Reitor-Mor

Visitatoria Maria Sede della Sapienza UPS

Il Rettor Maggiore

Omelia nell'Inaugurazione dell'Anno Accademico 2014-2015
Università Pontificia Salesiana - UPS, Roma

2014.10.23

(At 2,1-11; Gal 5,16-25; Gv 15,26-27.16,12-15)

Carissimi membri tutti dell'Università, sono contento di essere qui con voi ancora una volta dopo alcune settimane che ci siamo visti  con alcuni di voi per l'inizio del servizio del nuovo superiore della Visitatoria. Questa nuova visita viene a completare quella di prima, perché è proprio il lavoro accademico a dare senso all'esistenza di una Visitatoria dedicata a questo scopo. Questa volta mi permette anche salutare soprattutto a tanti altri studenti e studentesse che sono laici, religiosi non salesiani o salesiane, e anche preti di diverse diocesi. Un'Università Pontificia è sempre un pezzo prezioso di Chiesa che ci fa crescere in conoscenza reciproca e amore fraterno.
Oggi la ricca Parola di Dio della nostra liturgia ci regala una preziosa insistenza sulla presenza e l'azione dello Spirito Santo, promesso da Gesù prima di congedarsi dai suoi. Non essendo opportuno ne possibile prendere tutto, voglio fare tre sottolineature facendo una interpretazione piuttosto “spirituale” che rigorosamente esegetica.
Il libro degli Atti degli Apostoli prepara il racconto della venuta dello Spirito mostrandoci la scena: i discepoli, impauriti e sconcertati, “si trovavano tutti insieme nello stesso luogo” dice il testo. Ecco la prima sottolineatura che voglio condividere con voi: trovarsi tutti insieme nello stesso luogo. Non penso in un “luogo” fisico, spaziale, ma in un “luogo” simbolico, antropologico e anche teologico. Questo luogo, per voi è la propria comunità educativo pastorale dell'Università. Io vi auguro in questo nuovo anno accademico una crescita sincera e approfondita, dimostrabile e “mostrabile” del vostro “stare insieme” come comunità educativo pastorale. Questa comunità coinvolge tutti: docenti e studenti, personale ausiliare e tutti gli addetti al mondo accademico. Essere insieme è fare una forte esperienza di comunione e fratellanza, di cooperazione e servizio vicendevole, è una bella sfida che “parlerà” per se stessa e “mostrerà” la reale presenza dello Spirito qui a casa, un modo di vivere intensamente la chiamata a una “fraternità irresistibile” che ci ha rivolto il nostro CG 27.
Quindi, carissimi tutti, vi invito ad essere un vero laboratorio di umanità e di cultura dell'incontro. L'intera famiglia umana ha bisogno oggi di crescere in umanità, fratellanza e capacità di dialogo e incontro; l'umanità ha bisogno di rispecchiarsi in Cristo, l'uomo perfetto perché vero Figlio e vero Fratello. So che in una istituzione così grande sempre è molto sfidante vivere la comunione e la fratellanza, ma questi valori e processi non sono un semplice costrutto intellettuale, ma una realtà per la quale abbiamo avuto l'insegnamento, la chiamata e la preghiera di Gesù, e l'assistenza dello Spirito.
Una seconda sottolineatura che vorrei condividere con voi è intimamente collegata con quella di prima. Dice il testo degli Atti che il vento che irrompe in quella stanza dove tutti erano insieme, “riempì tutta la casa dove stavano”. Questo mi fa pensare subito alla generosità di Dio espressa da Gesù in tanti discorsi e parabole (come il seminatore che semina dappertutto, i frutti che arrivano al cento per uno, il pane che si moltiplica e ancora avanza... ecc.) Lo Spirito, fonte della vera saggezza, è capace di arrivare ad ogni angolo della nostra casa, su e giù, a destra e sinistra... anzi, non solo li raggiunge, ma li riempe. Carissimi, lasciate entrare questo vento dello Spirito in ogni angolo di voi stessi e di questa grande opera educativa e di ricerca, e lasciatevi riempire della sua luce e forza. Solo Lui potrà garantire che la vostra vocazione di servizio nelle diverse ispettorie della congregazione e nella Chiesa (quelli di voi che siete studenti arrivati da tutti gli angoli della terra) o il vostro servizio di approfondimento culturale, docenza e ricerca (quelli stabili, professori invitati e dottorandi) possa non solo essere un buon servizio, ma sia soprattutto un impegno di crescita personale in umanità e per la Gloria di Dio. Carissimi, nessun angolo di questa casa può rimanere chiuso a questo vento di grazia, giovinezza, novità e profondità. E la presenza dello Spirito garantisce sempre che una multiculturalità di fatto, come la nostra qui all'UPS diventi una vera interculturalità, e permetta di vivere un'esperienza approfondita e rispettosa di internazionalità ed interispettorialità; che la diversità, l'altro, non sia ostacolo ma un filo curato e valorizzato per fare la trama del tessuto comune. E poi, il nostro caratteristico stile di famiglia viene evidenziato sempre di più all'interno della comunità universitaria. Anche questo è un frutto dello Spirito, perché carismatico!
Infine, l'ultima sottolineatura che volevo condividere oggi con voi si riferisce ai frutti dello Spirito. Paolo fa riferimento a loro enumerandone alcuni. Io vorrei semplicemente chiedervi di prendere molta cura di voi stessi in modo personale e comunitario perché possiate dare molti frutti. “In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli”[1]dice Gesù ai suoi mentre si incammina a vivere pienamente la sua ora e la volontà del Padre. Non nascondiate i vostri talenti, ma fateli fruttificare! Questo è il cammino per vivere la nostra radicalità evangelica dando una risposta generosa alla chiamata che ognuno di noi ha ricevuto.
Il nostro caro padre e maestro Don Bosco, pur non avendo dei grossi titoli accademici, ha vissuto con tanto amore la sua vocazione per il bene dei giovani che sempre è stato molto attento alla situazione del mondo giovanile della sua epoca, alla sua realtà sociale, economica e anche ecclesiale; ha cercato di comprendere i processi in atto nel suo tempo; si è aperto ai diversi fenomeni come l'immigrazione, la nuova situazione politica di un paese in processo di unificazione, a uno stile comunicativo che non aveva paura di usare tutti i mezzi disponibili per far arrivare a tutti la Parola di Dio e l'evangelizzazione... Non sono sicuro che nella nostra amata Congregazione prendiamo molta cura della formazione intellettuale come lo stesso Don Bosco cercava di farlo... Ma sono sicuro che vogliamo prendere più sul serio questa dimensione, riqualificandoci intellettualmente, ampliando gli orizzonti culturali, approfondendo le radici delle nostre scelte e proposte pastorali.
Carissimi vi ringrazio tanto per il vostro lavoro, non senza fatiche e sudore, per il bene di tutti, soprattutto dei nostri amati giovani e di tanti dei nostri così detti “destinatari” a seconda delle nostre missioni e carismi.
Maria, Sede della Sapienza, Aiuto del Popolo di Dio, vi accompagni nel vostro studio, ricerca, condivisione intellettuale e confronto quotidiano, sempre cercando la Verità, la Bellezza e la Bontà di questo mondo e di un'umanità ferita per tanta incomprensione e mancanza di dialogo e di giustizia.
Ci affidiamo a Lei perché ogni giorno possiamo essere un po' migliori, un po' più umani, un po' più figli nel Figlio, e quindi, fratelli e sorelle.


[1]Gv 15,8