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Don Filippo Rinaldi Rettor Maggiore 1931: Compagnie. Religiose

24 Dicembre 1930

 

NORME E PROGRAMMA
per le Giornate e i Congressi delle Compagnie. Religiose,
che avranno luogo nelle Case e Ispettorie Salesiane
durante l'anno 1931.
NORME E PROGRAMMA
per le Giornate e per i Congressi delle Compagnie Religiose, che avranno luogo nelle Case e Ispettorie Salesiane durante l'anno 1931.
Per le Giornate.

Per la Giornata delle Compagnie Religiose, che si dovrà tenere in ogni singola Casa e Oratorio, si potranno seguire in massima le seguenti Norme:
1° — Dapprima si tengano Adunanze preparatorie a modo di Sezione, in cui si leggano e si commentino le principali Deliberazioni o Voti del Congresso Generale delle Compagnie Religiose tenutosi nel 1923 in Torino, scegliendo di preferenza i Voti che riguardano direttamente i Soci delle Compagnie stesse, rimettendo ai Superiori ciò che riguarda l'organizzazione.
2° — Si discenda alla pratica, studiando come migliorare l'attuazione di questi Voti secondo le possibilità locali.
3° — Si studino le modificazioni che si credessero opportune riguardo ai Voti stessi.
4° — Occorrendo, si propongano anche dei nuovi Voti, specialmente riguardo a preparare dei buoni soggetti all'Azione Cattolica secondo i sovrani desideri del Regnante Pontefice Pio XI.
5° — Si eleggano i Delegati che dovranno intervenire al Congresso Ispettoriale, se tale scelta non sarà riservata al Sig. Direttore della Casa.
6° — Poscia si celebrerà la Giornata con solenni funzioni religiose e con solenni adunanze generali nelle quali i relatori delle Compagnie, previamente preparati, oltre il limpido resoconto delle rispettive loro Compagnie, presentino le proposte che si credono più utili al bene dei soci e della Casa od Oratorio.
Per il resto queste adunanze si svolgano come più oltre vien suggerito per quelle del Congresso Ispettorialp.
Tra i temi dei vari discorsini~da tenersi!!in queste este adunanze generali, s'introducano cómmemoràzioni degli antichi soci più illustri, quali ad esempio: Domenico Savio, Michele Magone, Francesco Besucco, Michele Rua, Giovanni Cagliero, Giovanni Francesca, Paolo Albera, Francesco Cerruti, Luigi Lasagna, Giuseppe Fagnano
7° — Di tutto s'invii con sollecitudine resoconto al Rev.mo Sig. Ìspettore prima del Congresso Ispettoriale.
Per i Congressi Ispettoriali.

1°       Il Sig. Ispettore nomini un Regolatore per il Congresso Ispettoriale, il quale potrà avere in aiuto un'apposita Commissione.
2° — Il Congresso sia indetto a tempo e 'si comunichino alle Case dell'Ispettoria le Norme dettagliate che si credessero localmente più opportune, sia per la Giornata, che per il Congresso.
3° — Il Regolatore; con l'aiuto della Commissione Ispettoriale, tenuto conto delle relazioni e propositi delle singole Case, formuli i Voti definitivi e li•sottoponga al Sig. Ispettore per l'approvazione.
4°       Dopo ciò, il ',Congresso si aduni in quella Casa in cui, a
giudizio del Sig. Ispettore, potrà svolgersi più agevolmente e più solennemente. _
5° —. Essendo già stati bene studiati e approvati i Voti, come sopra si è detto, il Congresso non avrà più Adunanze di discussione in Sezione, ma solamente Adunanze Generali preferibilmente con il seguente ordine:

  1. — Parole d'occasione del Sig. Ispettore.
  2. — Presentati dal Regolatore, prenderanno la parola alcuni dei Delegati delle singole Case, con brevi e brillanti discorsivi su temi bene scelti (quali ad esempio: Le Compagnie Religiose nel Sistema educativo del B. Don Bosco; origine, finalità, importanza di queste Compagnie, particolarità differenziali, ecc. — Le Compagnie e l'Azione Cattolica — La Comunione e la vita eucaristica dei Soci — Le visite eucaristiche e mariane — Il S. Cuore di Gesù — Maria SS. Ausiliatrice — Il B. Don Bosco in mezzo a noi — Domenico Savio nostro modello — L'unione con Dio e la vita interiore — Apostoli tra i compagni          Buona stampa — Vocazioni religiose, ecclesiastiche e missionarie — Gioventù Missionaria — Le Missioni Salesiane — Le Compagnie Religiose negli Oratori e fra gli esterni — La Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, di cui tutti i Soci possono essere aspiranti, ecc., ecc.). Ogni discorsino si limiti a otto minuti; sia riveduto bene dal Regolatore e venga declamato con un buon porgere e senza precipitazione; occorrendo, il Regolatore ne faccia fare la prova a dovere.
  3. — Negli intermezzi tra discorsino e discorsino saranno letti e brevemente dilucidati a poco a poco i Voti suddetti, o almeno i più importanti.
  4. Parole di chiusura del Sig. Ispettore o di qualche Prelato se sarà invitato a presiedere il Congressino.

6° — Di tutto sarà inviata relazione a Torino al Rev.mo Signor Rettor Maggiore.
In Torino.

1° — Alla Casa Madre in Torino sarà tenuto un Congresso Interispettoriale, con l'intervento di Delegati di parecchie Ispettorie.
2° — Se giungeranno a tempo relazioni e Voti dei Congressi Ispettoriali ovunque celebratisi, se ne darà conto.
NB. — Per qualunque schiarimento rivolgersi al Rev.mo Pro-Catechista Generale Sig. D. Renato Ziggiotti.

In ogni Giornata e Congresso si faccia cenno della Causa di beatificazione del Servo di Dio Domenico Savio, e della rispettiva Congregazione Preparatoria sulle virtù in grado eroico, che si terrà il 5 p. v. maggio in Vaticano. Si raccomandino ferventi preghiere e si organizzino collette di offerte.

Le Compagnie Religiose e l'Azione Cattolica.
Pensiero del S. Padre Pio XI. -
Trattandosi delle Compagnie religiose nelle nostre Case è doveroso ricordare che il Santo Padre Pio XI a più riprese, in vari modi e con vari atti, manifestò chiaramente la1 sua volontà che tutti i giovani educati dai Religiosi e' formati nelle va'rie Associazioni religiose come le Congregazioni Mariane, ecc., siano avviati per tempo all'e Azione Cattolica, che è vita cattolica, giacche l'una così non si concepisce senza l'altra ».
Parlando infatti alle Congregazioni Mariane di Roma il Santo Padre dice « Non c'è bisogno di rinunciare alle proprie forme spécifiche, che, anzi devono tutte sussistere, queste iniziative di bene: non vuol dire che esse si trasformino in altre forme di organizzazione, non vuol dire che per ciò stesso esse siano proprio letteralmente e formalmente Azione Cattolica, per dir così, ufficiale. Si tratta soltanto che tutte queste forme di bene possono, devono aiutare le iniziative centrali dell'Azione Cattolica; vuol dire che il Papa si aspetta di vedere da tanti figli così ben preparati, come erano quelli a lui dinanzi, in modo particolare, sorgere i migliori rampoli di quelle opere sante, i migliori ausilii, e di vedere da essi e in essi venire i migliori apporti ed aiuti. Pur rimanendo dove essi sono e conservando le forme che devono essere loro tanto care sempre, pur rimanendo in quelle forme che sono state, sono e saranno la tutela della loro più cosciente e fervorosa formazione cristiana e cattolica, pur rimanendo , sulle ginocchia della loro Madre Celeste; essi troveranno modo, tempo, energia per farsi un posto in quei quadri speciali, in quelle attività così provvidenzialmente predisposte per il comune, bene, quando veramente tanto bisogno ha la gerarchia dell'aiuto esteriore dei fedeli e del laicato » (Civiltà Cattolica, 19 Aprile 1930).
E all'udienza concessa ai Barnabiti e loro alunni il 25 Aprile s. a. il Santo Padre, dopo di essersi compiaciuto della loro visita, continuava dicendo che « essi vengono educati non solo cristianamente e cattolicamente per loro vantaggio individuale..., ma anche per l'altro còmpito, quello dell'apostolato.. esso uno sforzo bello e generoso e soprannaturalmente naturale: ed è il più squisito modo di mostrare a Dio la nostra gratitudine. Per esso tutti noi distribuiamo i- tesori della S. Madre Chiesa, chiamiamo tutti a quella partecipazione all'apostolato gerarchico, a quell'Azione Cattolica che è vita cattolica, giacchè l'una così non si concepisce senza dell'altra ».

VOTI
del Congresso Generale delle Compagnie Religiose Giovanili degli Istituti
e Oratori Salesiani, tenutosi in Torino nei giorni 26 e 27 Maggio 1923,
tenendo conto dei Voti inviati da molte Case Salesiane.
A)
Principali mezzi per tener in fiore dette Compagnie.

  1. S'indirizzi tutto l'andamento delle Compagnie ai precipui scopi per cui furono istituite secondo l'ideale..del Ven. D. Bosco, cioè di educarne i Soci a sodo e fervente spirito di pietà religiosa, a illibata e costante purezza di costumi e al perfetto adempimento dei propri doveri, in guisa da formarne i più edificanti elementi di specchiata bontà tra tutti i compagni.
  2. — A questo scopo mirino specialmente le adunanze o conferenze, che possibilmente saranno settimanali, nelle quali si richiamino sovente alla mente dei Soci- i vari articoli del Regolamento della propria Compagnia, illustrandone il significato e il fine sia immediato che remoto; poichè nel Regolamento sta concretizzato lo spirito da cui ogni Compagnia deve essere animata per la formazione dei propri Soci.
  3. — Si curi bene l'accettazione dei Soci.

S'incominci ogni anno con quelli che sono evidentemente esemplari, anche se pochi, spronandoli però ad attrarre essi stessi i loro compagni mano mano che scorgeranno in loro le qualità sufficienti sia di buona condotta sia di tendenza alla pietà, in modo che si abbia il duplice vantaggio dell'entusiasmo che nasce dal numero e del prestigio che viene dal buon nome per la buona qualità dei Soci.

  1. — L'accettazione definitiva sia fatta in forma solenne in Cappella alla presenza di tutti i Soci, o anche della comunità, dopo che gli aspiranti abbiano compiuto, il loro tempo di prova, e previa l'approvazione del signor Direttore della Casa.
  2. — Le espulsioni siano rare perchè di solito .scoraggiano anchm quelli che rimangono. Quando un Socio non fa bene, sia subito oggetto di zelo da parte dei compagni e specialmente dei membri della Presidenza, fino a che sia degno di rimanere, oppure sia sospeso dai van- taggi della Compagnia e solo in caso di pertinace incorreggibilità sia consigliato ad uscirne.
  3. — Si dia la dovuta importanza' alla designazione di un buon Direttore della Compagnia, che suol sempre essere il Catechista o qualche altro sacerdote del Personale della Casa, e alla elezione del Consiglio Direttivo che è composto tra i Soci della Compagnia. In seno al Consiglio Diretti«, si eleggono la Giunta, il Segretario, il Vicesegretario e il Cassiere.

VII. — Il Direttore aduni a quando `a quando il Consiglio di Presidenza, per trattarvi di quanto può interessare la Compagnia. Questo è un gran mezzo per dare sempre maggior vitalità alla Compagnia stessa.
In tali adunanze gioverà -Trattare dei seguenti argomenti:

  1. Studiare quali °"sarebbero le cose da raccomandarsi tempestivamente ai Soci nelle conferenze, a s tonda` dei desideri dei superiori, per cooperare, sia con le parole che con l'esempio al buon andamento della Casa.
  2. Accettazione di nuovi Soci, quando ne fosse il caso,
  3. Comunioni, visite Eucaristiche e Mariane, Tridui e Novene di preghiere e simili.
  4. Preparazione di conferenze straordinarie, feste, accademie, gare letterarie, ecc.
  5. Mezzi per 'favorire e sostenere vocazioni reliss,ose. sacerdotali e missionarie.
  6. Corrispondenza epistolare con amici e conoscenti che fossero in No Viziati e Studentati Salesiani o già in luoghi di Missione.
  7. Propaganda per le Missioni: Cattoliche e specialmente per le Salesiane, e possibilmente farsi speciali benefattori di una di queste a scelta e tenersi in frequente relazione con la medesima. Organizzare collette, salvadanai, piccole lotterie e fiere di beneficenza per le Missioni.
  8. Buona Stampa, 'abbonamenti, provvista di libri, ecc.
  9. Mezzi pratici per diffondere la conoscenza del B. D. Bosco, di Domenico Savio, e degli altri Servi di Dio della Famiglia Salesiana, e per favorirne le Cause di beatificazione, con preghiere, conferenze e offerte.
  10. Il Consiglio Direttivo inoltre studii sempre qualche buona novità da proporre allo zelo e all'attività dei Soci.

NB. — Quando il, lavoro abbondasse, converrebbe nel Consiglio stesso istituire appositi Gruppi o Commissioni pii diversi principali rami d'azione: Gruppo Eucaristico, Vocazioni e Missioni, Buona Stampa, Finanze, Cose varie.
VIII. — Il Segretario scriva regolarmente il verbale, sia delle Adunanze del Consiglio di Presidenza, sia delle Conferenze o Adunanze Generali, e lo legga al principio della seguente rispettiva adunanza.
IX. — Si applichi l'attività dei Soci non solo nel buon esempio, ma anche nell'azione pratica, in tutte quelle cose nelle quali si potrà ottenere dai Superiori locali che si servano dell'aiuto dei Soci stessi, quale esplicazione del loro buono spirito e come preparazione e allenamento a quell'azione giovanile cattolica a cui saranno un giorno chiamati a prender parte..

  1. — Le Compagnie abbiano quelle esterne attrattive e forme di prestigio che sono compatibili col particolare loro carattere: distintivi, stendardi e bandiere, festa patronale, passeggiate, ecc.' .e si organizzino tra i Soci speciali trattenimenti e speciali funzioni che diano particolare importanza alla vita della Compagnia.
  2. — Le Compagnie si tengano in relazione cogli Ex-allievi già Soci, ne conservino l'elenco affinchè possano continuare ad usufruire delle indulgenze, e li invitino specialmente alla festa patronale.
  3. — Si promuovano riunioni di affratellamento tra le Compagnie di studenti e di artigiani, e possibilmente anche tra le Compagnie dei collegi vicini.
  4. — Poichè le Compagnie di giovani sono essenzialmente nell'anima del sacerdote incaricato della ],oro direzione, questi si prefigga al principio di ogni anno un programma da attuare e da far attuare specialmente dai membri del Consiglio di Presidenza con una ben ordinata concatenu,zione di conferenze, consigli ed opere esteriori che verranno progressivamente attuate nel corso dell'anno.

A questo programma siano pure intonate le piccole conferenze o discorsisi che a quando a quando farà tenere da qualcuno dei Soci nelle adunanze settimanali.

  1. — Gran vantaggio infine troveranno le Compagnie dall'appoggio di simpatia e benevolenza che loro verrà dato da tutti

i Superiori della Casa

  1. — Siccome in molte Case, e specialmente negli Oratori festivi, oltre alle Compagnie Religiose vi sono anche Circoli ricreativi, sportivi, d'azione sociale, d'azione cattolica e simili, le Compagnie procurino d'interessarli e richiederne la cooperazione quando si tratta di promuovere le maggiori opere di zelo.

B)
Mezzi per diffondere e coltivare in dette Compagnie la divozione al SS. Sacramento, al S. Cuore di Gesù e a Maria SS. Ausiliatrice.

  1. — Lodevole frequenza alla Comunione e alla visita de'1 SS. Sacramento e di Maria Santissima. La visita sia possibilmente quotidiana, e la Com inine più frequente possibile, specialmente nella settimana del giorno consacrato al Titolare della Compagnia, il venerdì e il sabato.
  2. — Promuovere feste e manifestazioni Eucaristiche e Mariane, ore d'Adorazione, Processioni, Accademie, e siano fatte con la massima solennità e col concorso di tutte le Compagnie.
  3. — Cooperare al decoro delle sacre funzioni con la regolarità ed esattezr a delle Cerimonie, Canto Gregoriano e Musica sacra, addobbi, ecc.

Le Compagnie si adoperino perchè i loro Soci non solo sappiano eseguire bene le sacre cerimonie, ma siano in grado di comprenderne anche il significato.

  1. — Si promuovano le Pie Pratiche in onore del S. Cuore, quali il Primo Venerdì del mese i Nove Offici, l'Apostolato della Preghiera, la Lega Eucaristica, l'Assoc. dei Devoti del S. Cuore e la Pia Opera delle sei Messe quotidiane della Basilica del S. Cuore in Roma.
  2. — Si distribuiscano i giorni della settimana in modo che ogni Socio abbia la sua particolare giornata di omaggio a Gesù e a Maria Santissima e tutti i giorni siano coSì occupati da gruppi particolari di Soci.

C)
Come possono dette Associazioni favorire l'Opera delle vocazioni religiose, sacerdotali e missionarie, per rispondere alla sete ardente di anime che ha Sacro Cuore di Gesù.

  1. — Organizzare preghiere e comunioni per tutte le suddette vocazioni, ricordando il detto di Gesù: « Pregate il Padrone della messe, che mandi operai nella messe sua ».
  2. Parlare a quando a quando nelle varie Adunanze, dell'eccellenza di tali vocazioni e dei rispettivi stati di vita religiosa sacerdotale e missionaria.
  3. — Promuovere qualche volta conferenze apposite, specialmente invitando qualche missionario, superiore od oratore di speciale competenza ili, materia.
  4. — Diffondere letture favorevoli alle suddette vocazioni: vite di santi, sacerdoti o missionari, vita del B. D. Bosco, di Domenico Savio, « Bollettino Salesiano », opuscoli sulla vocazione religiosa, « Il Paradiso in terra » del P. A. Natale, S. J. « Lotte-trionfi » e « Gioie di Paradiso » del sac. D. Stefano Trione, « Don Bosco apostolo delle vocazioni ecclesiastiche » di D. Luigi Terrone, ecc.

Da ogni Compagnia si prenda ogni anno una qualche somma per questa diffusione.

  1. — Promuovere e organizzare con prudenza sottoscrizioni e collette, teatri, conferenze con proiezioni luminose, banchi di beneficenza, cassette d'elemosina, ecc. per le vocazioni e le Missioni Salesiane in generale, per una determinata Missione in particolare con la quale tenersi in relazione diretta. Procurare o con sottoscrizioni fra le Compagnie di tutta l'Ispettoria o con qualche altro mezzo di. offrire al Sig. Ispettore il costo annuale del- mantenimento di una vocazione religiosa o missionaria.

Diffondere cartoline missionarie e specialmente il periodico «Gioventù Missionaria «, cui possibilmente tutti i Soci delle Compagnie siano abbonati.

  1. — Celebrare ogni anno con particolare solennità la Giornata Missionaria; al buon esito della quale tutte le compagnie siano cointeressate.
  2. ,— Nel Consiglio Direttivo si designi un gruppo o Commissione di due o tre zelatori, con l'incarico di occuparsi specialmente di tutto questo lavoro.

D)
Come ottenere che la Compagnia dell' Immacolata Concezione, istituita con l'approvazione del Beato D. Bosco dal Servo di Dio Domenico Savio, abbia a diffondersi e fiorire con frutto in tutte le Case Salesiane.

  1. — Ricordare che la Compagnia dell'Immacolata Concezione ha precipuamente lo scopo e la tradizione di far esercitare dai proprii Soci un vero apostolato di bene fra i compagni più bisognevoli di assistenza morale; onde il B. D. Bosco al capo XVIII della vita di Domenico Savio scrisse, che nella Conferenza settimanale i Soci di detta Compagnia, si assegnavano a vicenda quei giovani che avevano maggior bisogno d'assistenza morale e ciascuno lo faceva suo cliente o protētto, e adoperavano tutti i mezzi che suggerisce la carità cristiana per avviarlo alla virtù. Ogni Socio di detta Compagnia avrà quindi cura diretta di uno o più clienti e ogni settimana ne darà conto alla Conferenza; i quali clienti gli verranno cambiati quando questi saran diventati migliori e ve ne saranno invece altri più bisognevoli di tale amichevole assistenza.
  2. Ricordare, inoltre, che detta Compagnia è l'avanguardia volonterosa delle altre Compagnie Religiose esistenti in Casa a prendere, previa l'approvazione dei Superiori, le più pronte iniziative di ogni opera buona, religiosa e morale nella comunità.
  3. — Inscrivervi pochi Soci, scegliendoli tra i più buoni e i più influenti, includendovi di preferenza i Presidenti e i .più autorevoli Soci delle altre Compagnie Religiose che sono in Casa, evitando sempre ogni cosa che sappia di segretezza.
  4. — La Compagnia dell'Immacolata potrà fare del gran bene anche negli Oratori festivi, specialmente pel servizio che i soci della medesima potranno rendere nella cura dei giovani discoli.

E)
Come possono dette Compagnie diffondere il bene con la buona stampa.
I. — Ogni Socio, se può, si abboni con varietà almeno a uno dei periodici edificanti consigliati dai Superiori e ne diffonda la lettura. Tutti poi, o quasi, tutti, prendano l'abbonamento alle Letture Cattoliche e a Gioventù Missionaria. Con tatti' mezzo molto semplice e molto pratico, se ben diretto, s'introdurranno subito i più svariati periodici edificanti in ogni istituto, scuola e oratorio festivo. Altrettanto si faccia per la diffusione di buoni libri; ogni Socio compri almeno un libro edificante, ma sempre diverso da quello che possono già avere altri Soci, così si avranno gli stessi vantaggi d'una bibliotechina circolante.
II. Ogni Socio procuri di leggere o far leggere di preferenza, oltre i Vangeli, qualcuna delle vite di N. S. Gesù Cristo e qualche trattazione sulla divozione al Sacro Cuore.
III. Ogni Compagnia potrebbe avere la propria bibliotechina edificante„ ,con Sezione Ascetico-Agiografica.

  1. — Se non tutti i singoli Soci possono abbonarsi, si facciano almeno ungo, o più abbonamenti collettivi a favore della biblioteca della, Compagnia.
  2. — Si fa voti che dove esiste un giornaletto del Collegio o dell'Oratorio vi si dia larga parte alla vita delle Compagnie.

F)
Proposte varie.
I. — Tutte le Compagnie si interessino a diffondere la conoscenza, divozione e imitazione del B. D. Bosco, di Domenico Savio e degli altri Servi di, Dio della Famiglia Salesiana e di cui già son in corso i Processi di beatificazione.
II. — Promuovano Comunioni mensili nel giorno ultimo e nel nono d'ogni mese per le Cause del B. D. Bosco e del Servo di Dio Domenico Savio. Il B. I). Bosco infatti morì il 31 gennaio 1888 e Domenico Savio il 9 marzo 1857. E anche allo stesso scopo Comunioni settimanali, preferibilmente il martedì, giorni in cui morì il Beato D. Bosco, e il lunedì, giorno in cui morì Domenico Savio.
III. — I Congressi Ispettoriali delle Compagnie della Spagna fecero voti che le Compagnie si adoprino a diffondere nelle Case Salesiane l'uso di collocare nelle scuole il quadro e in cortile il monumento di Domenico Savio.

  1. — Ogni anno le Compagnie si adoperino per tener collettivamente una Commemorazione del Servo di Dio Domenico Savio il 9 di marzo, anniversario della sua santa morte, o il 2 aprile, anniversario della sua nascita (questa seconda data torna più comoda per quei luoghi in cui l'anno scolastico suole incominciare a febbraio o marzo).
  2. — Sia comune impegno delle Compagnie il promuovere l'iscrizione sia dei propri Soci sia di altri all'Associazione dei divoti di Maria Ausiliatrice, istituita dal B. D. Bosco, e come si accennò più sopra, all'Opera del S. Cuore delle 6 Messe quotidiane e all'Associaz. dei Divoti del S. Cuore di Gesù, canonicamente eretta di recente in Roma nella Basilica del S. Cuore
  3. — Sia cura delle Compagnie di preparare e animare alcuni. tra i proprii Soci più grandicelli a fare da catechisti e assistenti negli Oratori festivi e catechismi parrocchiali, durante l'anno e specialmente durante il tempo di quaresima.
  4. — È bene che le Compagnie ogni anno si adoperino a preparare il Presepio nella ricorrenza del S. Natale, facendovi anche le spese occorrenti, e che all'onomastico del signor Direttore della Casa presentino anch'esse al Superiore il loro dono, che preferibilmente consista in qualche oggetto per la chiesa.
  5. -- Ove le Compagnie, invece dello stendardo, hanno la bandiera, adottino l'uso che vi ha nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Torino, di portarla cioè nelle maggiori feste alle sacre funzioni solenni nella propria chiesa, seguendo i Sacri Ministri dalla sacrestia all'altare e tenendola inalberata ai lati di questo durante le dette sacre funzioni

Quando, come è detto, le Compagnie invece dello stendardo adottano la bandiera, questa preferibilmente, almeno da uno dei lati, abbia i colori della nazione o della città locale, se così comporta l'uso.

  1. — È cosa lodevole e molto utile il tenere una volta all'anno in ogni Casa e Oratorio un piccolo Congresso delle Compagnie.

Tale Congresso si può svolgere con alcune adunanze private per sezioni e con una breve adunanza generale pubblica, nella quale si leggano i voti delle sezioni e si tengano alcuni discorsini brillanti su temi interessanti le Compagnie.
Sarebbe pur bene che a coronamento di questi piccoli 'Congressi locali, si tenesse l'analogo Congresso Ispettoriale.
ha Compagnia del SS. Sacramento potrebbe anche promuovere un piccolo Congresso Eucaristico.

— Saranno organi ufficiali delle Compagnie il Bollettino Salesiano, Gioventù Missionaria e i Bolletini locali delle Case.

26 Aprile 1931
IL RETTOL MAGGIORE: Conserviamo e pratichiamo le nostre tradizioni: (1., La voce del padre. — 2. Origine delle nostre tradizioni. 3. Alcune cause della lor trasgressione. — 4. La tradizione vitale per i Direttori — 5. Le mortificazioni del Beato Padre e le nostre. 6. Una parolina ,ai confratelli coadiutori. — 7. Conclusione pag. 933

I.
ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE Il Rettor Maggiore.
J. M. J.

Carissimi Confratelli e Figli in Nostro Signore Gesù Cristo,
1. Il mese della festa del nostro Beato Don Bosco mi suggerisce di intrattenermi alcun poco con voi, proprio nell'intimità del cuore che sente sempre più vivo il bisogno di comunicarvi qualcosa di quanto ho veduto ed udito da Lui e di Lui, che adesso abbiamo la fortuna di avere non solo Padre e Maestro desideratissimo, ma Patrono potente in cielo.

Siamo ormai pochissimi i superstiti delle prime generazioni salesiane che hanno personalmente goduto delle sue ineffabili familiarità. Ed ogni di quando mi prostro dinanzi alla santa sua Salma ad impetrare sopra di me e sopra ciascuno di voi, o miei cari, la luce e la forza per essere' sempre più degni suoi figli, mi pare di ritrovarmi ancora con Lui vivo e rigodere della sua stupenda familiarità di sguardo, di voce, di tratto e di opere: familiaritas stupenda nimis, anche di lassù.

Così, mi pare, ch'egli da più tempo vada ripetendomi: « T'affretta e non ti stancare dal ridire ai miei figli, ora affidati alle tue cure, le cose che ho praticato e insegnato per divenire veri salesiani secondo il modello additatomi dall'alto ad ammaestramento della nostra Società ».

Per questo nella mia precedente Circolare (Atti del Capitolo Superiore No 55) vi ho presentato e raccomandato di studiare il modello del vero salesiano, . quale lo vide, cinquant'anni fa, il Beato
Padre, e che tramandò a noi, perchè fosse non solo un ricordo, ma la realtà della nostra vita.

Lo si tenga perciò presente questo modello durante tutto l'anno per realizzarlo dentro di noi: lo si studi e si approfondisca con la meditazione quotidiana: se ne parli in ogni circostanza: se `ne illuminino convenientemente i vari aspetti della visione, e si faccia risaltare la disposizione dei diamanti, che, spostati, non renderebbero più lo splendore della nostra vita.

La vita salesiana infatti,  considerata nella sua attività, è lavoro e temperanza, vivificati dalla carità del cuore nella luce sempre più luminosa della fede e della speranza: considerata invece nella sua spiritualità interiore, è guidata dall'obbedienza che distacca dai beni caduchi con la povertà, e rende simili agli angeli con la castità, sufjulte dal digiuno e dalla visione del premio futuro. Spostando questi diamanti, si avranno altre vite spirituali, non più la salesiana.

Prego vivamente i cari Ispettori e Direttori di convergere le loro conferenze su questo modello; e così pure i predicatori degli Esercizi spirituali, i quali ne trarranno gli argomenti delle loro istruzioni, in modo che la spiritualità salesiana s'imprima bellamente negli animi degli uditori.

Questo modello ve l'avevo già presentato, o miei cari, otto anni fa, onde presiedesse, nel giorno del Giubileo d'Oro delle nostre Costituzioni (3 aprile 1924), alla suggestiva cerimonia della consegna a ciascun socio della nuova edizione delle Costituzioni medesime, coordinate e aggiornate alle prescrizioni del Diritto Canonico, e dei Regolamenti che le spiegano autorevolmente. (Atti Cap. Sup. No 23, pag. 176).
Allora era solo per richiamare tutti a meditare incessantemente, mattino e sera, le nostre Costituzioni e i Regolamenti; invece, oggi, questo modello, illuminato dagli splendori della santità del Beato, dev'essere ricopiato da ciascuno di noi nei suoi minuti particolari, onde la Società Salesiana rifulga quale dev'essere  nell'universo mondo. Perehè nell'augusto Personaggio della visione, il Beato ha contemplato proprio la Società Salesiana in tutta la magnificenza del suo manto e delle sue luci, che siamo noi.

Non si può dare società senza soci, i quali ne sono l'anima e il paludamento esteriore. Ora noi salesiani, individualmente dobbiamo sì curare l'acquisto e la lavorazione progressiva dei preziosi
diamanti; ma, se vogliamo ch'essi brillino in tutto il loro splendore, dobbiamo essere UNO SOLO, come il ricco manto del Personaggio modello con l'osservanza delle Costituzioni praticate in conformità dei Regolamenti e delle tradizioni patern'e.

2. Siccome v'ho già intrattenuti altra volta, o miei cari, intorno alle nostre Costituzioni e Regolamenti (Atti C. S. No 23); e siccome il modello del vero salesiano quale ci è proposto, è di per sè perspicuo a chiunque lo mediti alquanto nella luce della propria vocazione; così ora mi pare conveniente e più pratico richiamare la vostra attenzione sopra le nostre tradizioni che non dobbiamo lasciare andare in disuso in nessun luogo e tempo.

Esse dànno il colore e imprimono il carattere alla nostra società e missione. Se questo colore svanisce, se questo carattere si perde, potremo ancora essere religiosi, ancora educatori praticando puramente la lettera delle Regole, ma non saremo più salesiani di Don Bosco.

Le Costituzioni degli Istituti religiosi sogliono infatti avere molti punii di somiglianza e di quasi identità fra di loro: quello che le distingue e le rende singolari, per lo più non è scritto nelle Costituzioni, ma è contenuto nell'interpretazione e nell'applicazione delle singole regole da parte del Fondatore, il quale, nella pratica, vi imprime una caratteristica così personale che, salvo le parole e il, concetto generico, esse hanno acquistato una personalità propria, che le distingue nettamente da quelle degli altri Istituti.

Ora noi sappiamo che il nostro Beato ha voluto praticare e far praticare per lunghi anni le sue Regole, in modo che fossero scritte con il suo spirito nelle tradizioni del suo Istituto, prima di darcele scritte con l'inchiostro.

Di questa vita vissuta del nostro Beato Padre, che è impressa con il suo spirito nelle nostre tradizioni, dobbiamo essere conservatori integerrimi sempre e dappertutto, come lo sono stati i suoi primi due successori i venerandi D. Rua e D. Albera con tutta la gloriosa falange dei salesiani d'allora, e come è mio vivissimo desiderio che lo siamo noi tutti senza eccezioni di sorta.

D. Rua, il giorno dopo la morte di Don Bosco, dinanzi alla sua salma, fece formale promessa di custodirle gelosamente: altrettanto fece pure D. Albera, il giorno stesso della sua elezione a Rettor Maggiore, dinanzi alla tomba del Padre in Valsalice: ed io, in tutti questi anni di Rettorato, non ho avuto altro desiderio che di vedere attuate la lor solenne promessa e preghiera da parte di ciascuno di noi.

Le nostre tradizioni, o miei cari, sono uscite dal cuore del Beato Padre, il quale con esse ha nutrito i suoi primissimi figli. Questi, prima ancora che avessero le Regole scritte da Lui e approvate dalla Chiesa, mentre si assimilavano i suoi preziosi ammaestramenti ed esempi, si fecero premura di raccogliere nelle loro Memorie e Cronache, gli orari, le disposizioni, le norme, gli ordini, i fervorini, le Buone Notti e quant'altro venisse fatto da D. Bosco e che lor sembrasse degno di nota, perchè presentivano che la lor opera sarebbe stata utile nell'avvenire.

Così la documentazione delle nostre tradizioni è di prim'ordine e ricchissima, sia perchè contenuta nella vita, nelle opere e negli scritti del Beato; e sia per questo filiale contributo di tanti testimoni più che oculari, perchè essi stessi sono stati prima il libro vivente sul quale l'amore del Padre s'era degnato scrivere a caratteri indelebili, con una pazienza infinita, tutto il suo cuore e tutta la sua anima con le sue meravigliose aspirazioni.

E perchè questo libro vivente, scritto dall'amore del Padre, venisse trasmesso ininterrottamente alle reclute sempre crescenti di figli che da ogni parte sarebbero accorsi sotto la bandiera di lui, ecco le prime riunioni di soli tre o quattro giovani, poi le conferenze particolari, indi le adunanze più numerose; ecco in seguito i primi Capitoli ordinari, indi quelli generali con le loro Deliberazioni, ed infine le Lettere mensili, dapprima scritte a mano, poi poligrafate, e nel 1896, stampate che costituiscono il miglior monumento delle nostre tradizioni, anche nelle cose più minute. Dal 1882 al 1920 queste Lettere mensili (e d'allora in poi gli Atti del Capitolo Superiore) sono state il canale trasmettitore della vita salesiana, quale l'aveva plasmata il Fondatore, a tutte le Case della Società che andavano moltiplicandosi fin nei più lontani continenti.

Di più, questa inesauribile miniera di documentazioni delle nostre tradizioni s'arricchisce, o miei cari, di maggiori tesori nelle 55 annate del Bollettino Salesiano (la cui collezione dovrebbe trovarsi in ogni nostra Casa), e nei preziosi 9 volumi delle Memorie Biografiche del Beato Padre  scritte da D. Lemoyne, che son già a vostra disposizione, la cui lettura, privata e pubblica, non sarà  mai troppo raccomandata. Però i documenti degli ultimi 17 anni della vita terrena di D. Bosco non ci hanno ancora rivelate le maggiori meraviglie del suo meriggio e tramonto infuocati. Ed io non trascuro nulla perchè i cari D. Amadei e D. Ceria cavino con ogni possibile ; sollecitudine dagli archivi i documenti che finora ci sono' nascosti ed allora avremo una più chiara comprensione dell'immensurabile patrimonio delle nostre tradizioni. Il recente volume di D. Ceria, l: XI delle Memorie Biografiche, che comprende solo l'anno /875 della vita del nostro, Beato, ci lascia intravedere le restanti maggiori fineraviglie i dalle' quali la figura del nostro celeste Patrono balzerà fuori nella pienezza dei suoi immortali splendori, facendoci comprendere sempre meglio le innumerevoli ricchezze ch'egli s'è degnato tramandarci.

Ora, o carissimi, stare attaccati a tutto questo meraviglioso patrimonio, non tenerlo inoperoso, ma farlo fruttare al massimo in ogni nostra Casa, è quello che ci deve stare maggiormente a cuore, se amiamo 'veramente D. Bosco e vogliamo essere degni suoi: figli, non solo di nome ma di fatto.

3. Però può accadere che qualcuno, quasi inconsciamente, anzi con le migliori buone intenzioni, pensi di potere fare a meno, nella sua Ispettoria, Casa, Scuola, Laboratorio, or di una ed or di un'altra delle nostre tradizioni, o perchè si credono cose da poco, o perchè non interamente secondo le proprie vedute, o perchè la lor attuazione importerebbe noie e fatiche, mentre sostituendole ad altre più confacenti 'alle naturali inclinazioni, e senza troppi riguardi della salvezza delle anime, avrebbe minori grattacapi e fastidi.

Anche la naturale attrattiva verso tutto ciò che sa di novità, può indurre alla trascuranza delle tradizioni, perchè non si riflette che altro è correre dietro le novità ed altro essere sempre all'avanguardia di ogni progresso, come faceva e voleva D. Bosco.

I progressi che esigono la rinunzia di qualcuna delle migliori tradizioni, per piccole che siano, non fanno per noi, o miei cari. In simili casi restiamocene tranquillamente nella retroguardia alla custodia della nostra eredità paterna e ne avvantaggeremo per ogni verso.

Le nostre tradizioni nella lor totalità non sono altro che l'interpretazione pratica delle Costituzioni e del sistema educativo del nostro Beato, quale egli stesso ce l'ha tramandata nella sua vita e nei suoi ammaestramenti. Così le norme del sistema preventivo, per quanto eccellenti in se stesse, se non vengono applicate secondo le istruzioni, gli insegnamenti e gli esempi del Padre, si corre pericolo di non conseguirne i frutti meravigliosi, e di essere. forse anche la rovina, anzichè, la risurrezione della gioventù affidata alle nostre cure.

Alla luce di questo riflesso non è difficile intravedere la moltiplicità di tante piccole tradizioni o dimenticate o messe in non cale nella direzione, nella scuola, nell'assistenza, nelle ricreazioni, nelle relazioni con i giovani e con gli 'esterni, e nella premurosa, ininterrotta vigilanza di mettere i giovani nella. morale impossibilità di fare il male e di prendere cattive abitudini.

Non sarà mai troppa la nostra insistenza a riguardo di questa vigilanza preventiva contro l'offesa del Signore e contro le cattive abitudini, perchè è la nota tradizionale più caratteristica della nostra vita salesiana.

La pratica genuina del sistema preventivo mette pure in evidenza la ragionevolezza di più altre tradizioni fissate nei nostri Regolamenti, come quelle di non mettere le mani addosso, di non condurre, nè ricevere giovani nelle celle o camere; di non prendere abitudini personali, le quali, per quanto non siano forse gran che disdicevoli altrove sono inconciliabili con la nostra vita di ogni dì e di ogni .ora in mezzo alla gioventù.

Queste tradizioni e più altre consimili sono destinate a conservare tra di noi e in noi le qualità di veri educatori e salvatori. delle giovinezze crescenti.

Altre invece mirano a dare e a conservare una stessa fisonomia alle nostre Case, mediante l'uniformità nell'orario, nelle. pratiche di pietà, nella mensa e negli altri atti della vita comune. Così quando dovessimo recarci da una Casa all'altra, oppure quando gli estranei ne visitassero parecchie successivamente, da noi e da loro si-avrebbe quasi la sensazione di ritrovarsi sempre in'ran'unica Casa.

Intorno a ciò l'osservanza delle nostre tradizioni lascia piuttosto desiderare. Spetta agli Ispettori e Direttori vigilare che l'orario delle lor Case sia conforme ai Regolamenti e non subisca cambiamenti troppo numerosi e repentini.

La regolarità dell'orario per la levata, per le preghiere, per i pasti, per le ricreazioni, per le passeggiate e per il riposo, è indice sicuro di serietà, di ordine, di studio, di moralità e di pietà soda.

Importa poi assaissimo che le pratiche di pietà siano fatte non solo con regolarità d'orario, ma soprattutto con la regolarità del metodo fissato dai Regolamenti. A questo riguardo le nostre pratiche di pietà, per quanto categoricamente determinate da un testo unico, sono, qua e là, sin più Case, sottoposte a cambiamenti, abbreviazioni e prolungamenti arll+itrari con;randè facilità ed indifferenza, sotto pretesto della necessità di adattarsi ai tempi, ai luoghi e ai gusti altrui: quasi che le nostre pratiche di pietà siano cosa molto secondaria che vien lasciata alla mercè dei Direttori e Catechisti! NO, no, o carissimi, e mi scuserete se qui calco alquanto la penna: si sono avute troppe osservazioni in proposito e mi pare necessario un richiamo alla regolarità.

Si stia da tatti dappertutto a quanto è prescritto nel libro delle Pratiche di Pietà tanto per i Confratelli, come per i giovani, interni ed esterni. Sono le stesse pratiche di pietà dei tempi di Don Bosco, e la loro uniformità nelle nostre Case è dimostrazione sicura che sdamo veramente suoi.

Se ogni Istituto religioso ha le proprie divozioni, le proprie pratiche di pietà, noi pure abbiamo le nostre e non dobbiamo sostituirle neppure in parte con altre per quanto eccellenti ci possano sembrare `.per la loro antichità, ed  universalità.

Non cambiarle dunque, ma neppure abbreviarle: si recitino invece ogni dì quali sono; e per farlo non è necessario di allungare le funzioni, basta farle bene e con dignità. In qualche Casa si prega e si canta meglio, impiegando meno tempo, che non in altre nelle quali la troppa lentezza indispone e porge pretesto di non terminarle. Parimenti certi predicatori dicono di più e più chiaro che altri i quali parlano molto e dicono poco.

Il motivo di tale disparità sta in questo che nelle prime Case si è saputo far gustare e amare le pratiche di pietà dai giovani, mentre nelle altre le medesime pratiche sono solo un peso che i giovani sopportano di mala voglia, nell'attesa di poterne fare a meno, appena liberi.

4. Un'altra tradizione, anzi la più importante e vitale per noi, è la paternità. Il nostro Fondatore non è stato mai altro che Padre, nel senso più nobile della parola; e la santa Chiesa l'invoca ora nella sua liturgia Padre e Maestro della gioventù.

Tutta la sua vita è un trattato completo della paternità che viene dal Padre celeste: ex quo omnis paternitas in ooelo et in terra (Eph., 3, 25), e che il Beato ha praticato quaggiù in- grado sommo, quasi unico, verso la gioventù e verso tutti, nelle mille contingenze della vita, a sollievo di tutte le miserie temporali e spirituali, con totale dedizione e sacrifizio di sè, nella grandezza del suo cuore, immensurabile come l'arena del mare, facendosi tutta a tutti per guadagnare le anime giovanili e condurle a nostro Signore.

E come la sua vita non è stata altro che paternità, così la sua opera e i suoi figli non possono sussistere senza di essa. Voi perciò, miei carissimi figli, nell'àmbito delle vostre mansioni, dovete essere padri della gioventù affidata alle vostre cure; cioè dovete giorno e notte, respirare e vivere più solo per i vostri giovani, soprattutto amando tenerissimamente le lor anime e sacrificandovi per preservarle dal male e fortificarle nel bene.

In questo senso spetta a tutti la paternità e tutti siamo tenuti a conservarla viva nei nostri cuori e nelle nostre opere. Però l'esercizio esteriore di questa paternità viene nominativamente trasmesso al direttore della Casa, non solo perchè la conservi, ma perchè l'eserciti secondo gli ammaestramenti e gli esempi del Beato.

. Ora questa tradizione della paternità direttoriale il Beato l'ha trasmessa ai suoi direttori quasi unita all'atto e alla realtà più sublimi della rigenerazione spirituale nell'esercizio del potere divino di rimettere i peccati. Perchè il Beato esercitò ininterrottamente per tutta la sua vita e con speciale predilezione questo potere divino in favore dei suoi giovani. Confessarli era la sua occupazione preferita e non la cambiava con nessun'altra. Li confessava appena alzato, durante il dì, a tutte le ore, dovunque, e alla sera continuava molto volte fino a mezzanotte.

Appena s'era acquistata la confidenza d'un giovane, 'lo invitava subito a confessarsi, e lo sapeva fare con tanta paternità soprannaturale che il giovane non solo non sapeva rifiutare, ma ne provava gran piacere e gli apriva candidamente tutto il cuore.

L'ho sperimentato io stesso. Ricordo, come di ieri, la prima volta ch'ebbi la fortuna di avvicinarlo nella mia fanciullezza. Contavo allora poco più di 10 anni. Il buon Padre era in refettorio, dopo il suo pranzo, e ancora seduto a mensa. Con grande amorevolezza s'informò delle mie cose, mi parlò all'orecchio, e, dopo avermi chiesto se volevo essere suo amico, soggiunse subito, quasi per chiedermi una prova della mia corrispondenza, che al mattino andassi a confessarmi.

Sono luci lontane, che però brillano di più viva chiarezza, ora che la vita volge al termine, tra gli splendori abbaglianti dell'aureola immortale che cinge il capo di Colui al quale accostai il mio di bambino per dirgli la mia anima nell'occhio.

Cresciuto poi negli anni e divenuto id pure suo figliuolo e sacerdote, quante volte udii ancora il Padre, ripetere pubblicamente, nelle Buone Notti ai Confratelli e giovani delle Case che visitava, l'invito di andare a confessarsi, ch'io avevo avuto personalmente quand'ero fanciulletto!
La sua parola faceva amare la confessione e poi, verso la fine, molto. delicatamente' si offriva ad ascoltare quanti lo avessero desiderato. Lo diceva, ben sapendo che ciò equivaleva ad averli, la mattina, tutti d'attorno al suo confessionale... e questo non ostante lo stato di salute in cui si trovava!
Perchè la confidenza non s'impone, ma s'acquista, la confessione 'dei suoi giovani, per Don Bosco, il grande conquistatore di cuori, era la cosa più naturale; ne sperimentava i frutti meravigliosi e gli pareva acquisito che potessero fare altrettanto i suoi successori e i direttori delle sue Case.

Siccome personalmente aveva prese le cautele opportune per tutelare la libertà dei giovani, con dare grande comodità di confessori; così sperava che anche nell'avvenire si sarebbe potuto esercitare dai suoi questa pienezza di paternità spirituale. Lui vivente e poi per altri dodici anni, cioè fino al Decreto che inibiva ai Superiori di ascoltare'ex professo la confessione dei propri dipendenti, l'esempio del Padre è stata la regola dei Direttori a questo riguardo, s'intende, sempre con le dovute cautele per la piena libertà individuale.

Il primo successore del Beato, il, venerando D. Rua, avvenuto l'ordine della S. Sede, docile e ubbidiente, promulgò subito le norme precise per l'attuazione delle nuove disposizioni nelle nostre Case. In tal guisa i Superiori e i Direttori cessarono dall'esercizio di questa lor paternità spirituale sopra i sudditi.

Ma con il pretesto di evitare qualunque inconveniente, in un primo tempo si passò oltre il dispositivo del Decreto: i Direttori si ritirarono addirittura dal confessare i giovani, cosa che non è affatto proibita a nessun sacerdote approvato, qualunque sia la carica che occupi nell'Istituto. Chi vi ha giurisdizione esterna è solo tenuto a non ascoltare le confessioni dei suoi sudditi, mentre può benissimo confessare tutti quanti i giovani non dipendenti da. lui.

Ora, come sarebbe bello che i nostri Direttori, evitando di ascoltare le confessioni dei propri sudditi diretti, confessassero regolarmente gli esterni degli Oratori festivi e dei Circoli giovanili; come pure nei limiti del possibile, quelli di altre nostre Case vicine, e tanti altri giovani che v'accorrerebbero assai volentieri se i Direttori facessero rifiorire la tradizione sublimemente paterna del Fondatore, guadagnandoseli con le finezze deliziose della sua squisitissima carità e bontà!
Miei carissimi Ispettori e Direttori, vi scongiuro nelle viscere della carità di N. S. Gesù Cristo di far rivivere in voi e intorno a voi questa tradizione della paternità spirituale, che pur troppo va spegnendosi, con grande danno delle anime giovanili e della nostra fisonomia salesiana.

Rimettetevi di nuovo all'opera che, secondo la mente e il cuore del Beato Padre, dev'essere la prima e la più importante per il Direttore Padre. Siate veramente Padri dell'anima' dei vostri giovani. Non abdicate alla vostra paternità spirituale, ma esercitatela, sia curando i vostri sudditi con regolari conferenze a tutti, e in particolare alle varie Compagnie religiose; trovando poi modo di intrattenervi privatamente con ciascuno, onde possiate dire di possederne il cuore: e sia riservando per voi le confessioni degli oratoriani ed esterni. Oh! confessateli proprio voi questi giovani, regolarmente tatti i sabati e le domeniche come faceva D. Bosco, e non mandatevi i preti novelli senza esperienza.

Perchè le confessioni giovanili siano fruttuose, occorre che il confessore sia molto esperimentato e sia costante nel ''provarsi al suo posto nelle ore opportune.

Siate i confessori, dei giovani e più ne confesserete, più vi sentirete padri e più li amerete. Evitate la tendenza, che va insinuandosi qua e là, di assumervi le confessioni delle donne nelle chiese-pubbliche e delle religiose. Il nostro Beato ha sempre preferito i ragazzi e gli uomini. La confessione di questi sia la vostra occupazione preferita, da non cedere a nessuno; e sarà la vostra gloria più grande. Lasciate ad altri vostri dipendenti le confessioni delle donne, delle religiose e delle stesse Figlie di Maria Ausiliatrice, alle quali il Beato procurava sì buoni confessori, ma lui non ci andava mai.

Se farete 'altrettanto, sarete i benedetti da Dio, 'da Maria Ausiliatrice, dal Beato Padre, dagli uomini e soprattutto dalle falangi di anime giovanili, sopra le.,quali avrete fatto scendere tante volte la pienezza del Sangue prezioso del nostro divin Salvatore!
5. Altro punto importante delle nostre tradizioni riguarda la temperanza e lo spirito- di mortificazione.

Quando cinquantacinque anni fa, il nostro Beato contemplò nella visione (settembre 1876). l'avvenire meraviglioso della sua Società, udì pure questo monito:... « Ma sai a quali condizioni si potrà, arrivare ad: eseguire quello che vedi? Te lo dirò io. Guarda: bisogna che tu faccia stampare queste parole che saranno come il vostro stemma, la vostra parola d'ordine, il vostro distintivo. Notate bene: Ìl lavoro e la temperanza faranno fiorire la Congregazione Saleiana. Queste parole le farai spiegare, le ripeterai, insisterai; farai stampare il Manuale che le spieghi e faccia capir bene 'che il lavoro e la temperanza sono l'eredità che lasci alla Congregazione, e nello stesso tempo ne saranno anche la gloria... ».

Noi da più anni assistiamo al progressivo, meraviglioso avveramento della mirabile visione: Al fascino di questa parola d'ordine e di questo distintivo non cessano dall'accorrere numerose reclute che poi si lanciano intrepide dovunque l'obbedienza le invia, portando con,.sè il Manuale del lavoro e della temperanza, scritto dal Beato stessa con la sua vita mortificatissima e con la temperanza- eroica dei suoi primi figli.

Le mortificazioni di tutta la vita del Padre sono veramente un libro che ce le mostrano sempre più straordinarie tra le straordinarie, benchè egli si fosse studiato ognora di farle passare tra le cose più ordinarie. Si è quasi tentati di pensare ch'egli abbia voluto prenderle tutte sopra di sè per esonerarne i suoi figli futuri. Infatti ad essi non ha voluto imporre mortificazioni particolari all'infuori di quelle della vita comune, del vitto comune, e del digiuno del venerdì.

Ora, o miei cari, se pensiamo che nei primi tempi della Congregazione si era generosamente temperanti e mortificati sin quasi alla privazione delle cose di prima necessità-; da noi non si dovrebbe trovare poi gran difficoltà per essere fedeli nell'osservanza del digiuno del venerdì (Art. Cost. 155), e nel fare « vita in tutto comune, e quanto al mangiare e quanto al vestire » in conformità degli articoli del Regolamento delle Case (2, 3, 4, 5, 6, 12, 15); tanto più che tutte le cose in esse sono di una larghezza tale da non sembrare neppure delle mortificazioni.

Ma pur troppo non è così. Nella nostra vita semplice e mortificata, qua e là, vanno infiltrandosi c prendendo piede delle consuetudini, praticate forse nel mondo, ma disdicevoli al tenore di vita religiosa da noi professata.

Nel cibo, nei digiuni, nelle astinenze si crede di potere fare ciò che è in uso presso i secolari, dimenticando che il nostro vitto ordinario, a colazione, pranzo e cena, ha da essere uguale per tutti (tranne il caso di indisposizione o malattia), nella qualità e quantità; e che sono pure determinate le portate durante i differenti pasti.

Queste portate cambiano naturalmente secondo i cibi in uso nel paese dove si vive: e, se necessario, con il consenso scritto del Rettor Maggiore, si possono distribuire in ore differenti secondo le esigenze dell'igiene e dei bisogni locali, ma non debbono essere accresciute le portate nel complesso della giornata.

Perciò l'intercalare una vera merenda, tra il pranzo e la cena,. conservando in pari tempo quello che è concesso per la cena; — il ripetere la porzione fissata per ciascun pasto, sotto pretesto che non è sufficiente una sola; — il' servirsi dei piatti di servizio smoderatamente, in modo disdicevole alla buona educazione; — il pretendere altre pietanze, a capriccio, senza vera necessità e previa licenza del Superiore; — ed altre consimili eccezioni, che sanno più di golosità ed ingordigia, che di vera necessità, — devono essere ritenute da noi tutti come affatto contrarie allo spirito salesiano delle nostre tradizioni, e quindi da evitarsi con ogni possibile diligenza sia da parte dei Superiori come di ciascun Confratello.

Ora poi va introducendosi in certe Case l'uso del caffè a mezzogiorno. Ecco a questo riguardo quale fu sempre l'usanza che dobbiamo rimettere in vigore, dove fosse necessario.

Durante gli anni del nostro Beato, di D. Rua e di D. Albera, fino al 1914, alla tavola comune non si serviva il caffè, eccetto in qualche pranzo straordinario e nel caso in cui si voleva onorare qualche ospite distinto. Allora il caffè, oltre che al personaggio onorevole, veniva servito a due o tre altri del Capitolo. Fuori di questo caso il caffè non era portato alla ,mensa comune. Chi ne aveva bisogno, con il permesso del Superiore, discendeva a prenderlo nell'antico re f cttorietto presso la cuciva sotterranea di quei tempi: ma la cosa si limitava a pochissimi anziani e malandati di salute.

Nel 1914, avendo il Capitolo ; Superiore stabilito cucina e refettorio a parte, venne a manca 'il piccoiq luogo per il caffè a coloro che ne avevano bisogno. Il sottoscritto, allora Prefetto Generale, dispose che al Sig. D. Albera e a qualche altro fosse servito prima del ringraziamento alla medesima tavola del refettorio comune.

L'esperienza ha dimostrato che sono molto più saggi gli altri Istituti che non danno il caffè a nessuno prima del ringraziamento, nel refettorio comune, ma solo dopo la visita al SS. Sacramento, presso la cucina od anche nella camera di quelli che ne hanno bisogno.

Ho creduto necessaria questa pubblica esposizione, perchè l'uso del caffè va dilagando, ed ogni giorno crescono di numero quelli che sono attratti da questo bisogno: ed io, essendo stato la causa di questo abuso, desidero di mettervi il riparo coll'esempio e con la parola.

Quindi da questo momento si ritorni all'usanza dei tempi del Beato Don Bosco in tutte le nostre Case.

Insisto pure sull'osservanza del digiuno al venerdì in onore della Passione di N. S. Gesù Cristo, da parte di quanti sono in grado di farlo; e il cambio della qualità sia solo per gli ammalati. La mortificazione poi della sera del venerdì dev'essere fatta, come s'è sempre usato presso il Capitolo Superiore, anche quando ci fosse la dispensa ecclesiastica.

« Con queste piccole mortificazioni — concludeva il Beato i suoi appunti per un'istruzione sopra quest'argomento — si avrà il fervore nella preghiera, si vinceranno le insidie del corpo, la virtù trionferà, la Congregazione diverrà un paradiso terrestre ».

6. Nel numero 54 degli « Atti del Capitolo Superiore » feci pubblicare le parole del Beato che caratterizzano il Coadiutore salesiano, illustrate dal pratico ed esauriente commento del carissimo Consigliere Professionale D. Giuseppe Vespignani. Le cordialissime lettere allora ricevute da molti Coadiutori per ringraziarmi del prezioso regalo, mi fecero molto piacere, non già per i ringraziamenti, perchè è dovere del Superiore comunicare ai sudditi tutto quello che riguarda il loro perfezionamento; ma bensì per le promesse esplicite di trarne profitto e farne tesoro per l'avvenire.

Queste promesse sono il vostro migliore ringraziamento, o miei cari, perchè ho piena fiducia che le Manterrete. Non posso però esimermi dal dire una parolina proprio per voi sopra l'argomento delle nostre tradizioni.

Come avrete rilevato, alcune delle nostre tradizioni sonò generali, cioè da osservarsi da tutti indistintamente; ed altre particolari, che devono essere osservate da coloro che occupano una data carica o mansione.

Ora il prezioso documento del Beato, che, con il relativo commento, mette in bella luce la singolarità, la grandezza e lo spirito della vostra vocazione religiosa, contiene pure tutte le tradizioni proprie della vostra vita quotidiana e della vostra missione.

Il Beato ha tenuto a far risaltare che i Coadiutori salesiani sono veri religiosi, quanto i chierici e i sacerdoti; e che, per le mansioni lor affidate, diventano « quasi chi dirige, come padroni su gli altri operai, non come servi... Non sudditi semplicemente, ma superiori. Tutto però con regola e nei limiti necessari ».
Egli vuole che i coadiutori siano « padroni di casa »: dunque in Casa, per la Casa e della Casa: dunque, non con il cuore altrove, non vanitosi, non del mondo; ma addetti al canto, alla musica, alle funzioni delle domeniche e feste, agli interessi della comunità, agli Oratori festivi, alle Compagnie e Società giovanili: dunque primi nella levata, nell'orario di tutti gli atti comuni (preghiere, meditazione, lettura spirituale, esami di coscienza, esercizi di Buona morte, conferenze e rendiconti), nel servizio delle sante Messe, nel fare il catechismo e nel tenere la disciplina tra i giovani.

Li vuole perciò lontani dai pericoli, dai rumori del mondo, da certe uscite, non autorizzate, semiclandestine; da certe compagnie e da certe visite punto necessarie e convenienti: lontani da certe abitudini, portamenti e modi di agire tutt'altro che esemplari: lontani infine da certe moderne eccezioni di radio, sia pure nella propria camera o nel laboratorio, perchè tutte queste cose contrastano e impediscono la vera vita religiosa fondata sopra la pietà solida e fervorosa, sopra la carità ardente, la purezza trasparente, la pazienza e bontà inalterabili; sopra lo spirito del lavoro senza limiti con se ìpliéità spontanea, serena verso tutti, anche in mezzo alle contrarietà inevitabili di quaggiù.

Approfondite, cari Coadiutori, e fate di ritenere scolpite nella mente per tradurle nella realtà, della vostra vita di ogni dì e di ogni ora, le mirabili cose del Prezioso documento paterno, che vi appartiene personalmente; ed io vi assicuro che comprenderete sempre meglio la grandezza del vostro stato e non cesserete più dal ringraziare e benedire la divina Misericordia per avervi chiamati ad abbracciarlo e che vi aiuta a perseverare in esso. Tanto più che la Congregazione, da tenera madre, mette a vostra disposizione tutta il tempo necessario e i mezzi migliori per la vostra completa formazione.

Siccome non è possibile divenire buoni capi e maestri d'arte senza lunghi anni di studio e di tirocinio, così, o miei cari, dovete persuadervi bene che non potreste da soli, senza diuturna e seria preparazione, formarvi religiosi perfetti, quali il Beato vi vuole, atti a fare da padroni e a dirigere gli altri.

Solo con una preparazione lunga, regolare e fatta da lui personalmente, D. Bosco ha ottenuto dei veri modelli di Coadiutori come Rossi Giuseppe, Pelazza Andrea, Frescarolo Francesco, Audisio Cipriano, Buzzetti Giuseppe, Fontana Carlo, Palestrino Domenico, Rossi Marcello, ed altri simili confratelli, per ricordare solo alcuni di coloro che hanno già raggiunto il premio.

Alla morte del Beato, D. Rua, suo fedele interprete, vedendo crescere il numero degli Ascritti Coadiutori, stabilì che i giovani professi passassero a S. Benigno gli anni necessari, per fortificarsi  nello spirito e perfezionarsi nella lor arte, cosa che, nei limiti del possibile, venne continuata anche in seguito a S. Benigno fino alla guerra.

Al presente, essendo cresciute a dismisura le esigenze per le scuole professionali e per di più anche i pericoli di far naufragio nella vocazione, i Superiori sentono ogni dì più impellente la necessità di dovere dare ai confratelli Coadiutori una preparazione lunga almeno quanto quella dei chierici.

Questi, dopo il noviziato, hanno due anni di filosofia, tre di esercizio pratico e quattro di teologia, in tutto quasi dieci anni, durante i quali essi fanno una vita di studio, di disciplina e di sottomissione perfetta.

I Coadiutori non ne hanno bisogno di meno per divenire buoni religiosi, veri maestri d'arte, direttori di laboratorio e capi dell'azienda salesiana. Ci conceda il nostro Beato di potere compiere quanto ci sta a cuore, ed allora i Coadiutori, ai quali egli, cinque anni prima che morisse, aveva in S. Benigno dato il programma del loro apostolato e preannunziato il' crescente numero, vedranno pure avverato l'augurio che sarebbero cresciuti eziandio u in bontà ed energia, e allora, come leoni invincibili, avrebbero potuto fare molto del bene ».

Le poche cose, che son venuto fin qui esponendovi alla buona e con il cuore alla mano, vi siano di eccitamento, miei cari figli, a conservare e praticare anche le altre tradizioni salesiane che fossero trascurate nelle vostre mansioni e nella vostra Casa. Ciascuno procuri di divenire nella sua vita una vivente tradizione salesiana con fuggire ogni novità nelle pratiche religiose, ogni mutamento nell'orario della giornata e dei propri doveri, ogni massima, ogni detto, ogni modo di fare che non fosse consono alle regole e agli esempi del Beato.

Termino con le parole pronunziate dal nostro santo Padre alla fine di una delle sue conferenze nel 1875. Eccole:
u Ancora una cosa e finisco. Uniamoci d'accordo nell'eseguir bene le pratiche di pietà della nostra Congregazione e specialmente ciò che riguarda l'esercizio della Buona Morte, l'ultimo giorno di ogni mese. Per quanto si può, si lascino tutte le occupazioni estranee in detto giorno, e ciascuno si applichi proprio in cose spettanti alla salute eterna dell'anima sua; io spero molto, in questo esercizio ben fatto; perchè se ciascuno ogni mese impiega un giorno ad aggiustare in modo regolare tutte le cose sue, costui,", venga la morte quando vuole e nel modo che vuole, non avrà a temere la morte improvvisa. Non solo in detto giorno si faccia una confessione con maggiore diligenza ed una più fervorosa Comunione, ma anche si dia sesto alle cose che riguardano gli studi e specialmente alle cose materiali; che se la morte ci sorprendesse, allora noi potremo dire: Non ho più da pensare e nient'altro che a morire nel bacio del Signore. Che Iddio vi benedica, miei cari figliuoli ». La grazia di N. S. Gesù Cristo sia sempre con noi e ci renda costanti nella pratica di tutte le tradizioni che abbiamo imparate, ricevute e udite dal Beato Padre. Allora il Dio della pace sarà con noi; e la, pace di Lui che sorpassa ogni intendimento, custodirà i nostri cuori' e i nostri pensieri in Cristo Gesù, finchè non entreremo definitivamente nel gaudio eterno del bel Paradiso.

Pregate per me che non vi dimentico dinanzi all'altare del nostro Beato Padre.

Torino, 26 aprile 1931,
Festa del Beato D. Bosco.
Sempre vostro aff.mo in C. J.
Sac. FILIPPO RINALDI.
NB. — Credo opportuno notificarvi fin d'ora i Ricordi per gli esercizi-spirituali che si, terranno ai confratelli durante l'anno 1931 perchè desidero che siano` i medesimi per tutti.
Il Salesiano qualis esse debet: Religioso, laborioso e temperante quando  animato dalla fede, dalla speranza e dalla carità.

24 Novembre 1931
IL RETTOR MAGGIORE: (1. Per vivere accanto al B. Don Bosco 2...L'eredità del B. D. Bosco. —.3. Spirito di povertà e di mortificazione nelle presenti circostanze. — 4. D. Bosco, D. Rua e la povertà religiosa: = 5. Strenne per il 1932. — 6. Preghiere per la Spagna cattolica — Auguri)          pag. 965

ATTI DEL CAPITOLO SUPERIORE
Il Rettor Maggiore.
J. M. J.

Carissimi Confratelli e Figli in Nostro Signore Gesù Cristo,
1. In quest'anno che volge al termine ci siamo dedicati all'apostolato delle Associazioni giovanili tanto care al cuore del Santo Padre, e della nostra perfezione religiosa secondo il modello del vero Salesiano, qual è nella visione del Beato nostro Padre nel sogno del 1881.

La vostra partecipazione a questo duplice apostolato, esteriore ed interiore, è stata concordemente attiva, come ho rilevato con gioia dall'incremento data' quasi dappertutto alle nostre Compagnie religiose, che continuano a dare ottimi frutti; dallo zelo di ciascuno per realizzare in sè e negli altri confratelli il modello del perfetto Salesiano; e dall'accoglienza fatta alla mia Circolare del 26 aprile scorso per la conservazione e la pratica delle nostre tradizioni: di tutto ne sia ringraziato di cuore il Signore.

Intanto se ciascuno di voi, o miei cari, fosse ognora sollecito di avvicinarsi di più al nostro Padre D. Bosco, per imitarlo ininterrottamente, mi pare che quelle cose da voi stessi additatemi come contrarie al nostro spirito verrebbero automaticamente abolite per fare il posto ad altre che, pur essendo elementi integrativi del nostro spirito, sono qua e là lasciate andare in disuso.

Per fare ciò, vale a dire, per vivere proprio accanto al Beato Padre, occorre eccitare dentro di voi stessi il bisogno di leggere e rileggere gli scritti di lui con le Memorie biografiche e quanto altro venga pubblicato intorno a lui e all'Opera sua. Come sarebbe più salutare la vostra missione educativa se si leggesse privatamente qualche volta ogni anno il trattatello sul suo Sistema educativo e la prima parte del Giovane Provveduto! Dicasi altrettanto della Vita, pubblicata testè, dell'indimenticabile Don. Rua, il fedelissimo discepolo che ha saputo rendersi un altro Don Bosco imitandolo in tutto mentre gli viveva accanto.

Vi sono in tutte le Case i volumi contenenti questi preziosi tesori, ma quanti vanno ad attingervi le vere ricchezze salesiane da trafficare per la salvezza di tanta gioventù? La scusa ehe non si ha tempo è puerile, mentre alle volte da alcuni lo si spreca in letture frivole di giornali e libri non convenienti, e in conversazioni inutili, ecc. La vera ragione ditale trascuranza va ricercata nella non comprensione della grandezza dell'apostolato al quale la divina bontà s'è degn zta chiamarvi. Ognuno di voi cerchi di comprendere quanto sia importante la lettura assidua, ordinata di questi volumi, ed allora esperimenterà personalmente il gran bene che ne viene alle anime e alle nostre Opere.

2. Il nostro Beato Padre aveva una larghezza di cuore smisurata come le arene dei lidi del mare, che, dinanzi alle necessità della gioventù abbandonata e di tutte le umane miserie, tenerissimamente si commoveva e gli faceva compiere i sacrifizi più eroici per alleviarle nel miglior modo possibile.

La lettura assidua delle Memorie biografiche ci fa sentire tuttora sempre più viva e palpabile questa sua eminente caratteristica, quasi per inocularla nei nostri cuori e renderli capaci dei sacrifici che la « grave angustia e crisi finanziaria » attuale e mondiale reclama pure dà ciascuno di noi. I Governi di tutti i Paesi ne sono preoccupati, senza trovare modo di scongiurarla; e il Santo Padre Pio XI ha lanciato a tutti i popoli il Suo com-. mosso Appello per la Crociata universale di pietà e di,amore, onde ciascun membro della grande Famiglia di Dio faccia uso di tutti i suoi mezzi disponibili per alleviare gli indigenti per mancanza di lavoro, e particolarmente « l'immensa moltitudine dei bambini vittime le più innocenti di queste tristissime condizioni di cose; imploranti panem dum non erat qui frangeret eis e nello stesso squallore della miseria, condannati a vedere sfiorire quella gioia e quel sorriso che la loro anima ingenua cerca inconsciamente intorno a sè ». Sentire pietà e commiserazione per l'infanzia, per la j aneiullezza abbandonata e recarvi tutto il nostro contributo di amore, di preghiere, di opere, di sacrifizi e di immolazioni, ecco l'eredita che ci ha lasciato il Beato D. Bosco. Egli, durante tutta la sua vita, non ha fatto altro' che darsi incessantemente, anima e corpo, mente e cuore, ad alleviare le miserie morali e materiali della gioventù.

L'eroismo di tutta la sua vita li apostoli non ',,ha avuto altro , movente che l'amore e la pietà per la gioventù; non altro fine che di alleviarla dalle sue miserie, educarla, . condurla a Pio, metterla in condizione di una decorosa vita cristiana, quaggiù nella cittadinanza terrena, per potere così assicurarsi a suo tempo la cittadinanza del cielo.

Ora perchè tutta questa vita paterna sopravviva nella sua Opera a mezze dei suoi Figli, fa d'uopo che l'Appello del Vicario di Gesù Cristo, -risuoni in ciascuno di noi con l'efficacia anche della voce paterna, a monito ed eccitamento salutare di lanciarci, sui suoi esempi, alla grand'opera di commiserazione e di alleviamento delle giovinezze dalle presenti sofferenze, con pienezza di immolazione di noi Messi e delle cose che la Provvidenza mette a nostra disposizione.

3. Perciò, miei carissimi figli, vi scongiuro, non solo in visceribus Christi, ma eziandio in latitudinem cordis Patris, di volgere il vostro sguardo" Falle immense moltitudini di fanciulli imploranti, intorno a voi e .in ogni_ paese della terra, un sollievo, un aiuto alla loro indigenza delle cose di prima necessità per la vita; e così vi riempiate il cuore della più tenera commiserazione, onde essere pronti a fare tutti i sacrifizi che sono a vostra disposizione per alleviarli e rifocillarli, nell'anima e nel corpo.

Nessuno può essere indifferente alle presenti angustie perchè se ne sentono gli effetti dappertutto. Anche per noi non è più per ora il tempo di quella relativa sufficienza che ci permetteva tante opere buone con una certa larghezza di benessere: ora i creditori, grandi e piccoli, picchiano continuamente alla porta; i parenti dei giovani non possono pagare neppure le piccole pensioni; i giovani poveri ed abbandonati crescono ogni dì più nelle nostre Case, mentre le entrate si assottigliano continuamente e le elemo- sine sono più scarse.

Tutte le nostre Case si risentono, e sono in disagio a motivo delle presenti tristezze, lo so; ma più di tutti se ne risente il Capitolo Superiore, sia per le ingenti spese incontrate gli anni scorsi nella preparazione di parecchie Case di formazione religiosa-missionaria; sia per riempirle di buone vocazioni; sia per le spedizioni annuali delle novelle reclute; diligentemente selezionate ed istruite, ai noviziati e agli studentati delle varie Missioni alle quali sono state assegnate; e sia infine per tante altre spese che gravitano sulle sue spalle per il rifornimento delle Missioni, per i Processi di Beatificazione e Canonizzazione dei nostri Servi di Dio, e per la Direzione Generale di tutta l'Opera.

Ricordo le raccomandazioni del Beato Padre di fare qualunque sacrifizio per coltivare ed accrescere le vocazioni e le Missioni; ma sento pure il bisogno di raccomandarmi caldamente a tutti gli Ispettori e Direttori perchè veglino sull'economia e la inculchino continuamente ai loro dipendenti. Prima ne diano essi l'esempio: si proibiscano tutte le spese che possono essere rimandate ad altro tempo; si sospendano i lavori di costruzione e le riparazioni non strettamente necessarie ed urgenti. A questo proposito faccio mie le parole pronunziate dal Beato nel 1876: «Bisogna che voi mi aiutiate. Dite e ripetete che ogni giorno che non c'è il muratore in casa, è una giornata d'oro. Del resto bisognerà che mi ci metta proprio io e che non permetta più nessun lavoro per piccolo che sia, senza che mi si domandi licenza specificatamente... Io non temo che ci manchi la Provvidenza, qualunque maggior numero di giovani accetteremo, o per le grandi opere, anche dispendiosissime, nelle quali ci slanciamo per l'utilità spirituale del prossimo; ma la Provvidenza ci mancherà in quel giorno in cui si sciuperanno denari in cose superflue o non necessarie ».

In tempi straordinari bisogna usare mezzi straordinari. Tutto ciò che pare poco fa crescere la , spesa. Anche le Case che fossero meno provate dall'attuale crisi, devono ricordarsi di essere solidali con il corpo e con il capo della Congregazione, perchè il loro personale e il loro relativo benessere presente è frutto dei sacrifizi sopportati da D. Bosco e dagli altri Superiori nei tempi passati, che erano di non minore penuria di quella che ci travaglia ora. Vedano perciò quei cari Confratelli, che si trovano quasi in condizione privilegiata, di imporsi tutti i sacrifizi di economia, di risparmi, e di mortificazioni che devono sopportare i loro Confratelli delle Case meno abbienti e che vivono solo di beneficenza. In tal modo molti Ispettori potrebbero avere maggiori risorse, non solo per sostenere le Case di ,formazione e di bene ficenza dell'Ispettoria; non solo per pagare con sollecitudine i debiti che hanno verso le altre Case, in particolare verso quelle di formazione Missionaria e verso gli Studentati Teologici di Torino e di Roma, che sono debiti urgenti, privilegiati; ma anche per inviare al Successore di D. Bosco qualcuna di quelle letterine d'oro, con le quali i primi Direttori delle prime Case, `e poi i primi Ispettori, solevano accompagnare i loro auguri e quelli di tutta la comunità, nelle varie circostanze dell'anno e manifestare anche così in modo tangibile il loro filiale aletto.
4. Permettetemi, miei Confratelli e Figli carissimi, che insista su la necessità di acquistare un fine spirito di economia. Senza di esso non si può essere buoni religiosi, perchè, come diceva D. Rua, l'economia è «il profumo della santa povertà, che può dirsi la virtù apostolica per eccellenza » e che il nostro Fondatore ci ha dato quale termometro infallibile della prosperità e della durata della nostra Congregazione.

Oh! si potessero ripetere oggi e nell'avvenire lontano le confortanti parole rivolte da D. Bosco ai Direttori nelle Conferenze del febbraio .1876 ! Le strettezze finanziarie erano molto gravi anche allora, ma il buon Padre, animatili a confidare unicamente nella Provvidenza, li assicurò cle questa non sarebbe mai mancata alle nostre Case, se non quando i Confratelli se ne rendessero indegni, quando cioè si sprecasse il denaro, e si affievolisse lo spirito di povertà. Poi con immensi tenerezza paterna esclamò: Ma finchè io vedrò ciò che ora vede, che si fanno sacrifizi da ogni parte, e sforzi per economizzare in ogni maniera, che il lavoro è grande e disinteressato, no; statene certi, la Provvidenza non ci mancherà mai. Non abbiate alcun timore.

Fare sacrifizi da ogni parte, e sforzi per economizzare in ogni maniera era allora la vita di ogni Confratello, e dev'esserlo pure al presente e nell'avvenire. Veda quindi ciascuno di voi, o miei cari, di tradurre nella sua vita quotidiana, qualunque sia la Casa e l'occupazione, le seguenti raccomandazioni fatte dal Beato in quella circostanza: « Tuttavia, mentre noi ci appoggiamo ciecamente sulla divina Provvidenza, raccomando a tutto potere l'economia. Risparmiamo quanto si può, risparmiamo in ogni modo: nei viaggi, nelle vetture, nella carta, nei commestibili,negli abiti. Non si sprechi nè un soldo, nè un centesimo, nè un francobollo, nè un foglio di carta. Io ciò raccomando caldamente a ciascuno di voi e specialmente agli assistenti, ai professori e a tutti gli altri; che procurino di fare e di far fare ai loro sudditi ogni risparmio conveniente, ed impedire qualunque guasto, del quale si avvedano ».

Dunque economia da parte di tutti e nelle cose anche minime, fosse solo un boccone di pane, un pezzetto di carta, una lampada accesa fuor di tempo o dove non fosse ?necessaria, ecc. Così fanno ora anche le famiglie non solo povere, ma le agiate e le ricche: 'risparmiano, economizzano su tutta la linea. Molte si sono private della comodità delle persone di servizio; e non poche persone che prima non avevano mai lavorato, adesso si pongono al servizio di chiunque pur di potere guadagnare qualcosa. Di più quelle numerose famiglie si sono imposte limitazioni straordinarie nel vitto, che neppure nelle solennità hanno la nostra mensa comune! E si pensi (come faceva rilevare già D. Bosco e poi con maggior insistenza D. Rua) che tuttavia tante di quelle famiglie non tralasciano mai dal dare il loro obolo per le nostre opere e missioni! Quindi, concludeva D. Bosco, « non dobbiamo cercare di rendere la nostra vita più agiata, ma di fare buon uso della carità che gli altri ci fanno per il fine  della nostra missione di salvezza della gioventù abbandonata ».

Ora se tante buone famiglie di secolari si mortificano. anche per sovvenire le nostre Opere, che non faremo noi?
Desidero infine a questo riguardo che ogni Direttore, nell'occasione dell'Esercizio della Buona Morte, faccia leggere da tutti i suoi Confratelli in comune, la Circolare regalataci dal Servo di Dio D. Rua nel nono anniversario della morte del Beato D. Bosco. (V. Lettere Circolari di D. Rua, n. 34, pag. 360). Se si `amerà realmente la santa povertà, e si imiterà il Beato, il quale ha sempre mirato all'osservanza più stretta di essa, allora questo tempo della più stretta economia, ci apporterà tesori inestimabili di reliI giosa perfezione. Ancora: il Beato nei momenti di maggiori strettezze e difficoltà pregava più intensamente e faceva fare particolari preghiere da' suoi giovanetti... e ne era sempre esaudito. Imitiamolo anche in questo. Sì, preghiamo anche noi, o miei cari, e facciamo pregare i nostri giovani, essi pure vittime della tremenda crisi attuale. Animiamoli a pregare per rispondere all'appello del Papa, ed inculchiamo ad essi pure l'economia, onde assecondare, nei limiti delle loro forze, alla Crociata di pietà e di amore proclamata dal Santo :Padre'
5. Ma è tempo che venga alle strenue per il 1932. Ve le espongo per semplici accenni: ognuno potrà meglio svilupparle da se stesso. Ecco le strenne:
PER I SACERDOTI: Messa attente celebretur: si celebri con attenzione la Santa Messa.

PER I CHIERICI E I COADIUTORI: Sanctum Sanctorum peramanter visitétur: si visiti con trasporto d'amore Gesù Sacramentato.

PER GLI ALUNNI INTERNI, ESTERNI ED ORATORIANI: Ascoltino con attenzione la S. Messa e si preparino a ricevere la S. Comunione sacramentalmente od almeno spiritualmente.

PER GLI EX-ALLIEVI: Facciano ogni sacrifizio per ascoltare con raccoglimento la S. Messa tutti i giorni festivi.

Le prime due strenne sono due sentenze lette dal Beato Padre sopra le fiammelle che si alzavano dai raggi del diamante, la Carità, che brillava sopra il cuore del personaggio della visione. Basterebbe questo solo richiamo per valutarne tutta l'importanza e invogliare ciascuno a meditarle profondamente e a praticarle costantemente. Lascio che,gli Ispettori e i Direttori diano le spiega, zioni opportune nelle conferenze e conversazioni particolari, vigilando poi che le strenne siano realmente praticate con vantaggio delle anime e della nostra Congregazione.

Le strenne richiamano tutti a crescere nell'amore all'Eucari- stia, sia celebrando od ascoltando la S. Messa; sia frequentando lā S ]omīcniione; sia visitando il SS. Sacramento, nelle quali pratiche risplende la caratteristica più bella impressa da D. Bosco alla sua Congregazione. Quale vasto campo si offre ai Direttori delle Case per parlare ai loro giovani di quanto ha fatto il nostro Beato per eccitare i giovani alla Comunione frequente e quotidiana; per abituarli a visitare il SS. Sacramento in tutte le ricreazioni della giornata (cosa che vorrei venisse ripristinata dappertutto come una delle nostre tradizioni paterne più salutari).; per sviluppare e coltivare le vocazioni ecclesiastiche; per promuovere la Compagnia del SS. Sacramento ed il piccolo Clero, onde abi-. tuare i giovanetti all'altare nelle grandi funzioni con sottana e cotta, e via dicendo. L'argomento preferito durante tutto l'anno per le conferenze, istruzioni e fervorini e Buone Notti sia: il Beato D. Bosco e l'Eucaristia. I Direttori troveranno nelle Memorie biografiche una miniera inesauribile di pensieri, di fatti e di opere al riguardo. In tal modo si faranno risplendere meglio nella pienezza della lor luce i festeggiamenti che si effettueranno nel corso dell'anno e si avrà una grande fioritura di vocazioni sacerdotali e religiose.

6. Prima di finire, o miei cari, vi' chiedo la carità di particolari preghiere per la Spagna cattolica, così fieramente perseguitata in questi tempi, perchè mi è oltremodo cara a motivo della mia lunga permanenza colà, la quale mi permette di meglio valutare la gravità della presente persecuzione. Pregate per essa e in modo speciale per le numerose nostre Case ed Opere che fiorivano in quella nobile nazione. Le ho poste sotto la protezione di Maria Ausiliatrice: supplicatela anche voi, mattina e sera, con insistenza filiale onde faccia presto sentire a quei nostri carissimi Confratelli tutta l'efficacia del suo potente aiuto e la pienezza della sua materna protezione. Abbiamo tutti bisogno di questa misericordiosa. Madre, ma i Confratelli di Spagna sono in maggiori strettezze e perciò le nostre preghiere siano anzitutto per essi. Preghiamo ora e sempre con la certezza che non ci verrà mai meno l'aiuto potente della nostra Ausiliatrice, finchè le saremo figli devoti e amantissimi.

Ed ora vi faccio i migliori auguri per il nuovo anno, invocando, ad intercessione del nostro Beato Padre, una particolarissima benedizione di Maria Ausiliatrice sopra di voi, delle vostre occupazioni, dei giovani affidati alle vostre cure, onde quest'anno vi sia davvero apportatore di ogni bene più eletto per la vita presente e la futura.. In tal modo possiamo sperare di ritrovarci poi un di tutti assieme- nel bel Paradiso accanto al nostro Beato Padre con tutti i santi Confratelli che ci hanno preceduti nella beata visione della pace. Le vostre preghiere mi sono di grande conforto e ve ne sono gratissimo. Il mio ricambio è continuo dinanzi al Signore, e voi non dimenticate il
Torino, 24 novembre 1931.  vostro aff.mo in C. J.

Sac. FILIPPO RINALDI.
II
COMUNICAZIONI E NOTE
CAUTELE DA .OSSERVARSI NEL CONSACRARE, DISTRIBUIRE E CONSERVARE LA SANTISSIMA EUCARISTIA.

Il 26 marzo 1929 la Sacra Congregazione dei Sacramenti emanò una importantissima Istruzione riguardante appunto le cautele da osservarsi nel consacrare, distribuire e conservare la Santissima Eucaristia.

Detta Istruzione era stata pienamente approvata dal Santo Padre Pio XI, il, quale ordinò pure che fosse pubblicata e mandata agli Ordinari locali e ai Prelati regolari, afnchè i medesimi la comunicassero rispettivamente ai propri sacerdoti e confratelli.

L'Istruzione predetta fu debitamente pubblicata negli « Acta Apostolicae Sedis » del 4 novembre 1929, num. 14. Senz'alcun dubbio i Sig. Ispettori e Direttori l'avranno letta, ben considerata e fatta mettere in pratica. Si ritiene tuttavia conveniente riportarla qui integralmente affinchè se ne prenda nuova visione, trattandosi di cosa di somma importanza, e così si possa opportunamente ovviare agl'inconvenienti, che potrebbero aver luogo in materia tanto delicata.

INSTRUCTIO
AD REV.MOS ORDINARIOS DE QUIBUSDAM VITANDIS ATQUE OBSERVANDIS IN CONFICIENDO SACRIFICIO MISSAE ET IN EUCHARISTIAE SACRAMENTO DISTRIBUENDO ET ASSERVANDO.

Dominus Salvator Noster pignus admirabile praesidiumque maximum pro salute hominum reliquit, Augustissimum Eucharistiae Sacramentum instituens, eisque, ut ad Ipsum accederent praecepit illis verbis: « Am`en, amen, dico vobis: nisi manducaveritis carnem Filii hominis et biberitis eius sanguinem non habebitis vitam in vobis. Qui manducat meam carnera et bibit meum sanguinem, habet vitam aeternam; et ego resuscitabo eum in novissimo die » (IOAN., VI, 54, 55).

Hinc est quod sancta Mater Ecclesia semper sollicita fuit fideles cohortari, ut caelesti hoc pane frequenter vescerentur, instar priorum christi fidelium, qui, « erant autem perseverantes in dottrina Apostolorum et communicatione fractionis panis et orationibus » (Act., II, 42): atque ad hunc finem Sacra Congregatio Tridentinis interpretandis legibus praeposita, die 20 Decembris anni 1905 Decretum edidit «De quotidiana SS. Eucharistiae sumptione », exordiens his verbis Sacra Tridentina Synodus, cui Decretum accessit die 8 Augusti 1910, ita incipiens Quam singulari h. S. Congregationis de disciplina Sacramentorum, « Dé aetate admittendorum, ad primam Commiinionerri eucharisticam ». Incitamenta etiam non laevia ad hunc salutarem usum fovendum praebuere euciaristici Conventus, a s. m. Leone XIII primitùs -constituti, quos undique solemni ritu concelebratos, mirum in módum et excitasse in populis fidem,'atque fovisse pietatem compertum habemus.

Interea Ecclesia omne semper studii/m adhibuit ne a iusus in confectione, susceptione et asservatione tanti `}Sacramenti ri'reperen.t. Quapropter haec Sacra Congregatio disciplinati Sacramentorum praeposita, cum in suo officio explendo compererit, ad ,hanc rem. ,quod attinet, nonnulla haberi corrigenda, vel in usum esse .revocandas leges aut praescriptiones latas, quae sequuntur decernere, seu edicere et declarare statuit, primo quoad cautelar servardas in paranda materia Sacramenti Eīicharistici; secundo in Eiusdem susceptione seu administratione; tedio in Eodem asservando ultimo triduo maioris hebdomadae.

I. Cum enim idem Sacramentum, praeter . fermam, constet materia, oportet ut haec , religiosissime in sua substantia servetur. Materia autem, quae ex divina institutione, verborum consecrationis vi, ad divinum Sacri- ficium et Sacramentum Eucharisticum conficiendum inservit, duplex est, scilicet panis et vinum. De materiae substantia edicit Codex I. C. can. 815, § 1: « Panis debét- esse mere triticeus et recenter confectus, ita ut nullum sit periculum corruptionis »; § 2: « Vinum debet esse naturale de genimine vitis, et non corruptum ». Ideo consequitur panem ex alia substantia con-' flatum, vel illum cui tanta sit admixta quantitas a tritico diversa, ut iuxta communem aestimationem, Critici panem esse dici nequeat, materiam vali-dam pro conficiendo Sacrificio et Sacramento Eucharistico baud constituere.

Item uti valida materia haberi nequit vinum, seu potius liquor, qui sit ex pomis aliisque fructibus, eductus, vel chimicae artis ope elaboratus, quamvis vini colorem, eiusque quodammodo elementa continere edicatur, vel illud vinum, cui aqua malore vel pari quantitate sit permixta. Imo uti dubia reputanda erit materia, nec prdinde adhibenda, si, licet non malore aut pari quantitate quaecurnque alia substantia tritico aut vino commisceatur, notabilis -tamen quantitas aliena sit ipsi admixta; nefas siquidem est tantum Sacramentum nullitatis periculo obiicere. Ad hunc finem convenit ut eiusmodi materiam parantes, ea pernoscant, quae Suprema Sacra Congregatio S. Officii decrevit die 4 Maii an. 1887, die 30 Iulii an. 1890, die 5 Aprilis 1891, die 25 Iunii an. 1891, et die 5 Augusti 1896. Quae pressius ad rem nostram faciunt, referre praestat: « Episc. Carcassonen. eidem S. C. duo re-media proposuit, sive cum vineae abundantibus aquis inundantur, sive cum vinum ipsum transfertur, adeo ut debilitetur, vel facile corrumpatur: 10 Ut vino naturali addatur parva quantitas d'eau-de-vie ab ipsis proprietariis diligen.ter cum vino vero praeparatae (v. g. 15 vel 20 pro centum), et sic corruptionis periculum evitaretur; 20 Ut ebulliatur vinum usque ad 65 altitudinis gradus; tunc enim refrigeratum, minuitur quidem quantum ad quantitatem, sed ab omni corruptionis periculo praeseivatur. Et quaerebat utrum haec remedia licita essent in vino pro sacrificio Missae, et quodnam praef erendum, S. C. feria IV, die 4 Maii 1887 reposuit: ' Adhibeatur vinum ebullitum' » (Collectanea S. C. de Prop. Fide, n.- 1672, edit. anni 1907).

Pariter « Vicarius Apostolicus Tche-li in Sinis retulit: ' Cum difficile sit meracum emergi vinum in Europa, et difficilius adhuc illud pretio haud modico comparatum in Sinas transvehere, quin in via fraude adulteretur, iam abhinc pluribus annis tutius, necnon facilius missionariis huius vicariatus visum est, vinum pro Missae sacrificio in hac ipsa regione confici. Uvae vero, qual in septentrionalibus partibus reperire est, sacchari quantitatem nimis exiguam continent; ex quo fit ut vinum ex his ad sacrificium Missae expressum, alcoolis portionem infimam tantum ad sacrificium Missae ex- pressum, alcoolis portionem infimam tantum habeat, et propterea vix incorruptum qsservari possit, attentis praesertim diuturnis intensisque aestivi temporis ardoribus, corruptioni quam maxime faventibus. Tollitur incommodum, obtineturque vinum tuto servibile, necnon oculis, gestui, olfactuique haud ingratum, si centum libris uvarum mox contusarum addantur decem librae sacchari ex canna (idest ex pianta graminea, botanice saccharum o(ficinale, gallice vulgo canne à sucre nuncupata), haecque massa deinde more solito fermentatur. Quae cum deferbuerit, ex centum libris massae (novero sacchari libras iuxta exposita continentibus) obtinentur sexaginta septem vini librae, quae, ut ex tabulo chimico coniicere licet, practice ad summum quatuor libras cum dimidia (idest circiter quintam decimam ponderis totalis partem) alcoolis ex saccharo geniti continent. Aliis verbis, supradicta operatione obtinetur vinum ex vite verum, cuius centum partes sex vel septem alcoolis heterogenei, seu non ex vite produrti admixtas habent... Nunc autem, aliquo exurgente dubio, quaeritur: 10 An haec praxis ad obtinendum vinum pro Missae sacrificio tuta sit; 20 An valida; 30 Quid si huiusmodi vinum adhibitum fuerit in Missis ex iustitia'. S. C. reposuit die 25 Iunii 1891: ' Vino pro sacrosancto Missae sacrificio, addendum potius esse spiritum, seu alcool, qui extractus fuerit ex genimine vitis, et cuius quantitas una cum ea, quam vinum de quo agitur naturaliter continet, haud excedat proportionem duodecim pro centum. Huiusmodi vero damisti fiat, quando fermentatio, sic dieta tumultuosa, defervescere incoeperit, et ad mentem 9. Mens est, si missionarii nequeant per se ipsos obtinere spiritum vini ex vino regionis, vino vel vinis regionis addant uvas passas, et faeiant omnia simul fermentare ».

Si panis itaque vel vinum corrumpatur, vel alio modo substantialiter immutetur, pronum est substantias ex corruptis vel immutatis iisdem speciebus derivantes, haud amplius materiam aptam ad Eucharistiam conficiendam constituere posse. Hanc ob causam cavendum etiam ne vinum, quod pro Missae Sacrificio paratur, diutius in lagena seu amphora maneat, adeo ut facile acescat, neve aliquantulum aquae furtim eodem hausto, reliquo immisceatur.

Prolatis a legitimo ministro consecratiónis verbis, ac valida adhibita materia, iam Christus Dominus sub utraque specie totus habetur, et quidem sub singulis cuiusque speciei partibus, prout Concilium Florentinum in condito pro Armenis Decreto declaravit, confirmavitque sacra Tridentina Synodus (Sess. 13, can. 3); et iam pulchre Angelicus Doctor his verbis expresserat « memento tantum esse sub fragmento quantum toto tegitur ». Hine est quod rubricati Missalis romani sacerdoti litanti praecipiunt, ut, quoties aliquod hostiae fragmentum super corporale vel patenam forte decidat, vel digitis sit applicitum, diligenter illud colligat, etsi minimum etiam foret. Unde nil mirum quod ex veteribus legibus graves in sacerdotem constitutae fuerint poenae, si eius negligentia gutta aliqua Dominici Sanguinis excidisset.

Eapropter iam patet quanta ad tantum rite conficiendum Sacramentum impendi a sacerdotibus dura debeat, ut utraque materia, panis scilicet et vinum, omnimoda securitate comparetur, his praesertim temporibus, qui-bus inexplebilis lucri cupiditas plures proterve suadet, non panca adulterare, quae, quin ipsi torpori alendo inserviant; in perniciem potius eiusdem vertunt. Siquidem ehimicae scientiae ope multa efformantur, germanam praeseferentia rerum speciem, substantia vero ,naturali destituta, vel aliquam substantiam fraudulenter alteri subrogando, quin facile fraus, etiam analysi adhibita, saepe detegi possit.

Iamvero ut quis certior exgtet de vera panis vinique materia, quae ad tantum Sacramentum cónficiendura omnino rpquiritur, potius profecto erit, visi utramque Sacerdos apud ie ;habeat domi corifectam, eam ab illis comparare, qui, optime de iis experti, triticum usum conterant, sive vinum ex vitis fructu exprimant; et qui, omni suspicione maiores, tuto fidem f a-cere possint, sese, quacumque fraude remota, vere hostias ex tritico solummodo conferisse, et vinum tantum ex vitis fructu, seu genimine expressisse.

II. In administratione Eucharistici Sacramenti non minor adhibenda sedulitas, ne consacratarum hostiarum fragmenta pereant, cum in qualibet ipsarum, integrum Christi corpus adsit. Itaque curandum maxime ne frag- menta ab hostiis facile separentur, decidantque in humum, ubi, horribile dictu! sordibus permixta, pedibus proculcantur.

Ad haec igitur praecavenda postulai necessitar, ut hostiae apte etiam conficiantuY, et quidem ab iis, qui non solum honestate praestent, sed etiam ipsis conficiendis sint experti, idoneisque instrumentis instructi. Hinc est quod quibusdam in locis cum munus hostias parandi, vinumque, pro Sacramento conficiendi, laudabili consilio, religiosis utriusque sexus sodali bus eommissum fuerit, res prospere cessit.

Quod autem in Missalis rubrica sacerdoti altare petituro praecipitur, videlicet ut in apparendo calice, fragmenta, si quae hostiam circumstent, caute amoveat, id ipsum peragere expediens erit, antequam particulae, quae communicandis Christi fidelibus irrserviunt, in pyxidem ab eo, ad quem spectat, collocentur; atque bune in finem prudens erit easdem particulas non acervatim in pyxident `iniicere, sed singulas in eadem apte disponere.

Quo facilius sacerdos ex corporali fragmenta colligat, oportebit ut hoc frustulis careat, quae ex accensis super altare cereis excidere saepe solent, cum, istis permixta, ` aliquando haud facile discriminaci queant. Studendum itaque, ut idem corporale, sanctissimum Christi corpus excepturum, candidum iugiter serveturet quaevis ab eo macula absit; itemque munda sint oportet sacrae mensae mantilia, palla, atque linteolum, quod ad detergendum calieem adhibetur.

Ne autem fragmenta in humum decidant quoties sacerdos Christi Corpus fidelibus praebet, sive ipsa dirette, sive ex distenta mappa prolabantur, prudentissime dimidio fere praeterito saeculo mos fuit inductus, parva utendi patina, ex metallo confetta, subter eorum mentum apponenda. Facilius siquidem ac tutius, quam super protensa mappa, eadem fragmenta in illa sistunt, faciliusque pariter a sacerdote terni colligique possunt. Et ipsa sacra Congregatio, tuendis praeposita Ritibus Ecclesiae, cum super hoc, die 16 Martii an. 1876 percontata fuisset, nullum contrarium emittens. iudicium, respondit: « non esse interloquendum », unde idem mos pluriuso in regionibus vigere coepit, et late se diffudit.

Alia causa dispergendis Eucharistici Sacramenti fragmentis, facile ha beni potest, cum, peculiari aliqua circumstantia, sive ex Apost. Sedis indulto, sive fatta locorum Ordinariis facultate ex iure id permittendi, sub dio Missa celebratur, flantibus interdum ventis. Ad praecavendam fragmen- torum dispersionem, curandum erit quod altare, ubi Missa erit litanda, tribus e lateribus, tabulis tegatur; vel tentorium adsit super altare obductum, et ad tria eius latera descendens in formam aediculae, quo ipsum altare a . ventis . protegatur, vel alia ratione id fiat, consentanea cum reverentia tanto mysterio debita.

III. Quoad asservationem Sacramenti Eucharistici ultimo triduo maioris hebdomadae, hoc adservatur ad Missam Praesanctificatorun celebrandam, et ad Communionem infirmis dandaco.

  1. S. Hostia pro Missa Praesapctificatovum, adservanda est in sacello intra Ecclesiam, quo pulshrius fieri poterit, ornato luminibus, velis, non nigris tamen aut lugubribus, et floribus, sine reliquiis aut imaginibus sanctorum vel Beatissimae Virginis et S. Ioannis Evangelistae, remotisque statuis, scenas Passionis repraesentantibus.

Capsula autem seu arca, ubi calix cum S. 'Hostia est reponendus, ita sit confetta„ ut calix adorantibus nullimode pateat, et obseretur clave; super ostiolo capsulae, sigilla apponi non licet. Id statuitur Rubricis Missalis Romani et decretis S. C. Rituum.

Ex S. Rituum Congregationis decreto n. 3939, « Romana » haec habentur: « Utrum liceat ad exornandum praedictum altare (sepulcri), adhibere statuas aut picturas, nempe Beatissimae Virginis, S. Ioannis Evangelistae, S. Mariae Magdalenae et militum custodum, aliasque huiusmodi? ». Resp. « Negative. Poterunt tamen Episcopi, ubi antiqua consuetudo vigeat, huiusmodi repraesentationes tolerare: caveant autem ne novae consuetudines hac in re introducantur » (15 Decembris 1896).

Et n. 2873, « Narnien. »: « Cuinam tradenda sit clavis ostioli supradicti » (Arcae in qua asservatur SS. Sacramentum Feria V in Coena Domini)? Resp. « Iuxta alia decreta, Canonico vel Sacerdoti in crastinum celebra-turo » (7 Decembris 1844). Cui decreto consonant decreta sub numero 635, 813, 912, 2335, 2830, 2833, 2904 et 579.

  1. Pro Communione infirmis danda, in Ecclesiis parochialibus, aliisque, a quibus accipi solet Sanctissima Eucharistia, servandae sunt aliquae particulae consecratae in pyxide, circa cuius repositionem haec serventur. Iuxta mentem Rubricarum ista extra Ecclesiam esset reponenda, se. prope Sacristiam, in loco opportuno et apto, ubi congrua cum reverentia adservandum erit Sacramentum, non tamen fidelium adorationi expositum, sed tantum, communionem infirmis ministrandi causa custoditum. Huiusmodi locus opportunus et aptus est capella, seu sacellum prope Ecclesiam, vel ipsum sacrarium, aut aliquod parvum conclave sacrarii tutum et decens; aut etiam locus decens in parochiali domo, a domesticis et profanis usibus seiunctus, et a quocumque irreverentiae periculo remotus. Ibi parandum est tabernaculum clave obserandum, lampade coram eodem iugiter ardente, et repositio ipsa Feria V facienda est.

Ubi vero huiusmodi aptus locus non habeatur, sacra pyxis adservanda erit a Missa Feriae V ad Missam Praesanctificatorum ipso in « Sepulcro », uti communiter appellatur, post calicem; a celebrata autem Missa Praesanctificatorum ad Missam Sabbati Sancti, in aliqua remotiore et secretiore capella eeclesiae, ibique lampas accenna maneat. Si autem nullus, praeter « sepulcri » sacellum, locus aptus habeatur, pyxis in ipso sepulcro, usque ad Sabbatum Sanctum remaneat. Lampas ante Sepulcrum accendatur, extinctis ceteris luminibus, iis etiam sublatis, quae ad ipsius ornatum fuerunt apposita. Quod si in aliqua ecclesia Coenae Domini solemnia non habeantur, sacra pyxis suo in altari servari poterit usgue ad solis occasum eiusdem Feriae V; posthac usque ad Sabbatum. Sanctum, in aliquem ex supra indicatis locis erit collocanda.
Prudentiae ceteroquin Episcoporum erit, quoties enascatur difficultas in harum praescriptionum observantia, quaenam sint aptiora loca ex enunciatis ad eumdem finem, diiudicare, et si non parvi super eadem re irrepserint abusus, ut sedulo isti removeantur, curare.

Quapropter Sacra Congregatio in plenariis Dimittis die 23 Martii 1929 habitis, omnibus mature perpensis et discussis, Rev.mis Ordinariis haec praescribenda esse censuit:

  1. Ordinarii, attentis animadversionibus, praeceptis, et decisionibus supra expositis, ea quamprimum statuant, sedulissime servanda a Rectoribus ecclesiarum, et sub horum ductu ab aliis altari inservientibus, ut omne nullitatis periculum a Sacrificio altaris amoveatur, et omnis irreverentiae occasio arceatur.
  2. Curent proinde ne in singulis dioecesibus vel civitatibus aut oppidis, pro natura locorum, idoneae desint personae, omnique suspicione maiores, praesertim religiosi utriusque sexus sodales, a quibus ecclesiarum rectores utramque Sacrificii et Eucharistici Sacramenti materiam, nisi apud se habeant, ed nparare possint, tuta conscientia adhibendam.
  3. Item circa ea quae hostiarum confectionem spectant , iidem rectores advigilare debent, ne in istis fragmenta facile haerentia maneant, efficiann que ut, antequam Missa litetur, caute ac sedulo ea amoveantur, et saltem cribro leviter:excutiantur, si ingens hostiarum numerus parandus erit.
  4. Pervigilem adhibeant ipsi curam ut hostiae nonnisi recenter confectae cónsecrentur, et sacrae particulae, in pyxide adservatae, frequenter renoventur" (Can. I. C. 1272, et Eit Rom., Tit. IV, cap. I, n. 7); ad quem finem studeant ut tabernacula, ubi sacra collocatur Eucharistia, quantum fieri poterit, ab humidti vel a nimio rigido aere sint defensa: humore siquidem exstante, facile hostiae marcescunt, algore autem friabiles fiunt.
  5. In diribenda fidelibus sacra Communione, praeter, ante communican- tes extensum, linteum albi coloris, iùxta rubricas Missalis, Ritualis, et Caeremonialis Episcoporum, patina erit adhibenda, argento aut metallo inaurato confecta, nullimode tnen artificiosa arte intus exsculpta, quae ab ipsis fidelibus subter eorum mentum erit apponenda, excepto casu, quo sacra Eucharistia ab Episcopo ministratur, vel a Praelato Pontificalibus utente, vel in Missa solemni, adstante sacerdote vel diacono, qui patenam subter communicantium mentum teneat.
  6. Monendi sedulo erunt fideles ne, dum suo apponunt mento patinam, et Sacerdoti dein tradunt, aut alteri fideli eam porrigunt, ita eamdem flectant aut invertant, ut, si quae adsunt, fragmenta decidant et disperdantur.
  7. Fragmenta autem quae in patina post sacram fidelium Communionem exstabunt, quoties haec intra Missam fuerit diribita, in calicem sedulissime, digiti ope, iniiciantur; in pyxidem vero, si extra Missam sacra Synaxis a fidelibus recipiatur.

Mens autem Sacrae Congregationis non est eas reprobare patinas, cuiusmodi demum sint formae, quae modo adhibentur quibusdam in Ecclesiis, dummodo ex metallo sint confectae, et intus non sculptae, quaeque sint aptae sacris fragmentis colligendis.

  1. Ordinarii denique satagant ut ecclesiarum rectores diligentissime munda servent altaria, una cum sacris sup-ellectilibus, illa praesertim quae sacris Speciebus excipienclis inserviunt, et sciant super observantia praefatarum praescriptionum graviter onerari eorum conscientiam.
  2. Quoad asservandas sacras particulas, infirmis ministrandas postremo hebdomadae sanctae triduo, Ordinarii locorum perspectam habeant Rubricarum et Decretorum Sacrae Congregationis Rituum intentionem; scientes easdem asservari non ad publicam venerationem, imo hanc prohiberi; tamen magnopere satagendum esse, ut Eucharistiae Sacramento, habita in primis ratione loci, non desit obsequium' "congruentis honoris et decoris.

Emi Patres praeterea mandarùnt ut locorum Ordinarii, intra annum a recepta hac Instructione, S. H. Congregationem certiorem reddant de his quae decernere censuerunt, in executione,7n praescriptionum heic contentarum, et ad abusus forte inolitos convellendos.

In Audientia diei 25 Martii 1929 Ssmus D. N. Pius Pp. XI, audita relatione infrascripti Secretarii H. S. Congregatiónis, eamdem Instructionem approbavit atque edi iussit, mandans ut mittatur ad omnes locorum Ordinarios et Praelatos regulares, ad hoc, ut sacerdotibus et religiosis sodali-bus respective eam ipsi comn- unicent.

Datum Romae ex Aedibus Sacrae Congregationis de Sacramentorum disciplina, die xxvi eiusdem mensis, anni MDCCCCXXIX.

+. CARD. LEGA, Praefectus.

L. + S. D. JORIO, Secretarius.

ADNOTATIONES.

  1. Iucundo sane animo conspicere nobis licet quanta alacritate nostris hisce temporibus adauctus sit cultus erga Ssmum Eucharistiae Sacramentum, post habitos undique coetus celeberrimos, recolendae tam salutiferae tamque mirabili institutioni, quae miram Iesu Christi caritatem in hominum salutem tam praeclare prodit. « Nihil enim efficacius — monebat Summus Pontifex Leo XIII — catholicorum animis excitandis, tum ad fi- dem strenue profitendam, tum ad virtutes christiano nomine dignas exercendas, quam ut alantur et acuantur studia populi in admirabile illud amoris pignus, quod pacis vinculum est atque unitatis » (ex Brevi Providentissimus Deus diei 28 Novembris 1897).
  2. Nil mirum itaque quod idem Pontifex stimulos addere nunquam destitit, ut eucharistici coetus in pluribus orbis terrae partibus liaberenttir. Huc spectant Litterae ab eodem datae 'die 16 Maii anni 1881, cum primus habitus est eucharisticus diversarum nationum conventus in Insulensi ci-vitate, a die vicesima octava ad diem tricesimam Iunii anni eiusdem, qui-bus, hanc ob rem, suam expromebat laetitiam, et omnibus qui eidem conventui interfuere Apostolicam benedictionem speciali affectu impertitus est. Quin imo die vicesima secunda Augusti- dicti anni praesidi eiusdem coetus de hoc ei referenti, epistolam misit, qua ad magis magisque eiusmodi adaugendos coetus incitamenta praebuit his verbis: « Instate igitur, dilecti fluii, operi vestro; novos semper ei adiicite sodales; propagate institutionem cui estis addicti, et in omnibus excitare conamini caelestem caritatis ignern, quem Christus venit mittere in terram, et quem per Eucharistiae sacramentum praesertim incendi voluit ».
  3. Die etiam 28 Maii anni 1892 epistolam encyclicam ad omnes Orbis Episeopos misit, de Santissima Eucharistia, cuius initium Mirati caritatis inscribitur.
  4. Summus pariter Pontifex Piu's X illud, nunquam satis celebrandum, edi decretum iussit die 20 Decembris anni 1905, quo SS. Eucharistiae quotidianam sumptionem fidelibus commendavit, et ad eam sancte et salubriter recipiendam opportuna praecepta dedit, Die insuper septima Augusti anni 1910, ut aliud ederetur detretum.voluit, aetatem respiciens, qua ad primam Eucharisticam Communione forent ads1ittendi pueri puellaeque, statuens quoties ad discretionis anno, seu ad initum usus rationis pervenerint, eis sacram Communionem ministrari posse et deberi.
  5. Utrumque decretum confirmatum fuisse scimus a Summo Pontifice Benedicto XV Rescripto edito a Secretaria Status ex Audientia diei 26 Iunii 1916, cui titulus De Eucharistica puerorum utriusque sexus comunione ad mentem,-Summi Pontificis die 30 mensis Iulii solemni ritu promovenda (Act. Ap. Sedis, vol. VIII), occasione qua generalis puerorum Communio indicta fuit, ut exitiale bellum, quo fere tota Europa tam saeve divexabatur, tandem aliquando desineret, istaque conquiesceret. Praestat eiusdem tenorem referre: « Ssmus D. N. Benedictus divina Providentia Papa XV, cui nihil wntiqcífius, quam ut pie inviolateque serventur decreta Sacra Tridentina Synodus et Quam Singulari, fel. ree. Decessoris sui Pii X iussu edita, referente me infrascripto Cardinali a Secretis Status, cum prope adsit alter luctuosissimi eventi anniversarius dies, id mandare dignatus est, quod sequitur: omnes et singuli in Europa locorum Ordinarii summopere curent, ut, in Ecclesiis et Oratoriis suae cuiusque dioecesis, die 30, qui dominicus est, proximi mensis Iulii, pueri utriusque sexus universi ad mentem Beatissimi Patris, sollemniore quo fieri poterit ritu, ad Sacram Synaxim aecedant '. Contrariis quibusvis minime obstantibus ».
  6. Postremo Summus Pontifex Pius XI, quo Supremo Ductore fruimur, ad magis magisque eumdem cultura fovendum augendumque erga Ssmam Eucharistiam, die vicesima-quarta mensis Maii anni 1922, decimum sextum coetum inter nationes solemniter auspicatus est, eidemque adfuit. Satis autem cognita sunt ea quae idem Summus Pontifex in Al1oeutione habita die decima septima Decembris elapsi anni 1928 de eiusmodi eucharisticis coetibus editit: «Ecqùis ignorai quantopere ceteri qui atti sunt, ex nationibus omnibus Congressus Eucharistici, quamque mirum in modum contulerint ad fidem in popúlis excitandam, ad fovendam pietatem, ad christianae denique vitae usum instauranduml ».
  7. Die autem 20 Decembris mensis, eiusdem anni, occasione qua annum quinquagesimum ab finito suo sacerdotio auspicatus est, parvulis Oratorii S. Petri, Christi corpus primitus suscipientibus amantissime praebuit.
  8. Die denique vicesima quinta Iulii huius labentis anni, ut benignissimo Deo gratiae agerentur pro finita inter S. Sedem atque Italorum regem conventione, exoptatae inter utramque potestatem pacis nuntia, iucundissime evenit, gratissima omnium recordatione, nunquam e memoria delenda, communem vespertinis horis conspicere Patrem, diuturnum post tempus, ex Basilica omnium maxima S. Petri in apertum solemnissima prodeuntem pompa, quem frequentissimi excellentissimorum ordinum viri comitabantur, quamplurimie etiam sacri ordinis alumnis incedentibus, pacisque Hostiam ferentem, ingenti populi multitudine prae laetitia gestiente, adeo ut miti spirante aere, atque occasu voluti cunctante, natura ipsa ob singularem eventum laetari videretur.
  9. Dura itaque maxime laetandum quod ex huiusmodi excitato studio erga Ssmam. Eucharistiam uberes capiantur fructus, prudentia suadet ut pericula irreverentiae erga tantum Sacramentum arceantur. Ad hunc finem linee sacra Congregatio de Sacramentis, cui munus commissiím est Sacramentorum tuendi disciplinam, illorum memór quae sive iuris canonici Codex, sive Concilia, sive Tridentina praecipue Synodus in recipiendo tanto Sacramento praecipiunt, balie edi Instructionem curavit. Quanta siquidem reverentia idem Sacramentum trattari et suscipi debeat, Catechis- mus romanus ex decreto sacrosancti Concilii Tridentini editus his praecla- ris enuntiat verbis: « Quemadmodum ex' omnibus sacris mysteriis, quae nobis tanquam gratiae certissima instrumenta Dominus Salvator Noster commendavit, nullum est, quod cum sanctissimo Eucharistiae' Sacramento comparari queat: ita etiam nulla gravior alicuius sceleris animadversio'a Deo metuenda est, quam si res, omnis sanctitatis piena, vel potius quae ipsum sanctitatis auctorem et fontem continet, neque sancte, neque religiose a fidelibus tractetur » (De Eucharistiae Sacramento, caput IV).''
  10. Ad sancte itaque tractandum, religioseque suscipiendum divinum sacramentum, eadem sacra Congregatio iure optimo normas hac Instructione praebere studuit, respicientes tum altare, in quo sanctum Sacrificium perficitur, tum mensam, in qua Eucharistia sumitur, tum tabernaculum, ubi sacra custoditur hostia, tum materiam, qua idem conficitur, panem sci-licet et vinum, quorum primus triticeus esse debet, alterum e genimine vitis eductum. Horum itaque confectio ad quodvis invaliditatis et irreve- rentiae periculum avertendum sedulo curanda, quemadmodum ipsa man.-tu a, quibus altare tegitur, et alla, quae inibi adhibentur, integra mun- daque sint oportet.
  11. Eadem ratione sacra Congregatio altaris administros urgere non desinit, ut in sanctissima Eucharistia fidelibus diribenda periculum dispergendi fragmenta amoveant, ideoque praecipit, ut in ea ministranda patina adhibeatur. Itemque caveant ut triduano mortis D. N. I. C. tempore, decenti custodiae Ssmae Eucharistiae consulatur, eam scilicet sancte religioseque servando.
  12. Prudenti vero parochorum industriae relinquitur, ut in Ecclesiis magnarum praesertim urbium, altare ubi tabernaculum collocatum est;. Sanctissimum excipiens Sacramentum, prae coeteris indubio et conspicuo signo facile a fidelibus dignoscatur, irreverentiam etiam vitandi causa,. ipsosque ad hunc finem hortentur, ut Ecclesias ingressuri, potiorem, uti par est, cultum Eidem praebeant.
  13. Rogantur denique iterum iterumque Rev.mi Ordinarii tum locorum tum personarum, sacerdotesque utriusque Cleri, ut diligentissime efficiarit; ne aliquid ex iis quae in hac Instructione statuta sunt, ad sante religioseque Sacramentum tractandum, in irritum cedat, cum detrimento Eiusdem, cui caetera referentur sacramenta, et prout Ssmus Dominus Noster Pius Papa XI suprema Sua auctoritate, ut baco omnia serventur, sanxit.

D. Jouro, Secretarius.

 

 INDICE TEMATICO

Abito dei soci coadiutori, 204.
Accademie in onore della Madonna, 628.
Albera D. Paolo: Lettere circolari, 257.
- Richieste di notizie personali, 334.
- Ritratto, 378:
Allievi Missionari Espatriati. Obblighi militari, ,623.
Alunni: Regolamento di D. Bosco, 295.
- Modestia del vestire, 676.
- Amadei D. Angelo, D. Bosco e il suo apostolato, 826.
Anno Santo, 309.r
Antichi Allievi. Associazione, 796.
Apostolato: delle nostre Con agnie ,religiose, 913.
- della preghiera, 333.
- o Azione cattolica - motivi e modo di coadiuvarla.
Appello di personale per le Missioni, 865.
Appendice al Regolamento per le Case, 281.
Artigiani: Formazione e istruzione dei giovani, 28, 466.
- Vocazioni, 29, 651.
Aspiranti Missionari: Domande,-446.
- Esenzione servizio militare, 302.
- Aspiranti. Vacanze, 567.
Assistenza all'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 22.
Associazioni religiose. Concetto del Papa, 914.
Auguri, 972.
Ausiliare del Direttore Spirituale, vedi Tirone.
Ausiliatrice vedi Maria Ausiliatrice. Avvenimenti (due) inseparabili, 829.
Azione Cattolica, 879, 913.
Bagni, 460.
Barberis D. Giulio rieletto Direttore Spirit., 7.
- Raccolta di notizie personali, 792.
- Vedi pure Direttore Spirituale. Bars Mons. Emanuele, Amministrat. Apost. della Diocesi di Krishnagar, 703.
Beatificazione di D. Bosco: - 1. ,Nella luce della Parola del Papa. - 2. Il 2 giugno a Roma. - 3. La vera gloria del Beato. - 4. Moltitudini attorno al Beato. - 5. Il trionfo del 9 giugno in Torino. - 6. Per i figli del popolo e per le Missioni. - 7. Le nostre responsabilità, 757.
- Vedi pure Bosco D. Giovanni. Benedizione di Maria Ausiliatrice, 683.
Biennio di perfez. e vocazioni pei Confr. Coad., 869.
- Disposiz. del XIII Cap. Gen. al riguardo, 883.
Bolla Pontificia di nomina di Don Eugenio Méderlet ad Arcivescovo di Madras, 702.
Bollettino Salesiano, 36.
Bosco D. Giovanni: Causa di beatificaz., 524.
- Centenario del 10 sogno, 312.
Bosco D. Giovanni:
- Centenario della sua la Comunione, 383.
- Congregaz. antipreparatoria sopra l'eroismo delle virtù, 344.
- Congregaz. preparat. sopra l'eroismo delle virtù, 459.
- Decreto dell'eroicità delle virtù, 544, 547.
Decreto sui miracoli, 729, 742;744.
- Decreto del Tuto, 776.
- Festeggiamenti, 731, 737, 796.
- Immagine-Ricordo 10 sogno, 341.
- Politica, 286.
- Povertà religiosa, 969.
- Preghiere al B. D. B., 802.
- Pubblicazioni, statue, medaglie, quadri, immagini, 740.
- Rapporti col B. Cafasso, 356.
- Ricordi ai primi Missionari, 255.
- Salesiano (il) nella vita e nella mente del Beato, 923.
- Sistema educativo, 866.
- Sogno del 1879, 415.
- Sogno e Futura S. S. respicientia », 180.
- Ufficio, 845.
- Venerabile (decreto), 782. –
- Vivere accanto al B. )-37 965.
- Breve Apostolico: di erezione della Prefett. Apost. di Luapula Sup., 385.
- di nomina di D. Arturo Jara a Vie. Ap. di Magellano, 450.
- di erezione della Missione indipendente di Miyazaki affidata alla Società Salesiana, 704.
Cafasso D. Giuseppe: con D. Bosco, 356.
- Concessione Ufficiatura del B., 378.
- innalzato all'onor degli altari, 413.
Caffè. Uso, 944.
Cagliero Card. Giovanni, 7.
Calzolaio (Il) Fantini-Costamagna, 376.
Canazei Mons. Ignazio, 877.
Candela D. Antonio eletto Cons.• Cap., 414.
- incaricato della sorvegl. degli
Orat. Fest. e dell'Assoc. degli
Antichi Allievi, 802.
- Vedi pure Consigliere Capitolare.
Canonizzazione di- S. Luigi Gonz., 20
Centenario, 441.
Canto gregoriano, 783.
Capi-Missione: Rendiconti, 529.
- Relazione alla S. Sede, 433.
- Capitolo Generale XII, 4.
- Amministrazione, 62.
- Circa i Regol. e le Costit., 39.
- Pietà e discip. relig., 59
- Generale XIII, 671, 695, 797.
Apertura luglio 1929, 753.
Data, 710.
-'Importanza, 711.
- Parole del Rett. Magg., 3.
- Preghiere e splendori, 714.
- Preghiere per (il...), 735.
- Proroga, 591.
Caravario D. Callisto, 852.
Carità di preghiere e di azione, 717.
Casa di perfez. pei Coad. in ogni Ispettoria, 841.
Case di formaz. e di perfez. pei nostri Ch. e Coad., 375, 918.
Erezione canon., 249, 341, 377, 668.
- Festa del S. -Cuore, 708.
Norme per i periodici locali, 351.
- Periodici, 421.
- Salesiane riconosciute come preparatorie per le Missioni, 304.
- Casus conscientiae pro 1920 soluti, 31, 55;
- pro 1921 soluti, 66, 93, 112, 141.
- Catalogo per l'Antico Continente e per l'America unificato " (esperimento), 585.
Catechismo, 878.
Causa di Beatif., vedi Bosco D. Giov.
- Vedi Savio Domenico.
Cautele nel consacrare;: distrib.' e
conservare la SS. Euc. 978. Centenario (20) della Canonizzazione di S. Luigi Gonzaga, 473, 441.
della prima Comunione di DonBosco, 383.
- del primo sogno di D. Bosco, 312.
- Ceria D. Eugenio: Vita religiosa nell'insegnamento di S. Francesco di Sales, 445.
Chierici: Case di perfezionamento, 919.
Cura e tiroc. prat., 318, 323, 616.
Disposiz. relat. agli studi, 616.
Cimatti D. Vincenzo, Superiore della Miss. di Miyaza i, ,705.
Cinematografo, 43, 678, 866. Cinquantenario della fondai. della Casa di Roma, 836.
Circolare per un Convegno dei Maestri di Noviziato, 48.
- dell' Ordinario Milit. Ital`m 623. Circolari dei nostri Padri raccomandate per la lettura, 120.
Circoli Cattolici. Regolamento-tipo, 684.
Clausura nelle nostre case, 774. Clero. Referendum indetto dall'unione missionaria, 460.
Coadiutore (il) Salesiano, 620, 877.
- secondo la mente del B. D. Bosco, 888.
- Coadiutori, 508.
Abito, 204.
Case di formaz., 375.
- Case di perfezionamento, 913, 919.
- e le+tradiz- sales., 974.
- Formazione, 121, 466.
- Programma di perfezionamento, 534.
Coltura delle vocazioni tra gli artigiani, 29.
Commissioni. Non si affidino ai. Confr. residenti in Cas''di formaz., 826.
Communicatio facultatum, 423. Compagnie religiose: apostolato, 913, 951.
- Giornate e congressi; 916.
- negli Orat. Fest., 604.
- Azione Cattolica, 879.
Comunicazione della facoltà di benedire e d'imporre gli scapolari, 448.
Concessione speciale per i viaggi d'Italia, 581.
- dell'Ufficiatura del B. Cafasso, 378.
Conelli D. Arturo: eletto Economo Generale, 7.
- Raccolta di notizie personali, 792.
- Vedi pure Economo Generale.
Conferenze: Accademie in onore della Madonna, 628.
- agli Insegnanti, 421.
Confratelli nelle Case di formaz. centrali, 826.
- defunti, 826.
Confratelli Artigiani. Corso di perfezionamento, 582.
Confratelli Coadiutori: Caratteristiche, 877, 945.
Compagnie religiose, 951. Formazione, 466, 688, 722. Rapporti col Cbns. Prof., 700.
Temi trattati nel convegno, 696.
- Una parolina (ai...), 945.
Congregazioni Romane: Domande, 287.
- Studi ecclesiastici, 408.
Congressi e giornate delle nostre Compagnie, 916.
Congressini Missionari, 428.
Congresso (1) del Sacro Cuore di Gesù, 39.
- (X) Internazionale dei Coop. Sal., 386.
Consacrazione al Cuor di Gesù, 332.
- del Tempio di Gesù Adolescente a Nazareth, 118.
Consigliere Capitolare: Case sal. riconosciute come preparatorie per le Missioni, 304.
- Circolare dell'Ord. Milit. Ital., 623.
- Decreto sull'esenz. serviz. milit. degli Asp. Miss., 302.
-- Elezione di D. Candela, 414.
- Obblighi milit. dei Miss. espatriati, 623.
Oratori festivi ed ex-allievi, 871,885.
- Sac. ital. già Ufficiali nel R. Esercito e Unione Nazionale Uffic. in Congedo, 975.
Consigliere Professionale: Abito dei Coad., 204.
- Biennio di perfez. e vocaz. pei Confr. Coad., 869, 883.
- Casa di perfez. pei Coad. in ogni Ispettoria, 841.
- Case di formaz. pei Coad., 375.
- Coadiutori e le tradizioni sales., 974.
Consigliere Professionale : Compagnie relig., 951.
- Concetto genuino del Coadiutore, 620.
- Cultura generale, 80.
- Cura degli alunni più adulti, 569.
- Cura delle vocaz. tra gli artig., 651.
- Elenchi dei nuovi coad., 582, 622.
- Esposizioni, 80.
- Formazione e vocaz. degli artig., 29.
- Formaz. relig. e profess. dei Coad., 722, 841.
- Insegnamenti intorno al Coad. Sala, 620.
- Istruz. e formai. Artig. e Coad., 466.
- Miglioram. delle scuole profess. ed agric., 639.
- Moduli di rendic., 394.
- Novizi Coad., 679.
- Perfez. dei Confr. Artig., 582.
- Perfez. di nuovi professi, 569, 680.
- Persone addette alle scuole prof. ed agric., 660.
- Programma per il perfez. dei Confr. Artig., 533, 582.
- Pubblicazioni profess. ed agrarie, 375.
- Rapporti dei Confr. Coad. col Cons. Profess., 700.
- Rendiconti al Cons. Profess., 148, 569, 841.
- Scuole profess. ed agric., 467, 841.
- Vocaz. di Artig. Coad., 79, 121, 974.
Consigliere Scolastico: Conferenze agl'insegnanti, 421.
- Corso teologico, 699.
- Deliberaz. del Cap. Gen. XII per gli studenti di'teolog., 26.
- Lettera di Pio XI sugli studi eccles., 299.
- Mezzi per tener vivo tra gli scolari l'amore allo studio, 882.
- Periodici delle case, 421.
- Programmi scolastici, 319.
- Pubblicazioni dei soci, 533.
- Quinquennio di Sacerdozio. - Disposizioni rig. agli studii, 616.
- Rendiconti scolastici, 391, 532.
Consigliere Scolastico: Regolamenti.
- Spiegazione, 533.
- Tiroc. prat., 323, 616.
- Vacanze e uscite degli alunni, 840.
Constitutiones Societatís S. Francisi Salesii, 124.
- Traduzione, 151.
- Convegno: dei Confr. Coad., 696.
dei Direttori d'Europa, 432, 459,472.
- dei Direttori degli Orat. Fest., 41-, 49, 564, 589.
- dei Maestri di Noviziato, 48.
- VII dei Direttori Diocesani, 38.
- Cooperatori; Congresso X (dei...) Salesiani, 386.
- Cura (dei...), 528.
- Giubileo della Pia Unione e della Pia Op. di M. Aus., 429.
- Organizzazione, 360.
- Riorganizzazione e sviluppo, 973.
- Coppo Mons. Ernesto, 52.
- Corrispondenza tassata, 685.
- coi Superiori (norme), 25.
- Corso di perfez. dei Confr. Artig., 569, 582, 680.
- teologico, 699.
Costamagna (Il Calzolaio), 376. Costituzioni: Giubileo d'oro, 58, 174, 254.
- Riguardo le traduzioni, 248.
- Testo latino, 124; italiano, 151.
- Costruzioni e innovazioni negli edifizi, 419.
- nuove, richiamo, 637.
Crociata Missionaria, 660.
Cultura generale (corsi di), 80.
Cumiana: Scuola Agricola per Aspiranti Missionari, 572.
Cuore di Gesù; Consacrazione, 332.
- Giubileo della consacrazione, 310.
- 1° congresso, 39.
Cura degli alunni più adulti, 569.
- dei chierici del tiroc. pratic., 319.
- dei Coop. ed ex-allievi, 528.
- del personale, 484.
- delle Missioni affidata al Pref. Gen., 296.
- delle vocazioni, 634, 649.
- del perfez. dei Coad., 534.
- Czartoryski D. Augusto: Si raccol
gono gli scritti del Servo di Dio, 585.
Dati statistici. Formulario relativo, 81, 437.
Debiti. Proibizione di contrarre, 638.
Decreto de scrutinio alumnorum peragendo antequam ad ordines promoveantur, 954.
- del « Tuto rig. la Beatif. di D. B., 776.
- della S. C. dei Riti per il triduo o Ottavario per la Beati di D. B., 791.
- di aggregazione della Pia Unione di M. SS. della Salute e dei Ss. G. e C. de Lellis all'Arciconfraternita di Roma, 665.
- di nomina di D. Bars Em. ad Amministratore Ap. della Diocesi di Krislinagar, 703.
- di nomina di D., Cimatti Vinc. a Superiore della Missione di Miyazaki, 705.
- sull'esenz.' dal serviz. milit. degli Asp. Miss:, 302.
Devozione, vedi Maria Ausiliatrice. Diffusione della nostra stampa, 478.
Direttore spirituale, 628.
- Canto gregoriano, 738.
- Catechismo, 878.
- Centenario della prima Comun. di D. Bosco, 383.
- Cinematografo, 435, 678. 866.
- Clausura nelle nostre Case, 774.
- Compagnie relig. e'Azione Catt., 879.
- Cura delle vocaz., 634, 649.
- Esercizi spirituali; 462.
- Esercizi spir. per Oratoriani, 568.
- Foot-ball, 866.
- Irregolarità nel noviziato, 463.
- Lettere circo'. di D. Rua e di D. Albera, 257.
- Liturgia, 338.
- Mezzi per coltivare le vocaz., 298.
- Modestia del vestire degli alunni, . 676, 773.
- Moduli di rendiconti, 390.
- Musica sacra, 739.
- Osservanza della Circo. del Rett. Magg. per il Giubileo d'oro delle nostre Costit., 257.
Direttore Spirituale: Pietà e disciplina relig. nel Cap. XII, 59.
- Politica, 418.
- Preghiera, 503, 721.
- Precauzioni da osservare in rig. a Suore e donne nelle case nostre, 339.
- Prescriz. dei Regol. per la virtù della purezza, 338.
- Prescriz. concernenti le persone d'altro sesso, 567.
- Rendiconto mensile, 147, 352.
- Sisteh a educativo di D. Bosco, 866.
- Tirocinio pratico, 318, 323.
- Vacanze degli aspiranti, 567.
- Vocazioni religiose ed ' ecclesiastiche, 257. Direttori: Convegno, 432, 459,. 472.
- di Orat. Fest. (Convegno), 564, 589.
- diocesani (Convegno), 38.
- Esercizi spirituali, 306.
- Raccomandazioni, 119.
- Ricordi confidenziali, 244.
- Tradizione vitale, 939. Discorso del S. Padre, 707.
- dopo la lettura del decreto del Tuto », 778.
- Pio XI, 552, 748, 787.
Disposizioni del XIII Cap. Gen. per il biennio di perfez., 883.
- relative agli studi dei Ch., al triennio prat., al 1° quinquennio di sacerdozio, 616.
Domande alle Congregazioni Romane, 287.
- Aspiranti Miss., 446.
Donne. Precauzioni da osservare,339.
Eccidio di Mons. Versiglia e di D. C.Caravario, 852.
Economia, 950.
Economo Generale, 332.
- Amministrazione - norme stabilite nel Cap. XII, 62.
- Concessione per i viaggi in Italia, 581.
- Costruzioni e innovazioni negli edifizi, 419.
- Doveri degl'Ispettori verso lo Stud. Teolog. della Crocetta, 531.
Economo Generale: Economia, 950.
- Obblighi contratti verso le Case Sal., 638.
- Proibizione di contrarre debiti, 638.
- Raccomandazioni varie, 64.
- Rendiconti amministrativi, 436.
- Richiamo per le nuove costruzioni, 637.
- Statue, medaglie, quadri, immagini di D. Bosco, 740.
- Sussidi agl'Ispettori, 530. Edifizi. Costruzioni e innovazioni, 419, 637.
Educazione cristiana della gioventù, 839.
Elenco Case Sal. riconosciute come preparatorie per le Missioni, 304.
Enciclica del Papa, 839.
Eredità del B. D. Bosco, 966.
Erezione canonica e soppressione di una Casa, 90.
- della Prefett. Ap. di « Luapula Superiore », 385.
- delle Case (modello del decreto), 249.
- di nuove Case, 341,- 377, 668.
- d'Ispettorie nuove, 45, 49.
- Esenzione servizio militare degli aspiranti missionari, 302.
- Esercizi Spirituali pei Capi d'arte,674.
per Direttori, 306, 462, 673.
- per Giovani, 478.
- per Oratoriani, 568.
- Ricordi, 119, 565, 753.
- Spirito Sal., 688.
Esercizio di buona morte, 60, 948.
Esposizione Missionaria, 374, 445.
- delle Missioni, 93.
- Norme per i preparativi, 296.
- Esposizioni, 80.
Eucaristia. Cautele da osservarsi nel consac., distrib. e conservarla, 978.
Ex-Allievi, 514, 871, 885.
- Cura, 528.
- Organizzazione, 360, 460, 871, 885.
- Unione, 976.
Facoltà: Concessa dalla S. Peniten- zieria al Rettor Maggiore con potere di delegare, 705.
Facoltà: di benedire scapolari, 448.
- prorogata ai Superiori che hanno terminato il loro mandato, 146.
Facultatum communicatio, 423. Fantini (Il Calzolaio), 376.
Faseie D. Bartolomeo eletto Cons. Se., 7.
- eletto regolatore del Cap. Generale XIII, 713.
- Vedi pure Consigliere Scolastico.
- Festa del S. Cuore nei Noviziati e nelle Case di formazione, 718.
- Festeggiamenti, vedi: Bosco D. Giov. Foot-Ball, 866.
Formazione: vedi pure: Case di formazione.
- del personale addetto alle scuole prof. ed agric., 660.
- dei có,diutori, 121. ,
- dei confr. coad., 688, 722.
- istruzione degli artig. e coad., 466.
- religiosa e morale degli artig., 28.
- religiosa e morale dei giovani, 600.
- religiosa e profes. dei coad., 841.
- Gasparri Card. Pietro. Lettera ai Rev. Sal. del Cap. Gen. XII, 7. Gastini L., 376.
Gesù Adolescente a Nazareth (consacrazione), 118.
Giornata Missionaria. Norme pratiche della Propagazione della Fede, 682.
Giornate e Congressi delle nostre Compagnie, 916.
Giovani: Istruzione religiosa, 597.
- formazione relig. e morale, 600.
- Gioventù:
- Educazione cristiana, 839.
- missionaria (Associazione e Rivista), 528.
Giraudi D. Fedele eletto economà., 332.
Vedi pure Economo., Generale.
Giubilei. Circolare del Rettor Maggiore, 341.
Giubileo della consacraz. al S. C. di Gesù, 310.
- della incoronaz. e della formola di benediz. di Maria Aus., 590.
- della Pia Un. dei Coop. e della Pia Opera di Maria Aus., 429.
Giubileo delle nostre Missioni, 38, 364.
- d'oro delle Costituzioni, 58, 174, 254, 257.
- di Maria Ausiliatrice, 628.
- d'oro Sacerdotale del S. Padre, 115.
Gullino D. Pietro: Aritmetica per le scuole pratiche di agricoltura, 376.
Gusmano D. Calogero confermato Segret. del Cap. Sup., 7.
- Vedi pure Segretario Cap. Sup. Hlond Card. Augusto secondo Cardinale Salesiano, 572.
Incremento della Pia Società, 37.
Indirizzo di omaggio al S. Padre:
di D. Rinaldi, 786.
- di D. Tó'masetti, 550, 746.
- Indulgenza plenaria in articulo mortis, 667.
- lavoro santificato, 16, 35.
- Indulgenze: Cinquantesimo delle Costituzioni, 286.
- delle stazioni di Roma, -667.
e privilegi della P. Unione di M. SS. della Salute, 666.
- per il lavoro santificato, 16, 35.
- per la giac..e Cara Madre, Vergine Maria, fate che io salvi l'anima mia », 961.
Immagini di, D. Bosco, 740.
Inno di ringraziamento alla Provvidenza, 291.
Insegnanti. Conferenze, '421.
Instructio ad R.mos locorum Ordinarios de scrutinio alumnorum peragendo antequant ad ordines promoveantur, 954.
Irregolarità nel noviziato e nelle professioni, 463.
Ispettore: Doveri verso lo Stud. teol. Crocetta, 949.
- Il danaro disponibile delle case devesi consegnare all' Ispettore, 530.
Moduli di rendiconti, 406.Ispettorie nuove, 45.
- nuove circoscriz. ed erezione canonica d'... in Italia, 49.
Istituti Italiani all'estero per le Missioni, 529.
Istituto: delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Assistenza, 22.
Istruzione della S. C. dei Riti, 792. Ivrea, 146.
Jara Mons. Arturo, vescovo titolare di Art1zelaide, 451.
Kimberley Vicariato Apostolico, 648. Krishnagar ,Missione, 647.
Lavoro indulgenziato, 16, 35. Lettera: del Papa pel Congresso dei Coop. in Buenos Aires, 328.
- del Rett.,~Magg, intorno al Coad. G'r Sal., 620.i,
di Pio *I sugli studi ecclesiastici, 299.
mortuaria, 826.
Lettere: Circolari di D. Rua e di Don Albera, 257.
- e risposte, 708.
- filiali, 456.
Lettura delle circolari dei nostri Padri, 120.
- delle Mem. Biogr. del B. Don Bosco, 120.
- spirituale pel 1923, 44.
Letture Cattoliche, 826.
Liturgia, 738.
Manifestazioni Missionarie, 360. Maria Ausiliat. Benedizione, 683.
- Devozione, 361.
Giubileo della Pia Opera e della.Pia Un. dei Coop., 429.
- Nuovo periodico, 657.
Mathias Mons. Luigi, Pref. Apost. dell'Assam, 54.
Medaglie di D. Bosco, 740.
Méderlet Mons. Eugenio, arcivescovo di Madras, 720.
Meditazione, 350.
Memorie biograf. di D. Bosco. Lettura, 120.
Merlo Pietro. Manuale tipografico, 376.
Messa in Mare (celebrazione), 683. Mezzi di propaganda, 478.
- per attirare i giovani all'Oratorio, 609.
- per avere vocazioni tra gli Artig., 651.
- per suscitare le vocazioni, 479.
- per tener vivo tra gli scolari l'amore allo studio, 882.
Mezzo di santificazione, 830. Militari. Circolare dell' Ordinario 623.
- Rig. il servizio, 302, 446, 580. Militi di Cristo, 832. Missionari: Congressini, 428.
- Domande (aspiranti...), 446.
- Ricordi di D. Bosco, 255.
- Spedizione, 352, 772.
Missione di Krishnagar e Vicariato di Kimberley, 647.
- di Miyazaki affidata ai Salesiani, 74. Missioni, 360, 502, 720, 814.
- Crociata missionaria, 660.
- Cura affidata al Pref. Gen., 296.
- Documento della S. C. di Propaganda F., 106, 682.
- Esposizione, 98, 374„ 445.
- Gioventù missionaria, 528. - Giubileo d'oro, 38, 3A.
- Istituti ital. all'estero, 529.
- Istruzioni per la Mostra, 109, 203.
- Manifestazioni miss., 360.
- Personale, 865.
- Referendum - Unione Miss., 460.
- Relazione alla S. Sede, 306.
- Relazioni, 460.
- Sviluppo organico, 708. Miyazaki. Missione indipendente affidata ai Salesiani, 704.
Modestia del vestire degli alunni, 676.
- Norme e raccomandazioni sul modo di vestire, 773.
Modulo di rendiconti a vari Superiori, 390, 391, 394, 398.
Mortificazioni del B. Padre e le nostre, 943.
Munerati D. Dante confermato Proc. Gen., 7.
Musica sacra, 739.
Napoletana. Erezione dell' Ispettoria, 50.
Nazareth. Consacrazione del tempio di Gesù Adolescente, 118.
Nomine varie, 51.
Norme dei Regol. per il principio dell'anno scol., 23.
- e raccomandazioni sulla modestia nel vestire, 773.
Norme pei Confr. proroganti il servizio militare, 580.
- per i periodici locali delle Case, 351.
- per la corrispondenza coi Superiori, 25.
- pratiche per la Giornata Miss.
della Propagazione della fede, 682.
Novarese. Erezione dell'Ispettoria, 50.
-Novizi coadiutori, 679.
Noviziati. Festa del S. Cuore, 708.
Noviziato. Irregolarità, 463.
Obblighi finanziari degli Ispettori verso l'Istituto Int. Crocetta, 531.
- militari dei missionari o allievi missionari espatriati, 623.
- verso le Case Salesiane, 638.
- Oratoriani'. Esercizi spirit., 568.
- Oratorii festivi:
- Associazione degli Ex-Allievi, 796, 871, 885.
- Compagnie religiose, 604.
- Concetto del B. D. B., 592.
- Forme di attività, 607
- Mezzi per attirare i giovani, 609.
- Ordinario militare ital. Circolare, 623.
Ordini Sacri. Istruzione riguardante, 954.
Organizzazione Coop. ed Ex-All., 360, 460, 973.
Osservanza della Circol. del Rett. Magg. per il Giub. d'oro delle nostre Costit., 257.
Parola e concetto del Papa intorno alle Assoc. relig., 914.
Perfezionamento: Biennio, 883.
- dei Confr. Artig., 582.
- dei professi temporanei, 569, 680.
- e vocazioni per Confratelli Coad., 869.
- Periodici delle Case, 421.
- locali delle Case, 351.
Periodico Maria Ausiliatrici, 657.
Personale: Cura e formazione, 484.
- per le scuole profess. ed agric., 660.
- per le Missioni, 865.
- Tema proposto per il Cap. Gen. XIII (studi per la formaz. e la cultura), 719.
Pia Società. Incremento, 37.
Pia Unione: dei Cooperatori - riorganizzazione e sviluppo, 973.
- di Maria SS. della Salute e dei Santi Giuseppe e Camillo de Lellis, 663.
Pio XI: Benevolenza verso la Pia Società, 34.
- Discorso del S. Padre, 552, 748.
- Giubileo d'oro, 715.
- Udienza concessa a D. Rinaldi,14, 74, 560, 645.
- Piscetta D. Luigi: Rieletto Consigliere Capitolare, 7.
- Raccolta di notizie, 792.
- Richiesta di dati per una biografia, 962.
- Vedi pure Cons. Capit. Poenitentiariw (Sacra ). Communicatio facultatùm, 423.
Politica: proibizione, 350, 418.
- di Don Bosco, 28
Povertà D. Rua, 969.
Prefetto • Generale. Appello di personale per le Miss., 865.
- Appello perle Vocaz. Miss., 567.
- Crociata Miss., 660.
- Cura dei Coop. ed Ex-All., 528.
- Cura delle Miss. (Incarico), 296.
- Domande - Aspiranti Miss., 446.
- Esposizione Miss., 296, 374, 445.
- Festeggiamenti per la Beatif. di ` D. B.,
- Gioventù Miss., 528.
- Istituti Ital. all'estero per le Miss., 529.
Istruzione per la Mostra Miss.,109, 203.
- Manifestazioni Miss., 360.
- Organizzazione Coop. ed Ex-Allievi, 360, 460.
- Periodici locali delle Case, 351.
- Relazione sulle Missioni alla S. Sede, 433, 460, 529.
- Servizio militare, 446, 580.
- Spedizione di Missionari, 352, 659, 772.
- Sviluppo e riorganizz. della Pia Un. dei Coop. e delle Cooperatrici Sal., 973.
- Unione Missionaria, 460.
- Prefettura Apostolica di Luapula Superiore (Congo B.), 385.
Prefetture Apostoliche, 170.
Preghiera, 333, 503.
- indulgenziata, 16, 35.
- per il Capitolo Gen. XIII, 729.
- Preghiere e splendori di luce attorno al Cap. Gen. XIII, 714.
- al B. D. Bosco, 802.
- Modo di recitare, 721.
per la Spagna cattolica, 972.
Prescrizioni delle Costituzioni e dei Regolamenti al riguardo, 698.
rescrizioni dei Reg,ol. per la custodia della virtù; della purezza, 338, 567.
riguardanti gli Studentati Teol.,873.
Procuratore Generale. Indirizzo al S. Padre, 550, 746.
Professi. Corso di perfezionamento 569, 680.
Professione religiosa in articulo mortis, 91.
Professioni. Irregolarità, 463.
Programma e corso di perfezionamento pei Confr. Artigiani, 582.
- del X Congresso Internaz. dei Coop. Sal., 386.
- perfezionamento pei Coadiut., 533.
Programmi scolastici, nuove osservaz., 320.
Propaganda Fide. Rig. le Missioni, 106.
Proposte inviate dai Soci pel Cap. Gen., 43.
varie, 823.
Proroga, vedi Militari.
Prossimi festeggiamenti (come concorrere ai...), 737.
Provvidenza. Inno di ringraziamento, 291.
Pubblicazioni dei soci, 533.
- professionali e agrarie, 375.
- Quadri di D. Bosco, 740.
- Quaestiunculae liturgiche pro 1921
risolte, 68, 95, 114, 142.
Quinquennio (1°) di sacerdozio. Disposizioni relative, 616.
Raccomandazioni varie, 64.
- "ai Direttori, -119.
- e norme sulla modestia nel vestire, 773.
- papali, 833.
Rapporti: dei Confratelli Coadiutori col Consigliere Professionale, 700.
- di D. Cafasso con D. Bosco, 356.
- Rappresentanti delle Missioni dal Papa, 833.
Regolamenti (nuovi...), 177.
- da rinviare, 48.
- della Società Salesiana, 205.
- Regolamenti e Costituzioni. Lavori
relat. nel Capitolo Generale, 39.
Regolamento e Programmi Scol. -
Spiegazioni da dare al Personale, 533.
Regolamento-Tipo per i Circoli Cattolici Salesiani, 684.
- per gli alunni, 261, 295.
- di D. Bosco per gli alunni, 295.
- Regolamento del Capitolo Generale, Osservazioni, proposte, 708.
- Relazionai sulle Missioni alla S. Sede, 306, 433, 529.
Rendiconti amministrativi, 436.
delle scuole profess. ed agric.,148.
moduli valli ai Superiori del Ca pitolo, 390.
professionali, 569.
- scolastici, 532.
Rendiconto mensile, 147, 352.
Rettor Maggiore. Anno santo, 309.
- Apostolato della preghiera, 333.
- Apostolato delle Comp. relig., 913.
- Assistenza all'istituto delle Figlie di M. A., 22.
- Auguri, 972.
- Ausiliare del Direttore Spirit., 414.
Avvenimenti inseparabili (due),829.
- Bagni, 972.
- Benevolenza di Pio XI verso la Pia Soc., 34.
- Bisogno di vocazioni, 633.
- Bollettino sales., 36.
- Bosco e Cafasso, 356.
- Bosco Rua e la povertà relig., 969.
- Canazei Mons. Ignazio, 877.
- Candela D. A. incaric. degli -Orat. Fest., e dell'Assoc. degli Antichi Allievi, 802.
Rettor Maggiore. Capit. Gen. XII. Parole del Rett. Maggi:, 3.
- Cap. Gen. XIII, 591, 673, 695, 711, 714.
- Carità di preghiere e di azione, 717'.
Causa di Beatificaz. di D. Bosco, 344, 524.
- Causa di Dom. Savio, 838.
- Centenario del primo sogno di D. Bosco, 312.
- Centenario (20) di S. Luigi Gonz., 441, 473.
- Ceria:. Vita S. Francesco di Sales, 445.
- Cinquantenario della fondazione della Casa di Roma, 836.
- Circolare per un convegno dei Maestri di Noviziato, 48.
- Circolari dei nostri Padri, 120.
- Coadiutore Salesiano, 877.
- Concetto del Papa intorno alle Associazioni religiose, 914.
- Conferenze ed accademie in onore di M. Aus., 628.
- Congregaz. preparatoria per la Beatificaz. di D. Bosco, 459.
- Congressini Missionari, 428.
- - Congresso del S. Cuore di Gesù, 39.
- Conserviamo e pratichiamo le nostre tradizioni, 933.
- Consigliere Cap. Sup. (nuovo), 414.
- Così voleva il nostro Fondatore, 835.
- -- Convegno dei Direttori, 432, 459,472.
- Convegno dei Direttori Orat. Fest., 589.
- Convegno VII Direttori Diocesani, 38.
- Costituzioni (latino), 124; (italiano), 151.
- Cumiana, 572.
- Cura delle Miss. affidata al Prefetto Gen., 296.
- Data del Cap. Gen XII, 711.
- Decreto sui miracoli del Ven. D. Bosco, 729.
- Decreto sull'eroicità delle virtù di D. Bosco, 537.
- Direttore Spirituale (nuovo), 634.
Rettor Maggiore. Discorso del S. Padre Pio XI, 552.
- Documento della S. C. di propaganda per le Miss., 106.
- Eccidio di Mons. Versiglia e di D. -Caravario, 852.
- Economo Gen. (nuovo), 332. - Enciclica del Papa, 839.
- Eredità del B. D. Bosco, 966.
- Esercizi Spirituali, 457, 613.
- Esposizione delle Missioni, 98.
- Facoltà concessa dalla S. Penitenziaria al Rett. Magg., 705.
-- Facoltà prorogata ai Superiori, 146.
- Festa del S. Cuore nei Noviziati e nelle CaW;di formaz., 718.
- Feste in onore del B. D. Bosco, 796.
- Formazione di Conti.. 'Coad., 688.
- Giornate e congressi delle nostre Compagnie, 916.
- Giubileo della consacraz. al S. C. di Gesù, 310.
- Giubileo della Incoronaz. e della Formolaa di Benediz. di M. Aus., 590.
- Giubileo della Pia Un. dei Coop. e della Pia Opera di M. Aus., 429.
Giubileo delle nostre Miss., 364.
- Giubileo di Maria Aus., 628.
- Giubileo d'oro delle Costituz., 58, 174, 254.
- Giubileo d'oro sacerdotale del S. Padre, 715.
- Hlond Augusto 20 Cardin. Sal., 572.
- Incremento della Pia Società, 37.
- Indulgenza del lavoro santificato, 35.
- Ispettorie (nuove), 45.
Lettere e risposte, 709.
- Lettere filiali, 456.
- Lettura delle Mem. biogr. del B. D. Bosco, 120.
- Lettura spirituale pel 1923, 44.
Meditazione, 350.
- Militi di Cristo, 832.
- Missione. di Krishnagar e Vicariato di Kimberley, 647.
- Norme per la corrispondenza coi Superiori, 25.
Rettor Maggiore. Notizie per la vita di Don Albera, 333.
- Perfezionamento dei nostri Chierici e Coad., 919.
Periodico Maria Ausil., 657.
- Politica. Proibizione, 350.
- Preghiere al B. D. Bosco, 802.
- Preghiere per il Cap. Gen. XIII, 735.
Preghiere per la Spagna Cattolica, 972.
- Proposte inviate dai soci, 43.
- Raccomandazioni ai Direttori, 119.
Raccomandazioni Papali, 833:
- Ricordi di D. Bosco ai primi Miss., 255.
- Ricordi per gli esercizi spirituali, 119, 565, 675.
- Regolamenti e Costituzioni, 23, 39, 177.
Regolamenti per gli Alunni, 295.
- Regolatore del Cap. Gen. XIII, 713.
- Rendiconto ai Sup. Capitolari, 380.
- Ringraziamenti alla Divina Provvidenza, 291.
- Riordinamento delle Scuole Prof. e sviluppo delle Miss., 711.
- - Rose e spine, 413.
- Salesiano (il) nella vita e nella mente del B.D.-Bósco, 923.
•Santificazione (Mezzo), 830.
Sogno di D. Bosco, 185, 415.
- Spirito di povertà e di mortificazione, 967.
- Spirito salesiano negli esercizi spiriti, 688.
- Studentato Teol. Internaz. e Istituto d'Ivrea, 146.
- Strenne pel 1923, 26; 1924, 147; 1925, 317; 1926, 383; 1927, 475; 1928, 591; 1930, 796; 1931, 877; 1932, 971.
- Studi Eccles. della Congreg., 711.
- Studi teologici, 691.
- Studio del Vangelo, 693.
- Temi trattati nel convegno dei Confr. Coad., 696.
Tempio di Gesù Adolescente a Nazareth, 119.
Rettor Maggiore. Udienza Pontificia 14, 74, 560, 645.
- Vescovi (nuovi) Salesiani, 35.
- Visita alle Case d'Oriente, 526.
- Visitatori, 45.
Ricaldone D. Pietro eletto Prefetto Gen., 7.
- Vedi pure Prefetto Generale. Richiesta dell'elenco dei nuovi confratelli che entrano a far parte
della Congregazione, 582.
- del rendiconto dell'Ispettore al Rett. Magg., 753.
- del rendiconto statistico al Segr. del Cap. Sup., 753. Ricordi, 675.
- confidenziali ai Direttori, 244.
- di D. Bosco ai primi Missionari, 255.
- per gli esercizi spirituali, 119, 753.
- Rinaldi D. Filippo. Indirizzo di omaggio al Santo Padre, 786.
- Vedi -pure Rettor Maggiore. Roma S. C. Cinquantenario della fondazione, 836.
Rua D. Michele: Circolari, 257.
- Inizio della causa a Torino, 10.
- Sacerdoti Italiani già Uffic. nel R. Esercito e Unione Naz. Ufficiali in Congedo, 975.
Salesiana Societa.
- Vedi Società Salesiana.
Salesiano (il) nella vita e nella visione di D. Bosco, 913.
- Coadiutore secondo la mente del B. D. Bosco, 888.
San Francesco di Sales, 36. Santificazione. Mezzo, 830.
Savio Domenico. Congregazione antipreparatoria, 838.
Scapolari. Facoltà di benedire e d'imporre, 448.
Scolari. Mezzi a tener vivo e desto l'amore allo studio, 882.
Scuole professionali, 708.
- e agricole, 467, 508, 719, 808, 841.
- Miglioramento delle Scuole Prof. ed Agric., 639.
- Norme e domande, 467.
- Segretario del Cap. Sup. Dati statistici, 81, 437.
Segretario del Cap. Sup. Formulario relativo, 81.
- Moduli di rendiconti, 398.
- Regolamenti da rinviare, 48.
- Relazione sulle Miss. alla S. Sede, 306.
Servizio militare, 446, 580. Sistema: educativo di D. Bosco, 866.
- preventivo, 479.
Società Salesiana nel sogno del 10 settembre 1881, 925.
qualis- esse debet, 925.
- qualis esse periclitatur, 928.
- quomodo mutatus est color optimus, 929.
- Incremento, 37.
Soci: abito dei coadiutori, 204.
- pubblicazioni, 533.
Sogno di D. Bosco del 1876, 185;
1879, 415; 1881, 925.
Spagna Cattolica. Preghiere, 972.
Spedizione di missionari, 352, 659, 772.
Spirito Salesiano negli esercii spirituali, 688.
- di pietà e di mortificazione, 967.
- Stampa. Diffusione, 478.
Statistica, vedi Dati statistici.
Statue di D. Bosco, 740.
Statuto della Pia Un. di M. SS. della Salute e dei Ss. G. e C. de Lellis, 664.
Strenna pel 1923, 26; 1924, 147; 1925, 317; 1926, 383; 3.927, 475; 1928, 591; 1930, 796; 1931, 877; 1932, 971.
Studentato Teologico - Crocetta, 531, 949.
- Teologico Internaz. e Istit. Ivrea, 146.
Studenti di teologia. Deliberazioni Cap. XII, 26.
Studi ecclesiastici delle Congregazioni, 708.
- Lettera di Pio XI, 299.
- Ordinamento, 495, 699.
- teologici, 691.
Studio del S. Vangelo, 688.
Suore. Precauzioni da osservare, 339.
Superiori: Confidenza filiale, 352.
- Facoltà prorogata, 145.
- Rendiconti vari (Moduli), 390.
Sussidi agl'Ispettori da parte delle case, 530.
Temi: per le conferenze e accademie in onore di M. Ausil., 628.
- trattati nel Convegno dei Confratelli .Coadiutori, 688.
-- trattati nel XIII Capitolo Gen.:
1. degli studi, 805;
2. scuole pròf. ed agric., 808;
3. missioni, 814;',
4. proposte varie, 823.
Temperanza. Esortazione, 943.
Tirocinio pratico, 323.
- Cura dei chierici del..., 319.
- l isposizioni relative ai chierici, 616.
Tirone D. Pietro eletto Ausiliare del Dirett. Spirit., 414.
= eletto Direttore Spirituale, 634. –
Vedi pure Direttore Spirituale. Tomasetti D. Francesco.' Indirizzo al S. Padre, 550, 746;
Torino-Crocetta.' Studentato teologico, 531, 949:
Tradizioni nostre, 933, 974.
Udienza Pontificia, 645.
- 6 giugno 1922, 14.
- 24 marzo 1923, 74.
- 2 aprile 1927, 560.
Ufficio B. D. Bosco, 845.
Unione di Maria SS. della Salute e dei Ss. Gius. o Cam. de Lellis, 663.
- D. Bosco tra gli Insegnanti 501.
- Ex-Allievi, 611, 974. '
- Missionaria del Clero (Referendum), 460.
- Nazionale Ufficiali in Congedo e Sacerdoti Italiani già Ufficiali nel. R. Esercito, 975.
- padri di famiglia, 611.
- - Dame patronesse, 611.
- Università cattolica del S. Cuore,.287.
Vacanze: degli Aspiranti, 567.
- durante l'anno scolastico, 840.
- Vangelo (studio), 693.
Versiglia Mons. Luigi e D. Cara-/vario (eccidio), 852.
Vescovi (nuovi) Salesiani, 35.
Vespignani D. Giuseppe eletto Cons.
Prof., 7. Vedi pure Consigliere Professionale.
Viaggi. Concessione speciale VI sulle ferrovie d'Italia, 581.
Vicariati e Prefetture Apostoliche,. 170.
Vicariato di Kimberley, 647.
Virtù della purezza. Custodia, 338.
- Decreto dell'eroicità di D. Bosco, 537.
Visita alle Case d'Oriente, 526. Visitatori, 45.
Vita religiosa nell'insegnamento di S. Francesco di Sales (Ceria), 445.
Vocazioni: al Convegno dei Direttori (Tema), 476.
- Appello di personale per le Missioni, 566.
- Bisogno, 633.
- da coltivare e mezzi opportuni, 29, 79, 257, 479, 634, 649, 651,. 869, 974.
Zanetta. Manuale tipografico, 376.