà, con spirito di sacrificio, con generosità, spinto da quell´amore per i giovani, di cui seppe ardere- il cuore di S. Giovanni Bosco. Così facendo, proprio mediante le Compagnie, avremo preparato alla Società dei generosi e simpatici apostoli, alla Chiesa e alla Congregazione dei ministri e religiosi ricchi di risorse in ogni ramo di attività, come ci raccomanda il Ven.to Rettor Maggiore.
VALORIZZARE IL CONSIGLIO DIRETTIVO
L´Assistente raduni settimanalmente il Consiglio Direttivo coi Decurioni, impegnandosi del suo meglio. Scopo di queste adunanze sarà preparare i temi, le discussioni, le proposte, ossia l´Ordine del Giorno delle singole adunanze (pure settimanali) della Compagnia. Questo è uno dei segreti per valorizzare i dirigenti del

70 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Consiglio, per assicurare il buon esito alle adunanze e per dare impulso e vita a tutta l´Associazione.
In particolare l´Assistente curi diligentemente la redazione dei verbali delle adunanze (del Consiglio e della Compagnia insieme nello stesso libro in ordine cronologico), comprese le eventuali documentazioni fotografiche. Assista e alleni il Segretario a fare dei bei verbali: concisi, completi e brevi, scritti in bella calligrafia, chè si tratta della storia della Compagnia! Custodisca gelosamente il Registro soci (quello delle iscrizioni canoniche dei soci), come pure provveda che il Cassiere tenga sempre aggiornato il Registro Cassa (dare e avere) e ne controlli e stimoli il relativo movimento per il bene comune.
POTENZIARE LA VITA DEI SOCI
Se tanto è il bene che può e deve fare una Compagnia, se tanta è la responsabilità che grava su colui che la dirige, occorre che l´Assistente ne studi accuratamente l´ordinamento e infonda vita a così provvidenziale istituzione, gloria del metodo educativo di S. Giovanni Bosco. Lo stesso Papa Pio XII, nel telegramma de1,2 giugno 1953 precisa quale deve essere la vita delle Compagnie: « ...Secondo lo spirito dei loro santi Fondatori... vita fervorosamente cristiana e alacremente apostolica ». E il V Successore di Don Bosco, l´attuale Rettor Maggiore, sembra commentare le auguste parole del Sommo Pontefice quando (negli Atti del Cap. Sup. n. 169) dichiara in che misura e fino a quali limiti occorre incoraggiare e spingere i soci delle Compagnie a vivere questa vita fatta di cristianesimo e di apostolato. Le sue parole servano di norma all´Assistente nel dirigere la Compagnia (v. pag. 25 e segg.).

IL CONSIGLIO DIRETTIVO - LE ATTIVITA´ 71
ATTIVITA´ DEL CONSIGLIO DIRETTIVO
Sarà sua competenza iscrivere nuovi soci nella Compagnia, previa approvazione del Direttore; promuovere iniziative e dirigere le attività dei soci; preparare l´Ordine del Giorno delle adunanze; curare l´esatta osservanza del Regolamento; organizzare le attività,´e i soci a gruppi e designarne i Decurioni.
In modo speciale promuoverà la pietà, la frequenza ai Santi Sacramenti, la Liturgia, la divozione al S. Cuore, a Gesù Sacramentato, a Maria Ausiliatrice, al Patrono della Compagnia. Inculcherà la visita e la lettura spirituale, la pratica dei Primi Venerdì del mese (1), l´esercizio mensile della Buona Morte. Invoglierà tutti i soci a fare gli annuali Esercizi Spirituali e a farli con frutto.
S´interesserà di « promuovere l´iscrizione sia dei propri soci sia di altri all´Associazione dei Devoti di Maria Ausiliatrice, istituita da D. Bosco; all´Opera del S. Cuore delle 6 Messe •quotidiane e all´Associazione dei Devoti del S. Cuore di Gesù, canonicamente eretta in Roma nella Basilica del S. Cuore (Atti, n. 55 bis, pag. 12, V) ».
Curerà la costruzione del Presepio della. Compagnia nella propria sede; anzi, fra i soci oratoriani ed esterni, indirà la « gara dei Presepi » a domicilio, assegnando i premi a quelli migliori.
Organizzerà con entusiasmo la solenne celebrazione della festa del B. Domenico Savio, nei suoi aspetti religioso e ricreativo, d´accordo coi Superiori.
(1) Per questo raccomando di leggere l´articolo « Una consolante garanzia divina » in Le C. febbraio 1954, n. 34, pag. 23.

72 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Farà conoscere e praticare l´annuale « strenna » del Rettor Maggiore, che si pubblica ogni anno sulla Rivista « Le Compagnie ».
Farà sì che la Compagnia celebri con devozione la festa del Papa, organizzando, se possibile, una bella accademia nella stessa sede e nello stesso tempo dell´adunanza.
Bandirà tempestivamente la « corona di preghiere » indetta dal Rettor Maggiore per tutte le 51 Ispettorie Salesiane, facendo pregare specialmente per i soci perseguitati e dispersi nei paesi comunisti.
Invoglierà a celebrare con entusiasmo la « giornata missionaria », la prima domenica di ottobre o in altra data più confacente.
Preparerà con cura la festa patronale della Compagnia. E, in casi di Convegni o Congressi, invoglierà i soci a partecipare in massa, ben preparati, decisi a farsi onore tra tutti i concorrenti.
Non dimenticherà la annuale passeggiata della Compagnia...!
Tempestivamente farà discutere e concreterà uno scelto programma di attività religiose e ricreative, che i soci dovranno svolgere, in gara, durante le vacanze... « vendemmia di Dio »!
Infine, i membri del Consiglio saranno primi in tutto, apostoli .tra i compagni, obbedienti ai Superiori e al Regolamento della Compagnia, fedeli alla Promessa fatta nel bel giorno della solenne accettazione.

IL CONSIGLIO DIRETTIVO - LE ATTIVITÀ´ 73
Gli altri membri del Consiglio
IL PRESIDENTE
Dirige la Compagnia, collaborando in stretta dipendenza coll´Assistente, il quale, essendo il « direttore di Compagnia », ne è il responsabile principale. Deve, in primo luogo, essere di esempio a tutti per condotta, studio e lavoro nell´Istituto od Oratorio, e per operosità nella Compagnia, ricordando che « apostolato numero uno è l´apostolato del buon esempio » (Pio XII).
Egli poi, insieme con. l´Assistente, è responsabile della buona riuscita della Compagnia. E perciò :
1. - All´inizio dell´anno, insieme con l´Assistente, stabilisce il programma generale delle attività. In seguito poi, mese per mese, determina il programma mensile delle stesse attività e delle adunanze, d´accordo con il Consiglio Direttivo, compresi i Decurioni.
2. - Insiste presso l´Assistente affinchè non venga mai saltata l´adunanza settimanale, sía del Consiglio Direttivo, sia della Compagnia.
3. - Prepara prima, insieme con l´Assistente, l´Ordine del Giorno di ogni riunione.
4. - Presiede tutte le adunanze: dice la preghiera prima e dopo - dirige la seduta - dà la parola - mantiene l´ordine nelle discussioni.
5. Tiene conto delle proposte approvate e vigila, come fratello, perchè siano messe in pratica.
6. - Comunica e fa osservare le disposizioni del Centro Compagnie (Ispettoriale o Internazionale), al quale manda la relazione sulla propria Compagnia.

74 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
7. - Firma gli atti e la corrispondenza e rappresenta la Compagnia negli atti collettivi.
IL VICEPRESIDENTE
Supplisce il Presidente, impedito o assente, in tutte ,le mansioni e lo aiuta in ogni eventuale necessità.
In particolare, ha cura che funzionino bene i gruppi, sotto la guida dei rispettivi Decurioni:
1. - Nel fare bene le adunanze « a gruppi ´.
2. - Nel mettere in pratica le proposte e gli avvisi della Compagnia.
3. - Nello svolgere le attività proprie dei gruppi, in gara con gli altri.
IL CASSIERE
Controlla il movimento Cassa promuove iniziative, d´accordo col Consiglio, allo scopo di realizzare copiosi incassi, e aggiorna le relative operazioni in apposito Registro.
Gli incassi effettuati per abbonamenti, per beneficenza o pro missioni, vanno registrati e poi spediti puntualmente a destinazione. Gli incassi effettuati per la Compagnia vanno registrati e conservati a beneficio della medesima. Di tutto il movimento Cassa darà relazione scritta, ogni anno, al Consiglio e -al Centro Compagnie.
Cespiti di entrata potranno essere, d´intesa con l´Assistente:
La rivendita « fiera del libro » - la rivendita degli Albi L. D. C. e del Vitt., del libretto « Seguimi! » a tutti

IL CONSIGLIO DIRETTIVO - LE ATTIVITA´ 75
i Soci, di eventuali gruppi fotografici, di cartoline - Il noleggio libri e albi della Biblioteca della Compagnia (se non c´è, organizzala!) - la vendita dei distintivi sottoscrizioni libere e offerte pro Compagnia - recite - - proiezioni di filmine - lotterie - pesche reali - banchi di beneficenza - bancarelle di buona stampa - vendita di caramelle e affini, in certe occasioni.
IL SEGRETARIO
Redige personalmente e legge i verbali delle adunanze del Consiglio e della Compagnia: sia breve, chiaro, conciso.
Segna le presenze e le assenze dei soci, in vista dei necessari richiami. Prepara i « fioretti » da sorteggiare, come d´uso, alla fine delle sedute della Compagnia.
Custodisce gelosamente l´archivio: raccolta Riviste, Giornalini e Manifesti delle Compagnie- del Centro Internazionale e Ispettoriale; verbali, fotografie, circolari, corrispondenza, tessere, distintivi, ecc.
I CONSIGLIERI E I DECURIONI
Saranno molti o pochi, a seconda del numero dei soci e dei •compiti da disimpegnare.
Ogni Consigliere assolverà quegli incarichi che gli verranno assegnati dall´Assistente, dal Presidente o dal Consiglio.
Decurioni e Consiglieri in funzione di capigruppo, procureranno che i soci del gruppo siano i più esemplari e i più attivi nello svolgere le svariate attività dell´anno

76 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
sociale: nelle adunanze, nel Collegio, nell´Oratorio, in casa,/ a scuola e nelle vacanze.
Nel compiere questo loro apostolato sappiano essere caritatevoli e cortesi, così da conquistare al bene i compagni anche più difficili.
IL LETTORE
E´ colui che legge una paginetta d´indole spirituale, mentre si raccolgono i soci nella sala, prima di cominciare l´adunanza. Bisogna dunque che sappia leggere bene: adagio, forte, chiaro, con bel garbo: è tutta la sua specialità.
A lui si potrebbe affidare la cura e il movimento della Biblioteca della Compagnia. Dovrà elencare, conservare, aumentare, noleggiare gli albi e i libri più adatti ai Soci, segnando ogni cosa su apposito Registro.
Se funzionerà pure come Decurione, parteciperà regolarmente a tutte le adunanze del Consiglio, altrimenti ne è dispensato.
TUTTI I SOCI
E´ utile e sta bene che tutti i soci, anche i non Dirigenti della Compagnia, leggano attentamente i compiti del Consiglio Direttivo e le responsabilità dei singoli. Così conoscendo in precedenza ed apprezzando meglio le attività da compiere e le mete da raggiungere, si slanceranno all´opera con maggior impegno al primo cenno dei Dirigenti; e tutta la Compagnia diventerà una scuola di santità e una palestra di apostolato,

LE ELEZIONI 77
IO - „Ce elezioni
Per non precipitare eccessivamente le cose si potrà stabilire:
Festa di Cristo Re : adunanza delle elezioni;
Prima Domenica di Nov.: giorno della promessa;
8 Dicembre: tesseramento dell´A.C. (ossia distribuzione delle tessere ricevute dai rispettivi Parroci) e accettazione della Compagnia di S. Luigi e di San Giuseppe, sezione « piccoli », se non si fosse potuta far prima per i motivi addetti a pag. 47 obiezione 2.
Primi dí Gennaio, Festa della Sacra Famiglia: seconda accettazione e promessa. -
Cominciamo col dire qualche cosa sulle elezioni. Anche qui parecchi sistemi che cercheremo di vagliare insieme.
1) Elezioni fatte dai soci.
Purtroppo sono le più aleatorie: la percentuale di rendimento è molto bassa. Il giovane non ha il giusto criterio di selettività. Vivendo una vita più esterna che interna, vàluta gli altri più dalle apparenze che dalla sostanza e allora, anche senza cattiva volontà, preferisce quel compagno dalle doti vistose, quell´altro che eccelle nello studio, nel giuoco, nella conversazione, ecc. L´accidentale sopraffà l´essenziale e così si mettono tante volte in pericolo i risultati di un anno intero.
C´è ancora da ´dire che, ammesso il principio di una elezione da parte dei soci, non si possono cambiare i risultati senza indisporre gli elettori e bisogna quindi far buon viso a cattivo giuoco.

78 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
2) Elezione per designazione diretta dei Superiori.
Se le precedenti avevano il tono della completa democrazia, queste portano il timbro dell´assolutismo... e non tornano mai gradite. I soci subiranno l´imposizione, e masticheranno amaro.
E´ rarissimo il caso che portino buon frutto, anche se i Superiori si sono studiati di scegliere proprio i tipi ideali. Nella natura umana rimane sempre un residuo di superbia per cui è mal fatto quanto fanno gli altri mentre è almeno passabile quanto abbiamo disposto noi.
Concludendo: anche se la designazione dovesse fermarsi al solo presidente, un tal sistema non sarà mai consigliabile per i troppi inconvenienti che porta con sè.
3) Elezioni per mezzo di liste preparate in collaborazione (sui generis) tra Superiori e giovani (.= Catechista + Assistente di C. + alcuni fidati e prudenti).
Partendo dal principio che i soci per la loro personalità incipiente vogliono godere del diritto di scelta, questo terzo sistema attutisce gli inconvenienti del primo e del secondo e ha delle buone garanzie di gradimento e di esito.
A seconda dei casi si possono scegliere questi due procedimenti:
a) Fare una lista di sei o sette nominativi, quanti cioè sono i membri del consiglio (presidente, vice-presidente, cassiere, segretario, due o tre consiglieri) lasciando la determinazione delle cariche agli elettori.
,Incoveniente di questo procedimento è la dispersione dei voti sui sette candidati con sorprese più o meno con

CONSIGLIO DELLE COMPAGNIE 79
colanti per la carica che maggiormente interessa, cioè quella del presidente.
b) Determinare già alla carica del presidente e vicepresidente due o tre nominativi; e per le altre mansioni far seguire tre o quattro nomi senza ulteriori specificazioni.
Agli elettori spetterà fissare i singoli, ossia scegliere dalla terna il presidente e il vice-presidente e poi di seguito gli altri.
La libertà — ben inteso — è nell´ambito della lista. Questo nella pratica è il procedimento che offre i migliori risultati.
Proclamati i nuovi eletti, il Catechista si darà premura di presentarli ufficialmente al Direttore, che rivolgerà
loro parole di circostanza con accompagnamento di
caramelle.
71 Gon Mia delle Compagnie
Distinto dal Comitato (v. pag. 35) è il Consiglio delle Compagnie.
Di questo fanno parte: il Catechista, il Consigliere, gli Assistenti e quattro membri_ per Compagnia: Presidente, Vice presidente, cassiere e segretario. Sua attribuzione è di portare sul campo della attuazione in seno alle singole Compagnie le iniziative di ordine generale decise dal Comitato.
E´ indispensabile la presenza del Consigliere perché l´azione CC. nel settore studio — lavoro — disciplina

80 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
sia aderente alle esigenze del momento e concordata in unità d´azione.
Il Consiglio si riunisce con più frequenza del Comitato, perchè i problemi organizzativi richiedono un numero maggiore di contatti.
12 - Riunioni di hoidenza
Mentre in Consiglio è una accolta plenaria dei principali Dirigenti delle diverse Compagnie, le riunioni di Presidenza sono specifiche per ogni Compagnia e si effettuano ogni settimana per decidere le questioni interne, per es. i temi da trattarsi, le attività da svolgersi volta per volta, ecc.
Ecco quanto suggeriscono di concreto gli Atti del Capitolo n. 55 bis, 24 dicembre 1930, a pag. 7, VII:
« In tali adunanze gioverà trattare dei seguenti argomenti:
1. - Studiare quali sarebbero le cose da raccomandarsi tempestivamente ai soci nelle conferenze, a seconda dei desideri dei Superiori, per cooperare, sia con le parole che con l´esempio al buon andamento della Casa.
2. - Accettazione di nuovi sòci, quando ne fosse il caso.
3. - Comunioni, visite Eucaristiche e Mariane, Tridui e Novene di preghiere e simili.
4. - Preparazione di conferenze straordinarie, feste, accademie, gare letterarie, ecc.

RIUNIONI DI PRESIDENZA
5. - Mezzi per favorire e sostenere vocazioni religiose sacerdotali e missionarie.
6. - Corrispondenza epistolare con amici e conoscenti che fossero in Noviziati e Studentati Salesiani o già in luoghi di Missione.
7. - Propaganda per le Missioni Cattoliche e specialmente per le Salèsiane, e possibilmente farsi speciali benefattori di una di queste a scelta, e tenersi in frequente relazione con la medesima. Organizzare collette, salvadanai, piccole lotterie e fiere di beneficenza per le Missioni.
8. - Buona Stampa, abbonamenti, provvista di libri, ecc.
9. - Mezzi pratici per diffondere la conoscenza di San Giovanni Bosco, del Beato Domenico Savio e degli altri Servi di Dio della Famiglia Salesiana, e per favorire le Cause di beatificazione, con preghiere, conferenze e offerte.
10. - Il Consiglio Direttivo inoltre studi sempre qualche buona novità da proporre allo zelo e all´attività dei soci ».
Circa il tempo, o si servano dell´ultima mezz´ora di studio, come si è detto, o dedichino in cortile stesso una parte finale di una ricreazione piuttosto lunga:
Le conclusioni prese dovranno sempre essere redatte in ordine del giorno,• che in estratto verrà affisso alle sin-, gole bacheche per predisporre l´animo dei soci e invogliarli alla discussione dei temi proposti o delle attività indicate.
6, — C. Bozzo - Organizziamo le Compagnie,

82 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
13 Calendoia e Mine del gialina
Ogni Presidenza che si rispetta ha innanzi a sè un quadro organico di quanto svolgerà.
a) E´ necessario quindi preparare anzitutto un calendario, in cui sia già specificato — mese per mese ciò che essa si propone di fare.
Non porto qui esempi per non dilungarmi: rimando per questo alla RiVista: 1951, n. 15, pag. 124-125; 1952,
n. 24 pag. 218 segg.
b) In secondo luogo bisogna pianificare il programma di conferenze, raduni, ecc. per dare subito un senso di serietà, presentando in una visione unitaria il lavoro per l´anno in corso.
Questo sistema coordina tutte le riunioni di ciascuna Compagnia in un piano unico. Da´ loro un punto di riferimento e concatenamento col tema principale.
c) In terzo luogo occorre volta per volta -- almeno due giorni prima dall´adunanza — preparare l´ordine del giorno, in cui dal generico si passa al concreto, svolgendo
I temi secondari, scaturenti dalla campagna annuale.

ATTIVITA´ DELL´ANNO SOCIALE 83
cittiuità dell´attuo sociale (1)
Chiamiamo così le attività non considerate dei « gruppi » essendo di indole generale e pertinenti alla vita comune di tutta la Casa.
Possono dividersi in cinque ´categorie:
a) Attività ordinarie: sono quelle comprese nel così detto complesso religioso - formativo - culturale - ricreativo che in ciascun Istituto realizza il Sistema di D. Bosco.
b) Attività straordinarie: sono quelle provenienti da particolari occasioni, per es. centenari, raduni, congressi ispettoriali, ecc.
c) Attività speciali: sono quelle provenienti dalla Strenna del Rettor Maggiore, sviscerata in tutte le sue parti e vissuta nella sua profondità.
d) Attività specifiche di ciascuna Compagnia. Sono di indole religicso-formative derivanti dalle caratteristiche del Regolamento di ognuna.
Compagnia di S. Luigi: la purezza angelica, secondo il modello S. Luigi; fuggire il peccato e le occasioni del peccato; perdonare le offese.
Compagnia di S. Giuseppe: purezza vittoriosa e lavoro santificatO, secondo il modello di S. Giuseppe; lotta contro il rispetto umano.
(1) Le C. 1952, n. 23, pag. 191-192.

84 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Compagnia del SS. Sacramento: adorare, ringraziare e riparare Gesù Sacramentato dalle offese che riceve dai suoi nemici organizzati e dai cattivi cristiani; conquistare e condurre a Gesù altri compagni.
Piccolo Clero: curare il decoro della Casa di Dio e zelare´ la perfezione delle sacre funzioni.
Compagnia dell´ Immacolata: intensa vita interiore, rigorosa ubbidienza, fedeltà al Papa, apostolato tra i compagni.
e) Attività particolari: sono quelle eventualmente proposte dal Direttore della Casa alle Compagnie (Vedi pag. 36).

FESTA DELL´ACCETTAZIONE 85
15 - 3.0,1a dell´accettazione (1)
Va preparata con qualche conferenzina riservata ai soci, ad esempio, con un triduo alla sera: in modo da disporli spiritualmente a fare con vero slancio d´amore la Promessa, decisi a mantenerla con la miglior volontà.
La cerimonia si svolga in chiesa, alla presenza di tutti i soci, o anche della Comunità; e sia solennizzata con tutte le forme di prestigio e le esterne attrattive confacenti: luci in chiesa, gagliardetto, fiori e addobbi all´Altare, collocati dai giovani; suono dell´organo, canti, ecc... Don Bosco sapeva essere magnifico e sfarzoso in simili occasioni.
- adunanze Aettimanall
Ecco la ruota maestra delle Compagnie. Se ne viene tralasciata una, dobbiamo già preoccuparci; se ne vengono tralasciate due di seguito, c´è di che allarmarci; se tre, siamo vicini al fiasco completo. Nei collegi dove si tengono le adunanze settimanali, adunanze attive, ben preparate, ben condotte, le Compagnie camminano, producono frutti copiosi, fioriscono i giovani apostoli. Dove le adunanze si tralasciano con facilità, dove non se ne
(1) Cfr. M. B. VI, pag. 189; Le C. 1949, n. 3, pag. 35 e 1952, n. 23, pag. 196.

86 l´arte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
sente tanta necessità, le Compagnie languiscono e muoiono senza gloria. Le adunanze sono per le Compagnie quello che per la nostra vita spirituale è la confessione settimanale: non dovremmo lasciarla mai, rispettandone il giorno e l´ora stabilita (1).
Ho sempre notato come siano desiderate dai soci, quando naturalmente vengono ben preparate. Però bisogna che ognuno si senta parte viva e interessata. A questo riguardo non posso tralasciar di riportare le belle parole del ´Veli: Rettor Maggiore, che al solito sono tanto pratiche e formative (2).
« Una raccomandazione che desidero farvi è proprio questa: che impariamo a svolgere le nostre riunioni di Compagnia in forma veramente attiva, che non sia soltanto l´assistente ecclesiastico o il presidente o l´incaricato che tratta un tema e con quello tutto sia svolto. No! Le vostre Compagnie debbono avere la loro vita: dovete voi abituarvi alla vita sociale, alla vita di Compagnia, alla discussione, a portare il vostro pensiero, senza paura. Anche se domani ricevete una osservazione in contrario non dovete scoraggiarvi. Avete pensato più o meno rettamente; la vostra proposta non è stata accettata dai vostri soci o dal presidente o dall´Assistente Ecclesiastico, pazienza! Ma voi dovete pensare con la vostra testa, organizzare il vostro pensiero sul tema che viene proposto. Lo fate l´ordine del giorno? Preparate le vostre sedute in maniera che il socio possa arrivare alla riunione sapendo ciò di cui si tratterà?
(1) Le C. 1953, n. 26, pag. 25.
(2) Dal discorso tenuto a Mogliano Veneto il 25 aprile 1953. Le C. 1953, n. 31, pag. 115.

LE ADUNANZE SETTIMANALI 87
quale sarà l´argomento della conferenzina? della discussione? quali saranno i temi importanti di vita del collegio, della scuola professionale, dell´oratorio a cui dovete essere interessati? ».
Perciò occorre tenere presenti e valorizzare a dovere: l´ambiente dei giovani (oratorio o collegio, artigiani o studenti); 1´ aula, l´ora e 1´ ordine dell´ adunanza; il tema della conferenza e 1´ oratore che lo deve trattare. Distinguere e variare opportunamente i modi di svolgere l´adunanza; la conferenza tenuta da un Socio, da un Superiore, o da un Missionario, seguita da discussione e proposte; la collaborazione organizzata per la elaborazione del tema « a gruppi » (come verrà spiegato meglio più avanti); a volte, per variare, preparare conferenze dialogate; oppure brevi ma veri dialoghi, seguiti da discussione sull´argomento trattato, finalmente, in occasioni di eccezioni, anche piccole accademie.
A) ORDINE DELL´ADUNANZA (1) Quello più tradizionale; è il seguente:
Breve lettura, ossia si tratta di leggere una paginetta d´indole spirituale e formativa, mentre i soci si raccolgono nell´aula, prima di cominciare l´adunanza.
Segue la Preghiera, possibilmente guidata dal Presidente, poi la lettura del verbale (che dev´essere breve ed esauriente) fatta dal Segretario; subito dopo, se sarà conveniente, si faranno eventuali osservazioni al verbale, quindi l´appello nominale, specialmente utile in ambien
(1) Le C. 1952, n. 23, pag. 189,

88 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
te di oratorio o con alunni esterni, perchè più liberi di intervenire o di mancare all´adunanza.
Dopo di che ha luogo la conferenza o di un Superiore, o di un missionario, o dell´Assistente, o di un socio stesso ben preparato in antecedenza. La conferenza è il punto più importante e formativo dell´adunanza, la quale deve portare i Soci alla discussione dell´argomento trattato e suscitare proposte pratiche per l´immediata applicazione alla vita dei giovani.
Prima di finire, il Presidente o l´Assistente faranno le comunicazioni o daranno gli avvisi del caso: cose
brevi, ponderate e dette in forma brillante, in modo da mantenere alto l´entusiasmo e il morale dei soci e incidere efficacemente sulla loro condotta.
Finalmente l´adunanza si chiuderà con la preghiera, preceduta o seguita, nei casi di speciale rilievo, dal canto dell´Inno delle Compagnie.
LA CONFERENZINA...
...non deve essere una predica, ma una breve e piacevole trattazione di un tema (tra i tanti ordinari o speciali dell´anno in corso), che lasci ancora tempo e modo ai soci di farne la relativa discussione. Si tratta di esporre uno o due pensieri, chiari e bene adattati alla mentalità e alla categoria degli uditori, possibilmente imperniati su un fatto narrato con vivacità nei suoi particolari, e valorizzato in modo che invogli all´imitazione. Naturalmente più si desidera essere brevi, concreti brillanti ed efficaci e più e meglio occorre prepararvisi. Così le conferenze settimanali, anzichè annoiare i gio
.

LE ADUNANZE SETTIMANALI 89
vani, saranno da essi ascoltate con vivo interesse e (messe in pratica.
PICCOLI ORATORI...
...possono essere i soci stessi delle Compagnie, anche fra i più piccoli, anzi, come fa fede l´esperienza, è cosa non solo possibile, ma raccomandabile e lodevolissima. A tal fine, occorre che l´Assistente scelga il piccolo oratore fra i più preparati, i più facili di parola e più disinvolti, alfinchè riesca davvero a disimpegnarsi con onore. Inoltre che lo avvisi molto per tempo, gli assegni un tema proporzionato alla capacità sua e dei compagni, lo aiuti a svolgerlo e lo prepari accuratamente. Vi riuscirà assai più facilmente, se il tema sarà impostato e imperniato su un fatto ben circostanziato, da cui egli possa naturalmente concludere con una applicazione morale, alla portata dei compagni.
Non è a dire — scriveva a questo proposito Don Stefano Trione — quanto giovi il far tenere queste piccole conferenze dai giovani stessi. Il piccolo oratore se ne avvantaggerà per primo, e ne serberà salutare memoria. Gli altri, non solo godranno della novità, ma ne ricaveranno anch´essi buon profitto spirituale.
B) VARI SISTEMI
Presento qui diversi sistemi, perchè ciascuno scelga come meglio gli piace. Tutti hanno il loro lato buono e possono integrarsi a vicenda. Del resto il variare anche un po´ servendosi alternativamente dell´uno o dell´altro sarà a tutto vantaggio per l´interesse destato.

90 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
a) Adunanze a gruppi (1)
L´avere organizzata la Compagnie a gruppi, come vedremo, reca con sè il grande vantaggio di fàre le adunanze a gruppi, ossia di impegnare i Decurioni con i loro aiutanti alla diretta e personale elaborazione del tema desiderato. Il procedimento ottiene così il rendimento da parte dei soci in forma facile, piacevole, efficace, davvero interessante. Giova riportarlo qui per comodità dei lettori e Assistenti che ancora non avessero avuto occasione di conoscerlo e sperimentarlo.
Per fare l´adunanza a gruppi basterà procedere, approssimativamente, nel modo seguente:
1. Iniziata la seduta con la preghiera, al posto della solita conferenza, il Presidente (cosa che può far lui) consegna a ciascun Decurione un foglio, preparato prima con l´Assistente, recante tre o al massimo quattro domande chiare e ben precisate.
Ad esempio sul Papa: « Chi è stato il primo Papa? In quali occasioni Gesù lo dichiarò Capo degli Apostoli? E con quali parole? Perchè vuoi bene al Papa? ».
2. Ogni gruppo, seduta stante, attorniato il proprio Decurione, discute sotto voce e scrive sul medesimo foglio le migliori risposte. I ragazzi si impegneranno con vero interesse, e la mezz´ora sfumerà come un istante!
3. A risposte finite (potranno bastare dieci minuti... con qualche tolleranza) ogni Decurione restituisce il foglio al Presidente, il quale ne farà lo spoglio e la pro
(1) Le C. 1952,´n. 23, pag. 189.

LE ADUNANZE SETTIMANALI 91
clamazione all´adunanza seguente. Così rimarrà nei soci un vivo desiderio di sapere l´esito.
Tale interesse perdurerà fino alla prossima riunione, se questa non sarà dilazionata oltre la settimana. (Eccetto che si preferisca leggere subito e commentare le migliori risposte, esaurendo il tema nella stessa adunanza).
b) Adunanze a catena
All´adunanza seguente (e così successivamente per per tutte quelle che verranno) sempre supposta l´azione vigile e prudente dell´Assistente, che previene, suggerisce, assiste ed aiuta:
1. Il Presidente, ricopiate in ordine le migliori risposte, sotto ognuna delle domande, le legge e commenta, brevemente! Ed ecco la conferenza bell´e fatta, all´insaputa di tutti. Quindi proclama il gruppo che ha fornito le migliori risposte.
2. Subito dopo consegna ai Decurioni, su altro foglio, il nuovo tema preparato prima e specificato con altre domande scritte, per la nuova discussione a gruppi.
3. Di domande se ne possono escogitare con facilità, su temi a piacimento (1). Basta che siano calcolate in modo che portino i giovani a dare tali risposte, da incidere, sia pur brevemente, sul tema prescritto.
Un esempio riguardante il distintivo della Compagnia: « Quante e quali cose vedi disegnate nel Distintivo? Che cosa significa ognuna di esse? Perchè conviene portare il Distintivo? ». Un altro su Domenico Savio: « Quarè stata la virtù più bella di Domenico Savio?
(1) Cfr. Le C. 1953, n. 25, pag. 6: 50 Temi per adunanze.

92 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Cos´ha fatto per conquistarla e conservarla? Cosa farai tu per imitarlo? ». I risultati dell´adunanza seguente!
In questo modo i temi si susseguiranno a catena, dal
l una all´altra adunanza e porteranno i giovani, senza che se ne avvedano, a trattare con interesse due argomenti per volta: il ripasso del tema discusso e lo studio del nuovo. E così indefinitamente le adunanze si avvicenderanno, al piacere dell´Assistente, senza l´affanno di dover fare lui la conferenza e senza bisogno di dover cercarsi un conferenziere.
e) Adunanze pianificate
Dopo anni e anni di prove e dí riprove ho adottato anche il seguente sistema, che risolve tante difficoltà, come la pratica dimostra.
Al principio dell´anno affido a ciascun socio un materiale specifico, adatto alle sue capacità, utile alla massa, inquadrato nello spirito della Compagnia.
Ecco un esempio per il SS. Sacramento.
Presidente: legga e commenti il libretto « Seguimi ». Vive-presidente: presenti volta per volta la rivista le Compagnie », edizione per i soci, mettendone in risalto le cose essenziali.
Segretario: curi fedelmente il verbale e lo legga a ogni seduta; pensi a una buona scelta di fioretti; raccolga
i voti di condotta dei soci per richiamare i bisognosi. Cassiere: curi i problemi di cassa (distintivi, abbonamenti, libretti, gite) e ne renda informati i compagni.
1° Consigliere: racconti al suo turno un Miracolo del SS. Sacramento (servendosi per es., del libro del MIONI, oppure delle Meraviglie del SS. Sacramento (Firenze, Editrice Salesiana, Via Vincenzo Gioberti, 53).

LE ADUNANZE SETTIMANALI 93
2° Consigliere: tragga dalla Vita di Domenico Savio i punti più salienti, specie in relazione coll´Eucarestia.
3° Consigliere: raccolga tutti gli avvisi dei Superiori, man mano che vengono •dati, e li richiami opportunamente ai soci secondo il bisogno.
Lettore: a ogni seduta faccia la breve lettura sull´Imitazione di Cristo, specie ultimo Libro, oppure su un altro testo ritenuto più adatto alla mentalità degli uditori.
Incarichi per altri dieci soci:
1) Resoconto sulle Missioni salesiane, tratto dal « Bollettino Salesiano » di ogni mese;
2) Conferenzine su « Giovannino Bosco », servendosi, per es., di CASSANO, la giovinezza di un Grande, SEI;
3) Leggere le considerazioni sull´Eucaristia tratte dalle Memorie Biografiche e condensate nel libretto Per ben Comunicarsi (MoTTA) edito dalla Libreria Salesiana di Roma;
4) Piccole istruzioni sulla liturgia della S. Messa, servendosi per es., del VANDEUR, La santa Messa (Ed. Sal., Faenza);
5) Azione Cattolica: linee generali (vedi Catologhi dell´AVE);
6) Azione Cattolica: La figura dell´aspirante, servendosi del libretto: Noi Maggiori o Noi Minori (Ed. AVE);
7) Azione Cattolica: informare i soci sulle diverse attività secondo le notificazioni apparse su « L´Aspirante »;
8) La grande promessa del S. Cuore di Gesù, ser

94 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
vendosi del libro omonimo ormai noto a tutti, edito da Favero (Vicenza);
9) Richiami sulle Cerimonie in genere e in ispecie, ecc.;
10) Osservazioni sul galateo, usando il Chiavarino (SEI); oppure « Briciole di cortesia! » da « Compagnie » ediz. soci, 1952-53.
Per la Compagnia dell´Immacolata.
Presidente: legga e commenti il libretto « Seguimi », integrandolo con altri studi adatti.
Vice-presidente: richiami e svolga il materiale offerto dalla rivista mensile « Le Compagnie », servendosi anche dell´omonima per dirigenti.
Segretario: pensi a curare il verbale, a preparare i fioretti, a ordinare l´archivio. Inoltre raccolga volta per volta i voti di condotta dei soci per le fraterne ammonizioni.
Cassiere: tenga al corrente la Compagnia sui problemi di cassa, escogiti trovate geniali per rinsanguarla in vista delle attività di cui in seguito.
1° Consigliere: racconti fatti edificanti che riguardano la Madonna, per es., servendosi del MUZZATTI, Fiorilegio di esempi mariani (Ed. Ancora, Pavia), oppure più sem• plicemente traendo dal « Bollettino Salesiano » le grazie ottenute per intercessione di Maria Ausiliatrice.
2° Consigliere: curi una raccolta fedele degli avvisi dei Superiori e li richiami, quando ne vede il bisogno.
3° Consigliere: dalla Vita di Domenico Savio scelga le pagine migliori circa la fondazione della Compagnia, e quelle che parlano della divozione del Beato alla Vergine.

LE ADUNANZE SETTIMANALI 95
Lettore: a ogni seduta faccia una piccola lettura sulle Glorie di Maria di S. Alfonso o su altro libro devoto che parli della Madre di Dio.
Incarichi per altri dodici soci:
i) Resoconto sulle Missioni, tratto dal « Bollettino Salesiano ».
2) Sogni di Don Bosco riguardanti la Madonna.
3) La storia di Lourdes o di Fatima.
4) Spiegazione dei diversi misteri del S. Rosario, servendosi della Vita di Gesù Cristo del Mezzacasa.
5) Pensieri e consigli di Don Bosco sulla purezza, come sono raccolti in Siate puri come Angeli (MoTTA) edito dalla Libreria Salesiana di Roma.
6) Sogni di Don Bosco sulla purezza, raccolti come sopra.
7) Azione Cattolica: Linee generali (Vedi Catalogo dell´AVE).
8) Azione Cattolica: L´aspirante Maggiore e il Pre-Ju.
9) Azione Cattolica: informare i soci sulle diverse attività, secondo le notificazioni che ne danno « L´Aspirante » e « Gioventù ».
10) Azione Cattolica: Brani dal « Cenacolo dei capi ».
11) Nozioni di sociologia, e più particolarmente dottrina e prassi del comunismo.
12) Studio accurato sulle indulgenze.
Questi due esempi servano per le altre Compagnie, adattando naturalmente il materiale allo spirito e al titolo delle medesime, alle esigenze ambientali, ecc.

96 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE cOmpAemt
Ogni socio avrà il libro o rivista, che possibilmente si comprerà, per usufruirne a completo suo agio.
Evidentemente non parleranno tutti tutte le volte, ma distribuiti in turni di tre-quattro, nel corso del mese avranno possibilità di passare singolarmente dal primo all´ultimo e qualcuno anche più di una volta.
Alla fine di ogni discorsino — che normalmente non dovrebbe oltrepassare i 4-5 minuti — ci sarà la discussione per trarne frutti pratici ín vista della formazione individuale e collettiva.
Con questo sistema si toglie l´assillante preoccupazione del che cosa si dirà e del chi parlerà: si interessano
i soci e si fanno degli esperti, ciascuno nel proprio campo.
Provate e vedrete.
17 - ditiuità di Compagnia
Oltre le attività oratorie di cui sopra, le rimanenti possono dividersi in due grandi gruppi: interne ed esterne, intendendo per le prime quelle che si svolgono nell´ambito della Compagnia e per le seconde quelle che si realizzano nell´ambito dell´Istituto.
A) ATTIVITA´ NELL´AMBITO DELLA COMPAGNIA
Evidentemente sono le più importanti. Qui le accenniamo solo, ripromettendoci di studiarle poi nella terza parte di questa trattazione.
Si cerchi di indurre il socio :

LE ADUNANZE SETTIMANALI 97
a) a essere esemplare nei propri doveri di chiesa, di scuola, di studio, ecc.;
b) a fare frequenti visite a Gesù Sacramentato;
c) a formarsi una coscienza vera, retta, delicata e senza scrupoli;
d) ad aumentare nella sua conquista personale (formazione della volontà specialmente nelle rinunce!) per quanto riguarda la purezza;
e) a divenire in una parola la consolazione del Signore e dei Superiori.
Questo per quanto concerne l´attività interiore. E per l´esteriore:
a) a procurarsi il distintivo della Compagnia;
b) ad abbonarsi alla Rivista, edizione « Soci »;
c) a contribuire in ragione delle proprie possibilità alle opere di bene;
d) a prestarsi in tutto ciò che gli viene richiesto per la comune utilità.
B) ATTIVITA´ NELL´AMBITO DELL´ISTITUTO
Ogni attività tra persone esige logicamente un complesso di individui agenti e riceventi: colui che vive appartato sembra quasi che subisca l´influsso del vae soli scritturistico ed è condannato all´inutilità, se non all´inerzia, nella vita dinamica della società.
Ecco motivato l´estremo bisogno del viribus unitis per moltiplicare le forze e quindi i risultati.
7. — G. Bozzo - Organizziamo te Compagnie.

98 Parte Puma: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Prima perciò di trattare delle altre attività che ci siamo proposte, conviene spendere una parola su
I GRUPPI
i quali sono una forma di organizzazione semplicemente tradizionale e centenaria, ricca di promesse e di risultati, facilitano l´attuazione di tutte le iniziative, invogliano i soci a collaborare spontaneamente e personalmente alle singole attività.
´ Affinché raggiungano lo scopo per cui vengono promossi, essi devono rispondere a queste caratteristiche:
1) che siano compresi, voluti e amati dai soci (quindi l´Assistente agisca in modo che sgorghino come per una loro iniziativa, anziché da un suo suggerimento);
2) che siano guidati da un capo intelligente e solerte. Per non complicare inutilmente le cose si ritenga che i membri dèl Consiglio (eccetto il Presidente che deve invigilar tutto) sono i decurioni nati: così avranno qualche cosa di pratico da fare;
3) che i componenti non siano troppo numerosi: cinque o sei per gruppo, normalmente;
4) che la scelta sia avveduta per non accostare tipi antitetici o comunque neutri. Una specie di elezione democratica in una prima seduta ovvierà a tanti inconvenienti;
5) che abbiano un incarico specifico (1); (1) Ecco una nuova attuazione dei gruppi esperimentata nei
Collegio Manfredini di Este (Le C. 1953, n. 31, pag. 122).
La Compagnia è divisa in gruppi ciascuno col proprio nome,

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 99
6) che si radunino ogni settimana per distribuirsi i lavori e coordinare gli intenti;
7) che rendano conto della loro attività ogni qual volta ne sono richiesti;
8) che illustrino con opportune conferenzine il loro campo di apostolato.
Evidentemente non è detto che tutti i gruppi con le attività specifiche che noteremo subito debbano sussistere contemporaneamente in tutte le Compagnié: affatto. Una sapiente distribuzione suggerita dal. Catechista si impone, anche per evitare inconvenienti, irritazioni e malcontenti. Le eventuali interferenze siano con prudenza risolte d´amore e d´accordo.
Elucidata così l´essenza dei gruppi, scendiamo alle loro attività.
la propria fiamma, un motto, un santo protettore e un giorno fissato per la visita in comune. Per esempio la Compagnia S. Luigi è divisa in tre gruppi: cavalieri, conquistatori, crociati.
La Compagnia del SS. quattro gruppi: aquilotti, cavalieri, crociati, scalatori.
Non abbiamo ritenuto opportuno dividere i gruppi secondo una specializzazione (buona stampa, gruppo missionario ecc.), ma abbiamo adottato il sistema che ci sembra migliore di assegnare l´incarico di specializzazione a un socio per gruppo. Così in ogni gruppo ci sarà un incaricato stampa, un incaricato missioni ecc., e perciò tutte le attività in ogni gruppo.
Per destare maggiormente Femulazione tra i gruppi nel limite del possibile, si sono divisi i soci secondo la provincia di provenienza ».

100 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
1. Attività « BUONA STAMPA » (1) Alcuni suggerimenti:
a) Istituire una rivendita (cercando — tra l´altro anche quel materiale sano che offre le più vantaggiose condizioni economiche per rimpinguare la cassa) di giornalini e albi settimanali.
b) Preparare sempre un numero abbondante di pubblicazioni per ogni ritorno dei ragazzi all´Istituto e per i degenti in infermeria: sarà un rimedio infallibile contro la malinconia e l´ozio.
e) Favorire in qualsiasi tempo gli abbonamenti alle Riviste cattoliche adatte all´ età psicologica degli educandi.
d) Raccogliere tutti i giornalini, albi, libri, ecc., che già letti e riletti verrebbero forse stracciati o abbandonati qua e là. Stabilire per questo — d´accordo col Consigliere — il tempo più opportuno, per es., la fine di uno studio del sabato o della domenica.
Chi sa dirigere bene tale campagna avrà ogni anno scolastico parecchi quintali di ottimo materiale per le prigioni, gli ospedali, ecc. i quali accettano come manna dal cielo tanta stampa sicura.
A questo scopo ho trovato anche un espediente-semplicissimo, che porta sempre frutti consolanti.
Prima che i giovani tornino a casa per le feste natalizie, in studio detto a tutti la seguente cartolina, cui ciascuno appone il proprio indirizzo e numero di matricola:
´(1) Cfr. Atti, n. 55 bis, pag. 11, E. -

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 101
Carissimo (e ognuno mette il suo nome),
Mentre tu godi, fra le mura domestiche, la gioia delle vacanze natalizie, ti ricordo che tanti poveri ragazzi della tua età gemono negli ospedali e nelle prigioni, alcuni di essi senza consolazione al mondo.
Raduna perciò in questi giorni un po´ di materiale utile, come giornaletti buoni, libri sani, giocattoli usati, figurine, francobolli, giochi, caramelle, ecc., cose tutte che troverai in qualche angolo della casa. Ritornando in collegio porterai il tuo tesoretto, felice d´aver compiuto un´opera meritoria.
Colgo l´occasione per ricordarti che il ... Gennaio è il primo Venerdì del mese, per richiamarti le Missioni (metti da parte le decime!) e l´olio per la lampada del SS. Sacramento.
Auguro a te e ai tuoi Buone Feste.
Arrivederci!
La memoria delle buoni azioni.
Natale, 195
Verso il 30 o 31 Dicembre faccio spedire tutte quelle cartoline e- approfitto per rispondere a tanti auguri ricevuti apponendo un pensiero.
Le buone Mamme, doverosamente curiose, sono le prime a leggere quelle righe e le più interessate a ricordarle al figlio... perché non faecia brutta figura, ritornando a mani vuote in collegio.
e) Diffondere´ buoni libri (1): utilissima per questo la giornata o la settimana della Buona Stampa.
(1) Cfr. Le C. 1953, n. 28, pag. 56.

102 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Ricordiamoci che il ragazzo stabilisce esattamente un rapporto fondamentale tra l´interesse che può suscitare il libro in questione e il prezzo di vendita.
E noto subito che la gamma normale di interesse si presenta in questo modo da un minimo a un massimo: libri di scuola, opere di concetto, lavori misti di idee e di fantasia, romanzi gialli, albi e giornali sportivi, riviste sportive.
Ora quando l´interesse è grande e il costo è abbordabile, si può essere sicuri dell´esito: se avviene il contrario, è matematico il fallimento. Un altro fattore oggettivo da soppesare è ancora questo che il ragazzo preferisce vedere anzichè leggere, quindi i libri con tante figure lo attraggono maggiormente.
f) Invitare in certe circostanze i giovani a un falò di tutta la cattiva stampa che posseggono anche a casa, offrendone in cambio della buona.
g) Curare e aggiornare una bibliotechina (e non soltanto di libri di santi!) coll´aggiunta ogni anno di nuovi volumi, ameni e istruttivi.
h) Offrire nella sala Compagnie la lettura di Riviste confacenti ai soci, e mettere pure a disposizione il quotidiano cattolico, perchè imparino ad amarlo.
i) Dotare l´infermeria di alcuni abbonamenti a edizioni indicate per ammalati, e di libri opportuni ai degenti.
I) Diffondere immagini e cartoline tipo fotografia con volti simpatici del Signore, della Madonna, di Don Bosco, del Papa, di Domenico Savio, ecc.

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 103
m) In prossimità delle vacanze estive:
1. Concretare più abbonamenti che sia possibile per offrire materiale utile alla fantasia dei giovani durante quel periodo pericoloso.
2. Distribuire gratis a tutti i collegiali il Foglio Indicatore della Buona Stampa (per es.: ediz. Presbyterium - Padova).
3. Offrire la possibilità di comprare un Segnalatore dei films (per es.: Semaforo, Disco rosso, ecc.).
4. Procurare dei bei quadri del S. Cuore, anche per assecondare la promessa consolante di Gesù. Tali plance non solo piacciono assai ma servono mirabilmente a propagare nelle famiglie la bella devozione. (Le più note e convenienti riproduzioni-sono quelle dell´Ed. Ambrosiana, Via Simpliciano, Milano).
5. Spronare tutti a fare apostolato durante le vacanze, portando a conoscenza dei parenti e conoscenti la buona stampa.
2. Attività « MISSIONI » A. G. M. (1)
L´Associazione Gioventù Missionaria (che può essere un Gruppo a„ sé o in seno a una Compagnia) invita a promuovere la cultura missionaria, esorta a iscriversi alle Opere Missionarie Pontificie.
a) Considerare il martedì come giornata missionaria settimanale. In tale giorno possibilmente: lettura, « Buona Notte » di intonazione missionaria, preghiere e Comunione per le Missioni.
(1) Cfr. Le, C. 1952, n. 23, pag. 199,

104 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
b) Ricordare all´inizio del mese l´Intenzione missionaria dell´Apostolato della Preghiera, esporla nell´Albo.
c) Fare intensa propaganda di « Gioventù Missionaria », Rivista dell´A.G.M.
d) Ispirarsi all´invito di Gesù: « pregate il Padrone della messe che mandi operai nella sua vigna ».
e) Organizzare corone di preghiere, Comunioni, Sante Messe, mortificazioni e buone azioni: per le Vocazioni e per le Missioni.
A questo fine è indicatissima la novena perpetua che si attua tra le Compagnie del Belgio, e a cui attendono, per turno, cinque membri di esse (1) .
f) Nelle Conferenze trattare il tema delle vocazioni in genere, e in ispecie della vocazione religiosa, sacerdotale, missionaria e salesiana, sottolineandone i pregi, i meriti, i vantaggi. Invitare missionari e persone competenti a parlarne.
g) Iscriversi all´Associazione « Gioventù Missionaria ». Raccogliere aiuti materiali fare offerte per le Mis- , sioni, raccogliere offerte, vendere cartoline o altro; organizzare lotterie, salvadanai in Casa o anche nelle famiglie e nei negozi, recite teatrali o proiezioni di filmine missionarie a pagamento « pro Missioni », ecc.
h) Organizzare e celebrare con entusiasmo la « Giornata delle Missioni ».
In tale circostanza ognuno — tra l´altro — sarà invitato a fare un sacrificio per le Missioni. Non ho mai trovato alcuno che si rifiutasse di dare il suo obolo. Natu
(1) Cfr. Le C. 1053, n 27 pag. 37.

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 105
ralmente quanto maggiore sarà stata la forza persuasiva dei Superiori, tanto più abbondante risulterà anche la colletta:
E siccome il ragazzo è attirato più dal concreto che dal generico, ricordo che fa molta _presa sul suo animo il fatto dei battesimi agli infedeli. Se si propone in modo conveniente, parecchi si adopreranno, per radunare l´elemosina sufficiente a somministrare l´acqua rigeneratrice a un povero indietto, ´imponendo il loro nome.
i) Partecipare fattivamente alla « settimana per l´unione delle Chiese ».
i) Mettersi in relazione diretta con una e più missioni, a cui offrire preghiere, sacrifici, offerte libere o per battesimi.
m) Impegnarsi a mantenere una vocazione in qualche Istituto Salesiano, inviando l´importo annuale all´Ispettore.
n) Raccogliere francobolli nazionali ed esteri e inviarli (ancora attaccati al pezzo di busta) a: Ufficio Filatelico Salesiano «Pro Missioni» - Via Maria Ausil., 32 Torino. Quanto quest´Ufficio ricava dalla vendita dei francobolli viene consegnato nelle mani del Rettor Maggiore per le Missioni.
A questo fine è utile fissare in un angolo del cortile, o nella sala delle Compagnie, una Cassetta Pro Missioni e invitare tutti i giovani a deporre in essa i francobolli delle lettere e cartoline che ricevono, e — se vogliono anche piccole elemosine.
E per aumentare il quantitativo, invitare anche il Direttore, Prefetto e altri Confratelli a mettere da parte i francobolli, prima di cestinare la corrispondenza.

106 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
o) Raccogliere caramelle, cioccolato e dolciumi in genere. Si invitano i giovani a privarsi di qualche leccornia, allorchè ne ricevono dai parenti: un incaricato delle Compagnie penserà a ritirarle (a meno che ci sia una cassetta. apposita). Giunti a un certo quantitativo, si vendono e il ricavato — la cosa è risaputa dagli acquirenti — va alle Missioni.
p) Nell´albo della Sala fare propaganda missionaria esponendo illustrazioni, dati statistici, riviste, foto, lettere di missionari, proclami, resoconti delle attività missionarie della Compagnia e dei singoli soci in gara, e simili.
Il Cassiere dovrà pròvvedere al relativo movimentò di cassa pro Missioni!
3. Attività cc LITURGICA »
Scopo di questa campagna è:
a) che alla fine dell´anno tutti i giovani sappiano servire la S. Messa e la Benedizione;
b) che un gruppo si specializzi nelle Messe cantate e Vespri;
c) che tutti comprendano e gustino di più la Liturgia, attraverso l´uso del Messalino.
Lasciando da parte l´ultimo punto, che è meglio affidare alla buona stampa per ciò che riguarda la vendita dei Messalini, facciamo alcune considerazioni pratiche sui primi.
1) Serve moltissimo preparare il terreno con l´invitare i giovani — per il primo mese di collegio — a rispondere collettivamente alla Confessione ai piedi dell´altare,

ATTIVITA DI COMPAGNIA 107
nella Messa quotidiana. I piccolini, inesperti del latino, apprenderanno facilmente la pronuncia esatta e con facilità manderanno le risposte a memoria, mentre i grandi le ripasseranno con comodità.
Cosi farà bene il Catechista — al termine della S. Messa — a dare una ripassatina alle cerimonie.
2) Siccome sarebbe troppo lungo aspettare gli Esercizi Spirituali di metà anno per avere il tempo di insegnare ai singoli le cerimonie, previa intesa col Consigliere, alcuni soci volenterosi si presteranno una mezz´oretta nelle ricreazioni più lunghe a istruire i compagni che lo desiderano, servendosi della cappella attigua al cortile.
E´ un´utopia pretendere altri tempi fuori della ricreazione per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissi: susciteremmo tutte le ire... mentre se ne può fare a meno. Questo per stare nel piano della realtà.
3) Alla Compagnia del SS. e al Piccolo Clero spetteranno invece i servizi scelti nelle Feste. Per la preparazione procedere come sopra.
E ora qualche altra idea attinente al culto.
11 Ho cominciato un esperimento che ha dato ottimo ´esito.
Non avevamo ancora -la lampada ad olio nella cappella interni. La Compagnia del SS. l´ha procurata.
Poi abbiamo lanciata la proposta: « Sarebbe tanto edificante che gli studenti, per testimoniare il loro amore a Gesù, offrissero l´olio per la lampada... basterebbe un

108 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
quarto di litro da parte di ciascuno per averne a sufficienza. Il poter dire: Oggi è il mio olio che brucia davanti all´Eucaristia, non sarebbe una bella cosa? ».
In poche parole: al ritorno dalle vacanze di Natale molti hanno portato bottiglie anche di più litri, e altri il corrispondente in denaro (L. 150). In tutto abbiamo sorpassato la cinquantina di- litri e disponiamo inoltre dí generose offerte, per cui l´olio è assicurato per tutto Fanno. Anche in questo caso le madri sono state ammirevoli.
2) Ha goduto d´un esito più che consolante un´altra iniziativa.
· A ciascuna Compagnia è stato affidato un altare: al SS. naturalmente è toccato l´Altar Maggiore, all´Immacolata quello della Madonna, a San Giuseppe l´omonimo, ecc. ecc.
Scopo di questa attribuzione era di destare una crescente emulazione tra i soci affinchè gli altari loro affidati fossero sempre impeccabili, ´adorni di fiori, puliti, e nelle rispettive solennità sfoggiassero tutta la loro magnificenza.
A turno, uno o due soci pensavano — durante la ricreazione di merenda — a vedere se tutto era in ordine e, caso mai, a provvedere attingendo secondo il bisogno (per es. per i fiori) dalla cassa di Compagnia.
Questo evidentemente non intralciava, ma integrava il lavoro del sacrestano.
3) Le Compagnie possono fare di più.
In tre anni abbiamo erette tre Via Crucis, ma il fatto più importante non è stato tanto l´acquisto e la posa,

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 109
bensì le conseguenze.. Imparato il mezzo più semplice per assolvere la Pia Pratica — senza libri nè preghiere speciali, ma con una breve meditazione, come prescrive la Chiesa — i giovani spontaneamente hanno dedicato alcuni minuti di ricreazione per acquistare le preziose Indulgenze. Si può dire che, più o meno tutti i giorni, i devoti della Via Crucis abbiano reso a Gesù sofferente questo bell´omaggio di fede e di amore.
Permettetemi una parentesi. E´ una delle più sapienti trovate innestare nell´animo dei giovani una devozione profonda ai dolori di Gesù, perchè ne colpiscono la delicata sensibilità.
A questo scopo, oltre la Via Crucis, si-può suggerire:
a) di apprezzare maggiormente le preghiere a Gesù Crocifisso « Eccomi, o mio amato e buon Gesù»; arricchita dall´Indulgenza plenaria. Invitare a recitarla con una fede superiore, pensando d´essere sul Calvario e di sentirsi bagnare dal Sangue del Divino Morente;
b) di tenere sempre con sè un piccolo Crocifisso per impressionare — attraverso le piaghe dolorose — la fantasia, specie nei momenti di debolezza;
c) di ampliare personalmente le cognizioni con libri che parlano della Sindone.
Il tremendo problema della purezza — secondo me ha qui la sua risolvente: nella vera devozione a Gesù e Maria, come voleva Don Bosco. Non può avere affetto al peccato chi tiene in una mano il Crocifisso e nell´altra la corona! Con queste due difese, che avranno imparato ad amare in Compagnia, i nostri giovani diverranno tetragoni ai pericoli del mondo.

110 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
4) Che dire degli oggetti di culto?
Sappiamo che l´industria di alcune Associazioni è
riuscita a provvedere messali, statue, pianete, candelieri, ampolline, ecc. (1).
Basta tante volte lanciare le idee — sfruttando sapientèmente l´emulazione tra le diverse Compagnie — e il risultato è sicuro. A tutto pensa la generosità dei ra
gazzi, unita all´attività previdente e disinteressata dei Dirigenti.
4. Attività « CATECHISMO » (2)
Se questa attività sarà bene organizzata, recherà aiuti preziosi di collaborazione catechistica.
In primo luogo « preparare e animare i soci più grandicelli a fare da catechisti, vice-catechísti e assistenti ai piccoli negli Oratori e nei Catechismi Parrocchiali, durante l´anno e, in particolare, durante la Quaresima (Atti, n. 55 bis, pag. 12, VI) ». I collegiali maggiori sono i più atti allo scopo: si possono anche preparare e presentare all´esame per il Diploma di Catechista presso l´Ufficio Diocesano. (Informarsi degli eventuali programmi).
In ambienti di Oratorio i giovani Catechisti dovranno compiere opera di persuasione presso i singoli compagni, iscritti o non iscritti della Compagnia, affinchè
(1) Ricorda gli Atti n. 55 bis, pag. 12, VII « E´ bene che le Compagnie ogni anno... all´onomastico del Sig. Direttore della Casa presentino anch´esse al Superiore il loro dono, che preferibilmente consista in qualche oggetto per la Chiesa ».
(2) Le C. 1952, n. 23, pag. 200.

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 111
tutti abbiano il testo di Catechismo e frequentino le lezioni con assiduità.
Altro impegno : insistere nelle adunanze affinchè tutti i soci di oratorio e di collegio studino il catechismo in
modo esemplare e nessuno tralasci di fare anche i temi scritti consigliati dai testi (quelli più moderni e aggiornati).
L´albo della Compagnia dovrà essere tapezzato da tali fogli, decorati da disegni e corredati da spiegazioni; potrà essere una mostra permanente, ma sempre rinnovata dal continuo succedersi di nuovi lavoretti di piccoli e grandi artisti o letterati... in erba, ma entusiasti del catechismo.
Pubblicare classifiche, organizzare concorsi, decretare premiazioni, fare fuoco per la Crociata Catechistica fra i compagni sarà la competenza di questo gruppo. Ma il grosso della fatica verrà alla fine del corso per preparare gli esami finali, per cui occorre organizzare i ripassi anche collettivi, e poi partecipare in massa alla gara catechistica! Ogni Compagnia dovrà puntare alla vittoria. Per aumentare l´emulazione si pòtrebbe consegnare alla classe che ha totalizzato i maggiori punti un gagliardetto speciale: sarà detenuto, finché alla prossima gara non lo conquisti un´altra classe.
Attività caratteristica sarà pure la Mostra che dovrà riuscire la più evidente affermazione della Compagnia in fatto di Catechismo.
La L. D. C. ha sette Concorsi Catechistici originali, pratici e molto interessanti a colori: informarsi, sceglierne, chiederne e organizzarli in tempo!--

112 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
5. Attività « PROPAGANDA » (1)
E´ lavoro che riguarda specialmente la Segreteria della Compagnia. Oltre alla cura dei verbali, del Registro Soci, del Registro Cassa, ecc., curare la corrispondenza della Compagnia.
Mandare la relazione annuale delle attività al proprio Centro Ispettoriale Compagnie e anche alla Confederazione Internazionale Compagnie Religiose (C. I. C. R.), Piazza Maria Ausiliatrice, 4 - Torino.
Inviare tempestivamente lettere di augurio, ringraziamento, programmi e inviti di celebrazioni a Superiori Maggiori, all´Ispettore, ai Priori e Benefattori ´della Compagnia, ai soci emeriti, ex-allievi illustri (salesiani o meno), alle autorità ecclesiastiche Diocesane, ecc., con criterio, secondo le opportunità, tenendo conto di eventuali date giubilari degne di essere ricordate dai soci.
Stabilire e conservare relazioni epistolari con altre Compagnie dell´Ispettoria, della Nazione, dell´Estero per conoscenza, per scambia di vedute od esperienze, per fraternizzare coi compagni soci del mondo salesiano.
In ogni lettera curare che la calligrafia sia chiara e leggibile, specie se dovrà essere letta dai soci di lingue straniere, e precisare sempre bene l´indirizzo della Compagnia mittente, se di Oratorio, Collegio, con relativa sezione studenti, artigiani, interni, esterni - città, provincia - Nazione. Ogni lettera sia debitamente firmata almeno dal Presidente e dal Segretario. Se possibile, ogni Compagnia si procuri il proprio timbro di gomma e si faccia, stampare carta e buste intestate per servirsene
(1) Le C. 1952, n. 23, pag. 200.

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 113
nella propria corrispondenza, come molte già vanno facendo.
6. Attività « ARTE » (1)
Questa va intesa piuttosto come « arte e pubblicità ». E perciò:
a) In primo luogo l´arte di aggiornare con intelligenza e tempestività la « vetrina » o « albo » della Compagnia, esponendovi con senso artistico: riviste, foglietti,´ avvisi, cartoline d´arte religiosa, relazioni e fotografie di vita missionaria, illustrazioni svariate, programmi di celebrazioni o di attività organizzate; segnalazioni religiose, filateliche, sportive, corrispondenza per e da altre Compagnie, nazionali ed estere; proclami, concorsi catechistici, filatelici, fotografici, enigmistici, premiazioni e tante altre belle trovate riguardanti la vita e la prosperità della propria Compagnia.
b) Scrivere, illustrare e « stampare » il giornalino della Compagnia contenente: articoli svariati sulle attività dei soci (di cui andiamo discorrendo), poesie, disegni, caricature (moderate e di buon gusto), indovinelli, barzellette, cruciverba...; cose che possono interessare artisti della penna, della matita, del pennello, del ciclostile e perfino il... Cassiere.
Quando ci si trovasse alle strette, il modo più facile per... compilare il giornalino o il manifesto consiste nel ritagliare artisticamente fotografie e articoli da riviste nostre e disporre il tutto- con gusto sul foglio.
(1) Cfr. Le C., eit.
8. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

114 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
c) Organizzare piccole accademie musico-letterarie in teatro o anche solo in Compagnia, celebrando ad esempio le feste dell´Immacolata, del Natale attorno al Presepio, del Beato Domenico Savio, di Maria Ausiliatrice, del Papa, del Direttore, del Patrono della Compagnia. Organizzare recite teatrali o parteciparvi attivamente collaborando con altri attori: cantate, macchiette, suonate, ecc. ecc.
Eseguire bei manifesti pubblicitari ricchi di originalità, riguardanti la gita della Compagnia, il Carnevale Salesiano, e ciascuna delle Feste or ora ricordate, ecc.
7. Attività « Ex ALLIEVI » (1)
Ecco una attività che può interessare assai i membri delle Compagnie: gli ex-allievi. E più propriamente le Unioni ex-allievi Salesiani.
Riflettete: Ex-allievi Salesiani. Non dei Salesiani, poichè compito precipuo di un bravo ex-allievo nostro è di essere Salesiano nel mondo: araldo dello spirito di Don Bosco.
E´ bene che i componenti delle Compagnie conoscano questo movimento ex-allievi. I vantaggi sono reciproci: per i giovanetti che al termine dei loro studi non si sentiranno estranei della nuova associazione che ansiosamente li attende; per l´Unione Ex-allievi perchè accoglierà elementi preparati ed entusiasti.
(1) Cfr. Atti, n. 55 bis, pag. 8, XI: cc Le Compagnie si tengano in relazione cogli Ex-allievi già soci, ne conservino l´elenco affinchè possano continuare ad usufruire delle indulgenze, e li invitino specialmente alla festa patronale ».

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 115
Ma non è sufficiente che le Compagnie s´interessino soltanto dell´Unione del proprio Istituto; la visuale rimarrebbe troppo ristretta a un piccolo settore e talvolta, per circostanze speciali, non certo la migliore organizzata.
Vi è a questo proposito l´organo del movimento ex-allievi italiano « Voci Fraterne », che dà abbondanti notizie di ciò che si fa nelle Unioni Italiane e pubblica di quando in quando qualcosa sull´attività delle unioni esistenti all´Estero.
Sarebbe bene che il Catechista lo facesse girare fra i soci.
E ora domandiamoci:
Che cosa può fare la Compagnia in questo campo?
L´iniziativa esplicata da qualche Compagnia durante l´ultima guerra di tenersi in corrispondenza con gli ex-allievi militari, offrendo per loro preghiere e sacrifici, è rimasta incancellabile nel cuore degli ex-allievi che ne hanno usufruito il beneficio. Un qualcosa di simile non si potrebbe fare oggi con gli ex-allievi militari comunicando notizie dell´Istituto che è sempre il loro caro Istituto?
Altre iniziative: far conoscere ai giovanetti i membri di Presidenza o almeno il Presidente, invitandolo per una conferenzina a una riunione della Compagnia; invitare qualche ex-allievo a scrivere i ricordi dell´attività esplicata nelle Compagnie; far leggere le biografie degli ex-allievi che si sono distinti nella santità di vita; ne citiamo alcune: Giacomo Maffei, Egidio Legnani, Gianni Villana, Marcello Moiràghi, Luciano Deàn, Lnigi Boe-chiotti: sono le nostre gioie!

116 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
Quell´Ave Maria che si recita nelle Case Salesiane nelle preghiere della sera, sarà detta con più fervore dai giovani, una volta che conosceranno meglio gli ex-allievi e la missione di bene che devono esplicare nella Società.
Don Bosco amava assai gli ex-allievi. Li chiamava « sua corona e suo gaudio ». Sentite queste sue profetiche parole indirizzate a loro in un convegno: « Eravate un piccolo gregge; questo è cresciuto, cresciuto molto, ma si moltiplicherà ancora. Voi sarete la luce che risplenderà in mezzo al- mondo e col vostro esempio insegnerete agli altri come si debba fare il bene e detestare il male. Sono certo che voi continuerete ad essere la consolazione, di Don Bosco ».
Diciamolo ai giovani che amino anch´essi gli ex-allievi. E´ nel loro interesse! Un giorno ci saranno altri giovanetti che vorranno loro bene e pregheranno perchè sappiano superare le difficoltà inevitabili per conservarsi buoni e possano operare quel bene auspicato da Don Bosco.
8. Attività « SPORT » (1)
I soci, mantenendo nel cuore sempre viva l´eco delle parole del Ven. Rettor Maggiore « Dalla chiesa alla ricreazione, dalla scuola al laboratorio, le Compagnie debbono tutto vivificare con la carità fraterna », per questa attività eminentemente salesiana s´ispirano alle gesta meravigliose di Giovannino Bosco, il quale seppe divertire i coetanei per attirarli e condurli a Dio.
(1) Cfr. Le C., cit.

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 117
Aspetto morale. Gli entusiasti non saranno semplici sbarazzini, ma dei soci che intendono sfruttare in bene l´argento vivo che bolle nelle loro vene. Trasformeranno il gioco e la ricreazione, come vuole il sistema preventivo, in un´ottima palestra di educazione civile e cristiana.
Aspetto ricreativo. Preparare giochi vari, specie fra i piccoli, dirigere o arbitrarne le partite: collaborazione per la buona riuscita delle ricreazioni.
In ambiente di Oratorio, d´accordo con l´Assistente o Catechista, organizzare tornei o gare a premio. Nell´inverno gare di giochi da sala, come il bigliardino, ping-pong, calcio da tavolo, boccette, dama, scacchi, monopoli, battaglia, ecc. Nella bella stagione, giochi in cortile: giochi di massa e di movimento; gare alle bocce, partite di calcio, a palla a volo, giochi caratteristici locali (con relativi premi), gite, ecc.
In ogni ambiente preparare e poi realizzare i giochi straordinari del carnevale salesiano:
1. - Adorazione organizzata a turni ininterrotti di soci davanti a Gesù Sacramentato esposto in Chiesa, come d´uso.
2. - Giuochi straordinari e svariati organizzati a premio. « Giochiamo! » è il libro dei giochi della L. D. C. fatto per l´occasione.
3. - Alla sera, grande recita teatrale con attori delle Compagnie il più possibile, con numerose macchiette e scherzi comici (recitati, cantati o mimici) negli intermezzi.

118 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
9. Attività « DIVERTIMENTI » (1)
Gli atti dell´ultimo Capitolo Generale Salesiano dispongono tra l´altro che le Compagnie promuovano spettacoli e trattenimenti accademici o sportivi, e che nei giorni di vacanze civili e scolastiche si favoriscano passeggiate istruttive, con mete a Santuari, Stabilimenti, ecc. (Atti n. 170, pag. 33); ciò allo scopo di non ritenere e non far ritenere il cinema come unica soluzione del bisogno festivo di divertimento.
La maniera di trovare una soluzione pratica per attuare queste disposizioni dipende sempre dalle circostanze locali e dalle particolari esigenze di una data opera. Vi sono però alcune iniziative fondamentali che si possono prendere da chiunque, e che sarà bene ricordare, anche per avviare la non difficile attività di questo settore.
Le Compagnie e specialmente i gruppi ad hoc devono mettersi a disposizione del Consigliere per aiutarlo nella difficile via di preparare geniali e ben riusciti trattenimenti alla comunità: vorrebbero essere i nuclei degli artisti in erba e dei collaboratori ad oltranza.
Il loro lavoro consiste in questo: allestire internamente ai singoli istituti tante piccole filodrammatiche sperimentali in grado di impegnarsi perlomeno in atti unici, bozzetti, farse, scene per accademie, ecc., quanti sono i gruppi di cui può disporre l´internato. Tutti i giovani possono far parte, di volta in volta, di queste filodrammatiche, e tutti possono in esse esercitarsi a raggiungere una certa disinvoltura naturale e propria, una normale esattezza di interpretazione, un giusto controllo di se
(1) Cfr. Le C. 1952, n. 24, pag. 220.

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 119
stessi, ecc.; anzi, questi risultati possono essere facilitati da una controllata emulazione reciproca, tenuta desta da un concorso a premio.
Tale frammentazione filodrammatica non avrebbe però altro scopo all´infuori di quello di esercitare e di fare esperimenti, anche se di fatto questi complessi sperimentali, che non dispongono mai di mezzi inferiori a quelli di cui possono disporre le nostre usuali filodrammatiche, riescono a tenere ottimamente il posto del divertimento. L´opinione comune deve sapere che si tratta di esercizi, se si vuole evitare che vengano istituiti pericolosi confronti col divertimento cinematografico, con la conseguenza di fare (come avviene) propaganda per quest´ultimo.
Invece il teatro più vero,—non più sperimentale, si potrebbe e dovrebbe ricavare una volta tanto raggruppando i migliori elementi (migliori non solo dal lato artistico ma complessivamente) tratti dai singoli complessi sperimentali. Le possibilità di scelta vengono così accresciute, che non si dovrebbe proprio fare alcuna grave fatica a trovare una decina di piccoli artisti capaci di tener testa a qualsiasi confronto con altri generi di ricreazione. E´ logico che anche questo gruppo misto può variare i suoi membri, date le possibilità di scelta. Ad esso, di capacità pari se non superiore a quella delle cosidette filodrammatiche fisse, verrebbe affidato il compito di rallegrare le migliori solennità dell´anno liturgico e scolastico, con evidente successo dell´educazione e dell´istruzione giovanile.
10. Attività « VARIE »
Si tratta di sfruttare santamente le tendenze dei giovani, presentando loro le cose che posSono piacere.

120 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
a) Vendita di corone del S. Rosario. E´ bene cercarle forti e di una forma adatta, nè troppo piccole nè troppo grandi. La Quaresima è il tempo buono per raggiungere lo scopo. Se si agisce tempestivamente si riesce a procurarle a quasi tutti i collegiali: a -chi non può o si regalano (se delle Compagnie) o si offrono quegli anelli giradito che hanno la stessa funzione.
b) Vendita di medaglie e catenine da mettersi al collo. Il Mese di Maggio è il più indicato, anche per invogliare a qualche cosa di concreto per la Madonna.
e) Vendita di palline del ping-pong e di palloni, affinchè il cortile abbia sempre le caratteristiche salesiane. Una sapiente amministrazione potrà bilanciarsi in modo da avere un margine per regalare a ragazzi pericolosi o sospetti, ma poveri, dei palloni perchè giochino: quanti discorsi cattivi evitati, quanta mormorazione stroncata e quanti semi di bene sparsi per il futuro!
d) Ha dato buon esito un altro tentativo pratico. Previo accordo col Direttore e col Prefetto, invitare i giovani in refettorio a dare all´incaricato speciale tutto quello che loro avanza, come per es., mele, pere, formaggini, biscotti, arance, ecc. Ne risulta un duplice vantaggio quello d´impedire lo spreco e quello di abituare i ragazzi a pensare ai più poveri di loro.
Una simile questua quotidiana frutta in media un mezzo quintale di alimenti al mese, e da cinque a sei quintali all´anno. E´ consigliabile portare il ricavato al Direttore dell´Oratorio, il quale penserà a distribuirlo ai bisognosi locali.
E dato che siamo in tema di simili raccolte, penso

ATTIVITA´ DI COMPAGNIA 121
di suggerirne un´altra che frutta abbondantemente e viene proprio a proposito.
Prima che i giovani partano per le vacanze natalizie e pasquali si invitino a lasciare — naturalmente se lo credono — tutto quel materiale mangereccio che tengono nelle cassette in dispensa o in refettorio, e che andrebbe a male, se fosse abbandonato per tanto tempo. Manco a dirlo tutti si fanno in quattro a portare il loro contributo e voi riempite dei cestoni di ogni ben di Dio, che serviranno per la Befana e per i poveri.
e) « Si promuovano riunioni di affratellamento tra le Compagnie di studenti e di artigiani, e possibilmente anche tra le Compagnie di Collegi vicini (Atti n. 55 bis, pag. 8, XII) ».
E qui faccio punto per non annoiare i lettori.
Una osservazione conclusiva: se i giovani s´accorgono che nei Superiori non c´è ombra d´interesse e che distribuiscono con maggior abbondanza di quello che ricevono, allora diventano generosi e fanno qualsiasi sacrificio per assecondarne le proposte caritatevoli e prudenti.

122 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
18 Millieoltei delle Compagnie Abbiamo sin qui parlato delle Compagnie come de
vono essere nel loro ideale: scendiamo ora a una realtà più aderente.
Come tutte le opere di bene, anche le nostre care Istituzioni subiscono crisi, vanno soggette a prove e seguono la loro tormentata sinusoide ascensionale.
Ecco le principali difficoltà:
a) Il tempo limitato. I documenti ufficiali (1) ribadiscono che i Direttori determinino bene gli orari destinati alle adunanze delle Compagnie: ma non vi siano ostacoli, dovuti all´insistenza di Consiglieri e capi di laboratorio per motivi di tempo o disciplina: perchè questa
attività ha un´importanza non inferiore allo studio e alla scuola.
Nel XVI Capitolo Generale (Atti n. 143, pag. 44) parlando delle Domeniche viene tra l´altro espressamente detto: « Nella giornata festiva lo studio sia quasi eli
minato », appunto perchè si abbia tutta la comodità di « radunare le Compagnie ».
Si . tratta allora di muoversi, di esigere giustamente, se ce ne fosse bisogno, il tempo vitale. Si danno ogni settimana più di 25 ore alla scuola, una trentina al laboratorio, una quindicina al gioco... possibile che le nostre Associazioni non abbiano il diritto di gustare il re
(1) Atti, n. 172, pag. 27; cfr. pure Atti, n. 171, pag. 10 e
n. 176, pag. 6,

DIFFICOLTÀ´ DELLE COMPAGNIE 123
spiro di un´ora e mezzo? E dico un´ora e mezzo, perchè non basta l´ora per l´adunanza: è indispensabile che la presidenza si raduni prima, che i giovani oratori si preparino, che il Segretario rediga il verbale, ecc., ecc. Le Compagnie -- lo dico una volta per sempre — sono un bisogno dell´Istituto e non un capriccio del Catechista e quindi necessitano di un clima particolare, il quale è un misto di tempo, luogo, appoggio, collabora
zione, ecc.
Domandate e otterrete!
b) Il troppo lavoro di studio, scuola, laboratorio. Ma caro Confratello: non perdiamo di vista l´essenziale! I giovani sono nelle nostre Case soprattutto per la formazione morale e poi per il resto, che è solo un pretesto giuridico in vista dell´essenziale. Il capovolgere i valori è tradire Don Bosco. L´idolatria dello studio costituisce un pericolo a cui trepidando aveva già pensato il nostro Padre (Cfr. M. B. XVII, pag. 386 segg.).
Classifichiamo perciò prima noi logicamente i diversi valori della vita e poi insegneremo ai soci a giudicare in modo analogo. Per quanto sia urgente il lavoro dì qualsiasi tipo, le Compagnie hanno tutto il diritto di sussistere dignitosamente e di non venir sacrificate o decurtate in nessun modo.
c) Il precario stato di salute dei Dirigenti. Vorrei dire al povero Catechista e Assistente: « Animo! Lo conosci il Salmo 125, 6-7: Qui seminant in lacrimis, in exsultatione metent. Euntes eunt et plorant, seinen spargendum portantes: venientes venient cum exsultatione, portantes manipulos suos »? Non lo ricordi il sapientissimo aforisma di San Paolo: « Cum enim infirmor, tunc potens

124 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
sum » (II Cor. XII, 10)? Svìsceralo nel suo profondo significato. Dove cessa il tuo io, ivi comincia Dio. Convinciti che se il Signore ha bisogno per le sue opere della tua salute, te la dà; se non ne ha bisogno, non te la dà... Don Beltrami, il Salesiano dell´immolazione, ha potuto scrivere: « Le nostre case non hanno bisogno tanto di Confratelli che lavorino, quanto di Confratelli che soffrano, meglio, che sappiano soffrire ». E se Iddio ti domanda l´obolo del dolore per il suo avvento nelle anime, dillo anche tu: Non mea voluntas sed tua fiat (Luca XXII, 42).
Il tuo sacrificio farà fiorire le Compagnie!
d) L´incomprensione. Lo sai che cosa ripeteva Don Bosco: Laetare et benefacere e lasciar cantar le passere (M. B. VI, pag. 3). Per quanto scherzosa, risulta una norma sapientissima di vita: non si può pretendere che il nostro operato sia approvato da tutti. Noi dobbiamo agire rettamente, coram Domino et Superioribus, secondo lo spirito salesiano. Se altri non ci sapranno comprendere, pazienza. Questo però non ci deve scoraggiare, abbattere, far desistere: tutt´altro. E´ delle opere di Dio il paradosso e quindi non fa meraviglia che vanno bene... quando (agli occhi degli uomini) vanno male!
e) La poca delicatezza di giudizio da parte di alcuni. 11 ragazzo non è come il grande: per lui le frecciate anche indirette sono una ferita che talvolta rimargina molto difficilmente.
Del resto non si può pretendere che i soci — per il semplice fatto di appartenere alle Compagnie — siano fissati nell´impeccabilità. E allora certe frasi in pubblico, anche solo mormorate nei gruppi di cortile e poco ac

DIPFICOLTA´ DELLE COMPAGNIE 125
cortamente riferite, certe stoccate a scuola, e certe critiche scanzonate producono un effetto deleterio nell´animo dei giovani, che si chiudono prima e poi si ritirano per non essere presi di mira.
Senti un pensiero su misura del nostro Santo : « Se qualche giovane dì queste Compagnie ha qualche difetto, non rimproveratelo mai rinfacciandogli il pio sodalizio al quale si è ascritto, come titolo di scherno. Incoraggiate invece i giovani a farvisi ascrivere e a promuovere così le pratiche di pietà (M. B. IX, 455) ».
f) L´incostanza dei soci. Ma se fossero costanti... non sarebbero più giovani! Sta all´educatore formarli a una continuità volitiva. Senza mai turbarsi. « Noi, miei cari, scrive Don Bosco, siamo giardinieri, coltivatori della vigna del Signore. Se vogliamo che il nostro lavoro renda, bisogna che mettiamo molta cura attorno alle pianticene che abbiamo a coltivare. Purtroppo talora, malgrado molte fatiche e cure, l´innesto seccherà e la pianta andrà a male: ma se queste cure si pongono davvero, nel maggior numero dei casi la pianta riesce bene... Tenetelo a mente: non valgono le furie, non valgono gli impeti spontanei, ci vuole pazienza continua, cioè costanza, perseveranza, fatica (M. B. XII, 457) ».
Contro l´incostanza dei giovani servirà il variare delle iniziative, la lode a tempo opportuno, una parolina adatta, e soprattutto un imperturbabile ottimismo fiducioso del Catechista.
Costa, e chi non lo sa? Ma la vita non è un continuo nunc coepi per noi e per gli altri?
g) La monotonia d´un apostolato... che è sempre lo stesso. Ricominciare tutti gli anni._ ridire sempre le

126 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
stesse cose... chiusi immancabilmente tra gli stessi confini... tutto ciò non è ossessionante? Rispondo : Se si guarda dal lato umano, spe9ie dopo anni ed anni di catechistato, dirò che realmente un peso si sente... Ma ci siamo fatti Salesiani per le anime e le anime sono sempre nuove, varie, misteriosamente grandi. Non guardiamo la terra in tutte le sue manifestazioni, dall´interesse alla superbia: respicite et levate capita vestra (Luca XXI, 28): quae sursum sunt sapite non quae super terram (Col. III, 2). Diceva il Cardinal Borromeo : « Un´anima è una diocesi troppo vasta per un vescovo ». Coraggio allora! Non sunt condignae passiones hu/us temporis ad futuram gloriam, quae revelabitur in nobis (Rom. VIII, 18) ». Che cosa rispondiamo a quella domanda dell´Esercizio di Buona Morte: « E´ mia cura mortificarmi compiendo bene l´ufficio che mi è imposto dai Superiori, stando al mio posto anche quando questo mi abbia da costar assai? ». Davanti a Dio la perfezione non dipende dalla carica, ma dall´intensità dell´amore!
L´eroismo della vita comune e la vittoria sulla monotonia dell´orario quotidiano ci preparano dei tesori incommensurabili di meriti. Tutto per Lui: omnia possum in Eo qui me confortat (Philip. IV, 13).

FRUTTI DELLE COMPAGNIE 127
19 Multi delle Compagnie
Permettiamoci una piccola sosta in un´oasi piena dei frutti deliziosi delle Compagnie: poi riprenderemo, rianimati, il cammino per altre conquiste.
Quando si è riscaldato l´ambiente con delle Associazioni ben formate, si può essere sicuri che non tarderanno a costatarsi le meraviglie della Grazia.
Per quanto la prudenza mi renda molto circospetto, non posso fare a meno di parteciparvi alcuni episodi, storicamente garantiti, di cui per evidenti ragioni si tacciono i protagonisti.
‹P 4 4
Era un giovane di 14 anni, arrivato a noi dopo una
vita nel mondo... non mancava però di volitività: aveva solo bisogno di essere indirizzato.
Il clima della Compagnia lo conquistò e i risultati furono meravigliosi.
Scelgo solo tre fatti significativi.
Dopo un mese dall´entrata in collegio, in uno dei miei soliti giri per le camerate durante la notte, trovo il nostro giovane inginocchiato presso il letto, in preghiera.
— Che cosa fai? — gli domando.
— Prego.
— Ma ora non è il tempo, va´ a dormire.
— Padre, durante il giorno non ne ho la possibilità: mi lasci un´ora durante la notte.
Vista l´insistenza, non osai negarglielo. E da quel giorno, tutte le notti, dalle 11 alle 12, lo vedevo in gi,„

128 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
nocchio a pregare. Interrogato chi lo svegliasse, mi rispose candidamente: — L´Angelo Custode.
E dire che chi lo avesse osservato in cortile l´avrebbe definito quasi uno sbarazzino!
Un mattino mi accorgo che zoppicava, pure sforzandosi di correre nel gioco. Lo chiamo.
— Che cosa hai che zoppichi?
— Nulla.
— Come nulla...
— Si, veramente... — e dopo alcune reticenze:
— Ho un chiodo in una scarpa.
— Va´ subito dai calzolai a fartelo togliere.
— Ma, Padre, ora che ho un´occasione buona di soffrire qu-alche cosa per il Signore, lei me lo impedisce. Mi lasci stare fino a merenda e le prometto che ci andrò.
Alla sera domandai al Capo che cosa avesse quel tale nella scarpa, e mi sentii rispondere che gli spuntava un chiodo per quasi mezzo centimetro nel tallone...
In ricreazione un ragazzo mi dice che era contento di stare in refettorio vicino al nostro amico.
— Perché? — domando.
— Perchè mi dà sempre la pastasciutta e il dolce...
Chiamo il generoso offerente e gli chiedo a bruciapelo :
— Perchè dài sempre la pastasciutta e il dolce agli altri?
Diventa rosso rosso e abbassando il volto risponde: — Mi piace troppo e così...

FRUTTI DELLE COMPAGNIE 129
Per dire a quale grado di fervore fosse pervenuto, riporterò solo un brano di una lettera che mi inviò nelle vacanze: « Quanto deciderei amare tanto Iddio di un amore semplice e puro, di un amore che sollevi, che si diffonda e infiammi il cuore degli uomini! Questo chiedo al S. Cuore: amarlo nel silenzio, nella preghiera. E finché nella mia lampada consumata rimanga un filo d´olio, la sofferenza bussi alla mia porta ed io giulivo correrò ad aprire e l´accoglierò come rivelatrice del suo amore verso di me. O Signore, come Te, fammi morire sulla croce della dimenticanza per poi risorgere non alla gloria degli angeli e dei santi, ma c´eme una piccola, piccolissima anima che giace ai tuoi, piedi, magari anche dimenticata da te, ma felice di vederti gioire, e soprattutto contenta di aver patito in parte -la tua sofferenza, e anelante di soffrire ancora... ».
Questo giovane, sette anni dopo l´uscita dal Collegio, ormai divenuto maturo nella vita, poteva scivermi testualmente: « L´ultimo anno che fui con lei a "", vidi il Cuore di Gesù e il suo Cuore lo pose sul mio un istante. Fu un tale fuoco e un abisso tale di gioia che non si può dire. Non mi pare che fosse un´immaginazione, perchò l´effetto fu duraturo... ».
Era figlio di una personalità nel campo diplomatico. Vedevo che in Compagnia seguiva con interesse crescente le conferenze, specialmente quelle che trattavano della bellezza del sacerdozio e della vita religiosa.
La penultima domenica dell´anno, tremante, mi si
9. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

130 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
avvicinava e mi dice che desiderava parlarmi. Colle lacrime agli occhi svela il suo divisamento di farsi salesiano, pregandomi di parlarne ai genitori. I parenti, ottime persone, piansero di consolazione e ora il loro figlio. l´hanno donato alla Congregazione.
4 4 4
Domando a un ragazzo in cortile: — Che cosa fai spesso solo durante il giorno?
— Padre, mi risponde, parlo con Gesù e Gli dico sempre, centinaia di volte, che lo amo e che voglio essere il suo fratellino.
4 4 4
Vedevo che un tale andava ogni giorno alla Comunione, ma non lo vedevo mai accostarsi al Confessore. Prudentemente lo interrogo e poi gli domando:
— Perché non ti confessi più sovente?
— Signor Catechista, mi risponde, faccio spesso lo esame di coscienza, ma non trovo peccati (era veramente un angioletto). Mi faccia il piacere di dirmene Lei qualcuno...
4 4
Partito da casa al mattino alle cinque, era arrivato in collegio verso mezzogiorno. A pranzo_ mi dicono che un tale desiderava fare la Comunione. Vado subito. Il giovane agiva colla massima naturalezza, senza alcuna intenzione di farsi vedere: era stato letteralmente digiuno fino a quell´ora. Solo dopo un buon ringraziamento si decise a scendere in refettorio.

FRUTTI DELLE COMPAGNIE 131
Due giorni dopo mi diceva: » Quando ricevo Gesù,, piango sempre... Voglio farmi santo, ma non so come fare: m´insegni lei... ».
Frequentava le classi superiori.
4 4 4
Bastino questi brevi cenni.
Di quanti giovani potrei dire che in chiesa non si appoggiano mai al banco colle mani, pur senza farsene accorgere; che per mesi non assaggiano frutta; che a passeggio non guardano manifesti e cartelloni, edicole e riviste; che fanno delle Comunioni da serafini e sentono il tormento di Dio e delle anime!
Oh! quando le Compagnie funzionano, le vocazioni pullulano anche là dove prima il terreno sembrava sterile.
E quando le Compagnie funzionano, tutti i collegiali ne subiscono un influsso salutare che lentamente li trasforma per il contatto con soci veramente ´attivi e spiritualmente formati.
E quando le Compagnie funzionano, regna la pace nei cuori, c´è l´armonia tra Superiori e inferiori; si guarda al presente con amore, ai dolori con fede e all´avvenire con serenità!

Parte Mina: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
20 21 Cateelibla e le Compagnie
Al sentire tutto quello che si è detto e al pensare che le Compagnie sono semplicemente una delle tante attività del Catechista, verrà spontanea l´angosciosa domanda: « Ma come fa questo povero prete a realizzare il quadro meraviglioso suesposto? ».
Ci tengo a sottolineare che nelle pagine precedenti non ho detto nulla che non abbia trovato e non trovi presentemente pratica attuazione, e non semplicemente come fatto sporadico, ma come realizzazione continua e concreta, insieme a tutto il restante cumulo di attività.
Secondo me il segreto della riuscita sta in questi due enunciati:
1) Il Catechista viva una vita molto profonda in interiorità. Sappia trasformarsi in un´ostia vivente amando profondamente l´Eucarestia (quindi, per es., celebri la Santa Messa in modo edificante, vada in cappella a recitare il breviario senza smozzicarlo a destra e a sinistra; faccia frequenti visite e diventi il confidente di Gesù) e coltivando una tenera divozione a Maria SS.. (reciti ogni giorno — in cappella — il S. Rosario!). Queste due leve opereranno meraviglie nell´anima sua, e i giovani che tutto osservano vedranno le opere buone e glorificheranno il Padre che è nei cieli.
Tutti sappiamo che le vere divozioni non possono rimanere latenti, ma con la forza pacifica e lenta del germe vitale diventano potenze travolgenti, le quali operano nelle anime degli educandi frutti ora il trenta, ora il quaranta, ora il cento per uno in vista della vita eterna.

IL CATECHISTA E LE COMPAGNIE 133
Non dimentichiamo poi quanto diceva il Padre Poppe: « Lavorare è bene, pregare è meglio, soffrire è l´ottimo! ». L´apostolato costa sangue: il giorno in cui non´ si soffre non si educa! Qui` sta il segreto della perfezione salesiana.
Le Compagnie del resto non sono un ammasso informe di attività o un tavolo di prova per una lode umana, ma consistono in un lavoro in profondità, in cui ogni giorno si tocca con mano il « sine me nihil potestis facere». Agganciamo perciò l´aratro della nostra vita alla Stella maris e troveremo che la via del Calvario è ancora la più bella e consolante strada per le anime, e vale pure la spesa soffrire qualsiasi cosa pur di evitare anche
· un solo peccato!
2) Il Catechista non. sia un accentratore, ma si serva prudentemente e sapientemente degli altri, sia confratelli che giovani.
Più che fare, sappia far fare. Lanci idee, illumini per attuarle, diriga nella realizzazione. Ma agisca in modo che -sembri tutto merito altrui, tutto frutto dell´intraprendenza dei subalterni. Aggiungerò che la furbizia del Superiore sta nel dividere senza preferenze tra tutti i soci le diverse attività, in modo che ciascuno sí senta necessario e importante per la sua diretta cooperazione e non si creda un peso morto, ma membro operante della stessa famiglia.
Come norma pratica, sgorgante dalla nostra vita di relazione, valga quest´ultima idea: il Catechista cerchi di svolgere ordinatamente la sua opera in cortile e induca i giovani a far altrettanto. Eviti come il fuoco che gli iscritti perdano tempo di studio (eccetto naturalmente l´ora dell´adunanza e qualche volta durante la prima

134 Parte Prima: IMPOSTAZIONE DELLE COMPAGNIE
mensa della sera), di sonno, di passeggio, ecc., per non destare delle suscettibilità negli addetti alla disciplina, e perchè non si abbia mai a dire che i soci delle Compagnie sono sempre fuori posto. Sarebbe un principio di crisi a danno dello svolgimento normale e sereno della vita di associazione. Non esito ad affermare che le nostre Compagnie — negli Istituti — saranno tanto più apprezzate quanto più opereranno nel quadro normale della disciplina, formando i giovani a una coscienza inderogabile del dovere nel rispetto della comunità.
PER FINIRE
Con questo mi pare- di aver detto a sufficienza per l´impostazione dell´ambiente.
A quanto ho accennato io, ciascuno aggiunga ciò che crede bene e che la pratica dimostra effettuabile, non solo, ma salesianamente brevettato.
Nelle vie del Signore è bello che ci sia — come già dicevo — una sana libertà nella scelta dei mezzi accidentali, perchè allora risulta migliore il concerto armonico dell´insieme. « Dummodo una sit fides mentium et pietas actionum » (Orazione del Giovedì di Pasqua).

Premesse


Abbiamo già avuto occasione nella prima parte della nostra trattazione ´di accennare ad alcune idee circa la attività delle Compagnie nelle Case.
Ora vorremmo fare un passo avanti, presentando cioè altre forme attuabili, collaudate dopo prove e riprove di anni.
Potremmo intitolare questa parte « Secondo tempo », perchè il lavorìo che verrà presentato postula un clima preformato per godere dei risultati che si merita. Tutto va graduato, come nella vita, nella scuola, nella professione, così nella Compagnia: e se pure non si richiede — a nostro giudizio — il rigore inderogabile di un periodo determinato, tuttavia conviene procedere per gradi successivi, nel desiderio di un esito soddisfacente. Spetterà alla prudenza dei dirigenti stabilire il momento opportuno per attuare i mezzi che andremo presentando.
Prima però di addentrarci nell´argomento, premettiamo un´osservazione della massima importanza.
Ogni attività — per essere di buona lega — deve, a parer nostro, godere di questi requisiti essenziali;
1) Inquadrarsi perfettamente nella disciplina dell´Istituto senza alterarne l´ordine, danneggiarne le tradizioni, incrinarne l´orario;

138 Parte Seconda: ASCESA
2) scaturire dallo spirito salesiano o almeno avvicinarglisi esattamente;
3) contribuire in modo diretto alla formazione spirituale dei soci e in modo indiretto a quella dei giovani collegiali;
4) godere di una garanzia di continuità, ossia non ridursi a un fuoco di paglia, a entusiasmi effimeri.
Premesso questo, passiamo — senz´altra pretesa che a titolo di cronaca — a esporre alcune...

INIZIATIVE A CARATTERE INTERIORE 139
- Iniziative a ea`latieM in1e2,iMe
Cominciamo con quelle che formano il giovane a una maggiore autodisciplina.
Tutti sanno che personalità equivale essenzialmente al risultato della lotta individuale per il completo dominio e lo sfruttamento razionale di tutti i tesori affidatici da Dio: e questa conquista è eminentemente interiore.
Di qui l´importanza di condurre il giovane — già nei primi anni della sua vita cosciente — in questo teatro agonistico e offrirgli le possibilità di continue vittorie.
1) LETTURA SPIRITUALE
Previo accordo col Consigliere e dopo aver informato l´Assistente, non sarebbe male suggerire ai soci di abituarsi a leggere — specialmente all´inizio del primo studio del mattino — un pensiero o una paginetta di qualche buon libro, per es., dell´Imitazione di Cristo o di qualche volumetto di Mons. Zaffonato. Meditazioni del genere, per quanto brevi, servono, a inquadrare tutta la giornata, a scuotere dal torpore, a vivere di una vita proficua.
Che se non fosse possibile intendersi con chi di ragione per il consenso, ci verrà incontro un´altra possibilità forse migliore: invitare i soci a tenersi in camera il libriccino e — a pulizia ultimata — leggerne una paginetta. Duplice vantaggio: di non stare in ozio a girare pigramente gli occhi qua e là, e di godere del beneficio della lettura spirituale.

140 Parte Seconda: ASCESA
E chi impara a gustare tali gioie non se ne stancherà tanto facilmente, anche quando sarà a casa sua.
2) ESAME DI COSCIENZA
La lettura spirituale abitua alla riflessione e la riflessione è l´elemento essenziale per l´esame di coscienza.
Tutti i giorni della nostra vita hanno due pagine: quella dell´attivo e quella del passivo. Fermarci nel resoconto solo sulla seconda, costituisce un pericolo, perchè predispone al pessimismo e allo scoraggiamento. Esaminare solo la prima nasconde un altro trabocchetto: slittare verso la compiacenza e poi verso la superbia. Allora?
Ogni giorno soppesare il pro e il contro.
Nell´attesa che i Centri mandino i librettini adatti, si invitino i soci a farseli personalmente: non- c´è bisogno di alcuna lungaggine o descrizione in tali specchietti. Non devono costituire una perdita di tempo: alcune crocettine o numeri diranno tutto.
Che se uno volesse mantenere il segreto (nel caso che lo schema cada in mano a estranei), scriva in stenografia o in caratteri noti a lui solo.
L´esame verrà effettuato a sera, in camerata, quando il giovane è ormai a letto e attende che vengano spente le luci.
Per servirsi con frutto di questo mezzo:
a) ciascuno darà ai nominativi generici il significato specifico che intende lui;
b) quando vorrà svolgere una campagna su un particolare difetto, allora sarà più accurato nel resoconto;

INIZIATIVE A CARATTERE INTERIORE 141
c) nelle ultime linee lasciate vuote scriverà in caratteri propri quanto crede bene per l´anima sua, per es. il difetto predominante (in cui cade più spesso) come sarebbe a dire, rispetto umano, discorsi leggeri, mormorazione, titoli, parolacce, ecc.;
d) il quadernetto se lo terrà con sè nel portafoglio;
e) per prepararsi bene alla Confessione, basterà che consulti la colonna del resoconto settimanale.
3) GUARDIA D´ONORE (1)
Un ambiente scaldato colle Compagnie si può surriscaldare con un sempre maggior amore all´Eucaristia, spinto a una vera cum-unione, ossia a trattenersi continuamente, per quanto comporta la nostra vita, col Dio fatto Uomo.
E dato che nei giovani è potente la vita del senti. mento e puntando su di esso si ottiene quel che si vuole, farà certo fortuna proporre loro la guardia d´ onore, attuata senza alcuna esteriorità dalle diverse Compa gnie singolarmente o collettivamente.
Il socio ha sempre un cuore d´oro e s´intenerisce al pensiero che Gesù è solo nel Tabernacolo e attende ansiosamente la nostra compagnia e la nostra riparazione.
Diviso perciò il giorno nelle sue parti — escluse quelle, della notte — ciascuno (possono essere anche più contemporaneamente) si sceglierà l´ora che maggiormente gli aggrada per la guardia d´onore. Essa consiste
(1) Suggerita dal Rev.mo Sig. Don Rua, nella, circolare mensile del 21-12-1900.

142 Parte Seconda: ASCESA
essenzialmente in questo: compiere perfettamente l´azione che si ha tra mano, innalzando più spesso che si può il pensiero a Gesù Eucaristico.
Un apposito quadro con striscioline movibili portanti i diversi nomi, collocato nella sala delle Compagnie, ricorderà ai singoli il proprio impegno.
Se questa bella pratica è indicata per tutte le Compagnie, è evidente che si addice in modo particolare a quella del SS. Sacramento, paladina e aralda di tanta devozione.
Di quando in quando il Catechista insegni nuovi accorgimenti dettati dall´amore al Gran Dimenticato, rinfocoli l´ambiente, parli della bontà di Dio per lé creature; e i risultati delle ore di guardia saranno centuplicati.
4) PRATICA DEI NOVE UFFICI (1)
Per quanto non sia bene rimpinzare i giovani di troppe pratiche e specialmente di quelle che in seguito non saranno più coltivate, tuttavia quella dei Nove Uffici può avere dei vantaggi e riuscire uno stimolante di coesione per quelli che sono fuori delle Compagnie. Del resto si propone, non si impone, e poi omnis spiritus laudet Dominum!
Per questo si deve agire con tanta diplomazia che la cosa sia voluta dai soci stessi e da loro caldeggiata e promossa. Sarà un mezzo utilissimo, per es., in mano di quelli dell´Immacolata per indurre i compagni a seguirli in cappella nella ricreazione del dopopranzo.
(1) Consigliata da Don Rua, nella lettera circolare del 30 dicembre 1900.

INIZIATIVE A CARATTERE INTERIORE 143
Senza costituire un impegno, rappresenterà pur sempre un aiuto per la diffusione e comprensione della bella devozione al S. Cuore.
Naturalmente bisogna scegliere opuscoletti adatti, senza sbrodolature nè sentimentalismi, ma succosi e stimo- lanti delle facoltà interne dei lettori e uditori.
Per favorire questa bella pratica la Compagnia del SS. Sacramento potrebbe addossarsi l´onere di regalare ai devoti il libriccino in questione.
Il variare poi ogni mese l´Ufficio desta un interesse e quindi un impegno sempre attivo.
5) CALENDARIO EUCARISTICO
Tutti conoscono il prezioso Calendario edito a Torino dalle « Opere Eucaristiche » (Vicolo S. Maria, 3).
Ho notato per anni e anni come nella sua umile veste v´è una forza potente di formazione per le anime.
Esposto in un luogo centrale e fatto valorizzare come si merita, offre ogni giorno, una nuova giaculatoria con l´indicazione delle Indulgenze annesse e poi un bel pensiero eucaristico. Se il socio non avesse ancora fatta la piccola meditazione di cui sopra, può approfittarne per imprimersi quei concentrati di fede-amore, i quali costituiranno il diapason spirituale della sua giornata. La giaculatoria poi gli servirà per l´ora di guardia e per i suoi scopi particolari.
A fine di invogliare tutti a leggerlo ogni giorno, basterà che il Catechista ogni tanto richiami qualcuno dei pensieri più geniali alla Buona Notte, e talora inter

144 Parte Seconda: ASCESA
roghi in cortile l´uno o l´altro dei soci: « Com´è la giaculatoria? Il pensiero spirituale? Che santo è oggi? ecc. ». E da una semplice curiosità si passerà a un piccolo interesse, e da un interesse a un vivo desiderio, fino a trarne tutto quel profitto che si nota nelle anime di Dio.
6) SETTIMANA SALESIANA
Con felice pensiero è stata assegnata a ogni Ispettoria una settimana di preghiere speciali.
Non è qui mio compito di fermarmi a quanto stabiliscono volta per volta i Superiori locali circa le pratiche devozionali.
Consideriamo solo le possibilità che hanno le Compagnie.
Presenterò due iniziative. E per sollevarvi un istante, permettete che interrompa la monotonia dell´impersonale e citi un´esperienza più vicina a me, di cui però sono soltanto testimonio.
a) L´anno 1953 è stato realizzato con felice successo il seguente esperimento.
Il Catechista ha invitato non solo i soci, ma anche i simpatizzanti, in pratica tutti i collegiali, a fare spontaneamente ma coscienziosamente delle opere buone e a prendersene nota esatta giorno per giorno.
Alla fin della settimana, raccolte in biglietti anonimi e fattone lo spoglio, si sarebbero presentate al Sig. Ispettore o Direttore della Casa.

INIZIATIVE A CARATTEtE INTEEIME 146
Ecco il tenore dell´umile pergamena offerta al Superiore:
ALL´AMATO SIG. ISPETTORE
DON GIUSEPPE FESTINI
IN OCCASIONE
DELLA SETTIMANA SALESIANA DI PREGHIERE
GLI STUDENTI INTERNI DI SAMPIERDARENA
QUESTO PICCOLO SERTO DI OPERE BUONE
OFFRONO
QUAL LTMILE OMAGGIO DI RICONOSCENZA
AI LORO SUPERIORI
VIVA IMMAGINE DI DON BOSCO
Sampierdarena, 25 - 31 gennaio 1953
E nell´interno, ornato di un bel cuore grondante sangue, stava scritto:
S. Messe 91 - Comunioni 266 - Rosari 67 - Misteri del Rosario 48 - Via Crucis 137 - Visite 346 - Pater noster 62 - Ave Maria 1132 - Salve Regina- 6 - Gloria Patri 25 - Preghiere varie 51 - Segni di croce ben fatti 1139 - Giaculatorie 1114 - Fioretti 904 - Sacrifici 412 Indulgenze plenarie 42, - Indulgenze parziali 56 - Raccolte per Missioni L. 12.000 - Distribuiti 96 Vangeli e 100 Messalini festivi - Raccolto un mezzo quintale di frutta e dolci per i poveri - Radunata buona stampa pro Ospedali per circa 40 kg.
Mi ha veramente intenerito la serietà con cui è stata accolta la proposta e l´esito ha confermato l´aspettativa.
Al leggere quegli umili biglietti, in cui ciascuno metteva le proprie lotte e vittorie, si doveva benedire il Si
lo. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

146 Parte Seconda: ASCESA
gnore che compie delle meraviglie nelle anime semplici e volenterose.
Su 140 giovani, uno solo ha consegnato biglietto bianco e due si sono astenuti.
b) In cortile si è esposto un quadro così concepito:
IN QUESTA SETTIMANA
RICORDIAMOCI
DI PREGARE E FAR FIORETTI
PER L´ISPETTORIA
Un incaricato càrnbiava ogni domenica opportunamente le indicazioni, studiando sempre nuovi accorgimenti per attirare l´attenzione dei giovani: in questo modo tutti venivano e vengono a conoscenza di quello che importa, s´interessano dei nostri problemi, stimano maggiormente la Congregazione e pregano per Essa.
7) CICLI DI FIORETTI
Passata la Settimana Salesiana, mi sono sentito dire da più d´uno: « Ora che ci avevo preso gusto a fare i fioretti, è già finito tutto... ».
Era quindi evidente che questa buona volontà non doveva andare perduta.
Feci ai soci delle singole- Compagnie una proposta: perchè non invitare per la data x il Sig. Direttore, e a suo tempo il Sig. Ispettore, e offrire loro una corona di

· INIZIATIVE A CARATTERE INTERIORE 147
buone opere per tutte le necessità della Casa e dell´Ispettoria? Così con intervalli di. settimane più o meno attive i soci si impegnano di aggiornare il loro tesoretto di meriti, che in parte hanno già versato e in parte verseranno ai Superiori. Tra parentesi: non dimentichiamo il Ven. Rettor Maggiore!
Oh se si conoscesse quante energie latenti ci sono nei nostri ragazzi! E tante di queste rimangono allo stato di potenza, perchè non c´è chi si ingegna di creare in essi centri di interesse, sante emulazioni, desideri superiori. La generosità del giovane, conquistato alla causa del bene, non conosce limiti. Se nei nostri Istituti si incensasse meno l´idolo dello Sport con tutte le sue esagerazioni .e si coltivasse più la vita interiore dei collegiali, avremmo più santi, o almeno plasmeremmo per un domani dei veri atleti di Cristo.
Ecco alcuni fioretti anonimi, tratti a caso dalla scatola presentata in ogni seduta ai compagni, perchè cia
scuno vi metta liberamente i suoi biglietti:
— Per quanto mi piacciano le caramelle, oggi mi sono astenuto dal mangiarne.
- A merenda non ho preso companatico.
-- In scuola non ho mai parlato per tutta la mattina.
— In studio non ho mai alzato la testa.
— Ho ubbidito all´Assistente, per quanto mi sia antipatico.
— Ho recitato attento tutto il Rosario.
— A passeggio non ho guardato i cartelloni, e mi è costato tanto! ecc.

148 Parte Seconda: ASCESA
8) APOSTOLATO CHE POSSONO SVOLGERE I SOCI
TRA I LORO COMPAGNI
Chi segue da anni la vita delle Compagnie sa certamente che tutte le rose hanno le loro spine, e quindi nonostante molte belle attività c´è anche il rovescio della medaglia. Qui voglio accennare solo a un pericolo di fatto. Un falso zelo per il bene può creare degli spioni a,nzichè degli apostoli. Ma i soci devono essere dei Domenico Savio con tutta la sua prudenza e- il suo tatto.
E´ evidente che i giovani hanno possibilità di conoscere l´ambiente in cui vivono e la completa personalità dei loro compagni molto meglio di quanto lo possiamo conoscere noi. L´educatore però — degno di tal nome — non dovrà mai normalmente servirsi dei soci delle Compagnie-come di detectives per investigare e scoprire questo o quello. Oltre che falsare in pieno il nostro sistema, abolirebbe l´apporto delicato ma reale delle Associazioni interne al benessere comune.
Il Catechista perciò educhi la coscienza degli iscritti a una missione che ha i suoi rischi e le sue consolazioni, ma che evidentemente postula un senso di sincero cameratismo, esclusi s´intende i casi di immoralità o comunque di reale offesa di Dio.
Il migliore apostolato è quello del buon esempio ovunque e sempre: quando un giovane è veramente modello, salesianamente disinvolto, allora potrà avvicinare gli altri per la conquista. E´ inutile cominciare dalla conversione dei compagni, se non si è prima conquistato se stesso.
Il collegio del resto è un campo vastissimo per rapostolato. Quanti interni escono dai nostri Istituti ancor pieni di quella superficialità che avevano al loro primo

INIZIATIVE A CARAT´T´ERE INTERIORE 149
entrare... Non hanno avuto la fortuna d´incontrare un Superiore o un compagno che li interiorizzasse!
Le Compagnie devono essere palestre di simili conquistatori di anime, ma conquistatori senza rumore, con poche parole, delicati, amanti della preghiera e del sacrificio, animati dal tormento per la salvezza altrui.
E questa scuola ha come maestro naturale il Catechista e l´Assistente: dalla loro tensione spirituale si potrà valutare la tensione ambientale...
4 4
- A conclusione • di queste idee vorrei dire una parola sui premi, bollini, ecc.
Un esperimento degno di rilievo è stato fatto tra i soci del Manfredini di Este (Cfr. Le Compagnie Settembre 1953, n. 31, pag. 122).
Ecco lo schema generale:
E´ stato lanciato all´inizio dell´anno un concorso che ha dei punti fondamentali in comune per tutte le CC. e delle voci particolari nell´ambito delle singole CC.
I. - IL CONCORSO -GENERALE si limita alle voci: Condotta - Religione - Profitto, con assegnazione di punti:
3 punti per il 10 mensile di condotta;
5 punti per il 10 lode di religione e 3 per il 10;
3 punti per la promozione nella pagellina mensile e 1 punto per ogni punto guadagnato nelle singole materie sia per i promossi che per i non promossi.

150 Parte Seconda: ASCESA
2. - Nel CONCORSO INDIVIDUALE e tra Gruppi nell´ambito della Compagnia figurano inoltre altre voci come: Buona Stampa - raccolta di libri e giornali per emigrati, ospedali, oratori - liturgia - servizio della Santa Messa - risposte ai quesiti liturgici - Attività missionaria - Tesseramento all´A. C. nella propria parrocchia - Propaganda - Sport.
Nell´adunanza generale di ogni trimestre, presieduta dal Sig. Direttore, si fa la premiazione:
* Medaglie distinte per condotta, religione, profitto alla « fiamma » dei gruppi vincitori di ogni singola Compagnia.
* Premiazione individuale ai primi di tappa.
* Gagliardetto alla Compagnia che ha riportato la maggioranza relativa nei tre punti fondamentali del Concorso (1).
(1) Leggi spiegazioni e risultati in Le C,. aprile 1954, n. 36, pag. 57-58.

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 151
2 Iniziattue a calatine 0,iniale
Plasmato che sia l´animo a una sodezza concreta dí convinzioni religiose e morali, è bene dare sfogo a tutta la sana esuberanza giovanile con attività esteriori che stanno alle Compagnie come la materia alla forma.
Abbiamo già avuto agio di esporre nella prima parte della nostra relazione alcune di tali iniziative, le quali costituiscono il substrato logico e reale delle nostre Associazioni interne.
Qui ci fermiamo solo su alcune non ancora accennate, ma che pure hanno grande importanza nella vita annuale di esse: vogliamo dire i congressini, le gite, l´Azione Cattolica e le Vacanze.
1) CONGRESSIN1
· Vorrei chiamarli i metronomi del fervore comune. Misurano infatti il passo, destano le Compagnie torpenti, rianimano le fiacche, e col beneficio dei vasi comunicanti trasmettono in tutte l´ardore dei pochi.
Tanto per intenderci, quando si dice congressino si vuole indicare la riunione plenaria di tutte le Compagnie per discutere problemi inerenti ad esse, presentar le diverse attività, aggiornarsi alle esigenze, ecc. Questa manifestazione postula la presenza dei Superiori e in alcuni casi anche il pubblico di tutti i collegiali.
Secondo me, sarebbe bene fare ogni anno un duplice Congressino: il primo nell´intimità delle Compagnie a metà Quaresima, come preparazione al secondo, realiz

152 Parte Seconda: ASCESA
zato alla fine dell´anno, poco prima della partenza per le vacanze, con partecipazione di tutto l´Istituto.
a) Congressino iniziale
In questo non sarà necessario tanto sfarzo esteriore, ma verrà curata maggiormente la preparazione dei singoli relatori su temi fissati a ciascuna Compagnia al principio dell´anno sociale.
Mettiamo per es., i temi seguenti:
— Immacolata: La nostra devozione alla Madonna;
— SS. Sacramento : La vocazione sacerdotale e religiosa;
— S. Giuseppe: Il lavoro e la sua santificazione;
— S. Luigi: Domenico Savio, modello del socio.
Ogni Compagnia nei mesi precedenti ha elaborato le proprie relazioni, con l´apporto delle idee di tutti i soci, e ha affidato al miglior dicitore l´incarico di rappresentarla al Congressino.
Assicuro intanto che l´emulazione è uno stimolo potente per offrirci dei discorsini, i quali potrebbero defi_ nirsi dei veri capolavori del genere.
Sarà conveniente forse tenere segreti i diversi temi e manifestarli solo all´ultimo momento per aumentare ancor più l´aspettativa dei congressisti.
Oltre alla relazione ogni Compagnia presenterà la propria sorpresa, che può oscillare, per es., tra uno stendardo fiammante e un dialogo geniale e di folklore locale; o tra una piccola lotteria e una diffusione di buona stampa, ecc.

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 153
Il Congressino avrà naturalmente tante sedute quante sono le Compagnie, quindi potrebbe durare alcune settimane. I frutti saranno direttamente proporzionali alla preparazione che l´ha preceduto: ma si può affermare senza dubbio che questa fusione serve per rattizzare il fuoco talora languente sotto la cenere.
h) Congressino finale (1)
Questa manifestazione pubblica vuol essere una dimostrazione di ciò che possono le Compagnie nell´ambito dell´Istituto. In tale circostanza — vorrei dire ´esse escono dalle Catacombe del loro lavorio silenzioso alla luce della comunità, soprattutto per indicare una via ai volenterosi, per confermare í simpatizzanti e destare in tutti desideri di una vita più profondamente vissuta.
Tra i temi dovrà figurare:
1) una succosa sintetizzazione di ciò che sono le Compagnie, affinché vengano meglio conosciute;
2) una relazione delle attività svelte durante l´anno e di quello che si propongono nelle vacanze;
3) argomenti di attualità immediata, come per es., il giovane e le vacanze, oppure come fare dell´apostolato in tale periodo, ecc.
Lo sfondo essenziale sarà contornato da un grandioso apparato esterno, possibilmente all´aperto, verso sera, con abbondanza di addobbi, festoni, bandiere e bandieri
(1) Cfr. Atti, n. 55 bis, pag. 12, IX.

154 Parte Seconda: ASCESA
ne, ecc.; e da una ricchezza di canti corali, dialoghetti, scene radiotrasmesse, ecc.
L´invito di tutti i Superiori e allievi darà il tono elettrizzante al Congressino, che dovrebbe riuscire un vero gioiello, qualora sia stato predisposto nei minimi particolari.
Se non si registrassero altri vantaggi diretti, quanti discorsi cattivi evitati, quante mormorazioni sviate, quante critiche dimenticate... perchè una mente assillata o attratta dal complesso della preparazione, dello svolgimento e dei commenti relativi a cose fatte non ha tempo per altre idee!
2) GITE
Non è mai troppo il materiale buono che si offre alla vulcanica fantasia dei giovani.
Conviene perciò presentare già al principio o al massimo dopo l´Immacolata la prospettiva di una bella passeggiata.
Dopo un primo tempo al concetto vago si sostituirà un´idea più concreta indicando press´a poco la somma occorrente, affinchè ciascuno cominci a versarla in quote mensili al cassiere.
Solo alla fine si dirà la meta che — a seconda delle distanze — può essere una casa di formazione o un Istituto.
E´ evidente che questa gita non è nè un´escursione nè un viaggio di piacere, ma un mezzo per ampliare le conoscenze salesiane, per farsi delle idee meno generiche della Congregazione e forse destare o completare

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 155
in alcuni il fenomeno della vocazione. Dovrà essere perciò prevista in tutti i minimi particolari, dalla merenda al giro nei dintorni, dagli svaghi ai mezzi di trasporto.
E per avere un risultato ancor più positivo converrà che ogni Compagnia abbia la sua mèta, anche per il fatto che un piccolo gruppo di giovani è più facilmente manovrabile dal Catechista, che si troverà sempre presente. Come data si può scegliere un dopopranzo di passeggio, oppure una solennità civile in primavera, per es., il 25 aprile.
3) AZIONE CATTOLICA
E´ un problema di vitale importanza, perchè le. Compagnie non sono:fine a se, stesse ma preparano i giovani alla vita.
Nella lettera inviata dalla Segreteria di Stato di Sua Santità Pio XII in occasione del II Congresso Nazionale delle Compagnie si leggono tra l´altro queste auguste parole:
« Consapevole pertanto dei grandi bisogni morali che travagliano la gioventù, oggi più che mai esposta alle insidie di un mondo pieno di errori e di corruzione, il Sommo Pontefice è lieto di accompagnare fin d´ora il prossimo Convegno con le sue felicitazioni e i suoi voti, che vogliono essere la valutazione di un passato e la fiducia di un avvenire sempre più consolante di frutti. Ed esortando i valorosi figli di S. Giovanni Bosco a voler promuovere con ogni zelo, come sempre, iniziative così care al cuore del loro Santo Fondatore, Egli non dubita

156 Parte Seconda: ASCESA
che il progettato incontro — al quale i trionfi eucaristici di Torino in questi giorni daranno provvido impulso — segnerà l´inizio di una nuova e sempre più rigogliosa fioritura di bene, in mezzo alle folte schiere di giovani, che attraverso coteste Compagnie, vengono così sapientemente preparati alle responsabilità del domani, e temprate ai nobili cimenti dell´apostolato cristiano ».
Il Ven. Rettor Maggiore, con identità di vedute e mirabile consonanza, già prima, il 25 aprile, a Mogliano Veneto aveva svolto e ampliato lo stesso terna, frutto di una continua preoccupazione paterna (1).
« L´attuazione del programma che mette le Compa
gnie a essere fermento di vita in tutti i nostri Istituti, dev´essere presa sul serio.
Esse devono entrare in tutto il movimento collegiale: nel gioco come nella disciplina, nell´esercizio della- carità come nella applicazione allo studio, nei rapporti tra grandi e piccoli, nella partecipazione alle feste. Io batto le mani di gran cuore a questa forma che era nella mia mente e che desidero proprio che man mano vada attuandosi nei nostri Istituti, interni ed esterni, con la massima attività e col massimo impegno da parte dei superiori e da parte delle presidenze. Guardate che que
sto dovrebbe portare nei nostri Istituti una vita fraterna, un entusiasmo nel bene, nell´adempimento del dovere,
(1) Le C. 1953, n. 31, pag. 115.

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 157
nella unione con i superiori, ideale. Ideale! Perchè voi in certe cose ricevete dai Superiori; in qualche cosa potete dare aiuto ai Superiori e anche, vorrei dire, luce col vostro fervore, col vostro entusiasmo giovanile. Ecco l´ideale che io mi- ero proposto in quella prima esortazione che ho fatto: prepariamo nell´interno delle nostre Case, nell´interno dei nostri Oratori, gli uomini che domani prenderanno posto nell´Azione Cattolica e saranno un fermento di bene e di spirito anche salesiano.
Vedete, le nostre Compagnie hanno una storia. Ed abbiamo appunto chiesto alla S. Sede di lasciarci lavorare in questa forma che è tradizionale salesiana, dando la certezza che daremo loro dei campioni per l´Azione Cattolica, quando sarete nel mondo. Questo desideriamo col più vivo e profondo desiderio.
Questa è stata la parola che ho detto in Sede, Centrale quella volta che han voluto farmi omaggio, presente il prof. Carretto. « Lasciateci lavorare colle nostre Compagnie: vedrete che saremo fedeli alla consegna di. Don Bosco ». E come Don Bosco ha seminato il mondo di professionisti cattolici, così noi; tanto più in quest´epoca in cui è facile esser buoni, perchè abbiamo 350 deputati, senatori che sono usciti dalla nostra scuola, dall´Azione Cattolica, rappresentanti dei nostri ex allievi ».
Dovremo d´ora in poi contemperare sal esianamente tutta l´attività tradizionale con la campagna annuale in

158 Parte Seconda: ASCESA
detta dal Centro per preparare i giovani alla vita di domani nel mondo.
Non è qui mio compito trattare dei principi giuridici, delle autonomie, degli scopi ecc., del nostro tema: per questo rimando alla Rivista e ai Quaderni delle Compagnie.
Studiamo invece come al solito la questione dal lato pratico.
A) Criterio di selezione
Partendo dal presupposto che nelle nostre Case si fa... azione cattolica 24 ore al giorno (non c´è infatti alcuna Associazione parrocchiale che goda di tante comodità spirituali e materiali, di aiuti, consigli, conferenze, riunioni, direttori di spirito, ecc., quanti ne hanno i nostri giovani), se il numero degli iscritti alle Compagnie deve essere piuttosto relativo, quello degli appartenenti all´A. C. può subire un aumento includendo oltre i soci anche altri non-soci, che si ritengano adatti all´apostolato nel mondo.
A questo punto mi si farà subito un´obiezione: « Allora bisogna creare un´altra Compagnia? ».
Affatto. Qui viene opportuno quanto dice il Rev.mo Sig. Don Antal nella già citata lettera del 1 ottobre 1953:
« IV, c) A evitare che le Compagnie formino un " circolo chiuso " l´iniziativa di quelle Case le quali indicono una volta al mese " un´assemblea generale " alla quale tutti vengono invitati, anche coloro che non appartengono a nessuna Compagnia, è lodevole «.
Se risultasse impossibile o poco conveniente fare l´adunata generale in uno stesso ambiente, si potranno divi

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 159
dere i non-soci tra le diverse Compagnie, in modo che ciascuno si trovi coi suoi compagnie di età e all´incirca di scuola.
Questa seduta mensile servirà per mettere a fuoco i problemi dell´A. C. perchè tutti ne siano al corrente anche se non vi fossero iscritti, e tratterà specialmente del lato organizzativo di questa forza della Chiesa.
In caso- di bisogno tale adunanza si potrà fare più spesso, non oltre però due volte al mese (1).
B) Tesseramento
Spendiamo due parole sull´impostazione iniziale.
In una delle prime sedute generali l´Assistente esponga´ le idee essenziali sull´A. C.: crei in altri termini il
1) Noto qui di passaggio una cosa che in tanti anni di cate
chistato mi è risultata soddisfacente.
Gli ultimi minuti dopo la S. Messa — dato che si deve fare un po´ di lettura o dire due parole — siano dedicati ai temi es
senziali, variandoli opportunamente.
Secondo me, il seguente è uno schema buono:
1° mese: Tema: Impostazione generale (insistere verso la fine sui 9 Primi Venerdì).
2° » » S. Messa e relative Cerimonie.
3° » » Confessione. 4° » » Comunione.
5" » » S. Rosario e Divozione alla Vergine.
6´ » » Azione Cattolica (tutti gli allievi devono esserne
al corrente).
7° » » Vita di un giovane esemplare ´(per es.: Dome
nico Savio, Irisarri, Domenichino, ecc.).
8° » » Divozione al Sacro Cuore.
9° » » Vacanze.
Delle Missioni si parla ogni martedì.

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 161
chie per essere già pronti, uscendo dal Collegio, a collaborare attivamente e senza incertezze alla causa comune. Noi cercheremo durante l´anno scolastico di formarlo spiritualmente e tecnicamente all´apostolato che lo attende domani.
Colgo l´occasione per ringraziarla di quanto ha fatto e fa per le Opere Salesiane.
Maria SS. Ausiliatrice le prepari un bel premio
in paradiso, dopo averle concesse tante grazie quaggiù.
Rev.mo in Corde Jesu
Direttore
P. S. — 1) Per il versamento della quota, ci penseranno i parenti del giovane che abbiamo già avvisati, oppure il giovane stesso nelle vacanze di Natale.
2) Le stampe siano indirizzate costì, al paese dell´iscritto, non all´Istituto.
3) Favorisca- darmi comunicazione dell´avvenuta o meno iscrizione. Grazie.
Il Catechista prenda nota accurata dei collegiali pro
posti per l´iscrizione e nello stesso tempo trascriva il •
nome dei singoli Parroci, cui viene inviata la lettera. A questo scopo è utilissimo un, piccolo schedario.
Un´esperienza inoltre dimostra. che conviene scrivere contemporaneamente una lettera ai Parenti del candidato per informarli della pratica presso il loro Parroco.
11. — G. Bozza - Organizziamo le Compagnie.

162 Parte Seconda: AsasA
Istituto Salesiano
data del timbro postale
Gent.mo Signore,
Ho seguito con interesse suo figlio e dopo lungo esame penso di proporlo per l´iscrizione all´Azione Cattolica. Il ragazzo dimostra tutte le qualità essenziali: ha buona volontà, intelligenza, si mostra disciplinato, ubbidiente, attivo e pio.
Credo quindi di far cosa gradita a Lei e utile al giovane, se lo invito a iscriversi costì nella loro Parrocchia alla gloriosa Azione Cattolica, che tanto bene opera nella nostra Patria.
E´ evidente che il giovane continuerà a stare con noi ma godrà nello stesso tempo dei benèfici influssi parrocchiali per il legame dell´Associazione; e nelle vacanze, ritornato in famiglia, potrà continuare la sua attività tra i compagni del paese.
Codesta iscrizione importa da parte Sua il pic
colo sacrificio di versare Lire al Parroco, che
è già informato da noi.
Convinto che la stima dei Superiori verso suo figlio sia un giusto motivo di vanto per i Genitori, ringraziando della generosa cooperazione mi professo
in Don Bosco Santo Direttore


INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 163
A mano a mano che giungeranno le risposte dei Parroci, il Catechista cataloghi le iscrizioni e tenga in una apposita cartella tutte le lettere ricevute.
In caso di silenzio solleciti gli interessati.
Quando poi si fossero ricevute tutte o quasi le tessere, si potrebbe farne la solenne distribuzione con una funzioncina il giorno dell´Immacolata o almeno prima che í giovani tornino alle loro famiglie per le vacanze natalizie.
Se poi ci rimanessero degli individui, tenuti in sospeso per motivi contingenti, si possono proporre — come sopra — ai rispettivi Parroci per il secondo tesseramento, quello di gennaio.
E ora un caso non infrequente: qualora alcune Parrocchie mancassero di Associazione, come fare?
Dirò intanto una cosa: un anno tre Parroci mi hanno risposto che avrebbero iniziato l´Azione Cattolica... Forse la nostra lettera aveva fatto più di un beneficio!
Ma ammesso pure che non esistessero Associazioni locali, allcra conviene iscrivere direttamente al Centro Diocesano i nostri giovani, i quali verranno considerati come raggi, godendo di tutti i privilegi dei soci regolari.
4) LE VACANZE
Essendo il periodo più difficile dell´anno, il banco di prova della nostra opera educativa, esse implicano tutto lo studio, l´attenzione e la preveggenza (sistema preventivo!) dell´educatore per diminuire i danni morali che possono causare nell´anima dei giovani.
Dobbiamo prevenire questa « vendemmia del dia

164 Parte Seconda: ASCESA
volo », questa profanazione sistematica dei valori spirituali, questa distruzione della nostra opera educativa. Come? Impostare lungo l´anno (e sempre) il lavorio pedagogico per dare consistenza interiore ai nostri allievi, in cui solo è garanzia di durata, di vittoria. Tutto quello che è imposizione esteriore è destinato a cadere immancabilmente. Solo quello che sarà stato veramente assimilato. dal ragazzo gli darà consistenza. Consistenza interiore fatta di convinzioni, di coscienza morale, di volontà decisa, di carattere, di entusiasmo, di dedizione apostolica generosa.
Radicare in fondo all´anima dei nostri ragazzi che l´essere inseriti come Cristiani nel Corpo mistico impone loro un´esigenza di stile cristiano in tutte le loro attività, anche le più profane.
Formare una mentalità e una coscienza cristiana che Ií aiuti a filtrare tutti gli influssi (idee e costumi) con cui verranno a contatto.
E perchè non cedano, educarli a una aggressività apostolica: « salvando, salvati », diceva Don Bosco. Lanciarli nella conquista, sostenerli, aprire loro i grandi-ideali dell´apostolato è l´opera più efficace per preservarli. Fuori di questo non vi è che conformarsi all´ambiente e soccombere!
Il—Direttore farà la sua parte nelle Buone Notti e a tu per tu coi singoli; il Catechista aggiungerà le sue osservazioni specie al termine della S. Messa cercando di destare centri d´interesse per qualche attività che assorba l´attenzione dei singoli: le Compagnie affiancheranno gli sforzi comuni soprattutto nel periodo che le precede (ultimo mese di collegio).

INIZIATIVE A CARATTERE. ESTERIORE 165
Ecco gli argomenti fondamentali da trattare:
Rispetto umano e coraggio cristiano;
Divertimenti in generale;
Cinematografo;
Letture;
Compagnie pericolose;
Vita parrocchiale e apostolato;
Sacramenti;
Orazioni e visite;
Ubbidienza ai parenti;
Evitare l´ozio;
Collegamento coi Superiori;
Far onore al Collegio!
a) Preparazione alle vacanze
Ricollegandoci a quanto avevamo detto circa il congressino finale (pag. 153 sgg.), ricordiamo qui il terzo punto. E´ bene in tale circostanza coronare e sintetizzare l´attività ín vista di tale periodo con tutti gli accorgimenti del caso.
A) Si è notato che servono assai bene allo scopo grandi cartelloni murali da esporsi nei punti più frequentati, oppure in una piccola mostra. Diamo per es. il testo di alcuni:
Gli aggettivi che formeranno le tue caratteristiche Buono - puro - attivo - pio - sereno - servizievole obbediente - rispettoso - coraggioso - esemplare.

166 Parte Seconda: ASCESA
Gli avverbi che ti distingueranno durante le vacanze
Subito - bene - presto - volentieri - delicatamente ancora - molto - costantemente - sempre ogni giorno.
I verbi che dovrai coniugare durante le vacanze
Giocare Pregare Leggere
Mangiare Obbedire Aiutare
Dormire Studiare?!?
Gesù
Amare Maria
i parenti
il peccato
Evitare i compagni cattivi
i divertimenti e riviste pericolose
La matematica delle tue vacanze
ADDIZIONE della tua buona volontà colla Grazia di Dio e i consigli dei genitori;
SOTTRAZIONE dai pericoli che minacciano continuamente la tua anima;
MOLTIPLICAZIONE delle tue forze attraverso i Sacramenti della Confessione, e Comunione;
DIVISIONE delle tue giornate per dare a Dio quello che è di Dio, a te un sano svago, ai Tuoi tante consolazioni;
RADICE QUADRATA da estrarsi dalla tua fantasia, perchè ci rimanga solo quello che è veramente buono, bello, santo.

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 167
I tuoi giuochi
Calcio - Calciobalilla - Ping-Pong - Pallavolo
Palla avvelenata - Palla canestro - Palla in circolo
- Palla a buchette - Tennis - Bocce - Boccette - Bi
gliardo - Bigliardino - Guardialadri - Nascondino A darsela - Tattiche - Gioco dell´oca, Erp, ecc. Monopoli - Bara rotta - Bandiera lunga - Corse Alla ricerca del tesoro - Tiro a segno - Dama - Carte - Scacchi - Domino - Sciangai - Tombola - Figurine - Birille - Dadi, ecc. ecc.
I tuoi passatempi
Bicicletta - Pesca e nuoto - Filatelia - Fotografia Traforo - Ferromodellismo - Aeromodellismo - Collezioni (di cartoline, insetti, ecc.) - Costruzioni varie - Cruciverba - Disegno e pitture - Lettura di libri, giornaletti... - Rebus, anagrammi - Sciarade Passeggiate e gite - Musica e suono di strumenti Ricerca di funghi, tartufi, ecc. - Rilegare libri Aiutare in parrocchia - Imparare una lingua o la
stenografia, ecc. ecc.
Strumenti che puoi suonare durante le vacanze
A CORDA: le campane - il mandolino - il pianoforte. A FIATO: il piffero - l´ottavino - l´ocarina.
A BOCCA: i piatti! - l´armonica.
Ad ANCE: la fisarmonica - l´armonio - l´organo. Ama e coltiva la musica! Ingentilirai l´animo e godrai un sano svago.

168 Parte Seconda: ASCESA
Sei capace a fare questi propositi?
1. AI mattino non indugerò a letto, quando sono sveglio.
2. Farò ogni giorno almeno una visita in Chiesa.
3. Reciterò sempre le mie orazioni mattino e sera.
4. Aiuterò volentieri la Mamma e il Parroco..
5. Eviterò i divertimenti e le letture pericolose per la mia anima.
6. Fuggirò l´ozio e i compagni cattivi.
7. Non avrò rispetto umano, nè in casa nè fuori.
8. Dedicherò ogni giorno un po´ di tempo allo studio.
9. Farò qualche fioretto ad onore di Maria SS. e la invocherò nelle tentazioni.
10. La morte mq non peccati: però se per disgrazia offendessi gravemente il Signore, non lascierò tramontare il sole senza correre ai piedi del Confessore.
B) Se fosse possibile, sarebbe bene allestire una piccola esposizione di lavori fatti dagli allievi durante le vacanze degli anni precedenti. Vi possono figurare disegni, giocattoli, raccolte, trovate, .descrizioni, costruzioni varie, ecc.
C) Un geniale dialogo folkloristico o un componimentino di sapore locale fisserà i tre verbi essenziali delle vacanze: pregare, occuparsi, evitare,

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 169
D) Si comunicheranno in precedenza le date delle riunioni durante le vacanze: l´ideale è riunirsi ogni primo venerdì del mese per offrire anche la possibilità della S. Comunione.
E) Organizzare il Banco delle vacanze dove i nostri
amici troveranno:
— Libri di lettura amena, istruttiva, edificante.
— Albi, riviste, stampe, moduli di abbonamenti estivi.
— Elenchi di riviste, di albi buoni e permessi (non degli altri neppure con giudizio negativo; sarebbe, farne propaganda).
— Foglietti, opuscoli aggiornati di giudizi cinematografici, di stampe.
— Libretti di meditazione, lettura spirituale adatti alla loro età e condizione...
— Formulari della « promessa cinematografica e della lettura ».
Così avremo risolto positivamente il grave problema della sostituzione di tanta porcheria che riempirebbe le loro ore di ozio.
b) Il periodo delle vacanze
Ai Confratelli una calda raccomandazione: pregare, pregare, pregare.
E per i soci?
Hanno dato buon frutto le seguenti iniziative:
1) Inviare ogni mese, e se è possibile ogni 15 giorni, un giornaletto o foglio stampato oppure ciclostilato, redatto esclusiVamente per ´essi. Naturalmente contribuirà

170 Parte Seconda: ASCESA
allo scopo la forma e la sostanza: non sarà una predica, ma una lettura amena, ricca di notizie attinte anche alle lettere dei soci e dalle relazioni inviate dai più volenterosi. Si potranno proporre rebus, sciarade, indovinelli, ecc. per agganciare i lettori. Inoltre si richiameranno le date più notevoli, le notizie di famiglia, le novità dell´Istituto, e così via.
2) Convegni estivi. Devono essere preparati nei minimi particolari.
a) Quindi prima che i giovani partano per le vacanze il Catechista farà un elenco di quelli che vogliono essere avvisati a suo tempo per intervenire alle riunioni. E´ inutile inviare la cartolina a tutti i soci, perché alcuni sono nell´impossibilità di venire o per la distanza o per altri motivi contingenti.
b) Una settimana prima della data convenuta verrà spedita una cartolina postale colle indicazioni necessarie, non dimenticando tra l´altro di notificare gli orari dei treni, delle corriere che possono occorrere, specie se il raduno ha luogo in colonia.
c) Non sarà male richiamare la facoltà di prendere qualche cosa a mo´ di bevanda (compreso l´uovo sbattuto, il semolino, ecc.) per non soffrire durante il viaggio, e ricordare che avranno la comodità di ascoltare la S. Messa e di accostarsi ai Sacramenti, appena arrivati.
d) Al raduno dopo aver assolte le pratiche di pietà e offerta una generosa colazione, ci sarà la seduta-scambio di idee con una conferenzina di attualità, si scriveranno cartoline e saluti agli assenti, si prenderanno accordi per altre riunioni, ecc.

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 171
Queste oasi nel deserto soffocante delle vacanze fanno del grande bene alle anime, danno una scossa salutare e ridestano propositi di rinnovato fervore.
3) Hanno dato buon esito anche altre iniziative del genere come:
Gite a mète comuni, per es.: santuari o Istituti nostri, organizzate per zone o a gruppi determinati, in bicicletta, in treno o con altro mezzo; opportunamente dirette da Confratelli.
Grandi passeggiate estive, studiate e proposte in tutti i particolari per rompere la monotonia delle vacanze (ricordate le famose gite autunnali di Don Bosco!). Alcuni Istituti sono soliti farle ogni anno con risultati soddisfacenti.
Tre giorni o Esercizi spirituali per dirigenti. e Soci scelti (Cfr. Le Compagnie 1950, pag. 93).
Colonie al mare o al monte, ecc.
Come corollario di tutte queste lodevoli iniziative credo doveroso richiamare alcune osservazioni pratiche che avvaloreranno il sin qui detto.
Per i nostri giovani ritornati in famiglia, la prima settimana, tutto procede bene, poi subentra qualcosa che non va più. La nuova compagnia, l´ozio, i discorsi, le letture, le prime conoscenze...; insomma non si è più tranquilli... Non si vuol passare per ingenui, si vuol fare i giovanotti...
Se ci fosse il richiamo dell´Istituto per una gita, cesserebbe il disagio; anzi, l´attesa darebbe argomento ai discorsi e non si sarebbe preoccupati che di prepararsi al viaggio. Quanta utilità per lo spirito e l´intelletto si ha

172 Parte Seconda: ASCESA
nel visitare qualche nostra città con il proprio insegnante! I viaggi artistici sono i più graditi dei giovani! Si abituano così al bello e al buono.
Ci vuol prudenza, è vero. Ma se l´insegnante è un educatore, tutto è bello.
Del resto quale dei nostri giovani, uscito di collegio, se ne stà fermo a casa tutto il periodo delle vacanze? E vanno in luoghi e ambienti promiscui per nulla consigliabili anche se sono con i parenti, i quali ringrazietebbero l´Istituto di vederseli richiamati. Non è forse meglio che organizziamo noi qualche colonia in montagna, o magari al mare, pdr averli tutti assieme, lontani dalle cattive occasioni?
Non conviene però esagerare nelle spese, ed avere la pretesa di guadagnare in ogni iniziativa. Accontentiamoci del pareggio; l´utile l´abbiamo ugualmente... i confratelli sono occupati, i più giovani sono assistiti, educati e messi nella impossibilità di compiere il male. Vi par poco?!
Per quelli di ginnasio sono opportune brevi gite in bicicletta, sempre a scopo istruttivo. A un sàntuario stabilito o in una, nostra casa si può approfittare per una pulizia generale con confessione e comunione. I giovani stessi lo desiderano, specie se liceisti.
Le Compagnie delle singole case traccino itinerari, stabiliscano mete, stendano programmi, si rendano interpreti delle varie iniziative. Avochino a sè il primo venerdì del mese. Si stabiliscano quattro mete, quattro santuari. Su ogni linea ferroviaria che unisce il Collegio, salga un Superiore raccolga i vari giovani lungo il percorso. Così uniti li accompagnerà alla chiesa stabilita e passeranno tutti una giornata in serena allegria. E per

INIZIATIVE A CARATTERE ESTERIORE 173
quel, giorno il Superiore dimentichi di essere tale per restare soltanto « l´amico! ».
4) Scambio di lettere coi Superiori. La posta è un notevole mezzo di apostolato: in certi momenti una lettera ha una funzione determinante nella vita delle anime. Per quanto costi, si risponda subito e a tono con quella bontà conquistatrice che lascia una traccia profonda in colui che la riceve.
E se c´è bisogno, si aggancino i soci colla correzione di lavori scolastici che invieranno — non potendo far altrimenti — per posta. Ricordiamoci: diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum (Rom. VIII, 28).
PER FINIRE
Scrive lo Schuré: « L´essenziale in questo mondo non è il riuscire, ma avere una volontà. Se noi non possiamo essere giocondi mietitori, siamo almeno seminatori confidenti e arditi ».
Caro Catechista, so per esperienza quanto costi il lavorio intorno alle anime. Conosco le umiliazioni degli insuccessi, le critiche demolitrici e le derisioni dei superuomini.
Coraggio! Anche se la formazione dei nostri giovani esige tirannicamente di essere innaffiata dalle nostre lacrime e dal nostro sangue, non indietreggiare: la più grande gioia della vita sta nel poter dire: « Ho cooperato con Dio alla salvezza delle anime! ».

PARTE TERZA
Conquiste
Premesse
Viste così le attività normali di una Compagnia, scendiamo al campo più difficile e importante: quello della formazione individuale.
A nulla varrebbero tante fatiche, sarebbe inutile lo stesso apostolato, se non si mirasse costantemente allo unum necessarium: haec est voluntas Dei sanctificatio vestra. E l´esempio meraviglioso di Domenico Savio, di Giorgio Irisarri, di Dcmenichino Zamberletti,- ecc., comprova questa nostra asserzione.
Ma le Compagnie possono realizzare un simile ideale? Non solo lo possono, ma lo debbono, se non vogliono essere condannate alla sterilità.- Del resto — in fin dei conti — è questo il vero motivo per cui Don Bosco le´ ha volute nei nostri istituti, perchè fossero « chiave della pietà, conservatorio della morale, sostegno delle vocazioni ecclesiastiche e religiose ».
Quando si è preparato il clima adatto, sbocciano facilmente i fiori di tutte le virtù. E notiamo subito che non saranno le parole, le conferenzine, il lavoro comunque che polarizzerà l´ambiente: tutto invece dipende dalla spiritualità dei Dirigenti, dal loro esempio, preghiera e sacrificio.
Per una osmosi misteriosa, ma non meno reale, lentamente si trasformeranno nell´animo dei soci quegli
12. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

178 Parte Terza: CONQUISTE
stessi ideali di bene che tormentano i Superiori notte e giorno (1).
E allora non si dovrà ricorrere a nessuna eccezione, particolarità, singolarismo, perchè la virtù ha la sua forza dimostrativa e rigenerativa: non ha bisogno di essere fatta notare, giacchè risplende da sè e conquista senza rumore alla causa del bene le anime predisposte e vogliose di ascesa.
Si convincano quindi il Catechista e l´Assistente che il 905 del risultato effettivo dipende da loro... Sono dei radiatori: se accesi, accendono l´ambiente; se spenti, Io congelano; se tiepidi, lo intiepidiscono!
E nel Corpo Mistico non sono possibili gli inganni, ossia le false apparenze: le anime si trasformano col Sangue di Cristo in unione col sangue dell´uomo. Quel dirigente che non amasse la pietà e la sòfferenza nel significato più profondamente salesiano della parola, che non vivesse in sè « La morte ma non peccati », sarebbe responsabile davanti a Dio di tanti atti di virtù rimasti in potenza, di innumerevoli giovani bloccati nella mediocrità, di infiniti voli stroncati per sempre.
Il gemito di Don Bosco, ormai al termine della. sua vita: « Quanti prodigi ha operato il Signore in mezzo a noi! ma quante meraviglie di più Egli avrebbe compiute se Don Bosco avesse avuto più fede » (M. B„ VIII, 977), è un tremendo monito per noi suoi figli!
In conclusione la formazione dei soci postula inderogabilmente una maggiore formazione dei dirigenti: e
(1) Vedi l´articolo « Domande preoccupanti » in Le C. aprile 1954, n. 36, pag. 54.

I DIRIGENTI E LA FORMAZIONE DEI SOCI 170
questa non si realizza in un minuto. Ci vuole una vita intera! Solo allora potremo dire nella pratica con San Paolo: « Imitatores mei estote sicut et ego Christi » (I Cor., XI, 1), senza timore di venir attaccati col « medice, cura teipsurn » (Luca, IV, 23).
L´argomento che ci proponiamo, come vedete, è oltremodo difficile: cercherò di balbettare qualche parola, domandando umilmente il vostro benevolo compatimento. Non si tratterà — ben inteso — di un trattato psicologico, ma di osservazioni pratiche, dedotte dall´esperienza: il resto lo aggiungerete voi.

dhigertti e la laimazione dei 5ogi
Partiamo dal triplice presupposto:
a) che ci sia per le Compagnie una sapiente selezione iniziale;
b) che ogni iscritto abbia buona volontà almeno in partenza;
c) che i Superiori incaricati siano consci della loro responsabilità diretta sulla formazione dei soci.
E aggiungeremo ancora un´altra clausola essenziale: nè il Catechista nè l´Assistente devono comunque scavalcare il Direttore, assumendosi la direzione spirituale dei giovani.

180 Parte Terza: CONQUISTE
Il conoscere profondamente i soci è il risultato pratico di studio psicologico individuale, di analisi e di sintesi, di preghiera e di pazienza: da questa conoscenza nessuno è dispensato. E tale conoscenza — come è evidente — non ha nulla a che fare colla direzione spirituale, anche se può esserne una conseguenza e talora anche una causa.
Ciò premesso, vediamo in pratica come devono agire i Dirigenti.
Il termosifone non parla... eppure nella sua eloquente mutezza si fa sentire: ci accorgiamo in altri termini se una stanza è riscaldata o no. Ebbene, si licet parva componere magnis, nell´àmbito della virtù avviene la stessa cosa. La santità è emanazione: stabilisce un campo magnetico misterioso, al cui influsso non può resistere colui che ha una minima predisposizione. Non ci sarà bisogno di chiacchierare e le stesse parole saranno ridotte al minimo: quelle brevi frasi dette all´orecchio in cortile, quegli sguardi comprensivi che vogliono dire talora « bene » e talora « male », che rappresentano una lode o un biasimo a seconda del momento e dell´individuo. Il tutto condito da un grande, continuò, crescente tormento per le anime. Per acquistarlo non c´è altro che vivere ai piedi di Gesù, amare la Croce, conoscere più profondamente la Religione e la Congregazione.
Ma evidentemente un tale lavorio è in modo quasi esclusivo personale, o meglio bipersonale, cioè e persona ad personam.
Purtroppo lavorare tra le anime è lavorare nel mistero: e per questo bisogna avvicinarsi ad esse con trepidazione, con estrema delicatezza, unicamente fiduciosi in Dio che è rex et centrum omnium cordium.

IL CAMPO D´AZIONE 181
Il Superiore deve stabilire approssimativamente a che punto del cammino si trova ciascuno per animarlo a procedere: deve concretare nella sua mente — se così possiamo dire — una tabula praesentiae, assentiae et variationum, o per dire la parola adatta, colpire il difetto predominante e invitare con gli accorgimenti del caso il socio all´ascesa.
E tutto questo lavorio estrinseco sarà fatto in cortile, tra una partita e l´altra, alla fine di una ricreazione, in un incontro fugacissimo qualsiasi: quando c´è la vera comprensione non abbisognano tante spiegazioni.
Di qui si vedrà facilmente come la Compagnia non si racchiude tra i miseri limiti di un´ora settimanale, ma praticamente investe e riveste tutti i giorni con aumentato impegno. Solo allora si potrà parlare di efficienza delle Associazioni interne.
A me per intanto basta aver accennato a questo aspetto del problema e poi « unusquisque in suo sensu abundet » (Rom., XIV, 5).
21 campo d´azione
Studiato attentamente il gruppo che costituisce la Compagnia, il Catechista (sarebbe bene che riservasse a sè questa delicata missione, anche per avere un motivo di passare volta per volta nelle singole Compagnie) non mancherà di dire un pensiero spirituale breve, pratico, aderente, facilmente assimilabile: e nel corso della settimana s´interesserà perchè ciascuno lo realizzi in ragione dei propri talenti.

182 Parte. Terza: CONQUISTE
Secondo me, le conquiste da proporsi ai nostri giovani sono le seguenti, partendo dal basso verso l´alto, dalle più piccole alle più grandi.
a) Dominio dei sensi esterni
Questi organi meravigliosi di cui ci ha dotato Dio, possono essere una scala facile per salire fino a Lui, e nello stesso tempo un pericolo terribile, a seconda del diverso uso che ne- facciamo. Vediamo brevemente che cosa si deve dire dei singoli ai nostri ragazzi.
1) La vista. Parlare con entusiasmo della bellezza della virtù, della pace che godono i mondi di cuore, degli esempi di Domenico Savio, e dire che vale la pena sottoporsi a qualsiasi sacrificio pur di conservarla o almeno riconquistarla. Far capire come la bella virtù dipende il 90% dal dominio degli occhi. Invitare i ragazzi a compilare per questo e per le altre battaglie il librettino personale, (vedi pag. 140) in cui scriveranno giorno per giorno con segni speciali i loro risultati positivi e negativi.
Il Catechista poi, prima che i ragazzi escano per il passeggio o vadano al bagno dica a chi ne ha maggior bisogno per es. : « Me lo fai un piacere? » L´altro risponderà: « Ben volentieri, se posso ». E di rimando: « Quando ritorni, voglio che i tuoi occhi siano sereni come ora: tu m´intendi! ».
Ma non bisogna fermarsi alla lotta dei singoli, bisogna insegnare anche qualche bella tattica di apostolato per aiutare i compagni.
a) Quando lungo la via ci fosse qualche cosa che non va, trovare una scusa elegante per distogliere lo

a) DOMINIO DEI SENSI ESTERNI 183
sguardo dei vicini da ciò che potrebbe destare cattivi pensieri.
b) Perseguire la campagna contro la stampa cattiva che penetra comunque nell´Istituto, nonostante l´oculatezza dei Superiori; e senza bisogno di fare la spia — in via normale — agire in modo che lo stesso colpevole la distrugga, oppure in caso negativo fargliela scomparire.
c) Controllare sapientemente i giornali che avvolgono i pacchi, le cartoline in arrivo, le fotografie personali, le copertine dei quaderni, ecc.
Se i nostri allievi sapranno mortificare gli occhi, la virtù sarà facile senz´altro.
2) La gola. Quando la battaglia per il dominio della propria vista sarà bene avviata, converrà cominciare quella per la gola. Vetta da raggiungere: mangiare senza precipitazione e senza ingordigia; evitare ogni cosa fuori pasto (esclusa la merenda, s´intende). Il sapersi imporre un piccolo sacrificio e rinuncia ogni volta che mangiamo deve riuscire col tempo una cosa facile, anzi piacevole.
Sarà quindi concepibile che un socio si degradi ai chewing-gum di tutti i tipi, che esageri nei dolciumi e ghiottonerie, che non sopporti qualche volta il tormento della sete, ecc.
Ed ecco alcuni fioretti che si possono presentare ai volenterosi:
Non condire un cibo poco salato.
Mangiare adagio una pietanza meno gustosa. Rinunciare a un rinfresco durante i calori estivi.

184 Parte Terza: CONQUISTE
Attendere a mangiare il pane fresco, o a- bere, dopo la minestra.
Servirsi o farsi servire per ultimo.
Evitare ogni critica sugli apprestamenti di tavola. Tenersi leggeri specialmente alla sera (1).
3) Il tatto: Nell´equilibrio dinamico per la bella virtù è uno dei peggiori nemici, in alleanza colla fantasia. Si tratta quindi di domarlo e domarlo subito. Il nostro corpo è un dono di Dio e va rispettato come qualsiasi opera d´arte: il profanarlo è un delitto e un danno personale.
Si cominci coll´esigere che non si mettano le mani addosso, non si sia grossolani e materialoní. La delicatezza deve costituire una caratteristica dei soci. Il passaggio dall´autodorninio esterno a quello interno non è difficile. Basterà per questo richiamare con quanta delicatezza Don Bosco ci ricordi ogni sera un simile dovere con quelle parole: « E colle mani giunte dinanzi al petto prenderemo riposo ».L´entusiasmo per le vette renderà facile questo gradino pericoloso per la gioventù.
4) L´udito. L´esempio della mimosa pudica non dovrebbe essere dimenticato.
Se alcune volte la prudenza non permette di passare alla reazione, ci sia almeno una disapprovazione esterna col contegno dignitoso. Chi sa custodire le proprie orecchie evita tanti peccati per sè e per gli altri.
A questo punto è bene parlare dello scandalo e delle sue tremende conseguenze, che vanno aumentando in
(1) M. B. IX, 707.

b) DOMINIO DEI SENSI INTERNI 185
progressione geometrica anzichè aritmetica e non ci sarà giovane che non prenda propositi energici.
Converrà pure accennare al rispetto umano e alla sua conseguente ridicolaggine per istallare in tutti un nativo orrore a simili deformazioni del Cristianesimo. Conseguenze pratiche: ogni sera ciascuno si inginocchi ai piedi del letto per le tre Ave Maria; nelle processioni non paventi il pubblico; a casa propria manifesti le sue convinzioni colle preghiere prima e dopo i pasti; nelle diverse Parrocchie mantenga un contegno devoto, anche se i compaesani disturbano, ridono, ecc.; nelle conversazioni in cui viene attaccato il Papa, i Vescovi, la Chiesa, ecc. sappia dire la propria idea e la sostenga con dignità.
5) L´odorato. Evitare le esagerazioni e i femminilismi. La cura normale della persona non permette eccessi di alcun genere, neppure nei cosmetici, brillantine, profumi, e via discorrendo.
Alle volte prendere un po´ in giro i ricercati non fa male, anzi li richiama a una bella realtà.
b) Dominio dei sensi interni.
Entriamo in un campo di più difficile controllo: è indispensabile però insegnare come si possa anche qui riuscire sempre vincitori. La fantasia, o la « pazza di casa » come la chiamava Don Bosco, ha un potere di predominio nella prima gioventù: si tratta di selezionare il bene dal male, per attenersi solo al primo. Non minori pericoli può offrire la memoria che collega il passato e ce lo ridà presente.

186 Parte Terza: CONQUISTE
Diciamo quindi una parola su entrambe.
1) La fantasia. Esposti i pericoli a cui conduce una fantasia scaldata il Dirigente passi a porgere gli antidoti del caso.
a) Invitare a togliere normalmente le riviste a fumetti, che surriscaldano l´immaginazione´ fervida dei ragazzi. Amare la stampa istruttiva ed edificante, per es. « Giovani », « Gioventù missionaria », ecc.
b) Lo stesso si ripeta dei romanzi e cinematografi avventurosi: avviciniamo più che sia possibile i soci a quella realtà che merita di essere conosciuta alla loro età. Invogliamoli più all´istruzione che al divagamento inutile o tanto peggio dannoso.
c) Facciamo comprendere come troppe volte la fantasia è la causa di tutte le distrazioni nelle preghiere, nello studio, nella scuola: come la sovrapposizione di più pensieri renda impossibile l´azione presente.
d) Insegniamo quale tattica si deve usare per combattere i cattivi pensieri. La fantasia è come un mulino che macina sempre: se non c´è buona farina, ne macina della cattiva o rimacina la passata. Ciascuno si scelga un campo neutro (ossia moralmente innocuo) in cui possa rifugiarsi in caso di pericolo contro la bella virtù o la carità. Per uno sarà il gioco del foot-ball, per un altro la filatelia, per un terzo lo studio di una particolare scienza, per un quarto l´alpinismo, ecc. In caso di pericolo farsi assorbire tanto da simili immaginazioni che l´individuo non si accorga neanche più del resto.
e) Offrire praticamente alla fantasia vulcanica dei giovani sempre nuovo materiale, ossia trovate geniali, sor

C) EDUCAZIONE DELLA VOLONTA´ 187
prese, indovinelli, sciarade, rebus, problemi, stranezze, che polarizzino gli interessati verso terreni sicuri (buon materiale si trova in Riso e sorriso di Padre Bernardo Maculan dei Giuseppini — Via Etruschi, 7 — Roma; in Ore serene del nostro Studentato di Bollengo, ecc),
2) La memoria. Purtroppo il ricordo del male è più tenace di quello del bene... I buoni consigli dei Genitori e dei- Superiori si dimenticano, ma le parole cattive, o tanto peggio gli esempi perversi rimangono indelebili. Eppure ci deve essere un rimedio a tanto male. Si può suggerire di comportarsi in modo analogo al precedente e poi insistere su quanto San Gerolamo suggeriva al suo amico: Diabolus te inveniat semper occupatum, ossia fuga dell´ozio dovunque e costantemente.
e) Educazione della volontà
Lo squilibrio esistente nella società moderna tra la cura doverosa dell´intelligenza e l´educazione non meno necessaria della volontà spiega tutti i mali che travagliano la povera umanità. Mentre la prima viene imbottita di nozioni continue e numerose, anche se non profonde, la seconda rimane atrofizzata, a uno stato larvale... per quanto le primavere si avvicendino sul capo delle persone. Ora come per imparare a scrivere sono necessari anni e anni di studio, partendo dalle aste per giungere alla composizione delle opere dell´ingegno umano, così per imparare a farsi una personalità bisogna partire dalle aste dei piccoli atti volitivi, ripetuti continuamente, fino a divenire habitus spontanei. Di qui la necessità di formare i nostri giovani nei due campi di battaglia della volontà: al controllo cioè del fisico e a quello dello spirito.

188 Parte Terza: CONQUISTE
Spendiamo due parole in merito.
1) Al controllo del fisico. La virtù filosoficamente e teologicamente viene definita un abito di compiere atti buoni. Ora un abito è un insieme di elementi, il risultato di una addizione ininterrotta.
Educare la volontà equivale perciò a formare delle abitudini nei nostri giovani. L´uomo — tutti sanno va considerato sotto due aspetti: di forma e di materia, o in altre parole, di anima e di corpo. E quantunque una sola sia la persona agente e quindi la personalità, tuttavia ci saranno delle operazioni che hanno fondamento quasi esclusivo nell´ambito del fisico e altre completamente esclusive dello spirito.
Nella formazione della gioventù, ripeto, conviene partire dall´esterno per giungere lentamente all´interno (se pure si può parlare di esterno e di interno dei nostri atti), come per collocare una statua si pone logicamente prima il piedistallo o basamento e poi l´immagine.
Postulato fondamentale: stroncare sul nascere e quindi nei primi anni il triste e inumano (etimologicamente) vezzo o meglio vizio di vivere per istinto, ubbidendo più a uno stimolo esteriore che ad un impulso intimo.
Ecco quindi la necessità dei piccoli esercizi-svegliarino, i quali abituano l´individuo al presente di ogni atto e al riflesso di ogni manifestazione.
Offro qui — in una specie di scala ascendente alcuni di questi autocontrolli, che in un primo tempo riguarderanno principalmente il nostro fisico nella vita di relazione colla società.
a) Stare sempre diritti: non prendere il vizio di incurvare le spalle: è un danno per la salute oltre ´che

C) EDUCAZIONE DELLA VOLONTÀ 189
per l´estetica. Troppi se lo dimenticano: la nostra gioventù dev´essere diritta moralmente e fisicamente!
b) Non mettere mai le mani in tasca in qualsiasi stagione: l´educazione lo esige, la convenienza lo vuole, tante volte la morale Io richiede.
c) Imporre la compostezza quando si è seduti, senza distendersi sui banchi, abbandonare le gambe o tenerle a cavallo, abbassare o voltare la testa, ecc.
d) Controllare il riso (che proviene da -ignoranza e da anacronismo) evitando assolutamente le sguaiataggini, le grossolanità, le urla incomposte, che sogliono accompagnarlo.
e) Anche nel gioco esigere la buona creanza, che è il fior fiore della carità. Gli cartoni, i calci, i pugni, i colpi- senza motivo, le mani addosso in forme villane sono l´indice molto basso di un alfabetismo sociale.
f) Curare l´esterno senza eccedere: non essere dei damerini o bellimbusti, ma neppure degli sciattoni o trascurati; sentire il bisogno della pulizia senza giungere a un vero e proprio culto del corpo. Il rispetto verso la nostra persona è un riflesso necessario del rispetto che dobbiamo agli altri.
g) Regolare nell´ambito della buona creanza certi atti istintivi fisici, come il tossire, lo sternutire, il soffiarsi il naso, lo sbadigliare, l´incedere (che in alcuni è tanto trascurato e talora ridicolo); controllare i riflessi del prurito, dell´uggia, ecc.
h) Fare uno studio speciale per la puntualità: alla levata balzare tosto dal letto e durante il giorno stron

190 Parte Terza: CONQUISTE
care prontamente al cenno dei Superiori ogni azione che si avesse tra mano.
i) Curare in modo particolare gli atti di Fede esterni, come i segni di croce, gli inchini, le genuflessioni, le cerimonie, ecc.
i) Mantenere una quota normale, senza sbalzi eccessivi nè in un lato nè nell´altro, nel buon umore. Stabilizzare il temperamento depressivo con un sano ottimismo lungimirante, imparando a superare le difficoltà con la convinzione di poterci riuscire. Il mantenerci sereni è uno dei doveri più sconosciuti del benessere comune.
Questi e simili princìpi, troppo dimenticati o ingiustamente tralasciati (perchè implicano una continua insistenza da parte dell´educatore), saranno la base su cui costruire le personalità.
Persuadiamoci che tutti gli elementi costitutivi del nostro essere devono venire sfruttati e quindi educati. Il trascurarne qualcuno equivale a trascurare il tutto: bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu.
2) Al controllo dello spirito. Presenteremo piccole cose,- umili rinunce da offrire con gioia al Signore.
Nella loro enumerazione scheletrica potranno costituire anche la corona di fioretti settimanali, che si sogliono proporre al termine di ogni adunanza. Da un punto di vista umano sono mezzi efficacissimi per allenare la volontà, rassodare il carattere.
Rispondere dolcemente.
Evitare parole inutili, superflue, non necessarie, e tanto più titoli ingiuriosi.

C) EDUCAZIONE DELLA VOLONTA´ 191
Non essere di quelli che pretendono di aver sempre
ragione.
Ringraziare chi ci usa una cortesia e presentare con garbo le nostre richieste.
Ascoltare con pazienza anche i discorsi che non ci interessano.
Dare qualche istante di ricreazione, conversazione, occupazione a Gesù con qualche. giaculatoria.
Non parlar in tempo di silenzio (eccetto per motivi di obbedienza, di carità: in chiesa il silenzio è più doveroso).
Non dire mai finiscila!, sta´ un po´ attento! e simili, con quel fare autoritario, sgarbato e impaziente che ferisce gli altri e nuoce a noi.
Fare che il nostro volto abbia un sorriso per tutti. Salutare sempre coloro che incontriamo.
Non correre per le scale.
Sorridere, specie quando costa.
Raccattare da terra un filo, ´un minuzzolo di carta.
Mostrarsi cavaliere nel gioco; non vantarsi della vittoria; mantenersi sereni- nella sconfitta.
Trattare con rispetto tutto ciò che non è nostro.
Posare oggetti delicatamente, senza fare strepito.
Ritornare indietro a chiudere una porta lasciata aperta.
Nei momenti di eccitazione attendere; non prendere provvedimenti.
Non avere premura nelle cose; agire sempre con calma, come non sí avesse altro da fare.

192 Parte Terza: CONQUISTE
Farsi violenza per essere docili: essere energici con se stessi, onde agire misuratamente con gli altri.
Combattere 1´ impazienza specialmente nei contrattempi.
Abbandonare con generosità un puntiglio.
Non evitare lo sguardo, di una persona antipatica.
Compiere un atto di gentilezza, proprio quando non
se ne ha voglia.
Non sognare altre situazioni, altri ambienti, altri po
sti, in cui ci sembra che faremmo meglio.
Trattenere la curiosità.
Rinunciare a sentir narrare un fatto.
Rinunciare a una notizia che ci potrebbe interessare.
Rinunciare a vedere un libro, una figura, uno spet
tacolo.
Attendere alquanto a leggere un giornale, una rivista,
una lettera tanto desiderata.
Evitare le lodi.
Evitare di lodarsi.
Evitare le giustificazioni, e specialmente i ma, i
no, ecc.
Se dopo saldi propositi sí viene a mancare, non sfiduciarsi, ma ricominciate subito. « Sono convinto, diceva il Padre Doyle, che generalmente si giunge alla santità per mezzo di una lunga serie di cadute, da cui prontamente ci si rialza ».
Dissimulare, e sopportare le altrui ingiustificate manifestazioni di antipatia.
Rendere servigi che non saranno mai noti.

IL PROBLEMA DELL´AMORE 193
Essere sinceri e sopportare le falsità altrui.
Fare da paciere, soprattutto all´insaputa dei beneficati.
Rendere un servigio dando l´impressione di essere noi i beneficati.
Evitare la maldicenza, una critica, un brontolamento.
Dissimulare un cattivo tratto.
Compatire, compatire, compatire!
Sopportare, sopportare, sopportare!
Trangugiare l´ingratitudine altrui.
Dimenticare, dimenticare, dimenticare!
Domandare un piacere per far piacere.
Mettersi nei, panni degli altri, ossia nell´altrui punto di vista.
Lasciar cadere una parola dura, uno sguardo ironico,
Sopportare con calma una conversazione noiosa e importuna.
Non alzare la voce nei discorsi e rispettare l´opinione degli altri.
Lasciare agli altri l´ultima parola... specie dopo una discussione e quando abbiamo certamente ragione.
Cercare i motivi possibili per scusare o interpretar bene un´azione del prossimo non buona, o ,che appari»sca tale.
Cedere ad altri il diritto d´autore di una barzelletta, di un fatto, di una trovata, di una notizia che noi abbiamo in realtà diffusa per primi.
Non lamentarci se non siamo considerati, stimati, reputati come meriteremmo.
13. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

194 Parte Terza: CONQUISTE
Sopportare l´umiliazione di studiare molto e riuscire poco.
Essere fraintesi, male interpretati, mal giudicati e tacere.
Essere cagionevoli di salute e non far pesare il nostro stato su gli altri.
Essere stanchi da non poterne più e trascinarsi ugualmente con un esterno sereno.
Ecc., ecc...
ooglerna del cd alate
E´ un campo infinito, come infinita è la vita...
Però « imparare a sopportare non basta, scrive Pearl S. Buck. La sopportazione può essere dura e amara e può distruggere altre vite. Bisogna accettare, sapendo che il dolore accettato porta i suoi frutti. Poiché c´è un´alchimia, nel dolore : esso può trasmutarsi in saggezza, e questa può dare la felicità ». Si spiega il dolore soltanto alla luce della Croce.
Conviene non illudere i nostri giovani su questo punto fondamentale: la vita non è un divertimento, ma un sacrificio (Cfr. MANZONI, I Promessi Sposi, XXII, notizie sul Cardinal Federigo).
Chi soffre sappia offrire: e troverà che è bello abbandonarsi alla Volontà di Dio che tutto dispone per il nostro bene. Don Beltrami diceva: « Il fuoco dell´amor di Dio si nutre col legno della croce... » : chi ne com

IL PROBLEMA DELL´AMORE 195
prende il profondo significato ha realizzata la sua pace sulla terra. Il pensiero poi dell´« adimpleo ea, quae des-unt passionum Christi,, in carne mea pro corpore ejus, quod est Ecclesia » (Col., I, 24) ci deve rendere felici di partecipare così da vicino alla Redenzione del mondo con Gesù, « qui consolatur nos in ornai tribulatione nostra » (II Cor., I, 4).
Ecco lo spunto per parlare del Corpo mistico, del vero apostolato, della grandezza insostituibile del dolore...
il pwfilema dell´al pie
Il cuore dell´uomo vuole amare e tanto più quello del giovane: si tratta solo di indirizzarlo al vero amore, prima che le passioni riescano a traviarlo.
Qui viene a proposito la devozione al S. Cuore con tutti i suoi mezzi (non ultimi i richiami e messaggi di Gesù al mondo: Cfr. per es. gli utili opuscoli edili dalla L. I. C. E. - Via Fabro 2, Torino): è necessario scuotere la fiacca volontà del socio e a questo fine non c´è migliore farmaco del Sangue zampillante dal Divino Costato.
Di passaggio sottolineo l´importanza di insegnare ai nostri ragazzi la bella offerta dell´Apostolato della Preghiera (1), che reciteranno ogni mattina appena alzati, dopo d´aver fatto il segno della Croce:
(1) Cfr. Atti il. 55 bis, pag. 9, IV.

196 Parte Terza: CONQUISTE
Cuore divino di _Gesù, io vi offro, per mezzo del cuore immacolato di Maria, le preghiere, le azioni e i patimenti miei di questo giorno, in riparazione delle offese che vi si recano da me stesso e da tutti gli uomini, specialmente delle bestemmie con le quali è oltraggiato il vostro santo nome, e secondo tutte le intenzioni per le quali vi immolate continuamente sugli altari. Vi raccomando le Anime sante del Purgatorio. Intendo altresì acquistare tutte le Indulgenze possibili.
Converrà spendere più di una parola sulla importante realtà del « Dio ti vede » e quindi sulla vita di unione, animando gli iscritti a servirsi delle giaculatorie con frequenza e con semplicità nello stesso tempo.
A questa scuola i giovani giungeranno facilmente ad aver fame di Dio.
Che dire della cara devozione alla Madonna? Presentata ai giovani come Mamma nostra, tale divozione diverrà più comprensibile e dal culto si passerà facilmente all´amore, all´abbandono, al ricorso fiducioso e spontaneo, specialmente nei pericoli dell´anima e del corpo.
Sarebbe conveniente suggerire che ciascuno in suo onore si abituasse a queste tre cose:
1) a gustare come si conviene il Santo Rosario;
2).a recitare attentamente le Ave Maria, di cui sono infiorate le azioni giornaliere;
3) a dire ogni sera, ai piedi dei letto, le tre Ave Maria.
Poste questi basi, penserà la Vergine a fare il resto.

IL PROBLEMA DELLA VOCAZIONE 197
Un terzo suggerimento è opportuno ai ragazzi: il pensiero dell´Angelo Custode, che partecipa ansiosamente alla nostra vita ed è testimone di quanto noi facciamo, diciamo, pensiamo.
Secondo me, bastano queste idee-germi — Gesù, Maria, l´Angelo Custode — per operare la trasformazione dei cuori.
J1 odierna della, tweazione
E´ un corollario del precedente:
Le Compagnie « semenzaio di vocazioni », quando sono degne del loro nome e realizzano almeno una parte di quelle • iniziative alle quali abbiamo accennato nel corso del lavoro, sfornano ogni anno ottimi elementi per la vita sacerdotale e religiosa, (cfr. Atti n 55 bis pag. 9, c).
Non saprei far di meglio a questo punto che riportare integralmente la bella e succosa circolare del compianto Sig. Don Berruti di s.. m. Eccola nella sua semplice profondità:

FORNIMMO LE VOCAZIONI
L - LA PREGHIERA.
E´ il mezzo principe. Anche i giovani e i fedeli siano invitati a pregare per le vocazioni; soprattutto però preghiamo noi.

198 Parte Terza: CONQUISTE
2. - CREARE L´AMBIENTE FAVOREVOLE.
Occorre che nella Casa regni specialmente:
1) Lo spirito di pietà. — Questa deve tenere veramente il primo posto e apparire vivissima in tutti, giovani e confratelli — Soprattutto occorre grande frequenza ai Santi Sacramenti — La pietà si deve farla amare e gustare — Dimostriamo sempre che cerchiamo solo la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
2) La carità e la buona armonia tra i confratelli Facciamo vedere che siamo tutti contenti e che ci vogliamo veramente bene — Parliamo sempre bene gli uni degli altri.
3) Il sistema preventivo e lo spirito di famiglia Bisogna far vedere che anche ai giovani si vuole veramente bene, ricordando però che le amicizie particolari e altre simili forme sensibili sono il peggior nemico e la rovina delle vocazioni — Siano, se non aboliti, ridotti al minimo i castighi.
4) Lo spirito di purezza, assieme a tutto quello che lo favorisce: quindi, ad esempio, soppressione e riduzione al minimo del cinema.
5) La salesianità — Questa domini veramente in tutto e in tutti — Si fomentino molto le devozioni di Maria SS. Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco — Si esalti molto la figura e l´opera di Don Bosco, e se ne parli spesso. Perchè, ad es., l´ultimo del mese non impiegare pochi minuti di scuola a parlare di Don Bosco? — Si faccia leggere la Vita di Don Bosco e le biografie dei Salesiani, il (c Bollettino Salesiano », cc Gioventù Missionaria » e magari anche qualche lettera mortuaria di

IL PROBLEMA DELLA. VOCAZIONE 199
nostri confratelli. — Si cerchi di interessare i giovani delle cose nostre e si partecipi loro ogni avvenimento importante della nostra Congregazione.
3. - PARLARNE.
Lo si deve fare con accortezza e tatto, ma anche senza eccessivi timori, con disinvoltura, in pubblico e in privato — alle volte saranno trattazioni più estese, più comunemente solo accenni e riferimenti occasionali — Non sempre poi occorre che l´argomento sia trattato direttamente. In particolare:
1) Negli Esercizi non si ometta mai di trattarne; nelle Buone notti, nelle prediche e nelle scuole di catechismo, nelle adunanze delle Compagnie e delle Associazioni religiose sia studiato anche tale problema.
3) Ai giovani più grandi si faccia, dal Direttore o da altro sacerdote, qualche apposita conferenzina sulla scelta dello stato.
4) Il Direttore, il Catechista o altri superiori incaricati dal Direttore, qualche volta parlino individualmente e confidenzialmente almeno ai giovani più grandi.
Quando poi si scopra in taluno il germe della vocazione, lo si segua con ogni premura, parlandogli spesso, facendogli leggere libri adatti e tenendosi in corrispondenza con lui anche nel corso delle vacanze. A tempo debito poi lo si sappia portare alla decisione e anche aiutare, se occorra, a ottenere il consenso della famiglia.
I Confessori lavorino pure di più in tal senso.
5) Anche nelle Parrocchie e nelle altre Chiese pubbliche si parli, quando se ne offra l´opportunità, delle

200 Parte Terza: coNquIsTE
vocazioni e specialmente si spieghino convenientemente
i doveri che padri e madri hanno a questo riguardo.
Utilissime poi, ben si sa, le conferenze o anche solo le buone notti di Missionari.
4. - LETTURE ADATTE.
Nel « Manuale del Direttore » si raccomanda di « scegliere con criterio i libri da leggersi in refettorio e nei dormitori, poiché non potrebbe certo ripromettersi vocazioni quel Direttore che permettesse in tali luoghi la lettura di romanzi che, sebbene non cattivi, nondimeno sono pieni di mondanità ».
5. - ALTRI MEZZI.
1) Si celebri ogni anno la Giornata del Sacerdozio
o delle Vocazioni. Occorre però che sia ben preparata e ben organizzata: non manchino solenni funzioni in chiesa — Vi sia un´accademia con bozzetti o altre rappresentazioni sul Sacerdozio o sulla vita religiosa o sulle Missioni — Si raccolgano anche offerte, organizzando, ove si possa, qualche lotteria o pesca di beneficenza. — In tutto si facciano lavorare direttamente i giovani, in modo che vi prendano vivo interesse.
2) Siano particolarmente curate le Compagnie e le altre Associazioni Religiose, tra le quali non manchino mai il Piccolo Clero e l´Associazione Gioventù Missionaria.
E´ però necessario che tali associazioni funzionino bene, in modo che sia attuato integralmente il programma di ciascuna di esse e i soci siano occupati e interessati in attività varie, specialmente di propaganda religiosa, missionaria, della buona stampa, ecc.

IL PROBLEMA DELLA VOCAZIONE 201
3) Le Feste religiose siano celebrate sempre con opportuna preparazione e con grande solennità e si svolgano pure, almeno in alcune di esse, solenni accademie.
4) Quando si possa, gli alunni delle classi superiori
e i giovani delle associazioni — interne o degli Oratori — siano condotti alla Casa del Noviziato o in passeggiata o ad assistere a qualche funzione e specialmente alla cerimonia della vestizione.
5) Se si accetta qualche aspirante come assistente
o insegnante, occorre averne gran cura, trattarlo proprio paternamente, guidarlo, istruirlo in tutto, non metterlo in gravi difficoltà.
Altrettanto deve farsi — ed è un caso più frequente -- per gli aspiranti coadiutori addetti ai vari servizi della casa. Per questi vi sia sempre uno speciale incaricato, che li segua bene in tutto.
6) Se si possa avere in casa qualche ordinazione sacerdotale o qualche prima Messa, si dia grande importanza e solennità all´avvenimento e si facciano partecipare i giovani a tutta la festa.
TRE OSSERVAZIONI IMPORTANTI.
1) Nel campo delle vocazioni si deve lavorare di proposito, cioè mirando direttamente a tale scopo, e da tutti i confratelli, sacerdoti, chierici e coadiutori, qualunque occupazione essi abbiano. I chierici, ad esempio,
e anche i coadiutori, nel campo loro, per le vocazioni possone ben sovente fare di più dei sacerdoti e dei superiori stessi del Capitolo della Casa.
Essi però, quando abbiano scorto in qualche giovane

202 Parte Terza: CONQUISTE
la vocazione, lo mettano, a tempo debito, in relazione con il Direttore.
2) Si ricordi che non occorrono soltanto novizi e aspiranti chierici, ma anche novizi e aspiranti coadiutori.
Anche le Scuole Professionali — industriali e agricole — dovrebbero dare ogni anno qualche vocazione e assicurare il personale necessario per ogni reparto. Così pure tutte le Case devono darsi pensiero di preparare novizi coadiutori.
3) Non si propongano per il Noviziato e neppure per l´Aspirantato i giovani che non diano sicuro affidamento, di buona riuscita. Per quanto il numero conti, ben di più conta la bontà.
Per le pratiche da svolgere ´e i documenti da richiedere conviene intendersi con l´Ufficio Ispettoriale.
QUADRO SINTETICO
A conclusione di questi brevissimi cenni, che ciascuno cercherà di ampliare convenientemente, aggiungerò qualche idea che deve essere inculcata nei soci, servendosi di opportune conferenzine.
1) La vita è un fenomeno personale: si vive soli, tremendamente soli!
2) Le vita è una responsabilità, di cui renderemo strettissimo conto.
3) La vita ha un solo volto: quello del dovere.
4) La vita ha una sola gioia: quella della virtù.

QUADRO SINTETICO 203
5) La vita è un fulcro tra due eternità : il passato
e il futuro. La sapienza sta nel carpire l´attimo fuggente
e renderlo presente all´intelligenza e alla volontà. Per formarsi un carattere bisogna avere una volontà decisa a:
— studiarsi profondamente;
— saper dimenticare;
— renderci costanti, ma calmi;
— seguire una guida esperta;
— pregare sine intermissione.
Distruggono una vera e nobile personalità:
- la malizia; — la cattiveria;
— regoisme;
— l´insensibilità;
— la poltroneria.
Farsi una legge di evitare:
— tutto ciò che non è presente (sufficit enim diei malitia sua!);
— tutto ciò che non è puro (beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt!);
- tutto ciò che non ci riguarda (sine ut mortui sepeliant mortuos suos!).

204 Parte Terza: CONQUISTE
d) Educazione dell´intelligenza
A questo dovrebbe pensare la scuola. Noi possiamo però fissare alcuni capisaldi:
1) In genere l´uomo non sfrutta neppure un terzo dell´intelligenza che ha.
2) Si perde il tempo in tante cose inutili e non si cerca quello che servirà veramente nella vita.
3) Fermarsi a ciò che richiede la scuola è una parte, non è il tutto.
4) Darsi ragione di ogni cosa, risolvere i dubbi, essere sapientemente curiosi è un mezzo ottimo di acquisto.
5) Un buon metodo di studio moltiplica il tempo e le cognizioni e dà abbondanti gioie.
6) Le vacanze´ sono un periodo ideale da dedicarsi agli studi che piacciono: perderle nell´infiacchimento, se non è un delitto è almeno una pericolosa stoltezza.
7) Le lingue moderne sono altrettanto necessarie quanto il pane. Dice un proverbio tedesco : Ein Mensch gilt so viele Sprachen kann, un uomo vale quante lingue sa. E chi vuole riesce anche in´ questo campo.
8) Invece di tributare un... culto idolatrico a tutti i giornali sportivi coi relativi campioni, dedicarsi alla musica, alle scienze, allo studio della natura che ci circonda, all´indagine dell´universo... Con questo non vogliamo condannare l´uso delle riviste di Sport e in genere dei fogli ricreativi — tutt´altro! — ne denun

d) EDUCAZIONE DELLíNTELLIGENZA 205
ciamo solò l´abuso, le esagerazioni, non sempre stigmatizzate a dovere dagli educatori.
Est modus in rebus, sunnt certi denique finès,
quos ultra citraque nequit consistere rectum
(ORAZIO, Sat., I, 106).
9) E´ da giovani che si fanno le conquiste fondamentali del sapere, su cui in seguito si costruirà la cultura!
CONCLUSIONE
E qui faccio punto davvero.
Per quanto m´accorga d´aver solo accennate, e non svolte, parecchie idee, dirò con Dante :
Messo t´ho innanzi: omai per te ti ciba.
(Par., X, 23).
Desideravo solo portare anelai() — dopo la lunga via — il mio sassolino all´ edificazione dell´ imponente struttura delle Compagnie nelle Case.
Davanti a questo vitale problema ormai non sono più ammessi atteggiamenti scettici o compatitivi, ma ciascuno deve convincersi che abbiamo nelle mani un tesoro non valorizzato a sufficienza, delle possibilità che realizzano i santi, delle vette che godono le nevi immacolate e i raggi fecondi del Sole Divino!
Ad majorem Dei gloriam et Mariae Auxiliatricis!

APPENDICE

Raduno qui per comodità del Catechista tutto quel materiale di documenti, formulari, ecc. che viene sempre ricercato all´ultimo momento e non si riesce a trovare, perchè sparso qua e là nelle cartelle. Il tempo è troppo prezioso per perderne anche solo un istante; e saper con precisione dove sarà quanto si desidera costituisce un fattore non trascurabile di tranquillità per chi è oberato dal lavoro.

Regolamenti
E´ necessaria una conoscenza profonda in merito per richiamare opportunamente i soci ai loro doveri essenziali e per animarli secondo lo spirito della Compagnia.
Regolamento
della Compagnia di J. (1)
Scopo della Compagnia. — Lo scopo che si propongono i Soci della Compagnia di San Luigi si è di imitare questo Santo nelle virtù compatibili al proprio stato, ed avere la protezione di lui in vita, e in punto di morte, (M. B., cit. pag. 218).
Regole. — 1) Siccome S. Luigi fu modello di buon esempio, così tutti quelli che desiderano farsi ascrivere nella sua Compagnia devono adoperarsi ad evitare quanto può cagionare scandalo, anzi procurare di dare buon esempio in ogni cosa, ma specialmente nell´esatta osservanza dei doveri di buon cristiano. S. Luigi fin da fanciullo fu così esatto nell´adempimento di ogni suo do
.
(i) N. B. vol. III, pag. 216 e seg. Vedi anche opuscolo Le sei Domeniche di San Luigi Gonzaga: San Giovanni Bosco ne è l´autore.
14. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

210 APPENDICE
vere, così amante degli esercizi di pietà, e così devoto che, quando andava in chiesa, la gente correva per osservarne la modestia e il raccoglimento.
2) Ogni quindici giorni ciascun confratello procurerà di accostarsi alla S. Confessione e Comunione, ed anche con più frequenza, specialmente nelle maggiori solennità. Queste sono le armi con cui si porta compiuta vittoria contro il demonio.
San Luigi, ancora giovanetto, si accostava a questi Sacrameriti ogni otto giorni e, divenuto alquanto grandicello, con maggior frequenza.
Chi per qualche motivo non, potesse adempire questa condizione, col consiglio del Direttore della Compagnia, potrà mutarla in altra pratica di pietà. Si esortano inoltre gli ascritti esterni a frequentare i Sacramenti, e assistere alle sacre funzioni nella propria loro cappella per edificazione dei compagni.
3) Fuggire come la peste i cattivi compagni, e guardarsi bene dal fare discorsi osceni.
San Luigi non solo evitava tali discorsi, ma era così modesto, che ninno ardiva proferire parola per poco sconcia alla sua presenza.
4) Usare somma carità verso i compagni, perdonando volentieri qualunque offesa.
Bastava fare un´ingiuria a San. Luigi per averselo tosto amico.
5) Grande impegno pel buon ordine della casa di Dio, animando gli altri alla virtù ed a farsi ascrivere alla Compagnia.

REGOLAMENTO DELLA COMPAGNIA DI S. LUIGI 211
San Luigi pel bene del prossimo andò a servire gli appestati, il che fu cagione della sua morte.
6) Mettere grande diligenza nel lavoro e nell´adempimento dei propri doveri, prestando esatta obbedienza m propri genitori ed agli altri Superiori.
7) Quando un confratello cadrà infermo, ciascuno si darà premura di pregare per lui, ed anche aiutarlo nelle cose temporali, nel modo compatibile con le proprie forze.
Dichiarazione
A maggior tranquillità di tutti, si nota che le regole della Compagnia non obbligano sotto pena di peccato neppure veniale, se non in quelle cose che fossero già in questo senso comandate o proibite dai precetti di Dio e della Chiesa. Perciò chi trascura qualche regola della Compagnia si priva di un bene spirituale, ma non fa alcun peccato. La Promessa che si fa all´altare non è un voto; chi però non avesse volontà di mantenerla fa meglio a non ascriversi in questa Compagnia.

212 APPENDICE
Regolamento
della Compagnia cli Gia5eppe (1)
Don Bonetti pose le basi di questa Compagnia, con un regolamento ispirato e corretto da S. •Giov. Bosco.
Scopo della Campagnia. — Scopo di questa Compagnia è di promuovere la gloria di Dio e la pratica delle virtù cristiane, specialmente fra i giovani artigiani educati nelle Case Salesiane, mediante l´imitazione di San Giuseppe.
Regole. — I Soci della Compagnia di S. Giuseppe s´impegnano:
1) Di osservare diligentemente tutte le Regole dello Istituto.
2) Di prestare un´esatta obbedienza ai Superiori, ai quali si sottomettono con una illimitata confidenza; e di edificare i compagni, sia col buon esempio, sia ammonendoli caritatevolmente colle parole ogni qual volta se ne presenti l´occasione, eccitandoli al bene e distogliendoli dal male.
3) Di adoperarsi con la massima carità per impedire le risse ed ogni sorta di dissenzioni tra i compagni in qualsiasi luogo o circostanza.
(1) M. B., vol. VI, pag. 194 e seg.

REGOLAMENTO DELLA COMPAGNIA DI SAN GIUSEPPE 213
4) Di evitare rigorosamente e di impedire, o per sè, o per mezzo di altri, i cattivi discorsi e qualsiasi altra cosa contraria alla modestia.
5) Di avere in abbominazione l´ozio, procurando che siano b´en occupati tutti i momenti della giornata.
6) Di vincere il rispetto umano non facendosi schiavi di vani ed immaginari timori.
7) Di mortificare i sensi esterni per potersi conservare puri e casti nei pensieri, nelle parole e nelle opere, ad imitazione di San Giuseppe, che fu il primo ad offrire a Dio con voto la sua purità, e meritò di essere custode della stessa purezza, Gesù Cristo.
8) Si terrà ai confratelli ogni settimana una conferenza spirituale sopra qualche punto della vita di San Giuseppe o del Regolamento, cui ognuno interverrà con puntualità anche per guadagnare le annesse indulgenze.
« Dichiarazione » ved. la stessa a pag. 211.
REGOLE PARTICOLARI
Non vi sono preghiere speciali, nulla di meno raccomandiamo queste poche pratiche:
1. La frequenza ai SS. Sacramenti.
2. Di onorare in modo speciale il nostro Patrono S. Giuseppe nelle sue feste, come sarebbe il santo suo sposalizio (23 gennaio), il giorno della preziosissima di Lui morte (19 marzo) ed il suo patrocinio (III Domenica

214 APPENDICE
dopo. Pasqua). Sarà cosa ottima fare precedere a tali feste, una novena di Comunioni in onore del Santo.
3. Di fare qualche pratica di pietà nel mese di S. Giuseppe, alla quale potranno prendere parte anche quelli non ascritti alla Compagnia.
4. In tutte le solennità dell´anno, i figli di S. Giuseppe procureranno di accostarsi devotamente alla Santa Comunione.
5. Avvenendo il caso che alcuno dei Soci ammalasse, il Presidente ne parlerà nella prossima conferenza, affinehè si facciano preghiere speciali per lui.
6. Se sarà opporuna la notturna assistenza; il Presidente potrà darne avviso a due dei membri della Compagnia; che compiano sì bell´opera di carità; e se il malato continua ad averne bisogno, i Soci compiranno questo ufficio, due per ciascuna notte, come crederà meglio il Direttore.
7. Se il compagno infermo passasse all´altra vita, i Soci, col concorso del Direttore della Casa, assisteranno al funerale e ne occompagneranno il cadavere alla se= poltura. Si farà da ciascun membro la Comunione in suffragio del medesimo; e nella prossima conferenza, invece di altra opera di carità, si reciterà la terza parte del Rosario pel compagno defunto.

REGOLAMENTO DELLA COMPAGNIA DEL. SS. SACRAMENTO 215
&gaiamente,
della, Campaotaia del W. Waemalenta (1)
Don Bosco Santo ne scrisse il Regolamento, e il Ch. Bongiovanni, avutane licenza, lo tradusse in atto organizzando la Compagnia.
Scopo della Compagnia. — Lo scopo principale di questa Compagnia si è di promuovere l´adorazione verso la SS. Eucarestia e risarcire Gesù Cristo degli oltraggi che, dagl´infedeli, dagli eretici e dai cattivi cristiani riceve in questo augustissimo Sacramento.
Regole. — 1) I confratelli procureranno di ripartire le loro sante Comunioni in modo che vi possa essere la Comunione quotidiana. Ciascun confratello col permesso del Confessore avrà cura di comunicarsi ogni giorno festivo ed una volta lungo la settimana.
2) Il confratello si presterà con prontezza speciale a tutte le funzioni dirette al culto della SS. Eucarestia, come sarebbe servire la Santa Messa, assistere alla Benedizione, accompagnare il Viatico quando è portato agli infermi, visitare il SS. Sacramento quando è esposto nelle Sante quarant´Ore.
3) Ogni Socio procuri d´imparare a servire bene la Santa Messa, facendo con esattezza tutte le cerimonie,
(2) M. IL vol. V, pag. 788 e seg.

216 APPENDICE
proferendo devotamente e distintamente le parole che occorrono in questo sublime Ministero.
4) Si terrà una conferenza spirituale per settimana cui ognuno si darà premura di intervenire e d´invitare gli altri a venire con puntualità, anche per guadagnare le annesse indulgenze.
5) Nelle conferenze si tratteranno cose che riguardano direttamente la devozione e il culto verso il SS. Sacramento, come sarebbe incoraggiare a comunicarsi col massimo raccoglimento, istruire ed assistere quelli che fanno la loro prima Comunione; aiutare a fare la preparazione ed il ringraziamento quelli che avessero bisogno, diffondere libri, immagini, foglietti, che tendono a questo scopo.
La Conferenza avrà inizio con un po´ di lettura spirituale.
6) Verso la fine della Conferenza si darà un fioretto spirituale da mettere in pratica nel corso della settimana, e si chiuderà con la recita di un Pater, Ave e Gloria e con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento.
7) Cadendo infermo qualche membro della Compagnia i confratelli offriranno a Dio speciali preghiere per il medesimo. Qualora fosse chiamato dal Signore alla eternità, faranno tutti almeno una volta la Santa Comunione e reciteranno la terza parte del Rosario con le litanie della Beata Vergine in suffragio dell´anima sua.

REGOLAMENTO DELLA COMPAGNIA DEL. SS. SACRAMENTO 217
Piccolo Clero.
8) Fra i membri della Compagnia del Santissimo Sacramento vengono scelti i componenti il « Piccolo Clero ».
9) Questi, diligentemente ammaestrati nelle Sacre cerimonie, serviranno in talare e cotta per turno la Santa Messa nei giorni festivi, e, ad onore di Gesù Sacramentato, assisteranno in corpo alle Sacre Funzioni in Presbiterio nelle principali Solennità dell´anno. All´occorrenza fungeranno pure da Ceriferi, Accoliti, Turiferari alla Messa solenne, ai Vespri ed alla Benedizione col Santissimo Sacramento, ecc...
« Dichiarazione »: ved. la stessa a pag. 211.

218 APPENDICE
Regolamento
della Compagnia dell´Immacolata (1)
1. - A regola primaria adotteremo una rigorosa obbedienza ai nostri Superiori, cui ci sottomettiamo con una illimitata confidenza.
2. - L´adempimento dei propri doveri sarà nostra prima e speciale occupazione.
3. - Carità reciproca unirà i nostri animi, ci farà amare indistintamente i nostri fratelli i quali con dolcezza ammoniremo, quando appare utile una correzione.
4. - Si sceglierà una mezz´ora nella settimana per convocarci e dopo l´invocazione del S. Spirito, fatta breve lettura spirituale, si tratteranno i progressi della Compagnia nella devozione e nella virtù.
5. - Separatamente per altro ci ammoniremo di quei difetti, di cui dobbiamo emendarci.
6. - Procureremo di evitare fra noi qualunque minimo dispiacere, sopportando con pazienza i compagni e le altre persone moleste.
7. - Non è fissata alcuna preghiera giacchè il tempo che rimane dopo compiuto il dover nostro, sarà consacrato a quello scopo che parrà utile all´anima nostra.
8. - Ammettiamo tuttavia queste poche pratiche: § 1. La frequenza ai SS. Sacramenti, quanto più so
04. B. vol. V, pag. 480-2.

REGOLAMENTO DELL´IMMACOLATA 219
vente ci sarà permesso. § 2. Ci accosteremo alla Mensa Eucaristica tutte le domeniche, le feste di precetto, tutte le novene e solennità di Maria SS. e dei SS. Protettori dell´Oratorio. § 3. Nella settimana procureremo di accostarci al giovedì, eccetto che ne siamo distolti da qualche grave occupazione.
9. - Ogni giorno specialmente nella recita del Rosario, raccomanderemo a Maria la nostra Società pregandola di ottenerci la grazia della perseveranza.
10. - Procureremo di consacrare ogni sabato in onore di Maria e qualche pratica speciale od atto di cristiana pietà in onore dell´Immacolato suo Concepimento.
11. - Useremo quindi un contegno viemaggiormente edificante nella preghiera, nelle devote letture, durante i divini uffizi, nello studio e nella scuola.
12. - Custodiremo colla massima gelosia la santa parola di Dio, e ne rianderemo le verità ascoltate.
13. - Eviteremo qualunque perdita di tempo per assicurare l´animo nostro dalle tentazioni che sogliono fortemente assalirci nell´ozio; perciò:
14. - Dopo aver soddisfatto agli obblighi che appartengono a ciascuno di noi, consacreremo le ore rimaste libere in utili occupazioni, come in devote ed istruttive letture o nella preghiera.
15. - La ricreazione è voluta o almeno permessa dopo il cibo, dopo la scuola e dopo lo studio.
16. - Procureremo di manifestare ai nostri Superiori qualunque cosa possa giovare alla nostra morale condotta.

220 APPENDICE
17. - Procureremo eziandio di fare gran risparmio di quei permessi, che ci vengono largiti dalla bontà dei nostri Superiori, imperciocchè una delle nostre mire speciali è certamente una esatta osservanza delle Regole della casa, troppo spesso offese dallo abuso di codesti permessi.
18. - Accetteremo dai nostri Superiori quello che verrà destinato a nostro alimento senza mai muovere lamento intorno agli apprestamenti di tavola, e distoglieremo anche gli altri dal farlo.
19. - Chi bramerà far parte di questa Società dovrà anzitutto purgarsi la coscienza col Sacramento della Confessione, e cibarsi alla Mensa Eucaristica, dar quindi saggio di sua condotta con una settimana di prova, leggere attentamente queste regole e promettere esatta osservanza a Dio e a Maria Santissima Immacolata.
20. - Nel giorno di sua ammissione i fratelli si accosteranno alla santa Comunione pregando Sua Divina Maestà di accordare al compagno le virtù della perseveranza, dell´ubbidienza, il vero amor di Dio.
21. - La Società è posta sotto gli auspici dell´Immacolata Concezione, di cui avremo il titolo e porteremo una devota medaglia. Una sincera, filiale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare´ verso di Lei, una devozione costante ci renderanno superiori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso di noi, amorevoli col prossimo, ed esatti in tutto.
« Dichiarazione » : ved. la stessa a pag. 211.

REGOLAMENTO DEL PICCOLO CLERO 221
Regolamento, del Piccalo Clero (1)
Il Ch. Giuseppe Bongiovanni, fondata e organizzata la Compagnia del SS. Sacramento, ne ideò una seconda, come appendice della prima, ossia il « Piccolo Clero ».
Il regolamento venne corretto ed approvato da Don Giovanni Bosco (2).
Regole. — 1) Il Presidente della Compagnia del SS. Sacramento, previa domanda, sceglierà tra i Soci della stessa i giovani più anziani e più esemplari, e li ammetterà nel Piccolo Clero.
2). I Chierichetti siano puntuali al suono del campanello.
3) Nell´andare procurino di non fare schiamazzo.
4) Nella sala del Piccolo Clero si deve osservare rigoroso silenzio e stare attenti alla lettura.
5) Nessuno deve prendere veste, berretta, colletto degli altri e neppure frugare negli armadi; quando occorre qualche cosa, si chiede a chi ne è incaricato.
6) Ognuno procuri di essere sottomesso al distributore delle cotte, della colazione e merenda.
7) E´ proibito recarsi nella sala del Piccolo Clero, fuori di tempo.
8) In Saerestia ognuno stia raccolto al proprio posto.
(1) M. B. vol. V, pag. 759 e seg.
(1) Leggi l´utile articolo omonimo, in Le C. 1949, n. 1, pag. 18.

222 APPENDICE
9) Nell´andare all´altare, si eviti l´affettazione e la precipitazione.
10) Durante, le funzioni non si stia divagati, ma sempre attenti, ai cenni del cerimoniere.
11) Nessuno esca dal presbiterio in tempo delle Sacre Funzioni.
12) Dopo le Funzioni nessuno si accalchi ritornando alla sala, ma ognuno col proprio compagno deponga al numero assegnato la berretta, la veste ed il colletto, e consegni al distributore la cotta.
13) Chi non potesse intervenire al servizio, avverta chi di ragione.
14) Allorché si va a servire fuori, ciascuno si mostri giovane ben educato.
15) Quando succedesse qualche inconveniente, non si mormori: invece si presenti la difficoltà al Presidente.
16) Sia impegno -particolare di ciascuno di, sostenere l´onore della Compagnia, con la buona condotta e frequenza ai SS. Sacramenti.
17) Quando il Presidente credesse bene, potrà espellere quei giovani che non ne fossero degni, per voti scadenti, od altro.
18) Si osservi questo piccolo regolamento, e allora sarà consolante il contegno dei Soci, e maggiori le benedizioni, che il Signore spargerà sulla Compagnia.
Nota di Don Bosco all´art. 17: Chi venisse dimesso, continuerà però sempre ad appartenere alla Compagnia ed a frequentare, col permesso del Direttore, le conferenze settimanali, per migliorare la sua condotta.
« Dichiarazione »: ved. la stessa a pag. 211.

Funzione del Tesseramento
Ne abbiamo già parlato in genere: qui specifichiamo quanto riguarda le cerimonie.
Preparativi.
In sacrestia: mettere una bella cotta con relativa Mola bianca.
In presbitero: collocare un primo tavolino su cui disporre:
a) il secchiello dell´acqua benedetta coll’aspersorio;
b) il vassoio che contiene: le tessere divise per Compagnia (prime quelle della Presidenza secondo le regole di dignità, e poi quelle di tutti i soci in ordine alfabetico); i distintivi seperati c. s.
e) il Rituale aperto alla Benedictio ad omnia. Un secondo tavolino col registro dei soci per ricevere le firme di chi ha pronunciato la promessa.
In cornu Epistoiae le bandiere e i labari su opportuni tre-piedi.
All´altare accendere le quattro candele sulla mensa e le sei più alte; mettere una poltrona sulla predella in cornu Evangelii.
All´organo o armonio: procurare l´Inno delle Compagnie e quello dell´Azione Cattolica.
In cappella: assegnare a ciascuno dei soci i posti, lasciando. alle Presidenze i periferici per un più agevole

224 APPENDICE
movimento; distribuire a tutti i fogli stampati del tesseramento (ogni Centro si darà cura di procurarli);
Fare le prove -
dei formulari, perché si pronuncino insieme e dignitosamente nelle diverse parti;
dei movimenti che si devono compiere per pronunciare la promessa e ritirare le tessere.
Funzioncina
Il Celebrante, rivestito di cotta, si avvia all´Altare preceduto da due soci pure in cotta, mentre il coro canta l´Inno delle Compagnie.
Fatta genuflessione in plano, si fermerà sul primo gradino per una breve preghiera, poi rifatta la genuflessione in gradu, si avvicinerà al tavolino dove si trovano le tessere e i distintivi, mentre un chierico prenderà il secchiello dell´acqua benedetta col relativo asperges per porgerlo al momento opportuno.
Il Sacerdote inizia:
Adjutòrium nostrum in nòmine Dòmini. }p Qui fecit coelum et terram.
Yir Dòminus vobìscum. 137 Et cum spìritu tuo.
OREMUS
Deus, cujus verbo sanctificantur omnia, benedictiònem tuam effùnde super creatùras istas: et praesta; ut,

FUNZIONE DEL TESSERAMENTO 228
quisquis eis secùndum legem et voluntàtem tuam cum gratiàrum actiòne usus fùerit, per invocatiònem sanctìssimi nòminis tui, còrporis sanitàtem, et ànimae tutèlam, te auctòre, percìpiat. Per Christum Dòminum nostrum.
I1 Amen.
E asperge con l´acqua benedetta.
Ritornato ai piedi dell´altare, preceduto dai due accoliti, fa genuflessione in gradu quindi intona, seguito dal coro il
Veni, Creàtor Spìritus, Mentes tuòrum visita, Imple supèrna gràtia, Quae Tu creàsti péctora.
Qui diceris Paràclitus, Altissimi Bonum Dei, Fons vivus, ignis, charitas
Et spiritàlis ùnctio.
Tu septifòrmis mùnere,
Digitus patérnae déxterae,
Tu rite promìssum Patris,
Sermòne ditans gùttura.
Accénde lumen sénsibus: Infùnde amòrem còrdibus; Infirma nostri còrporis Virtùte firmans pèrpeti.
Hostem repéllas lòngius, Pacémque dones pròtinus : Ductòre sic te praévio Vitémus omne nòxium.
15. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

226 APPENDICE
Per te sciàmus da Patrem, Noscàmus atque Filium, Teque utriusque spiritum Credàmus omni témpore.
Deo Patri sit glòria,
Et Filío, qui a mòrtuis
Surréxit, ac Paràclito,
In saeculòrum saécula. Amen.
"Y Emìtte Spìritum tuum et creabùntur. 137 Et renovàbis fàciem terrae.
OREMUS
Deus, qui corda fidelium santi Spìritus .illustratiòne docuìsti: da nobis in eòdem Spìritu retta sàpere, et de ejus semper consolatiòne gaudère. Per Christum Dòminum nostrum.
13,7 Amen.
A questo punto il Superiore sale i gradini, fa un inchino all´Altare e si siede per iniziare il seguente dialogo coi soci inginocchiati ai loro posti:
S. - Giovani miei che domandate?
R. - Noi domandiamo di essere ammessi nella Compagnia.
S. - Avete letto il regolamento di questa Compagnia? R. - L´abbiamo letto e con l´aiuto di Dio speriamo di osservarlo.

FUNZIONE DEL TESSERAMENTO 227
S. - Per qual motivo volete iscrivervi a questa Compagnia?
I soci della Compagnia di San Luigi diranno:
R. - Per seguire un programma di vita cristiana più perfetta procurando d´imitare San Luigi nelle sue virtù che sono compatibili col nostro stato.
I soci della Compagnia di San Giuseppe:
R. - Per seguire un programma di vita cristiana più perfetta procurando d´imitare San Giuseppe nelle sue virtù che sono compatibili col nostro stato.
I soci della Compagnia del Santissimo e del Piccolo Clero:
R. - Per seguire un programma di vita cristiana più perfetta, per amore di Gesù, nostro Re Sacramentato.
I soci della Compagnia dell´Immacolata:
- Per assicurarci in vita e in morte il patrocinio della Beatissima Vergine Immacolata, e per dedicarci intieramente al suo santo servizio.
S. - Il Signore sia con voi! Il vostro fine è buono. Fatevi solamente un grande impegno per osservare il Regolamento di questa Compagnia. Dio vi benedica e la Vergine Santissima vi aiuti a mantenervi fedeli alla vostra promessa.
Ed eccoci arrivati al momento più solenne.
Diciamo subito una parola sul Presidente delle singole Compagnie.

228 APPENDICE
Questi si avanza:
fa genuflessione e nel centro del presbiterio recita
la formula (1);
quindi, rifatta genuflessione,
va ad apporre la firma sul registro dei soci;
ritorna,
genuflette
e sale dal Celebrante, s´inginocchia
e riceve, baciando prima la mano e poi l´oggetto,
la tessera dal Superiore,
che gli appunta sul petto il distintivo e poi
gli consegna la bandiera o il labaro della Com
pagnia.
Avutala, bacia e. s.,
scende senza genuflettere, ma inchinandosi,
e si mette in presbiterio in cornu Epistolae.
Quanto agli altri postulanti si può procedere in tre modi, a seconda del tempo disponibile e del loro numero.
1° - Ciascuno si presenta in presbiterio
genuflette e poi
stendendo il braccio sulla bàndiera sorretta dal Presidente, ma abbassata opportunamente, legge o recita la formula,
quindi sale i gradini,
(1) Le riportiamo per comodità a pag. 231.

FUNZIONE DEL TESSERAMENTO 229
s´inginocchia davanti al Superiore bacia la mano e poi la tessera, riceve il distintivo,
scende,
fa la genuflessione insieme a chi viene per emettere la promessa
e va ad apporre la firma sul registro, mentre l´Assistente sta ad attendere i soci, per dare le opportune indicazioni.
2° - Solo la Presidenza eseguisce, come abbiamo detto or• ora, e gli altri recitano la formula tutti insieme in presbiterio o dai banchi, passando poi singolarmente dal Sacerdote per ritirare la tessera.
3° - Tutti; stando in piedi al loro posto in cappella, emettono la promessa, quindi vanno alla balaustra e il Celebrante distribuisce tessera e distintivo.
Terminate le promesse il Superiore scende, s´inginocchia in grado insieme ai servienti, mentre i vessilliferi (presidenti, vice-presidenti e segretari o casseri delle diverse Compagnie) si fermano in piedi, e intona la Salve Regina, che si recita o si canta.
Alla fine canta il seguente rèsponsorio:
Dignàre rrie laudàre te, Virgo Sacràta. 17 Da mihi virtùtem contra hostes tuos.
OREMUS
Concède nos fàmulos tuos, quaèsumus, Dòmine Deus, perpètua mentis et còrporis sanitàte gaudère: et gloriòsa

230 APPENDICE
beàtae Marìae semper Vìrginis intercessiòne, a praesènti liberàri tristìtia, et aetèrna pòrfrui laetitia. Per Christum Dòminum nostrum.
I37 Amen.
Dopo di che, il Superiore terrà un breve discorsino di occasione, terminato il quale si eseguirà l´inno corale dell´Azione Cattolica che metterà fine alla suggestiva cerimonia.

Appendice
Compagnia di San Luigi
PROMETTO di fare quanto so e posso per imitare San Luigi Gonzaga, perciò di fuggire i cattivi compagni, le letture proibite, gli spettacoli pericolosi, i cattivi discorsi; di perdonare le offese e di animare gli altri alla virtù con le parole e con l´esempio.
Questo spero di fare con l´aiuto del Signore e con la protezione del Santo.
4 4 4
Compagnia di San Giuseppe
PROMETTO di fare tutto quello che posso per imitare San Giuseppe, Sposo di Maria SS. e perciò di santificare il lavoro; di vivere puro nei pensieri, nelle parole e nelle opere; di vincere il rispetto umano e di edificare i compagni col buon esempio.
Questo spero di eseguire con l´aiuto del Signore e con la protezione del Santo.
4 4
Compagnia del SS. Sacramento
Desideroso di ringraziare Gesù per il dono ineffabile della Santissima Eucarestia, io oggi mi consacro al Suo

232 APPENDICE
Sacratissimo Cuore e Gli PROMETTO adorazione, amore e riparazione.
Tanto io spero di fare con l´aiuto della Sua Santa Grazia.
Compagnia dell´Immacolata
Per assicurarmi in vita e,_in morte il patrocinio della della Beatissima Vergine Immacolata e per dedicarmi intieramente al suo santo servizio. PROPONGO di seguire gli esempi del Beato Domenico Savio, Fondatore della Compagnia, e PROMETTO di imitarne fedelmente l´obbedienza, la purezza, la pietà e lo spirito di apostolato.
Ciò spero di fare con la grazia di Dio e l´aiuto della Vergine Immacolata.
4 4 4
Piccolo Clero
PROMETTO di fare quanto posso per il decoro delle Sacre Funzioni, in onore di Gesù Cristo, mio Re, che io adoro e credo presente nel SS. Sacramento dell´Altare.
Questo spero di fare con l´aiuto della Sua Santa Grazia.

Inno delle Compagnie
Parole di D. Emilio GARBO Musica di D. Luigi LASAGNA
Tutte le Compagnie
Dietro i sacrati labari, col cuor sereno e forte, muoviam lieti ed intrepidi, in giovanil coorte;
muoviàm con l´alma candida di virtù piena e ardir all´ansie e alle battaglie del fulgido avvenir.
(Ritornello)
O Domenico Savio, che gli angioli imitasti nel puro candor, tu conserva alla giovin nostr´anima di purezza il bellissimo fior!
Tu, che pieno d´amore serafico, ti donasti per tempo a Gesù, or dal regno immortal della gloria, deh, c´infondi costanza e virtù.
Compagnia del SS. Sacramento
Intorno all´eucaristico e misterioso trono pel mondo e per i miseri noi supplichiam perdono;


236 APPENDICE
e qual d´incenso nuvola la pia preghiera sal
e l´ombra fugge, e arrestasi il fulmine fatai.
m Domenico Savio, ecc. Compagnia dell´ Immacolata
Noi della Santa Vergine,
che splende in mezzo ai gigli,
noi siam falange intrepida,
noi siam diletti figli;
oh, sì! fra nembi e turbini
a Lei sarem fedel
sino a che un giorno, in giubilo,
andrem a Lei nel Ciel.
m Domenico Savio, ecc. Compagnia di San Giuseppe
Largo alle forti ed àlacri
di San Giuseppe schiere,
che a lor modello scelsero
il nazareno artiere!
Con Lui, che ci è d´esempio
di fede e di lavor,
santo diventa e facile
il quotidian sudor.
m Domenico Savio, ecc.


Coane di limpida ama...
- Come rivi di limpida vena,
come gemme in eterno fiorir,
puro il cuore di linfa serena,
siamo tralci di nuova virtù.
Brilla in volto a noi primavera,
quasi un´onda intessuta di ciel.
E´ Don Bosco a noi guida e bandiera,
e ci dona di gioia ogni fior.
Ritornello:
In impeto, in amar
sciogli al vento lo splendido vessil! Gioventù, per le nuove conquiste sorgi e ardisci!
E´ Cristo il nostro Amor.
Al Papa il nostro cuor:
con il Papa ognor Cristo regnerà! Gioventù, dal cuore ardito, sorgi! E´ Cristo il nostro Amor.
Il° - Fatti puri dal Pane del cielo, confortato a vittoria ogni voi, della vita all´angelico stelo illibato serbiamo ogni fior. Fede invitta ci regge al cammino, ch´è segnato da un grande ideai. A chi volge ad un sacro destino, ogni passo è conquista e virtù. Ritornello - c. s.

240 APPENDICE
III° - Dell´angelico Savio all´emblema anelanti volgiamo il sentier; Lui, che, asceso alla vetta suprema, di D. Bosco è il più bello dei fior. Mille schiere, con ansia infinita, con l´audacia d´un sacro dover, sono in marcia alla mèta più ardita per vittorie più eccelse ogni dì.
Ritornello - c. s.
« A prescindere dalle singolari doti personali che resero Don Bosco dominatore dei cuori, il segreto di un esito così straordinario va ricercato nelle varie Compagnie e Associazioni religiose, che gradatamente, a tempo opportuno e per le varie categorie dei giovani, fece sorgere, DEO INSPIRANTE ET ADJUVANTE, nei suoi Oratori ed Istituti. L´appartenervi doveva essere un premio, più che alla bontà naturale, al desiderio sincero di voler divenire un po´ per volta veramente buoni, perchè, secondo lui, doveva bastare la volonterosa osservanza del Regolamento per essere in breve realmente buoni. Inoltre egli aveva saputo immettere nei singoli Regolamenti una segreta virtù che trasformava i giovani, senza che essi quasi se ne accorgessero, in altrettanti piccoli apostoli tra i loro compagni. Così il Beato metteva bellamente in pratica, cinquant´anni prima, quanto l´attuale Sommo Pontefice (PIO XI), nelle sue sapientissime Encicliche e nei suoi ispirati discorsi, non cessa d´inculcare a tutto il mondo circa la partecipazione del laicato all´apostolato gerarchico ».
D. F. RINALDI - Atti del Capitolo, n. 55, pag. 914.

le domeniche, le feste di precetto, tutte le novene e solennità di Maria SS. e dei SS. Protettori dell´Oratorio. § 3. Nella settimana procureremo di accostarci al giovedì, eccetto che ne siamo distolti da qualche grave occupazione.
9. - Ogni giorno specialmente nella recita del Rosario, raccomanderemo a Maria la nostra Società pregandola di ottenerci la grazia della perseveranza.
10. - Procureremo di consacrare ogni sabato in onore di Maria e qualche pratica speciale od atto di cristiana pietà in onore dell´Immacolato suo Concepimento.
11. - Useremo quindi un contegno viemaggiormente edificante nella preghiera, nelle devote letture, durante i divini uffizi, nello studio e nella scuola.
12. - Custodiremo colla massima gelosia la santa parola di Dio, e ne rianderemo le verità ascoltate.
13. - Eviteremo qualunque perdita di tempo per assicurare l´animo nostro dalle tentazioni che sogliono fortemente assalirci nell´ozio; perciò:
14. - Dopo aver soddisfatto agli obblighi che appartengono a ciascuno di noi, consacreremo le ore rimaste libere in utili occupazioni, come in devote ed istruttive letture o nella preghiera.
15. - La ricreazione è voluta o almeno permessa dopo il cibo, dopo la scuola e dopo lo studio.
16. - Procureremo di manifestare ai nostri Superiori qualunque cosa possa giovare alla nostra morale condotta.

220 APPENDICE
17. - Procureremo eziandio di fare gran risparmio di quei permessi, che ci vengono largiti dalla bontà dei nostri Superiori, imperciocchè una delle nostre mire speciali è certamente una esatta osservanza delle Regole della casa, troppo spesso offese dallo abuso di codesti permessi.
18. - Accetteremo dai nostri Superiori quello che verrà destinato a nostro alimento senza mai muovere lamento intorno agli apprestamenti di tavola, e distoglieremo anche gli altri dal farlo.
19. - Chi bramerà far parte di questa Società dovrà anzitutto purgarsi la coscienza col Sacramento della Confessione, e cibarsi alla Mensa Eucaristica, dar quindi saggio di sua condotta con una settimana di prova, leggere attentamente queste regole e promettere esatta osservanza a Dio e a Maria Santissima Immacolata.
20. - Nel giorno di sua ammissione i fratelli si accosteranno alla santa Comunione pregando Sua Divina Maestà di accordare al compagno le virtù della perseveranza, dell´ubbidienza, il vero amor di Dio.
21. - La Società è posta sotto gli auspici dell´Immacolata Concezione, di cui avremo il titolo e porteremo una devota medaglia. Una sincera, filiale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza singolare´ verso di Lei, una devozione costante ci renderanno superiori ad ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso di noi, amorevoli col prossimo, ed esatti in tutto.
« Dichiarazione » : ved. la stessa a pag. 211.

REGOLAMENTO DEL PICCOLO CLERO 221
Regolamento, del Piccalo Clero (1)
Il Ch. Giuseppe Bongiovanni, fondata e organizzata la Compagnia del SS. Sacramento, ne ideò una seconda, come appendice della prima, ossia il « Piccolo Clero ».
Il regolamento venne corretto ed approvato da Don Giovanni Bosco (2).
Regole. — 1) Il Presidente della Compagnia del SS. Sacramento, previa domanda, sceglierà tra i Soci della stessa i giovani più anziani e più esemplari, e li ammetterà nel Piccolo Clero.
2). I Chierichetti siano puntuali al suono del campanello.
3) Nell´andare procurino di non fare schiamazzo.
4) Nella sala del Piccolo Clero si deve osservare rigoroso silenzio e stare attenti alla lettura.
5) Nessuno deve prendere veste, berretta, colletto degli altri e neppure frugare negli armadi; quando occorre qualche cosa, si chiede a chi ne è incaricato.
6) Ognuno procuri di essere sottomesso al distributore delle cotte, della colazione e merenda.
7) E´ proibito recarsi nella sala del Piccolo Clero, fuori di tempo.
8) In Saerestia ognuno stia raccolto al proprio posto.
(1) M. B. vol. V, pag. 759 e seg.
(1) Leggi l´utile articolo omonimo, in Le C. 1949, n. 1, pag. 18.

222 APPENDICE
9) Nell´andare all´altare, si eviti l´affettazione e la precipitazione.
10) Durante, le funzioni non si stia divagati, ma sempre attenti, ai cenni del cerimoniere.
11) Nessuno esca dal presbiterio in tempo delle Sacre Funzioni.
12) Dopo le Funzioni nessuno si accalchi ritornando alla sala, ma ognuno col proprio compagno deponga al numero assegnato la berretta, la veste ed il colletto, e consegni al distributore la cotta.
13) Chi non potesse intervenire al servizio, avverta chi di ragione.
14) Allorché si va a servire fuori, ciascuno si mostri giovane ben educato.
15) Quando succedesse qualche inconveniente, non si mormori: invece si presenti la difficoltà al Presidente.
16) Sia impegno -particolare di ciascuno di, sostenere l´onore della Compagnia, con la buona condotta e frequenza ai SS. Sacramenti.
17) Quando il Presidente credesse bene, potrà espellere quei giovani che non ne fossero degni, per voti scadenti, od altro.
18) Si osservi questo piccolo regolamento, e allora sarà consolante il contegno dei Soci, e maggiori le benedizioni, che il Signore spargerà sulla Compagnia.
Nota di Don Bosco all´art. 17: Chi venisse dimesso, continuerà però sempre ad appartenere alla Compagnia ed a frequentare, col permesso del Direttore, le conferenze settimanali, per migliorare la sua condotta.
« Dichiarazione »: ved. la stessa a pag. 211.

Funzione del Tesseramento
Ne abbiamo già parlato in genere: qui specifichiamo quanto riguarda le cerimonie.
Preparativi.
In sacrestia: mettere una bella cotta con relativa Mola bianca.
In presbitero: collocare un primo tavolino su cui disporre:
a) il secchiello dell´acqua benedetta coll’aspersorio;
b) il vassoio che contiene: le tessere divise per Compagnia (prime quelle della Presidenza secondo le regole di dignità, e poi quelle di tutti i soci in ordine alfabetico); i distintivi seperati c. s.
e) il Rituale aperto alla Benedictio ad omnia. Un secondo tavolino col registro dei soci per ricevere le firme di chi ha pronunciato la promessa.
In cornu Epistoiae le bandiere e i labari su opportuni tre-piedi.
All´altare accendere le quattro candele sulla mensa e le sei più alte; mettere una poltrona sulla predella in cornu Evangelii.
All´organo o armonio: procurare l´Inno delle Compagnie e quello dell´Azione Cattolica.
In cappella: assegnare a ciascuno dei soci i posti, lasciando. alle Presidenze i periferici per un più agevole

224 APPENDICE
movimento; distribuire a tutti i fogli stampati del tesseramento (ogni Centro si darà cura di procurarli);
Fare le prove -
dei formulari, perché si pronuncino insieme e dignitosamente nelle diverse parti;
dei movimenti che si devono compiere per pronunciare la promessa e ritirare le tessere.
Funzioncina
Il Celebrante, rivestito di cotta, si avvia all´Altare preceduto da due soci pure in cotta, mentre il coro canta l´Inno delle Compagnie.
Fatta genuflessione in plano, si fermerà sul primo gradino per una breve preghiera, poi rifatta la genuflessione in gradu, si avvicinerà al tavolino dove si trovano le tessere e i distintivi, mentre un chierico prenderà il secchiello dell´acqua benedetta col relativo asperges per porgerlo al momento opportuno.
Il Sacerdote inizia:
Adjutòrium nostrum in nòmine Dòmini. }p Qui fecit coelum et terram.
Yir Dòminus vobìscum. 137 Et cum spìritu tuo.
OREMUS
Deus, cujus verbo sanctificantur omnia, benedictiònem tuam effùnde super creatùras istas: et praesta; ut,

FUNZIONE DEL TESSERAMENTO 228
quisquis eis secùndum legem et voluntàtem tuam cum gratiàrum actiòne usus fùerit, per invocatiònem sanctìssimi nòminis tui, còrporis sanitàtem, et ànimae tutèlam, te auctòre, percìpiat. Per Christum Dòminum nostrum.
I1 Amen.
E asperge con l´acqua benedetta.
Ritornato ai piedi dell´altare, preceduto dai due accoliti, fa genuflessione in gradu quindi intona, seguito dal coro il
Veni, Creàtor Spìritus, Mentes tuòrum visita, Imple supèrna gràtia, Quae Tu creàsti péctora.
Qui diceris Paràclitus, Altissimi Bonum Dei, Fons vivus, ignis, charitas
Et spiritàlis ùnctio.
Tu septifòrmis mùnere,
Digitus patérnae déxterae,
Tu rite promìssum Patris,
Sermòne ditans gùttura.
Accénde lumen sénsibus: Infùnde amòrem còrdibus; Infirma nostri còrporis Virtùte firmans pèrpeti.
Hostem repéllas lòngius, Pacémque dones pròtinus : Ductòre sic te praévio Vitémus omne nòxium.
15. — G. Bozzo - Organizziamo le Compagnie.

226 APPENDICE
Per te sciàmus da Patrem, Noscàmus atque Filium, Teque utriusque spiritum Credàmus omni témpore.
Deo Patri sit glòria,
Et Filío, qui a mòrtuis
Surréxit, ac Paràclito,
In saeculòrum saécula. Amen.
"Y Emìtte Spìritum tuum et creabùntur. 137 Et renovàbis fàciem terrae.
OREMUS
Deus, qui corda fidelium santi Spìritus .illustratiòne docuìsti: da nobis in eòdem Spìritu retta sàpere, et de ejus semper consolatiòne gaudère. Per Christum Dòminum nostrum.
13,7 Amen.
A questo punto il Superiore sale i gradini, fa un inchino all´Altare e si siede per iniziare il seguente dialogo coi soci inginocchiati ai loro posti:
S. - Giovani miei che domandate?
R. - Noi domandiamo di essere ammessi nella Compagnia.
S. - Avete letto il regolamento di questa Compagnia? R. - L´abbiamo letto e con l´aiuto di Dio speriamo di osservarlo.

FUNZIONE DEL TESSERAMENTO 227
S. - Per qual motivo volete iscrivervi a questa Compagnia?
I soci della Compagnia di San Luigi diranno:
R. - Per seguire un programma di vita cristiana più perfetta procurando d´imitare San Luigi nelle sue virtù che sono compatibili col nostro stato.
I soci della Compagnia di San Giuseppe:
R. - Per seguire un programma di vita cristiana più perfetta procurando d´imitare San Giuseppe nelle sue virtù che sono compatibili col nostro stato.
I soci della Compagnia del Santissimo e del Piccolo Clero:
R. - Per seguire un programma di vita cristiana più perfetta, per amore di Gesù, nostro Re Sacramentato.
I soci della Compagnia dell´Immacolata:
- Per assicurarci in vita e in morte il patrocinio della Beatissima Vergine Immacolata, e per dedicarci intieramente al suo santo servizio.
S. - Il Signore sia con voi! Il vostro fine è buono. Fatevi solamente un grande impegno per osservare il Regolamento di questa Compagnia. Dio vi benedica e la Vergine Santissima vi aiuti a mantenervi fedeli alla vostra promessa.
Ed eccoci arrivati al momento più solenne.
Diciamo subito una parola sul Presidente delle singole Compagnie.

228 APPENDICE
Questi si avanza:
fa genuflessione e nel centro del presbiterio recita
la formula (1);
quindi, rifatta genuflessione,
va ad apporre la firma sul registro dei soci;
ritorna,
genuflette
e sale dal Celebrante, s´inginocchia
e riceve, baciando prima la mano e poi l´oggetto,
la tessera dal Superiore,
che gli appunta sul petto il distintivo e poi
gli consegna la bandiera o il labaro della Com
pagnia.
Avutala, bacia e. s.,
scende senza genuflettere, ma inchinandosi,
e si mette in presbiterio in cornu Epistolae.
Quanto agli altri postulanti si può procedere in tre modi, a seconda del tempo disponibile e del loro numero.
1° - Ciascuno si presenta in presbiterio
genuflette e poi
stendendo il braccio sulla bàndiera sorretta dal Presidente, ma abbassata opportunamente, legge o recita la formula,
quindi sale i gradini,
(1) Le riportiamo per comodità a pag. 231.

FUNZIONE DEL TESSERAMENTO 229
s´inginocchia davanti al Superiore bacia la mano e poi la tessera, riceve il distintivo,
scende,
fa la genuflessione insieme a chi viene per emettere la promessa
e va ad apporre la firma sul registro, mentre l´Assistente sta ad attendere i soci, per dare le opportune indicazioni.
2° - Solo la Presidenza eseguisce, come abbiamo detto or• ora, e gli altri recitano la formula tutti insieme in presbiterio o dai banchi, passando poi singolarmente dal Sacerdote per ritirare la tessera.
3° - Tutti; stando in piedi al loro posto in cappella, emettono la promessa, quindi vanno alla balaustra e il Celebrante distribuisce tessera e distintivo.
Terminate le promesse il Superiore scende, s´inginocchia in grado insieme ai servienti, mentre i vessilliferi (presidenti, vice-presidenti e segretari o casseri delle diverse Compagnie) si fermano in piedi, e intona la Salve Regina, che si recita o si canta.
Alla fine canta il seguente rèsponsorio:
Dignàre rrie laudàre te, Virgo Sacràta. 17 Da mihi virtùtem contra hostes tuos.
OREMUS
Concède nos fàmulos tuos, quaèsumus, Dòmine Deus, perpètua mentis et còrporis sanitàte gaudère: et gloriòsa

230 APPENDICE
beàtae Marìae semper Vìrginis intercessiòne, a praesènti liberàri tristìtia, et aetèrna pòrfrui laetitia. Per Christum Dòminum nostrum.
I37 Amen.
Dopo di che, il Superiore terrà un breve discorsino di occasione, terminato il quale si eseguirà l´inno corale dell´Azione Cattolica che metterà fine alla suggestiva cerimonia.

Appendice
Compagnia di San Luigi
PROMETTO di fare quanto so e posso per imitare San Luigi Gonzaga, perciò di fuggire i cattivi compagni, le letture proibite, gli spettacoli pericolosi, i cattivi discorsi; di perdonare le offese e di animare gli altri alla virtù con le parole e con l´esempio.
Questo spero di fare con l´aiuto del Signore e con la protezione del Santo.
4 4 4
Compagnia di San Giuseppe
PROMETTO di fare tutto quello che posso per imitare San Giuseppe, Sposo di Maria SS. e perciò di santificare il lavoro; di vivere puro nei pensieri, nelle parole e nelle opere; di vincere il rispetto umano e di edificare i compagni col buon esempio.
Questo spero di eseguire con l´aiuto del Signore e con la protezione del Santo.
4 4
Compagnia del SS. Sacramento
Desideroso di ringraziare Gesù per il dono ineffabile della Santissima Eucarestia, io oggi mi consacro al Suo

232 APPENDICE
Sacratissimo Cuore e Gli PROMETTO adorazione, amore e riparazione.
Tanto io spero di fare con l´aiuto della Sua Santa Grazia.
Compagnia dell´Immacolata
Per assicurarmi in vita e,_in morte il patrocinio della della Beatissima Vergine Immacolata e per dedicarmi intieramente al suo santo servizio. PROPONGO di seguire gli esempi del Beato Domenico Savio, Fondatore della Compagnia, e PROMETTO di imitarne fedelmente l´obbedienza, la purezza, la pietà e lo spirito di apostolato.
Ciò spero di fare con la grazia di Dio e l´aiuto della Vergine Immacolata.
4 4 4
Piccolo Clero
PROMETTO di fare quanto posso per il decoro delle Sacre Funzioni, in onore di Gesù Cristo, mio Re, che io adoro e credo presente nel SS. Sacramento dell´Altare.
Questo spero di fare con l´aiuto della Sua Santa Grazia.

Inno delle Compagnie
Parole di D. Emilio GARBO Musica di D. Luigi LASAGNA
Tutte le Compagnie
Dietro i sacrati labari, col cuor sereno e forte, muoviam lieti ed intrepidi, in giovanil coorte;
muoviàm con l´alma candida di virtù piena e ardir all´ansie e alle battaglie del fulgido avvenir.
(Ritornello)
O Domenico Savio, che gli angioli imitasti nel puro candor, tu conserva alla giovin nostr´anima di purezza il bellissimo fior!
Tu, che pieno d´amore serafico, ti donasti per tempo a Gesù, or dal regno immortal della gloria, deh, c´infondi costanza e virtù.
Compagnia del SS. Sacramento
Intorno all´eucaristico e misterioso trono pel mondo e per i miseri noi supplichiam perdono;


236 APPENDICE
e qual d´incenso nuvola la pia preghiera sal
e l´ombra fugge, e arrestasi il fulmine fatai.
m Domenico Savio, ecc. Compagnia dell´ Immacolata
Noi della Santa Vergine,
che splende in mezzo ai gigli,
noi siam falange intrepida,
noi siam diletti figli;
oh, sì! fra nembi e turbini
a Lei sarem fedel
sino a che un giorno, in giubilo,
andrem a Lei nel Ciel.
m Domenico Savio, ecc. Compagnia di San Giuseppe
Largo alle forti ed àlacri
di San Giuseppe schiere,
che a lor modello scelsero
il nazareno artiere!
Con Lui, che ci è d´esempio
di fede e di lavor,
santo diventa e facile
il quotidian sudor.
m Domenico Savio, ecc.


Coane di limpida ama...
- Come rivi di limpida vena,
come gemme in eterno fiorir,
puro il cuore di linfa serena,
siamo tralci di nuova virtù.
Brilla in volto a noi primavera,
quasi un´onda intessuta di ciel.
E´ Don Bosco a noi guida e bandiera,
e ci dona di gioia ogni fior.
Ritornello:
In impeto, in amar
sciogli al vento lo splendido vessil! Gioventù, per le nuove conquiste sorgi e ardisci!
E´ Cristo il nostro Amor.
Al Papa il nostro cuor:
con il Papa ognor Cristo regnerà! Gioventù, dal cuore ardito, sorgi! E´ Cristo il nostro Amor.
Il° - Fatti puri dal Pane del cielo, confortato a vittoria ogni voi, della vita all´angelico stelo illibato serbiamo ogni fior. Fede invitta ci regge al cammino, ch´è segnato da un grande ideai. A chi volge ad un sacro destino, ogni passo è conquista e virtù. Ritornello - c. s.

240 APPENDICE
III° - Dell´angelico Savio all´emblema anelanti volgiamo il sentier; Lui, che, asceso alla vetta suprema, di D. Bosco è il più bello dei fior. Mille schiere, con ansia infinita, con l´audacia d´un sacro dover, sono in marcia alla mèta più ardita per vittorie più eccelse ogni dì.
Ritornello - c. s.
« A prescindere dalle singolari doti personali che resero Don Bosco dominatore dei cuori, il segreto di un esito così straordinario va ricercato nelle varie Compagnie e Associazioni religiose, che gradatamente, a tempo opportuno e per le varie categorie dei giovani, fece sorgere, DEO INSPIRANTE ET ADJUVANTE, nei suoi Oratori ed Istituti. L´appartenervi doveva essere un premio, più che alla bontà naturale, al desiderio sincero di voler divenire un po´ per volta veramente buoni, perchè, secondo lui, doveva bastare la volonterosa osservanza del Regolamento per essere in breve realmente buoni. Inoltre egli aveva saputo immettere nei singoli Regolamenti una segreta virtù che trasformava i giovani, senza che essi quasi se ne accorgessero, in altrettanti piccoli apostoli tra i loro compagni. Così il Beato metteva bellamente in pratica, cinquant´anni prima, quanto l´attuale Sommo Pontefice (PIO XI), nelle sue sapientissime Encicliche e nei suoi ispirati discorsi, non cessa d´inculcare a tutto il mondo circa la partecipazione del laicato all´apostolato gerarchico ».
D. F. RINALDI - Atti del Capitolo, n. 55, pag. 914.